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Autore: Jacqueline Crayle    29/04/2011    11 recensioni
< Un lampo di luce tagliò il buio della stanza.
Gli occhi di Jacqueline si serrarono istintivamente, poi lentamente cominciarono a schiudersi sul nuovo giorno.
‘Dove mi trovo?’ fu il primo, spontaneo pensiero.
La porta della camera era aperta, e sulla soglia si stagliava imponente la nera figura dell’uomo che, da un mese a quella parte, arrivava a svegliarla.
L’immagine familiare la riportò alla consapevolezza.
- Sono le nove. Hai fame? -  chiese il professor Piton.
Per tutta risposta, Jacqueline ricacciò la testa nel cuscino di piume, girandosi dall’altra parte.
La porta della stanza si richiuse con uno schiocco secco.
Lo stesso rituale si ripeteva ogni mattina da quando, a metà giugno, Jacqueline era stata accompagnata in quella stessa stanza dal silenzioso padrone di casa. >
Una fan fiction in 12 capitoli che coinvolgerà una ragazza smarrita, un castello magico e, come in tutte le fiabe che si rispettino, un misterioso principe dai capelli corvini e il naso adunco : )
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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CAPITOLO 12 :   Fidati di me                       

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Era una calda sera di metà giugno quando, in piena notte, avvenne il fatto.
Jacqueline stava dormendo abbracciata a Piton nel suo letto, quando la voce amplificata della McGranitt li svegliò di colpo.
- Tutti gli studenti e i professori si rechino al più presto nella Sala Grande -
Piton si mise a sedere e accese l’abatjour.
- Conviene alzarsi – disse poggiando una mano sulla spalla nuda di Jacqueline e scuotendola delicatamente.
- E’ ancora presto – si lamentò lei girandosi verso di lui con uno sbadiglio. La sera prima si era trattenuta nella stanza del professore oltre il coprifuoco e non era potuta tornare al Dormitorio.
Tutti i suoi vestiti, come quelli di Piton, giacevano appallottolati al piedi del letto.
- Ti passo la vestaglia – disse quest’ultimo uscendo dalle lenzuola e dandole le spalle.
- No, aspetta -  Jacqueline gli afferrò il polso e lo costrinse a risedersi sul letto, di fianco a lei.
- Restiamo qui -  lo supplicò cingendogli il torso nudo con le braccia.
Piton si voltò a guardarla, dandole una carezza sulla guancia,  - Dev’essere qualcosa di grave -  disse, e Jacqueline notò che nonostante tentasse di nasconderlo sembrava preoccupato.
Lo sguardo della ragazza fu catturato dal Marchio indelebile impresso sull’avambraccio dell’uomo.
Quanto lo odiava.
Quella sera aveva qualcosa di diverso, come se fosse più scuro e minaccioso, ma non fece in tempo ad accertarsene perché Piton, sentendo gli occhi della ragazza su di sé, si alzò dal letto.
 
Si vestirono frettolosamente e, quando entrambi furono pronti, uscirono nel corridoio buio, facendosi strada con la luce della bacchetta e dirigendosi verso la Sala Grande.
Una volta attraversato il portone si affrettarono a raggiungere rispettivamente il tavolo dei professori e quello di Corvonero.
Jacqueline si sedette, ma si spostò subito di qualche posto vedendo Cho sbracciarsi.
- Che fine avevi fatto?? Mi sono alzata e non eri nel letto – disse l’amica prendendola da parte.
Jacqueline si preparò a fornire una scusa credibile ma in quel momento la McGranitt si alzò in piedi e il silenzio calò nella stanza.
- Ragazzi, devo chiedervi di stare calmi. Il Marchio Nero è comparso sul castello e temo che i Mangiamorte stiano arrivando -
A quelle parole seguì il caos. I Prefetti urlavano ordini agli studenti, i professori si organizzavano per accompagnare al più presto i minorenni alla stazione oltre il lago.
Piton raggiunse la ragazza al tavolo, approfittando del disordine generale.
- So per certo che Silente non è nel castello, devi andartene subito -
- Ma io devo rimanere.. -  provò a protestare lei.
- Non si discute, non posso spiegarti di più, ma non voglio assolutamente che tu stia qui stanotte.
Fidati di me -  aggiunse guardandola preoccupato ma con ferma decisione.
Jacqueline annuì con la testa, poco convinta, e lui si allontanò.
Si alzò dal tavolo per raggiungere i Corvonero del suo anno rimasti a combattere, e Cho l’avvicinò.
- Tu resti vero? – le chiese guardandola negli occhi.
Jacqueline trasse un profondo sospiro.
- Sì, certo -  si sentiva sporca a disubbidire a Piton, ma aveva scelta?
- Bene! – esclamò Cho, - Anche tutti gli altri ex adepti dell’ES restano, andiamo da loro -
Si diressero verso un gruppetto che sostava all’ingresso, c’erano Ginny, Hermione, Ron, Neville, e quello che rimaneva della vecchia compagnia, per un totale di circa dieci persone.. solo Harry mancava. Jacqueline non parlava con la maggior parte di loro da quasi un anno.
Ron le rivolse un pallido sorriso, poi Hermione prese la parola.
- Ok, ci sarebbe dovuto essere Harry a coordinarci, ma purtroppo non sappiamo esattamente dove sia –
Jacqueline guardò i compagni: sembravano tutti molto in pensiero, ma Ginny più di tutti.
- Ho sentito la mcGranitt dire che i Mangiamorte sono già fuori dal castello, appena le difese cadranno saranno pronti a irrompere, e noi dovremo combattere -  concluse la riccia.
Proprio in quel momento si udì un urlo agghiacciante.
-  STANNO ENTRANDO!! -
Jacqueline, Cho, Ginny e gli altri si precipitarono in Sala Grande richiudendo il portone dietro di sé e si schierarono in posizione di combattimento insieme ai professori, ai pochi altri alunni rimasti e ai membri dell’Ordine della Fenice che li avevano raggiunti tra cui Jacqueline intravide Lupin e Tonks.
Stava per avvicinasi quando, con un colpo sonoro, il portone si spalancò e la battaglia ebbe inizio.
Una ventina di sagome nere incappucciate si riversarono nella stanza come un’onda malvagia, accompagnate da urla e da fasci di luce colorati che iniziarono a volare in tutte le direzioni.
Jacqueline respinse uno schiantesimo proveniente da un uomo molto alto e ne spedì uno a sua volta.
Intorno a lei i professori lanciavano incantesimi scudo in difesa degli alunni in difficoltà, ma tra di loro Piton non c’era.
Il panico l’assalì. ‘Dove sei?’
Un lampo verde la sfiorò per un pelo riportandola alla realtà: non poteva permettersi di distrarsi.
Ricominciò a combattere affiancata da Vitious.
- Tutto bene signorina Crayle?! -  le urlò da sopra al frastuono della lotta.
- Sì professore! – gli urlò di rimando lanciando una fattura al Mangiamorte più vicino.
Lo scontro andò avanti per un’altra ora, senza vinti né vincitori.
**
 
