Alloraaaaaa! Cosa dire se non: è finitaaaaa!

Già, non avevo più l' ispirazione per continuare, ma non volevo lasciare questa storia senza una fine... quindi ho stretto i denti ed ho concluso, ma prima di lasciarvi in pace a leggere il capitolo, vi volevo ringraziare, perchè senza il vostro aiuto ed il vostro sostegno, non ce l' avrei mai fatta, quindi..... grazie.

Sunrise

Epilogo

Ero distesa sul letto di Jake, tra le braccia del mio amore.

Mi ero appena svegliata, dopo una notte di fuoco: per festeggiare.

I miei genitori e la mia famiglia, sarebbero dovuti arrivare quel pomeriggio.

Erano le 7:00.

Di solito, a casa, mi svegliavo verso mezzo giorno, ma in quel momento sarei dovuta andare a raccogliere i cadaveri nel campo dove era venuta quella battaglia, poi sarei dovuta rimanere in “ ospedale” per aiutare come potevo i feriti... insomma: non sarebbe stata di certo una giornata passata in allegria... ma dovevo trascorrerla così, per forza... Non che qualcuno mi obbligasse, certo, ma perchè lo volevo io.

Mi rivestii sovrappensiero, e, indossando Jeans ed una camicetta, mi diressi fuori, svegliando mentre andavo quel dormiglione del mio ragazzo.

Lui si riscosse dal mondo dei sogni, mi guardò, mi attirò a se, mi baciò, e poi mi lasciò andare.

Appena misi piede fuori dalla casa di Billy, venni assalita da un' odore di morte che sembrava palpabile, le urla dei feriti mi gelavano quel poco di sangue che scorreva nelle vene, ed i cadaveri sui carretti diretti al cimitero mi davano un senso di vuoto e nausea che era intuibile dalla sfumatura verdastra che aveva assunto la mia pelle.

Mi feci largo tra le persone di fronte alla tenda dei malati e correndo a velocità sovrumana arrivai nel campo “ dei morti”.

La scena che mi si parò davanti mi fece immobilizzare, nonostante negli ultimi giorni l' avessi vista parecchie volte.

Jake mi aveva vietato di venire qui e prendere i cadaveri diceva che – Ti traumatizzi, Nessie!- Si, si... perchè, lui no?

Mi feci coraggio ed iniziai a raccogliere quelli che in passato erano stati esseri umani, ma che adesso sarebbero diventati solo un mucchietto di polvere.

Dopo dieci secondi, sentii una mano calda... bollente, anzi, posarsi sulla mia spalla, mi voltai fino a guardare negli occhi il mio ragazzo... no, no... il mio lupo.

Lui aveva la tipica espressione di chi sta vedendo qualcosa a cui non si vorrebbe assistere, ed io sapevo che non erano tanto i cadaveri, ma io che li raccoglievo, a fare quell'effetto...

Dopo un' ora passata a fare quel ripugnante lavoro, in compagnia di Jake ed altri del branco, ma pochi, perchè la maggior parte dei lupi stava in ospedale, il mio telefono iniziò a vibrare.

Lo aprii ed ecco la voce di mia madre uscire dal cellulare.

Le avevo detto di aspettare in aeroporto, che saremo andati a prenderli noi, soltanto che... ce ne eravamo completamente dimenticati.

Jacob, ascoltando la conversazione, mi prese per mano e mi trascinò fino a casa sua.

Lì ci cambiammo e poi, in macchina, arrivammo a destinazione.

Quando la mia famiglia ci notò, dieci minuti dopo, ci venne in contro, per poi abbracciarmi e stringere la mano a Jake.

Solo mamma abbracciò il mio lupo, gli altri...

Dopo i saluti iniziali, io presi la mano a Jacob e subito tutti capirono.

Finito lo choc iniziale, la mia famiglia al completo, sorrise raggiante, anche se riuscii a notare la luce di astio negli occhi di mio padre e zia Rose... per il resto la presero abbastanza bene.

