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Autore: Marti_Stark    29/04/2011    2 recensioni
Parigi, 1787. Seattle, 1939. Los Angeles, 2009.
Tre luoghi, tre storie, tre epoche.
Ma soprattutto tre uomini.
Tre uomini la cui vita è inevitabilmente legata da un sottile filo rosso sangue...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti!!! Questa non è la mia prima storia sui vampiri però si distingue molto dall'altra perché non ho preso spunto da nessun libro o film... è totalmente mia. Spero che qualcuno abbia voglia di leggerla ;) e che magari mi dica cosa ne pensa! Sono felice di leggere qualsiasi opinione, anche critiche se servono a migliorare la storia.
Spero davvero che vi piaccia!
Buona lettura!                       BF93



Bullet With Butterfly Wings

Introduzione

                                                                                                                                   


18 Settembre, 2009
Jefferson High School, Los Angeles

Christopher Hamilton parcheggiò nello spiazzo affollato davanti all'edificio imponente color porpora.

Tentò più volte di chiudere la portiera dell'auto, dapprima delicatamente, poi sempre con più forza fino a farla chiudere con tonfo sordo. Tutta quella ruggine non era di certo un bene per la sua Ford del 1987...

Si guardò intorno, annoiato e infastidito allo stesso tempo, cercando di uscire da quella massa inferocita altrimenti chiamata “studenti”.

Sistemò la borsa a tracolla sulla spalla destra e si avviò verso la scuola.




Una Mercedes nera con i finestrini oscurati virò dolcemente verso il posto del parcheggio numero 102.

Un ragazzo grande quanto un armadio si avviò a passo di carica verso la vettura, borbottando bestemmie e insulti.

“Pezzo di merda! Come ti permetti di occupare il mio...”

Una figura scese dall'auto. Lunghi capelli dorati ondeggiavano sinuosi a ogni suoi movimento. La pelle diafana risplendeva alla luce del sole, come dotata di luce propria. Il viso piccolo e delicato era in parte coperto da un paio di occhiali da sole dalla montatura imponente.

L'armadio umano si bloccò a pochi centimetri dal viso della ragazza.

“Scusi, quale era il problema?”

“Io... ecco io... Beh ha occupato il mio posto d'auto”. Il ragazzo, come preso da un timoroso rispetto, iniziò a balbettare cose senza senso, iniziando a darle del “lei”.

La ragazza lo lasciò parlare per qualche minuto, poi con un gesto della mano lo zittì. Si tolse gli occhiali da sole e lo fissò negli occhi.

“Questo posto d'auto d'ora in poi sarà mio. Tu ne troverai un altro.”

Il ragazzo la fissò intontito per qualche secondo, mentre lei spazientita sbuffava.

“Io... io...”

“Ripeti con me: questo posto d'auto d'ora in poi sarà della signorina Bliss.”

“Questo posto d'auto d'ora in poi sarà della signorina Bliss.”

“Bene. Sono d'accordo, grazie per avermi lasciato il tuo posto d'auto.”

Detto questo, inforcò di nuovo gli occhiali da sole e si avviò baldanzosa verso la scuola.



Christopher si lasciò andare pesantemente sulla sedia di legno dell'aula B2. La prima ora avrebbe avuto chimica. Si massaggiò esausto le tempie, come a cercare di dimenticare tutto ciò che gli ronzava per la testa: le ultime settimane erano state un vero inferno... anzi, a dire il vero, gli ultimi dieci anni della sua vita erano stati un inferno.

Si ricordava a malapena il viso chiaro ricoperto da una leggera barba bionda del padre e i dolci occhi nocciola della madre; era tutto ciò che conservava dei suoi genitori, prima che un ubriaco portasse via la vita di entrambi in un incidente stradale undici anni prima.

Ma quell'uomo non si era portato via solo la vita dei genitori: si era impossessato anche della vita di Christopher, che era diventato un bambolotto nelle mani degli assistenti sociali.

Aveva cambiato più di quattro famiglie in tre anni. Neanche una che avesse veramente amato.

Poi finalmente suo nonno tornò dal Giappone, dove aveva vissuto per quasi trent'anni per prendersi cura del nipote. Era stata l'unica figura sicura della sua infanzia: tetto della sua crescita.

Si sentiva al sicuro e amato, fino a una settimana prima. Quando un infarto aveva stroncato il nonno nel letto di casa.

Christopher Hamilton era rimasto solo, solo nel mondo.


A poco a poco l'aula si riempì di studenti, felici di aver ritrovato i compagni. Christopher salutò tutti con un cenno del capo, senza cambiare minimamente espressione.

Osservò distrattamente ogni persona che passava dall'entrata, ma qualcuno attirò la sua attenzione: stava passando in quel momento la soglia, la ragazza più bella che avesse mai visto. Senza accorgersene trattenne il respiro mentre faceva scorrere lo sguardo lungo la linea delicata del viso, talmente perfetto da sembrare scolpito nel marmo...Era sicuro di non averla mai vista, altrimenti era sicuro che se ne sarebbe ricordato. Il fluido movimento della ragazza verso il professore gli fece ritornare violentemente l'aria nei polmoni, fino a farli bruciare.

“Buongiorno professor Portman, io sono la nuova studentessa...”

“Oh ma buongiorno a lei, signorina.” l'uomo fece scorrere lo sguardo su un foglio bianco che aveva in mezzo al registro. “ecco... signorina Bliss Charming?”

“Sì, sono io...”

“Bene. Allora benvenuta. Si sieda pure dove vuole...”

La ragazza si girò tranquilla verso la classe e senza esitazione si diresse al banco dietro a quello di Christopher. Quando i loro sguardi si incrociarono sentì una sorta di brivido lungo la schiena, una sensazione terribile... Anche i suoi occhi mostrarono sorpresa ma in un modo che Christopher non riuscì ad interpretare...



Quando la campanella suonò Christopher lasciò cadere la matita, in segno di resa. Lo sforzo fatto durante la lezione per capire la “dannata chimica organica” lo aveva svuotato di qualsiasi tipo di ragionamento o pensiero. Qualsiasi tranne la presenza dietro di sé che non aveva smesso un momento di rimanergli impressa nella mente, come un tatuaggio sottopelle.

Mentre si alzava dalla trappola mortale meglio conosciuta come banco, il ragazzo urtò involontariamente la nuova arrivata...

“Ops, scusa... non ti avevo vista...”

“Figurati, non ti preoccupare... sono stata io ad alzarmi di scatto dal banco... comunque piacere... mi chiamo Bliss...”

“Sì lo so...” la ragazza sgranò leggermente gli occhi “cioè intendo che... insomma... lo so perché l'ha detto prima il prof... quando sei entrata...” Christopher non si era mai sentito così stupido. Post it mentale: cucirsi la bocca.

“Ah, giusto... che imbarazzo. Odio essere al centro dell'attenzione...”

“Neanche a me piace molto...” ammise Christopher. In realtà era sicuro che Bliss era sempre al centro dell'attenzione per motivi ben diversi dai suoi...

“Beh allora abbiamo qualcosa in comune... oh, che maleducata... tu come ti chiami?”

La ragazza aveva modi strani: a volte parlava come una dama di qualche epoca lontana. Era piuttosto divertente sentire parlare qualcuno in quel modo quando parole con tante z svolazzavano libere tra i corridoi...

“Io sono Christopher... Christopher Hamilton...”

“Hamilton? Mi sembra di conoscere qualcuno che si chiami così...”

“Probabilmente conosci Lewis Hamilton... è un pilota di automobili...”

“Sì... sarà lui... beh comunque adesso devo andare... ho matematica. Ci vediamo, Hamilton...”

“Certo... Bliss...”

Christopher rimase con un espressione ebete dipinta sul volto. Con tutta la forza che gli rimaneva in corpo prese i libri e uscì dall'aula pronto (non proprio) per affrontare un'ora piena di storia...



Si dice che molti nobili francesi durante la rivoluzione, prima di morire, vedessero come ultima cosa una lama brillante intrisa di sangue scuro. Non tutti sanno però, che una gran parte di essi, morì avendo impresso nella mente, un paio di occhi azzurro ghiaccio.


  
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