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Autore: _Veronica    30/04/2011    4 recensioni
Eloise Midgen, coetanea di Harry Potter, entrambi frequentatori di Hogwarts.
Questa storia non parlerà dell’Eloise adolescente.
Questa storia parlerà dell’Eloise adulta, donna, oscura.
Sarà una storia intricata, ricca di azione, follia e amore.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo V 
Mama.


Il periodo di attesa per il giovane Albus Severus stava per volgere al termine, il misto di eccitazione e sconforto lo pervadevano e ogni giorno non poteva fare a meno di pensare a loro: sua madre e suo padre. Chiedersi cosa stessero facendo, poterli vedere di nuovo anche solo un giorno, niente di tutto ciò sembrava possibile. E si sentiva ribollire dalla rabbia, non poter sentire la voce di suo padre tuonare perché lui e James stavano facendo fracasso lo faceva sentire tremendamente solo.
Sentì bussare alla porta della camera, sussultò un attimo, poi sicuro che fosse lei, sorrise.
« Avanti Elo. »
« Mi riconosci sempre! » sentì la donna soffocare una risata.
« Sei inconfondibile. »
« Al, mi vuoi aprire o preferisci che stia qua? » rise.
« Arrivo! » balzò giù dal letto e andò ad aprirle. Lo splendore della donna che aveva davanti ogni giorno lo meravigliava e non poteva fare a meno di arrossire ad ogni sguardo che lei scambiava con lui.
« Che c’è? » sorrise, lo fece di nuovo, quel magnifico sorriso, pensò.
« Oh.. » scosse la testa e si spostò dalla porta allargando un braccio. « Niente niente.. Prego! »
« Grazie. » fece il giro della stanza e si sedette alla destra del letto su una piccola poltrona di pelle nera. « Allora come stai? » Albus si sedette sul letto a gambe incrociate e fece roteare lo sguardo.
« Stanco. »
« Di cosa? »
« Oh no, niente.. » la ragazza lo scrutò.
« Dai. Non puoi nascondermi le cose Al. » disse dolcemente come una madre, e in quel momento gliela ricordò; sua madre. Ginevra.
« Beh ecco.. Vorrei fare una cosa prima di chiudere con la mia famiglia. »
« Di cosa si tratterebbe? » i loro occhi verdi di incontrarono. Lui non riuscì a trattenere una piccola lacrima.
« Vorrei.. Vorrei poter rivedere mia madre e mio padre. » abbassò lo sguardo.
« Tuo padre sai che non è possibile, ti porterebbe via. » il ragazzo annuì borbottando, lei sì avvicinò e gli tirò su il viso. « Ehi.. Non ti ho mica detto che non puoi vedere nessuno dei due.. Certo la situazione non è delle migliori ma tu hai il diritto di salutare almeno uno di loro.. » sorrise « Ti poterò da tua madre Al, promesso. Sarà possibile vedere solo lei, capito? » il ragazzo annuì silenzioso. « Correrò un bel rischio. »
« Eloise, perché lo fai? »
« Perché non voglio vederti così Al. » lo abbracciò. « Andrà tutto bene, hai solo bisogno di un po’ di conforto, cosa che io non riesco a darti. »
« Ti sbagli. » sorrise debolmente « Ci riesci eccome! »
« Grazie Al. » si avviò silenziosamente alla porta. « Ti verrò a trovare con tua madre tra un paio di giorni, capito? » il ragazzo annuì e lei, chiusasi la porta alle spalle pianse amare lacrime capendosi di essersi affezionata enormemente a quel ragazzino dagli occhioni verdi.

Arrivata a casa si precipitò nello studio. Era decisa a scriverle, a scrivere una lettera a Ginevra Potter. Anche se non sapeva minimamente come iniziare.

Ginny, sono Eloise, piacere.
Mi dispiace per Al, so che vi manca. Ma è in ottime mani. Con noi lo è.
So cosa ti starai chiedendo, perciò.. Si sono al cospetto dell’Oscuro e mi sto occupando di Al.
Non ha un graffio ed è trattato come un principe. Sul serio. Sta bene.
Mi dispiace che questa lettera sia così priva di informazioni tatto o altro, ma credimi.. Non sapevo cosa scriverti.
Ti scrivo perché poco fa tuo figlio Albus mi ha chiesto di poterti vedere, prima di abbandonarvi.
Io lo accontenterò poiché unica persona di cui si fida oltre voi.
Se vorrai salutare Al e parlargli scrivimi. Grazie.
Aspetto risposta.
EM.