Quando fummo vicini alla macchina, Jake mi prese in disparte, dicendo... anzi, sussurrando – Nessie, io vado a piedi, sarà meglio che avverta... potrebbero pensare che si tratti di qualche occhi rossi...-

Io annuii con gli occhi lucidi ed in risposta dissi – Jake, stai attento e ti prego, TI PREGO, non fare mosse affrettate!- Lui mi sorrise, mi diede un buffetto sulla guancia e se ne andò, ma sapeva che io avrei desiderato di più... pazienza.

Quando mi voltai verso i miei genitori, confusi e preoccupati dai miei occhi lucidi e dalla strana conversazione appena avvenuta, cercai di trattenere i goccioloni, che minacciavano di scendere quanto prima.

Senza una parola, invitai tutti a sedersi, io andai al volante e partimmo.

-Nessie... cos' hai?- Disse mia madre, seriamente impensierita.

Io le sorrisi, un sorriso falso, e le risposi – Sentite... quando arriverete a La Push, niente sarà come vi aspettate, anzi, sarà tutto devastato, pieno di urla, fumo..., vi spiegherò tutto a casa, ma per favore, per adesso niente domande.-

Vidi, attraverso lo specchietto, le loro espressioni stupefatte.

La mia, invece, di espressione, era fredda e distaccata.

Arrivammo cinque minuti dopo, e loro rimasero per un po' in macchina, totalmente impietriti dalla sorpresa.

Io, spazientita, aprii lo sportello, loro si ripresero e mi seguirono in silenzio, per fortuna!

Una volta in casa, feci cenno a tutti di accomodarsi, mentre io, essendo un fascio di nervi, battevo colpi nervosi sul tavolo.

Quando la porta si spalancò, rivelando Jake, gli volai letteralmente addosso, lui ridendo mi abbracciò, per poi ritornare subito seri e dirmi – Ti ricordi quel gruppo di giovani umani scomparsi? Bene... li hanno ritrovati, sono tutti morti... o quasi, infatti devono aver incappato per sbaglio in uno di quei....- Non trovava parole che esprimessero il suo disgusto, e neanche io: ma come si poteva uccidere così tante persone innocenti?!

Io scossi la testa dispiaciuta e mi voltai verso i miei parenti.

Sospirai abbattuta e mio padre intervenne – Nessie... ti spieghi, per favore?-

Io tesi la mano a tutti, meno che al mio papi, non aveva bisogno di toccarmi per sentire i miei pensieri, loro la afferrarono, ed io ripensai a tutto, meno che ai dettagli più impudici.

Anche Jake ascoltava tutto, sarebbe dovuto intervenire se qualcosa di troppo mi sfuggisse al mio autocontrollo.

Fortunatamente non ci fu bisogno di un suo intervento, ero abbastanza brava.

Quando ebbi terminato il mio racconto, tutti i miei parenti mi, anzi, ci guardarono ad occhi spalancati, ed io sghignazzai...- Sorpresi?- Dissi ad alta voce...

I coro, risposero – Sì- Io scoppiai a ridere seguita da Jake.

Nonno Carlisle ci guardò e ci disse – Posso darvi una mano con i feriti... se volete- FANTASTICO...

Io gli risposi affermativamente, sorridendo radiosa.

Poi però zio Emmet mi chiese – Facciamo un giro in spiaggia? Non ci sono mai stato!-

Noi annuimmo ed insieme, mano nella mano, uscimmo fuori.

Io fui colta dai ricordi che quella spiaggia evocava: tutti terribili.

Ma Jake mi era accanto, sentivo la sua mano.

Finché fosse stato così, avrei potuto affrontare qualsiasi cosa.

….........................Fine..............................

E' finita, Jake e Nessie hanno

avuto il loro lieto fine, certo, non

completissimo, ma per lo meno sono

vivi e sono insieme.

Ringrazio tutte, per avermi

sostenuta in questa pazzia!

Sunrise

Un grazie in particolare a....: