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Autore: Lady Rowena    08/02/2006    6 recensioni
Ed ecco il primo capitolo di questa fanfiction che si presenta alquanto incasinata fin dall'inizio! Allora: una studentessa piuttosto birichina arriva dall'america e si scontra col più perfido degli Slytherin...chi la spunterà?! Leggete e recensite, grazie!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Evvai

Evvai! Solo una settimana e due giorni per aggiornare! Sto migliorando, no? E questo capitoletto (che, devo dire, mi piace particolarmente) è anche piuttosto lungo! Sono molto fiera di me e della mia co-scrittrice! Miao!

 

Capitolo otto: Litigi

 

Era una sensazione strana quella che provava in quel momento: era seduta a gambe incrociate sul letto e dovevano essere all’incirca le tre del mattino, ma non riusciva a prendere sonno. Non sapeva perché non riusciva a smettere di pensare a quel pallone gonfiato platinato di Malfoy! che cacchio le stava succedendo?! Ogni volta che cercava di addormentarsi le tornavano in mente i suoi occhi: freddi, glaciali, perfetti nella loro compostezza, che conferivano alla sua bellezza da ragazzino cattivo qualcosa di magnetico…avvertì una forte stretta allo stomaco, non del tutto sgradevole. Oddio, che doveva fare?! Anche se tentava di non pensarci le tornava sempre in mente quella nota insolente nel suo sguardo ammaliatore che l’aveva catturata la sera di Halloween. Ok, bello era bello. Era uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto, ma con ciò? In America era stata con tipi altrettanto belli e non aveva mai avuto il problema di non riuscire ad addormentarsi perché non smetteva di pensare a loro. E allora perché ogni volta che ripensava a quella sera aveva gli strizzoni allo stomaco e il cuore a mille?! Non riusciva proprio a capire!         

Strinse al petto il cuscino. Era assurdo. Sul serio le piaceva quel figlio di papà coi capelli biondi tinti?! Sul serio si sarebbe abbassata al livello delle sue centinaia di ammiratrici miagolanti che non facevano altro che stargli appiccicate come edere in estasi dal mattino alla sera?!

Ah no! Non io! Che vadano al diavolo lui, i suoi occhi e i suoi modi da cascamorto affascinante! Io non ci casco! pensò incavolata, sdraiandosi e cercando di dormire. Ed eccolo che subito ricompariva nei suoi pensieri!

- Ma si può essere più cretine?!- sbottò Stella contro sé stessa.

- Tutto ok?- chiese Renée preoccupata facendo capolino dal suo letto –È da più di mezz’ora che sbuffi e sospiri!-

- Ah, no! Io non sospiro proprio!- ribattè Stella sulla difensiva.

- E invece sì, ti ho sentito!- fece la mora alzandosi e avvicinandosi con un sorrisetto – Problemi di cuore?-

- Non sparare cavolate, Renée! Io sono la Ice-Queen, ricordi? Nessun ragazzo mi affascina più di tanto. – ribattè l’altra scontrosa.

- Sì, ma se non ti è mai piaciuto nessuno non puoi neanche riconoscere quando uno ti piace per davvero, no?- la stuzzicò Renée.

Stella sbuffò e si alzò dal letto, pendendo a girare per la stanza con le braccia incrociate.

- D’accordo, Miss so-tutto-sulle-questioni-di-cuore, allora, cosa si prova quando un ragazzo ti piace sul serio?- chiese scocciata.

- Beh, per esempio quando lo vedi arrossisci, ti batte forte il cuore o senti delle fitte allo stomaco e passi le notti insonni pensando a lui. – rispose l’altra.

Stella sbiancò.

- Cazzo!- piagnucolò mettendosi una mano sulla fronte e sdraiandosi di nuovo sul letto.

- Allora avevo fatto centro!- gongolò la mora – Allora dimmi, chi è riuscito a far breccia nel gelido cuore della Regina dei Ghiacci?! Bisognerà dargli una medaglia al valore!-

- Ehi, calma! Qui nessuno ha fatto breccia nel cuore di nessuno, è solo che mi piace un pochino…- si difese Stella.

- Solo un pochino, eh? E dimmi, se ti piace così poco, com’è che sei tutta rossa? – la canzonò Renée - Non ti avevo mai vista arrossire, che carina!-

Stella sbuffò, coprendosi le guance vermiglie e voltando lo sguardo altrove.

- Allora, dimmi, chi è?- continuò indagatrice l’altra.

- Non te lo dico, sennò faccio la figura dell’ochetta scema!-

- Ah, ho capito – disse la mora con sguardo furbo – è Malfoy, vero?-

- Cosa te lo fa credere?!- chiese Stella colpita in pieno.

- Beh, l’altra sera alla festa vi ho visto ballare insieme e comunque, sono o non sono una Ravenclaw?-

- D’accordo, Sherlock, hai vinto, è lui. Contenta?- sbottò Stella.