Diede la lettera al gufo che la portò a destinazione.
Decise che era meglio uscire.
Si presentò a casa di Euan verso le dieci di sera, il viso stanco e contrito dalla giornata. La porta fortunatamente si aprì.
« Elo? » la scrutò un secondo. « Che hai? »
« Niente. » mentiva « posso entrare? » sorrise.
« Certo che puoi entrare. » le circondò la vita con le braccia chiudendo la porta con un piede. « Mi vuoi dire che hai? Sembri.. »
« Non ti preoccupare, sono solo stanca. » lo interruppe con un bacio cercando anche di nascondere la stanchezza.
« Si nota. » inarcò le sopracciglia.
« Stare a contatto con Hogwarts mi fa quest’effetto. » ridacchiò. Lui la tirò a se e la baciò con quanta più passione poteva. Lei ricambiò quasi stupita, ma cullata dalle sue braccia.
« Mi sei mancata. »
« Anche tu. » gli sussurrò. La prese per la vita e la portò in camera, sorridendo.
« Devi dormire. » lei fece una smorfia e lo baciò attirandolo a se.
« Ma non voglio! » lei sorrise nel vederlo così premuroso.
« Dai dormi, io finisco di fare una cosa. »  la baciò.
« Ok.. Domani me la paghi. » lui rise e lei gli fece un occhiolino e vistolo uscire dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle sorrise e si addormentò nel giro di pochi minuti.

La mattina seguente svegliatasi presto gli lasciò un biglietto gli baciò la fronte e si diresse a casa propria per vedere se la risposta di Ginny fosse lì.
Con sua grande sorpresa trovò la lettera.
Eloise, dovrei odiarti per tutto questo ma non lo faccio, ti stai prendendo cura di mio figlio e te ne sono grata.
Domani alle tre e mezza sono ai Tre Manici di Scopa.
Ti aspetto lì.
GP.


Sorrise sapendo cosa avrebbe dovuto fare.
Il giorno seguente passò la mattina un po’ agitata. Passò a trovare Euan di buon’ora, mangiarono insieme, lei gli spiegò cosa avrebbe voluto fare e con sua sorpresa il ragazzo fu d’accordo con lei. Guardò l’orologio, erano le tre e dieci.
« È meglio che io vada. » sorride e gli sfiorò delicatamente le labbra.
« Certo e mi raccomando, calma. » sorrise.
« A stasera. »
« Ti amo. » a quelle parole le si addolcì lo sguardo.
« Anche io. »

Decise di andare a piedi. Passò per le strade nell’aria fresca di Novembre pensando a lei e a Euan, ultimamente c’era qualcosa che le impediva di abbandonarsi a lui, come se le avessero lanciato un impedimenta. Sorrise di sé per tutte le sciocchezze dette e pensò “Certo Elo tutti questi problemi te li fai solo tu”. Entrò nel locale e intravide una chioma rossa stupenda al fondo del locale. Si avvicinò e la riconobbe, un po’ invecchiata dai tempi di Hogwarts questo è certo, ma con la stessa espressione calma e tranquilla, tradita solo dagli occhi che facevano trapelare solo che tristezza, le labbra contorte in una smorfia di semi dolore e le mani intrecciate che lasciavano intravedere la fede nunziale d’oro. Si sedette davanti a lei e la guardò per qualche istante, cercò di leggerle nella mente, era stupenda la sua freddezza e capacità di non piangere anche nelle brutte situazioni. Sorrise.
« Piacere Eloise. » allungò la mano impacciata. Ginny gliela strinse in silenzio. « Se non è un problema vorrei portarla da Al. » sorrise, abbastanza convincente.
« No non lo è, puoi darmi anche del tu Eloise. » la pronuncia del proprio nome le ricordò la pronuncia del figlio Al la prima volta che si incontrarono. Sorrise.
« Perfetto.. Mi segu.. Seguimi! » uscirono silenziose dal locale e passarono attraverso qualche vicolo di Hogsmeade. A un certo punto si voltò.
« Ehm.. Devo coprirti il volto.. Sai la posizione dell.. »
« Tranquilla. Capisco. »

