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Autore: ste87    30/04/2011    18 recensioni
Questa è la mia prima ff in assoluto!! siate buone!cosa sarebbe successo se dopo il bacio che Bella da a Jacob in Eclipse, Edward avesse reagito in maniera totalmente diversa da come ci ha proposto la Meyer?e se Edward e Bella si lasciassero? scordatevi tutto quello che succede dopo eclipse! si ritroveranno? il loro amore è così forte da poter sopravvivere a tutto? lo scopriremo strada facendo.. intanto spero di avervi incuriosito!dal prologo: Il cancello all’ingresso del campus mi metteva di fronte ad una realtà che avrei dovuto sostenere da li a breve. Era come se ci fosse scritto BENVENUTA ISABELLA SWAN!
Era il cancello della“DARTMOUTH UNIVERSITY”.Sapevo che varcato quello sarebbe cominciata la mia nuova vita.Mi sarei dovuta lasciare tutto alle spalle per il mio bene perché continuare a soffrire non mi avrebbe certo riportato lui.
Scossi la testa cercando di rimanere con la mente al presente ma irrimediabilmente ecco passarmi davanti tutti i mesi appena strascorsi..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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^___^ ciao Girls!!!

Contente di vedermi con un giorno d’anticipo??

Lo so.. sono troppo brava! Hahhah no. A parte gli scherzi, mi è proprio impossibile postare domani perché parto e ritorno lunedì sera. Quindi o postavo oggi o avreste dovuto aspettare fino a martedì! E siccome sono taaanto buona, eccomi qui!

Buona lettura!

Capitolo 24
 

Mi aspettavo di vedere chiunque ma non lui! Non dopo quello che ci eravamo detti poco prima che partissi.. e poi come faceva ad essere arrivato a Forks in così poco tempo? Anche lui doveva avere i suoi limiti..
Lo guardai attentamente e subito notai la preoccupazione che aveva stampata in viso. I capelli erano fradici e gocciolanti, resi più scuri dalla pioggia.
-cosa ci fai qui?- chiesi con tono sorpreso e adirato. Non avevo dimenticato quello che ci eravamo detti solo 6 ore prima.
-perché non mi hai detto niente? Perché?- disse entrando in casa sbattendo la porta e seguendomi in cucina. Il timer del microonde era scattato e il latte era caldo.
-perché sapevo come avresti reagito e vederti qui significa che non mi sbagliavo dopotutto!-
-oh per favore Bella finiscila! Hai chiesto ai miei genitori e ai miei fratelli di mentire! Hai voluto tenermi nascosta un cosa così importante! Conto così poco per te?-
-non cercare di rigirare la frittata! Non te l’ho detto perché tu conti poco! Non ti ho detto niente perché non voglio la tua pietà!-
-e questo che vuol dire? Ah si giusto.. com’è che hai detto a Jasper? “Sappiamo entrambi quanto Edward abbia il complesso dell’eroe”- disse cercando di scimmiottare la mia voce – quindi credi che io sia qui perché provo pena per te? Dillo! Avanti dillo!-
Mi girai di scatto per guardarlo visto che per tutto il tempo ero rimasta girata di schiena e il mio cuore prese a battere all’impazzata.
-si! È così! Per tutti questi mesi non hai fatto altro che rinfacciarmi il tuo odio e adesso vieni qui.. ti presenti a casa mia dopo aver scoperto che mio padre è in ospedale in fin di vita e pretendi che un pensiero del genere non mi sfiori la mente? Ci ho pensato si!-
-mi deludi Bella.. se dici così, mi deludi-
Abbassai la testa e gli diedi nuovamente le spalle – penso che ormai sia diventa un abitudine per me.. deluderti intendo. Non ho bisogno di te. Non vedo il motivo della tua presenza qui. Perché se mi dici che non è per pietà.. allora non capisco proprio perché sei venuto. Tu corri sempre ad aiutare la damigella in difficoltà. Questa volta sono io a chiederti di andartene. Non voglio il tuo aiuto..- 
Dillo! Dimmi che sei qui perché anche tu provi qualcosa per me. dillo! Erano queste le parole che mi ripetevo in testa da quando l’avevo visto davanti la porta di casa. Non m’interessava sapere altro. Volevo solo che mi dicesse che fosse venuto per me e non per compassione e la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata gettargli le braccia al collo dimenticando tutto.

Lo sentii avvicinarsi alle mie spalle. Lo capii dal brivido che mi percorse tutta la schiena. Sentii un movimento a destra e con la coda dell’occhio vidi una sua mano avvicinarsi al mio braccio, ma la scansò via con un sospiro.
-hai visto Jacob.. sento il suo odore sui tuoi vestiti- mi irrigidii all’istante nel sentire quelle parole. Non avevo pensato minimamente che potesse sentire l’odore di Jacob addosso a me e sinceramente non mi ero posta questo problema quando in ospedale avevo lasciato che mi abbracciasse.
-si, era in ospedale da mio padre..-
-capisco- ed io non potei fare altro che annuire senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Mi stavo comportando da codarda? Può darsi.. ma sapevo che se mi fossi girata l’unica cosa che avrei desiderato fare sarebbe stata piangere sul suo petto confortata dal suo tocco.
-ok vado via, come vuoi tu..- disse semplicemente facendo crollare tutte le mie speranze.

A quel punto non riuscii più a resistere e alcune lacrime ,che si erano accumulate ai bordi dei miei occhi, scivolarono con facilità lungo il mio viso. Non un suono emisero le mie labbra. Ero come impietrita dalla sua risposta. Mi girai per poterlo guardare un ultima volta ma alle mie spalle non c’era nessuno.