- Certo che sì! Tu no?-

- No. – grugnì la bionda incrociando le braccia in posa da bambina arrabbiata.

- E perché scusa? Mi pare che anche tu non gli sia indifferente!-

- Ma non è questo il punto! È che non voglio che mi piaccia!- sbottò Stella.

- Perché?-

- Perché è antipatico, se la tira da morire ed è uno Slytherin, ecco perché!-

- Che c’entra il fatto che è uno Slytherin? E comunque rassegnati, perché non c’è modo per evitare che ti piaccia. E  adesso cerca di dormire, perché non ho intenzione di passare la notte insonne ad ascoltare te che ti lamenti del fatto che ti piace Malfoy! Buonanotte!- esclamò Renée infilandosi di nuovo nel suo letto e chiudendo le tendine.

Stella sospirò: era facile parlare per lei. Come poteva sapere? Renée viveva nel suo mondo incantato fatto di feste e divertimenti fin da quando era piccola. Per lei invece era diverso: la sua infanzia era stata un inferno a causa dei suoi parenti paterni, appartenenti a una delle più nobili casate di Slytherin. Era ovvio che non riuscisse a fidarsi facilmente di lui e dei suoi compagni di casa in generale. Si chiedeva perché la sera della festa era così diverso dal solito, così poco…Malfoy. la stava forse ingannando? Chissà. Ripensò a quando l’aveva baciata nello studio di Ruf e arrossì affondando il volto nel cuscino. Doveva smettere di pensarci!

Si sdraiò e cercò di pensare a tutto tranne che a lui. Alla fine riuscì ad addormentarsi, ma senza saperlo era caduta tra le spire del serpente.

 

- State insieme?! Ma è magnifico!- le disse Hermione la mattina dopo mentre insieme andavano a lezione dalla McGranitt.

Alexis annuì, raggiante: - Speriamo che duri...-

- Stella come l’ha presa?- chiese la ragazza.

- Non le ho ancora detto che ora sto con Blaise, quando ho solo tentato di dirle che andavo alla festa con lui abbiamo litigato...-rispose lei.

- Beh, in effetti tanta gente ieri sera ti ha un po’...criticata…-

 Alexis alzò le spalle.

- Me l’ aspettavo...- disse - Spero solo che Stella rinsavisca presto…ci siamo dette delle cose orribili.-

- Effettivamente era impossibile non sentirvi, urlavate come due ossesse...-

 Lei abbozzò un sorrisetto imbarazzato e, senza aggiungere altro, entrarono nell’aula. Ron e Harry non la degnarono di uno sguardo e salutarono solo Hermione, che però li fulminò con uno sguardo sprezzante e si sedette accanto a lei. Appena la professoressa iniziò a spiegare, Alexis lasciò correre i pensieri che le vorticavano in testa. Era sempre andata d’accordo con tutti ed era la prima volta che si trovava in una situazione del genere: le persone che ancora la salutavano si potevano contare sulle dita di una mano e tra loro non c’era neppure la sua migliore amica. Era solo il primo giorno e invece di sentirsi invasa dalla gioia allo stato puro, si sentiva confusa. Blaise le piaceva un sacco e dopo tutto quello che aveva patito per raggiungerlo non aveva alcuna intenzione di arrendersi per un motivo così stupido! Se tutti la evitavano come se avesse avuto la peste voleva dire che erano solo un branco di deficienti e non doveva rimpiangerli.

E Stella?

Erano amiche da sempre e si erano giurate che la loro amicizia sarebbe stata più forte di ogni cosa, anche e soprattutto di qualunque ragazzo. Ma Blaise non era un ragazzo qualsiasi, per nessuna delle due: per la Ravenclaw era solo un odioso Slytherin, per di più farfallone e non lo avrebbe mai sopportato. Lei, invece, sentiva che, a discapito di tutto, sarebbe potuto essere quello giusto e non voleva rinunciarvi. Come se le avesse letto nel pensiero, Hermione,  smettendo per un attimo di copiare gli appunti dalla lavagna, la guardò comprensiva e sussurrò: - Vedrai che se ne faranno una ragione...anche Stella.-

Alexis sorrise riconoscente e si mise anche lei a scrivere, sperando che Hermione avesse ragione anche su quello.

 

Era primo pomeriggio quando Stella, uscita nel parco insieme a Hige, si sedette sotto un albero nei pressi del bosco, avvolta nel mantello nero. L’aria che tirava era piuttosto fredda per essere ancora inizio ottobre e il vento muoveva le fronde degli alberi creando un gioco di luci e di ombre insieme ai raggi del sole. Sentì dei passi avvicinarsi e si voltò, vedendo Alexis che si dirigeva verso di lei con lo sguardo puntato a terra. Stella tornò a guardare verso il cielo, e fischiò per chiamare il suo falco che arrivò subito, posandosi sulla sua mano guantata.

- Ciao. – fece con voce incerta la mora.

- Ciao. – rispose lei laconica, accarezzando l’animale sul petto.

- Stella, senti – esordì la mora sedendosi vicino a lei – mi dispiace che Blaise non ti piaccia, ma cerca di capirmi, per me è importante! Mi piace sul serio!-

La bionda non diede segno di aver sentito, continuando ad accarezzare il pennuto.

- Stella, andiamo! Sei così arrabbiata?- esclamò esasperata Alexis.

- Non sono arrabbiata, Al. E capisco che se ti piace devi seguire ciò che provi; sono solo preoccupata per te. – disse Stella guardandola finalmente negli occhi.

- Non devi essere preoccupata, questa volta Blaise non mi sta prendendo in giro. – disse l’altra convinta.

Stella fece una faccia scettica.

- Sarà come dici tu…dopotutto ci stai insieme, lo conoscerai almeno un po’, no?-

- Già, infatti…ehi, ma aspetta un attimo! Tu come fai a sapere che ci siamo messi insieme?!- esclamò sorpresa.

- Secondo te?- chiese.

Alexis la guardò interrogativa, non capendo.

- Ron. – spiegò la bionda – Stamattina andava sbraitando per la Sala Grande che tu sei completamente impazzita a metterti con Zabini e che lui ti deve aver fatto un incantesimo, il tutto mentre Hermione e Harry tentavano di stordirlo per tappargli la bocca. -

Alexis sbiancò.

- Oddio…quindi ora lo sapranno tutti!- esclamò atterrita.

- Già…non a caso ho beccato un gruppo di ragazzine di Slytherin del terzo anno che stavano confabulando su quale fosse il modo migliore per eliminarti senza lasciare tracce…è all’ordine del giorno ormai. – disse Stella con un sorrisetto.

- Non fare quel sorriso compiaciuto tu!- la rimproverò la mora, e per tutta risposta Stella si mise a sghignazzare.

- Non c’è niente da ridere!- sbottò Alexis indignata, ma alla fine non poté trattenersi dal ridere anche lei.

Passarono così tutto il tempo prima delle lezioni pomeridiane, poi, quando venne il momento di rientrare Alexis si arrischiò a chiedere:- Davvero non ti disturba il fatto che io e Blaise stiamo insieme?-

- Non è che non mi disturba – rispose Stella diventando improvvisamente seria – è che lo prendo come un dato di fatto. Ma non sperare che io cambi mai idea su di lui, per me è e rimarrà sempre un dandy da due soldi. -

- Ok…- si limitò a rispondere la mora. Beh, era già qualcosa.

 

Nei giorni immediatamente successivi le sembrò di vivere in una favola: con Stella tutto andava per il meglio e Blaise era affettuoso, non la lasciava un attimo e la colmava di attenzioni.

- Ti va stasera di venire con me a Hogsmeade?- le chiese Blaise mentre, usciti dal sotterraneo di Piton, andavano a cena.

- Ma non è prevista nessuna uscita con la scuola!- fece presente lei.

- E chi ha detto che andremo con la scuola?- sogghignò lui, facendole l’occhiolino.

 Alexis si morse il labbro: l’idea di infrangere qualche regola le faceva sempre piacere, ma era stata una settimana abbastanza pesante e avrebbe avuto voglia solo di andarsene direttamente a letto. D’altra parte le dispiaceva dirgli di no, quindi, sorridendo disse: - Va bene...-

- Allora alle 9 davanti al ritratto della Strega Orba. Vedrai che ci divertiremo!- esclamò e, scompigliatole affettuosamente i capelli, andò a sedersi alla tavola di Slytherin.

Sospirando, lei si lasciò cadere pesantemente al suo posto, accanto a Hermione. Mentre si riempiva il piatto di purè capì che, anche se non lo avrebbe mai ammesso con nessuno, mostrarsi insieme in pubblico le procurava uno strano malessere: tutti che la scrutavano come se fosse un animale raro, a volte con invidia, altre con disprezzo o con una specie di timore reverenziale, soprattutto i ragazzini più piccoli. Certo, essere al centro dell’attenzione piace a tutti, ma esserlo in quel modo era esclusivamente una grossa scocciatura, almeno per lei. In più percepiva che tutti si aspettavano che avesse qualcosa di speciale e rimanevano delusi quando capivano che era una normale studentessa come se ne possono trovare a centinaia.

Proprio un paio di giorni prima, una ragazza l’aveva avvicinata per sapere quale tipo di pozione o incantesimo avesse usato perché Zabini si innamorasse di lei. Il peggio era che non era l’unica a pensarlo: era abbastanza spiacevole entrare in una stanza e vedere che la gente cambiava improvvisamente argomento. Il fondo però lo aveva toccato la mattina precedente, quando a colazione un allocco le aveva recapitato una lettera minatoria, ordinandole di liberare Zabini dal suo sortilegio. Quando glielo aveva raccontato, lui si era messo a ridere, ignorando completamente il suo stato d’animo. Non la prendeva mai sul serio, anzi le lasciava intendere che quei comportamenti avrebbero dovuto farle solo piacere.

- E’ il prezzo da pagare per la celebrità!- aveva commentato.

 Sempre assorta nei suoi pensieri, salì alla Torre a prepararsi. Optò per qualcosa di semplice: un paio di jeans e un maglione colorato che aveva sottratto dall’armadio di sua madre prima di partire per Hogwarts. Si truccò leggermente e, afferrato il mantello, uscì velocemente dalla sua stanza, cercando di eludere le raccomandazioni preoccupate di Harry, i commenti sarcastici di Ron e i pettegolezzi bisbigliati di Lavanda e Calì. Si ritrovò a percorrere i corridoi semibui con una strana impazienza: nonostante tutto, vedere Blaise la rendeva euforica, i suoi baci la infiammavano...insomma, come diceva Stella, anche se faceva tante storie alla fine era innamorata come una pera cotta. Lui era già lì, appoggiato disinvolto al muro di pietra, con la sigaretta a un angolo della bocca, le mani nelle tasche dei pantaloni neri, i primi bottoni della camicia aperti e un sorriso incredibilmente sexy sul volto. Quando fu abbastanza vicina, lo salutò con un flebile ciao, rimanendo paralizzata.

- No, decisamente, non ci siamo proprio...- disse lui, scuotendo la testa- Non che mi aspettassi i fuochi d’artificio,ma…-

 Sei stupida, stupida e infantile! la rimproverò una vocina dentro di lei mentre si torturava le dita  Tutte le volte ti blocchi!Non è possibile!

- D’accordo, d’accordo…- disse lo Slytherin divertito da quel rossore e da quell’imbarazzo improvvisi della ragazza - faccio io...-

 La strinse e la baciò, mentre le sue mani le percorrevano rapide il corpo sotto il mantello. La Gryffindor rise, rispondendo al bacio, ma allontanandogli le mani rapaci.

- Ma come sei…suora, tesoro!- fece lui con un sogghigno- rovini sempre tutto sul più bello!-

- Abbiamo opinioni diverse su questo punto, mio caro!- lo redarguì lei, pizzicandogli la mano, ancora appoggiata sul suo sedere - E non chiamarmi tesoro! Non lo sopporto, lo sai!-

Lui si limitò ad alzare le spalle, spingendola dentro il passaggio che si apriva dietro la gobba della Strega Orba. Pochi minuti dopo erano davanti al pub di Madama Rosmerta e Blaise, da vero cavaliere, le aprì la porta, facendola accomodare per prima. Al commento divertito della ragazza, lo Slytherin rispose spiegandole che tutta quella grazia e quella cortesia senza pari provenivano dai suoi avi, - Tutti personaggi famosissimi in tutto il mondo e adorati dalle donne più nobili- le assicurò, improvvisamente serio. La mora stava per rispondere nel modo audace e dissacratorio che soleva usare per prenderlo in giro quando le illustrava le sue preziose e inimitabili qualità e evidenziava quanto fossero nobili i suoi natali, ma la provocazione le morì in gola: assiepati attorno a un tavolo c’erano buona parte degli Slytherin del settimo anno, tutti amicissimi di Blaise, ovviamente. La prima a scorgerli fu la Parkinson che con la sua voce gracchiante, trillò: - Ma guarda chi si vede! Blaise!! Vieni a sederti con noi!!-

Alexis lanciò al suo ragazzo un’occhiata storta e ammonitrice, che però cadde nel vuoto: pochi minuti dopo, infatti, era seduta al loro tavolo, vicino a Theodore Nott che si fumava una canna e dirimpetto a Miss-Faccia-da-Carlino e alla Bulstrode. Fu un disastro: nessuno le rivolgeva la parola se non per offenderla, con allusioni piuttosto pesanti sui suoi amici, sulla sua Casa e perfino sulla sua famiglia. Le sarebbe piaciuto molto mandarli tutti quanti a quel paese o per lo meno rispondere a tono, ma era talmente furiosa che le labbra le si erano serate per il nervoso e il suo unico segno di vita era il piede che quasi istericamente si agitava sotto al tavolo. Blaise poi, era il più assurdo di tutti: non diceva nulla in sua difesa e non la guardava neppure, come se la sedia accanto a lui fosse vuota e non percepisse le occhiate di cieca ira che lo investivano regolarmente e con intensità sempre maggiore. La Gryffindor, inoltre, si sentiva trafiggere da occhiate truci che miravano a prendere nota di ogni suo piccolo difetto per poi, una volta che lei si fosse degnata di togliere il disturbo, riderne tutti insieme e evidenziarli agli occhi di lui. Anche se si sentiva a disagio e in imbarazzo, inadeguata quasi, rimaneva lì a testa alta, proprio per non dare soddisfazione a quegli schifosi di Slytherin di vederla andare via sconfitta e con la coda tra le gambe. Piuttosto di mostrarsi così debole sarebbe morta! Alla fine, dopo un numero imprecisato di alcolici e burrobirre, la male assortita compagnia si decise a uscire dal locale e si separò: Alexis e Blaise tornarono a Hogwarts, tutti gli altri proseguirono la serata in discoteca. Le ragazze soprattutto si mostrarono affrante all’idea che lui non si unisse alla loro allegra scampagnata, ma Zabini declinò cortesemente l’invito. Appena furono abbastanza lontani da orecchie indiscrete, Alexis gli si rivolse rabbiosa: - Guarda che non ho affatto bisogno di una guardia del corpo! Quindi raggiungi pure le tue adorabili compagne di Casa!!-

Lo Slytherin la guardò, alzando un sopracciglio.

- Ma che dici? Lo sai che per me ci sei solo tu…- ridacchiò sardonico. La mora sentì le guance imporporarsi sotto quello sguardo rovente e affascinante, ma stavolta non sarebbe stata zitta lasciando correre tutto: si era sentita umiliata per colpa sua e gli avrebbe fatto capire che non aveva la più pallida intenzione di farsi trattare così. 

- Risparmia il fiato perché tanto stavolta i tuoi discorsi non attaccano proprio! - lo rimbeccò infatti- Hai lasciato che si prendessero gioco di me e non hai detto neanche mezza parola per aiutarmi anche se ti sei accorto che ero in palese difficoltà!-

- Alexis, sono i miei amici…- tentò di calmare le acque lui, evidentemente senza successo, dato che lei lo attaccò di nuovo: - Beh, io sono la tua ragazza! Siccome sono tuoi amici, allora godono di libero arbitrio sulla sottoscritta? Ti sembra una spiegazione sufficiente? Permettimi di dire che potevi anche sceglierteli un po’ meglio gli amici!-

 Il volto dello Slytherin si rabbuiò di colpo.

- Cosa sarà mai successo di così irreparabile? Hanno fatto qualche battuta di troppo, d’accordo, ma non mi sembra il caso di inscenare tutto questo dramma!-

- Non è questo il punto! Devi sempre minimizzare! A me importa del tuo comportamento! È quello che mi ha dato fastidio!-

 Lui la guardò con uno strano bagliore soddisfatto negli occhi verdi: - Non sapevo che fossi così gelosa e possessiva…sei proprio innamorata, allora…-

 Rise divertito dalla sua stessa affermazione, come se fosse impossibile anche solo pensare una cosa del genere. A quelle parole lei sentì un rivolo di sudore freddo scenderle giù per la schiena, mentre percepiva uno strano calore sul volto, come se stesse per andare a fuoco. Si costrinse a sorridere e sibilò: - Tanto con te è impossibile fare un discorso serio...-

- Decisamente- sogghignò lui con fare irriverente come al solito - la capacità oratoria non è il mio forte...quella lasciamola pure agli sfigati come Potter…-

- Chi ti dice che Harry sia così? Potrebbe essere solo apparenza…- replicò con tono furbetto e sguardo malizioso.

- C’è qualcosa che dovrei sapere?- fece lui vagamente preoccupato.

- Chi lo sa…comunque, quali sarebbero queste tue doti? Devono essere proprio ben nascoste!- commentò beffarda.

- Il fatto che tu sia così cieca da non notarle non implica che anche gli altri lo siano..- ribattè piccato- Diciamo comunque che ci vorrebbe un’ osservazione più…approfondita…-

 Si avvicinò pericolosamente, circondandole la vita con le braccia e approfittandone per accarezzarle i fianchi. Come al solito, sotto le sue mani, perse ogni cognizione del tempo e dello spazio, abbandonandosi unicamente alle sensazioni da cui era investita prepotentemente. Si baciarono lì, tra gli alberi scuri che circondavano Hogsmeade proteggendoli da tutti: era come se fuori da quella radura fossero rimasti i pettegolezzi, le malignità e le ostilità di chi li circondava e che si sforzava di dare giudizi o consigli non richiesti. Lì, dove solo i complici raggi della luna, che tanti amori avevano visto nascere, potevano spiarli.

 

- Ma perché devi avere quest'espressione truce? Ti ho solo detto che oggi esco con le mie amiche, non che vado a vedere uno spettacolo di spogliarellisti!- stava dicendo una paziente Alexis a un più che mai corrucciato Zabini.

- Non è colpa mia se per me sei più preziosa dell’aria che respiro, del sole che illumina le mie giornate... Sorgi, o bell’astro, e spegni la invidiosa luna,che già langue pallida di dolore…- recitò in ginocchio davanti a lei e con tutto l’ardore possibile.

Lei rise e il ragazzo, offeso per non aver sortito l’effetto sperato, proclamò con voce appassionata: - Chiamami soltanto amore ed io sarò ribattezzato…-

- Dai Blaise, stai scivolando nel patetico…-

- Mi dispiace per te e la tua vergognosa ignoranza, - la rimbeccò- ma questi versi sono stati scritti da un mio antenato…-

- … Nonché famosissimo poeta, William Shakespeare…dai, Blaise, lasciami andare che è già tardi!- lo interruppe lei, leggermente annoiata.

- Che donna poco fine e superficiale! Va bene, va bene…lasciami pure sul letto di morte da solo…-

- Blaise!- esclamò, più che mai esasperata.

-  Mph…- sbuffò lui - A stasera, allora… Ma sappi che non voglio scuse…- brontolò mentre lei gli dava un casto bacio a fior di labbra, prima di avviarsi verso le sue amiche che l’aspettavano poco distante.

Dalle loro espressioni, quella nauseata della Ravenclaw e quella beata e sognante della Hufflepuff, capì che non si erano perse neppure mezza parola.

- Sveglia Andrea, - disse la bionda a quel punto- questa ributtante scena d’amore poetico è finita...possiamo andare.-

Spettegolando e ridendo, si avviarono di buon passo verso Hogsmeade, dove trascorsero l’intero pomeriggio in un turbine di shopping sfrenato, da cui riemersero solo nel tardo pomeriggio, quando, cariche di pacchi e pacchettini, decisero che si meritavano una pausa, e si infilavano dentro a I Tre Manici di Scopa, dove ingurgitarono una quantità di dolci a dir poco imbarazzante per gente che, come Alexis e Andrea, diceva di essere perennemente a dieta, mentre Stella, insofferente a questi problemi da “donnicciole”, come li definiva lei, diede il meglio di sé, finendo l’opera tracannando un bicchiere di Wiskey Incendiario.

Tornarono al castello solo dopo un paio d’ore, quindi ben oltre l’orario imposto dai professori, con una Andrea terrorizzata all’idea di farsi beccare, che ripeteva sibilando: - Mai più una cosa del genere, mai più!- e che colpiva, con occhiate assassine, le altre due, ogni volta che le sembrava che parlassero a voce troppo alta o quando si lasciavano sfuggire una risata.

Intanto, al tavolo di Slytherin, qualcuno lanciava lunghe occhiate indagatrici a quello di Gryffindor, soffermandosi a lungo sull’unico posto vuoto, e controllando l’entrata della Sala Grande con impazienza.

- Comincia a darti buca vedo, eh? Che il grande Zabini stia per ricevere un bel due di picche?- sogghignò ad un certo punto un ragazzo biondo con gli occhi di ghiaccio.

 L’interpellato lo fissò infastidito.

- Quanto sei idiota da uno a dieci, Malfoy?- borbottò in risposta- Ha solo passato un pomeriggio con le amiche! Non c’è nulla di male...-

 Dal tono di voce però, sembrava che volesse convincere più lui stesso che l’amico che gli rivolse un' occhiata comprensiva.

- E piantala di guardarmi così! Non sei proprio nella condizione di parlare! Pensa alla Brandfor e lascia in pace me!- sbottò nuovamente il moro.

Malfoy gli lanciò un’occhiata di sbieco: se lo conosceva bene, sotto quell’aria apparentemente noncurante, ribolliva un vulcano, quindi, ancora qualche minuto e sarebbe esploso.

- Non ho parole!- ringhiò infatti dopo poco mentre uscivano dalla Sala Grande - Aveva detto che ci saremmo visti, ed è come sparita nel nulla! Cosa le passa per la testa, vorrei sapere? Preferisce la compagnia di una Mezzosangue rozza come un uomo delle caverne e di una Hufflepuff noiosa e secchiona alla mia?!? Mi verranno le rughe per tutta questa agitazione!- aggiunse disperato mentre cercava di specchiarsi nel cucchiaino del caffè, prima di rivolgersi, speranzoso, verso l’amico- Draco, dimmi che il mio fascino non è mutato!-

Il biondo sbuffò, seccato, dicendo: - Non credo sia una buona idea farti sentire dalla O’Sullivan mentre parli così di quelle due…E poi se fino a cinque minuti fa non ti dava fastidio, adesso che ti prende?-

Lo Slytherin, stizzito, ribattè: - Ho cambiato idea, ok? Il problema è che…-

- Il tuo problema, Zabini – fece una voce gelida alle sue spalle – è che ti senti un dio in terra quando invece non conti un emerito cazzo. -

Il ragazzo si voltò fulmineo e quando vide chi aveva parlato il suo volto si incupì e la voce si fece tagliente e strascicata.

- Brandfor, che piacere…come al solito ci dispensi le tue perle di saggezza, te ne siamo grati. Suppongo che oggi tu abbia cercato di fare il lavaggio del cervello alla tua amica…-

- Beh, supponi male. – ribattè lei incrociando le braccia – Ho soltanto cercato di metterla in guardia sui tipi come e te. -

- Ah, giusto…- fece lui con un sorrisetto – Com’è che mi hai definito? Fammi pensare…ah, sì! Un insulso approfittatore, un Don Giovanni incallito, un vanesio…giusto?-

- Hai dimenticato un emerito imbecille, un cretino col quoziente intellettivo di un cucchiaino, un povero idiota schiavo della propria immagine e un figlio di papà che non sa fare altro dalla mattina alla sera che imbellettarsi il naso e provare vestiti firmati. – aggiunse lei fredda, suscitando un coro di disapprovazione da parte di alcune ragazzine del secondo anno di Slytherin che si erano fermate a vederli litigare.

- Aaaah, ora ho capito…- fece lui con un ghigno – Sei gelosa, è così? Sei gelosa perché Alexis non ti dedica più tutte le sue attenzioni per stare con me. -

Lei rimase impassibile e disse:- Sono solo preoccupata per lei. È una mia amica e voglio che sia felice, cosa che con te non potrà mai succedere. –

- Non inventare scuse, Brandfor!- la schernì Zabini – La verità è che ti brucia di aver perso contro di me! Accetta la realtà: Alexis ha scelto me e non te!-

- Ma sta’ zitto! Non sei degno neanche di pulirle le scarpe, e quando lei si accorgerà di come sei veramente…-

- Perché, come sono veramente?-

- Non fare lo stupido, con me non attacca! So perfettamente come sono quelli come te! Ora fai tanto il fidanzato modello, ma alla prima difficoltà nella vostra storia te la darai a gambe lasciandola per andare a farti adorare da quelle gatte morte delle tue ammiratrici!- un coro di disapprovazione e di insulti si levò dal gruppetto di ragazzine lì accanto, che vennero però prontamente zittite da un’occhiata assassina di Stella.

- Credi veramente che io le stia mentendo?- chiese Zabini – Beh, stai prendendo un grosso granchio, io a lei ci tengo veramente, e prima di giudicare il nostro rapporto, faresti meglio a guardare il vostro. Non mi sembra poi così saldo…- la canzonò.

- La nostra amicizia è più forte di qualsiasi cosa!-

Lui sbuffò divertito.

- Certo,- disse – Peccato che è solo una settimana che stiamo insieme e avete già litigato per questo motivo! Che amicizia salda!-

- Cuciti quella boccaccia se non vuoi che…-

- BASTA!-

I due litiganti si bloccarono all’istante: ad aver urlato era stata la stessa Alexis, che era all’entrata della sala e sembrava decisamente furibonda.

- Insomma!- sbraitò – Non posso perdervi un attimo di vista che vi mettete a litigare! Sembrate due bambini!-

- Non dirlo a me, un vero gentleman non comincia mai un litigio, è così barbaro…- si difese Blaise tirando fuori dal taschino un pettine e rimettendosi a posto i capelli leggermente scomposti, suscitando un coro estasiato da parte delle sue ammiratrici, a cui rivolse un sorriso smagliante.

- Non ti capisco, Stella!- sbraitava intanto Alexis – Siamo state insieme tutto il giorno! Non sei mai contenta! Che bisogno c’era di mettersi a battibeccare con Blaise?-

- Nessuno, solo la soddisfazione di dargli fastidio. – rispose la ragazza guardando in cagnesco il diretto interessato che ricambiò lo sguardo.

- Sei proprio infantile! Devi sempre criticare tutto!-

- Dillo un po’ al tuo ragazzo questo, visto che è lui che si è permesso di criticare la nostra amicizia!- esclamò la bionda irata.

Alexis si girò verso Blaise per cercare conferma, e lui si limitò a dire: - Ah, no, non tiratemi in ballo, signore, prego. – specchiandosi in un vetro della finestra.

- Lo vedi com’è?- sbraitò Stella - Come fai a sopportarlo?-

- Questo non ti deve interessare! – ribattè la mora – E poi pensavo di aver chiarito con te questa faccenda! Ti ho chiesto per favore di capirmi, ma vedo che non ho ottenuto alcun risultato. -

- Io ti ho detto che avrei preso questa storia come un dato di fatto, non che avrei smesso di provare antipatia per lui. – puntualizzò la bionda – E se si azzarda di nuovo a fare commenti sulla nostra amicizia, giuro che lo…-

- Tu non farai proprio niente! Devi smetterla di tormentarlo!- esclamò Alexis.

- Cosa fai, adesso, lo difendi?! Forse ti è sfuggito, ma è per te che è nato questo litigio, sto solo cercando di difendere la nostra amicizia!-

- Beh, non ce n’è alcun bisogno! E comunque quella che ha dato inizio a tutto sei stata tu!-

- Bene, a quanto vedo hai già scelto da che parte stare! Cosa sono in fondo diciassette anni di amicizia rispetto a una settimana passata con uno che conosci appena?!-

- Guarda che io ci tengo alla nostra amicizia! Lo sai che ti voglio bene, sei la mia migliore amica, ma il punto non è questo!-

- Se mi vuoi bene come dici,- esclamò la bionda - scegli: o me o Zabini!- e la fissò con un lampo di gelida perfidia negli occhi.

Alexis non ci vide più dalla rabbia e urlò: - Come non ti sopporto quando fai così! Tu disprezzi tanto gli Slytherin per via del tuo passato, ma anche tu in realtà sei come loro! Ti isoli da tutti e ti permetti pure di giudicare gente che non conosci! Sei solo un serpente travestito da corvo! Vorrei sapere…- ma non poté finire.

Il ceffone di Stella fu così forte da farla barcollare all’indietro, e dovette reggersi al muro per non cadere. Alexis si voltò verso di lei leggermente stordita in tempo per scorgere un’occhiata di fuoco della Ravenclaw, che girò sui tacchi, andandosene furibonda e lasciandola lì, ritta in piedi, le braccia rigide lungo i fianchi, le labbra serrate, la guancia in fiamme e il cuore a pezzi.

Dietro di lei sentiva la presenza di Blaise mentre Malfoy si era dileguato. Si sentiva fremere per la rabbia, oltre che contro la Ravenclaw, contro se stessa, per aver detto cose crudeli e che non pensava minimamente: quando si arrabbiava le capitava spesso di parlare e offendere a raffica, senza neppure capire le parole che uscivano dalla sua bocca amara.

- Alexis…- la voce profonda di Blaise la riscosse dai suoi pensieri torbidi.

- Che vuoi?- gli chiese, fredda e sgarbata.

- Non vorrai rimanere qui incantata ancora per molto, no? Andiamo a fare una passeggiata nel parco…- rispose, prendendola per un polso e tirandola a sé.

- Ti sembra il momento per dire una cosa del genere? Ho appena litigato, come mai prima d’ora, con la mia migliore amica per colpa tua, nel caso ti fossi distratto un attimo negli ultimi dieci minuti!!- sbraitò inferocita.

- Per colpa mia? Se lei si fosse fatta gli affari suoi, tutto questo non sarebbe successo!- ribattè, aggiungendo con disprezzo- Se è pazza e non sa gestire una conversazione in modo civile, non è un problema mio… E se posso permettermi, dovresti scegliere con più attenzione le persone da frequentare! Via…la Brandfor e la Parker non sono proprio all’altezza di una Purosangue…-

 Fu un attimo: la mano di Alexis scattò fulminea ma lui, grazie ai riflessi pronti, riuscì a bloccarla prima che raggiungesse la sua guancia.

- Ti avevo detto che non ci saresti riuscita mai più- sibilò lui- cerca di controllarti…non è il caso di dare ancora spettacolo…-

- Non osare dire di nuovo una cosa del genere, chiaro?!- ruggì lei di rimando, come sorda alle sue parole- Non ti azzardare a insultare le mie amiche!-

- Alexis…- cercò di calmarla lui.

- Un cavolo!- lo interruppe la Gryffindor- Per stasera ne ho abbastanza della tua arroganza e della tua vanità! Torna a cercarmi solo quando ti sarai fatto revisionare il cervello! E guardati i tuoi, di amici, che sono gli esseri più odiosi e più falsi che abbia mai visto!-

- Cosa c’entrano loro adesso? Li tiri sempre in ballo anche se sono del tutto fuori luogo…-

- Lasciami in pace! Non voglio più ascoltarti!- gridò, mentre scappava via verso la torre della sua Casa, dove si abbandonò sul suo letto con le tende tirate dando libero sfogo alle lacrime che, già da un po’, le pungevano gli occhi.   

 

 

Oh! Allora! Capitolo movimentato, eh? Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando! Recensiteeeeee!!!!

stefaniad:  Ciao! Grazie per la recensione! Lo so, sono imperdonabile nei ritardi, ma l’e-mail della mia co-scrittrice era fuori uso, così non riusciva a mandarmi la sua parte e abbiamo dovuto aspettare che fosse di nuovo a posto. Cercherò di aggiornare più spesso, mi impegnerò! Ciao!

Erikuzza: Visto? Che te ne pare? Era da un po’ che non leggevi la mia parte, vero? Piaciuto il litigio? Fammi sapere!

SARETTA77: Eccola qui, piccina! Allora? Che dici? Ho soddisfatto i tuoi desideri? Lo so, ora non sarai contenta perché li ho fatti litigare…ma in fondo se non si litiga un po’ è un mortorio, no? Baciozzi.

Mariuska: uff, non farmi anche tu la ramanzina per il ritardo, è colpa della battarini, io ero già pronta dopo cinque giorni! Cmq ti è piaciuto il capitoletto? Mi lasci una recensione? Grazie, miao!

 

Bye bye a tutti!!

 

 

 

 

 

 

  
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