Incappucciò Ginny che non oppose resistenza e si avviarono silenziosamente vero Villa Riddle.
Mostrato il marchio passarono attraverso il cancello come se fosse fumo. Salirono le scale, passarono la sala riunioni vuota e con grande sollievo, Eloise venne a scoprire che l’Oscuro era personalmente impegnato con qualche prigioniero.
Fatto il giro del tavolo salirono una seconda rampa, dove l’oscurità vigeva padrona. Le tolse silenziosamente la benda e aspettò che si abituasse all’oscurità, fattole segno di rimanere in silenzio la guidò in un enorme corridoio, le indico una porta nera alla sua sinistra indicandole che era la stanza di Al. Si affrettò a bussare.
« Elo! » sentì un tono di sorpresa nel ragazzo.
« Apri! Subito! » la porta si aprì e il ragazzo si trovò davanti la solita bellissima ragazza dai capelli corvini, ma questa volta vide dei capelli rossi, lunghi, un sorriso debole, ma c’era, una mano che si allungava verso di lui e degli occhi color cioccolato che l’avevano accompagnato in sedici anni della sua vita. Si avvicinò lentamente e l’abbracciò senza dire niente l’abbracciò e la strinse forte, guardò Elo e le sussurrò un grazie che lei ricambiò con un cenno del capo e una lacrima. Decise così di rimanere in disparte chiudendosi la porta alle spalle.

« Mamma! »
« Amore.. » la voce un po’ tremolante di Ginny faceva capire che era molto emozionata.
« So che mi odierete per quello che sto facendo. » Ginny prese le mani del figlio e si sedette sul letto.
« Non ti possiamo odiare Al sei nostro figlio. Tuo padre è distrutto, avrebbe preferito averti al suo fianco e si tormenta dandosi la colpa. »
« Ma non è colpa sua! » disse Albus cupo. « La colpa è solamente mia.. Solo mia »
« No Al. Non si può negare la natura di una persona, certo sarai un nostro nemico ma rimarrai anche sempre nostro figlio. Mio figlio e suo figlio. » disse lei decisa alludendo anche al padre.
« Ma.. »
« Niente ma Al. Niente ma.. Sai perché tuo padre non è potuto venire? » il figlio la guardò titubante « perché avrebbe cercato di portarti via e questo non sarebbe un posto sicuro per lui. »
« Perché ti ha lasciata venire qua da sola? »
« Non sono da sola, mi scorterà Eloise. »
« Sì.. Ma papà? Perché ha fatto si che venissi solo tu da sola, qua dentro? »
« Perché non lo sa.. Non gli ho detto niente. »
« Oh.. »
« Albus mi prometti che ogni tanto mi scriverai? » il ragazzo annuì semplicemente. « Manchi ai tuoi fratelli e a Hogwarts dicono che non ti vedranno più. Tuo padre è riuscito a farti un permesso dal Ministero »
« È proprio un ottimo padre.. » abbozzò una risata.
« Si che lo è Al. » abbracciò il figlio. Senza lasciarsi sfuggire una lacrima.

Eloise che sentì qualche sprazzo della conversazione attraverso la porta non poté fare a meno di commuoversi. Era incredibile il legame tra madre e figlio e di come lui, sempre sostenuto l’abbia abbracciata subito. Senza dire una parola bussò facendo capire che era l’ora di andarsene. La porta si aprì e vide una Ginny sorridente e un Albus un po’ sbattuto. Sorrise.
« Mi dispiace interrompervi ma.. »
« Il tempo è scaduto. » finì la frase Ginny per lei.
« Esatto. » disse in un sospiro.

Dopo aver ripercorso le scale la sala riunioni ed essere uscite prese Ginny per mano e si smaterializzarono a Hogsmeade.
« Grazie Eloise. »
« Non c’è di che. Adesso va.. È meglio! » vide Ginny smaterializzarsi e tornò a casa.

« Grazie Elo. » lei lo guardò dalla poltrona.
« Non dirmi grazie. » la porta si aprì con uno scatto e un visto bianco marmoreo con le fattezze da serpente sibilò.
« È l’ora. » 
  
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