Successe all’improvviso e senza apparente motivo: si sentì un ordine gridato tra le fila dei Mangiamorte e tutti loro, contemporaneamente, si ritirano.
Alcuni professori provarono a inseguirli, altri rimasero in Sala Grande a controllare la situazione e ad aiutare Madama Chips a trasportare i feriti in infermeria.
Vitious rientrò dopo qualche minuto nella Sala, correndo.
- Se ne sono andati! -  gridò.
Dagli alunni si sollevarono urla di esultanza, ma Jacqueline non faceva altro che cercare Piton con lo sguardo, sempre più preoccupata per la sua assenza.
Cho la raggiunse. – Jackie, hai visto Ginny? – Jacqueline si guardò intorno.
Preoccupata com’era per Piton non si era accorta della sparizione della ragazza.
- Chiedi a Hermione o alla McGranitt o a qualcuno dell’Ordine – suggerì.
- Sono spariti tutti – rispose Cho.
Ora il panico aveva assalito Jacqueline, e il cuore sembrava doverle esplodere nel petto da un momento all’altro.
‘Stai calma, stai calma, stai calma’
Iniziò a correre come una disperata per i corridoi deserti, inciampando nelle armature cadute a terra durante lo scontro.
Temendo il peggio si precipitò direttamente in infermeria, ma la porta era sorvegliata da Madama Chips.
- Non puoi entrare cara, ci sono già delle persone dentro -  le disse la piccola donna.
- Tra di loro c’è anche il professor Piton? –  chiese agitata Jacqueline.
- No, non l’ho visto -
Senza dire altro Jacqueline si girò e ricominciò a correre, sempre più forte.
Cambiò direzione e si diresse verso lo studio di Piton.
Era quasi arrivata all’ingresso per i Sotterranei quando, passando davanti alle vetrate della Sala Professori, si accorse che la luce era accesa. Si precipitò dentro senza neanche bussare, con il cuore che batteva a mille, ma si fermò quasi subito colta dallo stupore.
Lo studio era affollato da persone sedute e in piedi, intente a parlare tra di loro.
C’erano la McGranitt, Lupin, Tonks, Kingsley, Hagrid e Moody, l’Ordine al completo esclusi i Weasley.
Jacqueline vide che avevano quasi tutti le lacrime agli occhi.
Non si accorsero di lei finché la porta pesante non si richiuse alle sue spalle.
La McGranitt si girò notandola per la prima volta.
- Che cosa ci fa qui, signorina Crayle? – le chiese, insieme stupita e addolorata.
Ma Jacqueline era troppo in ansia per rispondere a inutili domande.
- E’ successo qualcosa? -  chiese terrorizzata.
- Sì – rispose piano la McGranitt, con un tono di amarezza nella voce,  - Piton ha ucciso Silente -
Per una frazione di secondo fu il silenzio più totale, poi un urlo lo squarciò.
- NOOOO!! -
Jacqueline era trasfigurata dal terrore e si aggrappava alla sedia più vicina.
- Siamo tutti sconvolti, Crayle – iniziò la McGranitt, - Era il preside e.. -
- SEVERUS!! -
La McGranitt cambiò immediatamente espressione, e tutti i presenti con lei. Solo Lupin e Tonks si scambiarono uno sguardo allarmato e addolorato allo stesso tempo.
- Severus?.. -  mormorò stupefatta la professoressa.
- NON PUO’ ESSERE STATO LUI! -  continuò a urlare Jacqueline.
Fu Lupin a rispondere, senza guardarla negli occhi, limitandosi a scuotere la testa. 
- Harry l’ha visto con i suoi occhi, non ci sono dubbi -
- NO! E’ IMPOSSIBILE -
La McGranitt era sconvolta  - Perché?.. -  iniziò.
- PERCHE’ E’ IL PADRE DEL MIO BAMBINO -
Urlò Jacqueline, e le lacrime presero a sgorgare, bollenti, mentre cadeva a terra stringendosi la pancia.
Silenzio.
Nell’aula si potevano udire solo i singhiozzi convulsi della ragazza.
I presenti erano sconvolti.
Guardavano tutti quella piccola e inerme creatura che, accovacciata a terra, gemeva e piangeva scuotendo la testa come a voler mandar via un brutto pensiero.
L’unica a muoversi fu Tonks.
Si avvicinò piano a Jacqueline, le si inginocchiò accanto e, poggiandole cauta una mano sulla schiena, iniziò a piangere insieme a lei.
La McGranitt era di pietra.  – Piton? -
In risposta Jacqueline nascose ancora di più a fondo il viso fra le mani.
Lentamente anche Lupin le si avvicinò, la prese per un braccio e la fece alzare.
Poi si rivolse ai presenti.
- Inutile dire che ciò che avete sentito stasera rimarrà esclusivo dei presenti membri dell’Ordine -
Tutti annuirono piano.
In quel momento entrò Ginny ansimando.
- Ora potete fare visita a Bill -
Uscirono uno a uno dalla stanza mentre Jacqueline rimasta sola con Ginny, cercava di trattenere le lacrime.
- Cosa è successo? Cho non riusciva a trovarti -  disse all’amica con uno sforzo immane, facendo appello a tutte le sue forze.
- Tra i Mangiamorte c’era un lupo mannaro, Greyback, che ha aggredito mio fratello Bill.
E’ sfigurato in maniera evidente, ma Madama Chips dice che si rimetterà.
Non sappiamo se diventerà un lupo anche lui, speriamo che Lupin possa dirci qualcosa –
Era affranta, parlava con fatica.
- Harry mi ha detto che Silente è morto, era con lui -  aggiunse poi.
Le lacrime iniziarono a bagnare di nuovo le guance di Jacqueline, irrefrenabili come un torrente in piena.
- Jackie.. – iniziò Ginny mettendole una mano sulla spalla e guardandola preoccupata negli occhi.
- Lascia stare, ti accompagno in infermeria -
 
Arrivarono davanti alla porta a vetri, ma Jacqueline si bloccò.
Voleva spiegare a Ginny che stava male, che non se la sentiva di entrare e fingersi addolorata per suo fratello, ma la gola bruciava e le sembrava di non riuscire a prendere fiato.
Ginny le accarezzò la spalla ed entrò da sola. Non c’era bisogno di parlare.
‘Grazie’ pensò Jacqueline.
Stava per girarsi su sé stessa quando la porta dell’Infermeria si aprì di nuovo.
- Jacqueline –
Fred era in piedi davanti a lei, impolverato e ansimante.
Entrambi si guardarono silenziosamente negli occhi per una manciata di secondi.
Poi lui ruppe il silenzio, si avvicinò e l’abbracciò.
- Ti prego, perdonami -  le disse.
- Di cosa Fred? -  chiese lei, stupendosi di quanto roca e debole suonasse la sua voce.
- Tu avevi bisogno di me e io non ho saputo fare niente per aiutarti –
La stringeva forte.
- E ora aspetti un bambino -  concluse.
Gli occhi di Jacqueline si sgranarono appena per poi riempirsi nuovamente di lacrime.
- Ero fuori dalla porta, ero venuto a dirvi di Bill... urlavi -  le spiegò.
- Oh Fred.. -  Jacqueline non sapeva cosa dire.
- Lo amavi? -  le chiese lui sciogliendo l’abbraccio.
Lei rimase un attimo in silenzio, le lacrime che continuavano a rigarle le guance, - Sì – rispose.
- Capirò se non vorrai più avere a che fare con me -  aggiunse poi guardandolo attraverso il velo di lacrime che le copriva gli occhi.
- Non dirlo neanche per scherzo. Adesso ci sono io a prendermi cura di te - La guardava comprensivo.
- Fred io non ti amo più -  singhiozzò lei affranta.
- Lo so. Ma non lo faccio per questo -  rispose lui intuendo la sua preoccupazione,  - Eravamo amici prima di essere fidanzati e io non l’ho dimenticato - .
Poi la prese delicatamente per mano.
- Andiamo a casa –
 
 
FINE
 
 
 
 
 
 
Che dire, quando ho buttato giù la bozza di questa storia non pensavo che l’avrei mai fatta leggere a qualcuno.
L’avevo scritta per me, per passatempo!
Poi ho scoperto questo sito e mi sono detta ‘Ma sì, al massimo mi insultano’!
E invece ho trovato persone carinissime che di volta in volta hanno commentato e recensito dando un senso a questa cosa.
Soprattutto mi è venuta voglia di continuare!
Quindi, altro mese altra storia :)
Ci vediamo ad Aprile con il seguito..
A presto!
  
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