L’aveva fatto.. era andato via veramente!

*****************

La notte la trascorsi pressoché insonne. Le uniche volte in cui i miei occhi trovarono un po’ di riposo sognai il volto di Edward che non mi diede pace neanche da sveglia. Il suo pensiero insieme a quello di mio padre non mi abbandonarono neanche per un minuto. E in tutto il tempo trascorso a fissare il soffitto di camera mia mi persi a riflettere su varie possibilità e su come fosse arrivato a Forks in così poco tempo. Se non fossi stata sicura che non avessimo preso lo stesso volo avrei giurato il contrario! Perché era impossibile anche per lui arrivare così in fretta. Ad ogni modo, non l’avrei scoperto comunque, quindi era meglio pensare ad altro.. Ma ecco che irrimediabilmente le immagini della nostra conversazione tornavano più vivide che mai davanti ai miei occhi. Come aveva fatto a scoprirlo così in fretta? Jasper mi aveva detto che avrebbero cercato di pensare il meno possibile a tutta questa faccenda..E infatti furono le parole che aveva usato Edward a farmi capire che era stato proprio quest’ultimo a raccontargli tutto : “Ah si giusto.. com’è che hai detto a Jasper? “Sappiamo entrambi quanto Edward abbia il complesso dell’eroe”furono queste le parole esatte che lo fecero uscire allo scoperto. Non me la sentii neanche di biasimarlo. Alla fine sapevo che prima o poi sarebbe successo.

Quando la sveglia suonò mi trovò già in piedi, scattante e pronta per affrontare una nuova giornata. Andai a prepararmi visto che Jacob sarebbe arrivato tra poco e quando mi specchiai in bagno, vidi delle profonde occhiaie solcarmi il viso segno della notte passata senza dormire. “pazienza..”dissi tra me e me riprendendo da dove avevo finito per non perdere ulteriore tempo.
In15 minuti fui pronta e scesi in cucina per mettere qualcosa sotto i denti. Il mio stomaco brontolava visto che ero a digiuno dalla sera prima. Dopo la visita di Edward non riuscii neanche a bere il latte che avevo messo a scaldare..
Mi sedetti al tavolo della cucina e osservai la sedia davanti a me che solitamente era occupata da mio padre.
Era strano ritrovarsi a casa dopo così tanto tempo. Alle volte mi fermavo a fissare le camere come se le vedessi per la prima volta e a volte invece mi perdevo a guardare delle foto di me e mio padre che mi facevano solo intristire.
Per fortuna ci pensò il suono del campanello a non permettermi che mi rabbuiassi.

Corsi ad aprire certa di chi avrei trovato dietro la porta.
-Jacob..- dissi facendolo entrare in casa stringendomi nel suo abbraccio. Quanto mi era mancato il mio amico..
-allora sei pronta?-
-si stavo solo cercando di mangiare qualcosa.. ma possiamo andare lo stesso, non vedo l’ora di essere in ospedale- dissi prendendo la giacca che avevo poggiato sulla sedia lasciando la tavola imbandita.
-alt-alt, fermati.. abbiamo tutto il tempo per andare in ospedale. adesso ti siedi e mangi qualcosa.. sei magra come un chiodo!- mi disse bloccandomi per le spalle.
Provai a ribattere ma mi sfilò la giacca di mano e mi fece sedere con forza sulla sedia tornando alla mia tazza di latte e cereali.
Spinta dal suo sguardo autoritario non me la sentii di ribattere e ingoiai subito una cucchiaiata di latte ancora tiepido.
-mi sei mancata lo sai?- mi disse all’improvviso mentre ingoiavo un sorso di succo d’arancia.
-anche tu Jake.. anche tu- dissi allungando una mano sul tavolo a prendere la sua che la strinse forte.
-quindi.. vorrei dire che mi dispiace che tu sia tornata a casa per una così brutta occasione.. ma non lo farò. È sempre bello vederti-
Gli sorrisi grata senza aggiungere altro.
-allora? Sei riuscita a dormire un po’?-
Lo guardai strabuzzando gli occhi e indicandogli le occhiaie che infide li circondavano – ti pare che sia riuscita a dormire?-
-no..- disse ridacchiando – evidentemente no!-
-un momento!- disse subito dopo stampandosi in faccia un’espressione seria – sento puzza qui dentro..- assottigliò gli occhi e mi guardò come se volesse prendermi in castagna.
-mi stupisco di te Jake ! Te ne sei accorto solo ora? Pensavo che avresti fatto il diavolo a quattro appena fossi entrato in casa..- cercai di sdrammatizzare la situazione e di camuffare il batticuore che subito mi colpì nel sentire quella domanda.
-che fai sfotti?-
-no..no..- dissi allargando le mani in segno di resa.
-per tua fortuna riconosco a chi appartiene questo odore.. ed è forse per questo non mi vedi su tutte le furie. Però.. non sapevo che fosse venuto anche lui con te-
-infatti non è venuto con me!- abbassai lo sguardo cercando di risultare il più disinvolta possibile ma sapevo che a Jacob non l’avrei data a bere sicuramente.
-cioè? Spiegami!-
-me lo sono trovata davanti la porta di casa ieri sera..-
-che? Davvero?-
-si. È venuto per dimostrare tutta la sua compassione nei miei confronti! Facendomi capire quanto gli faccio pena!- dissi in tono acido alzandomi dalla sedia. Avevo bisogno di muovermi per scaricare la rabbia. Andai verso il lavandino e vi depositai la tazza sporca.
-non capisco.. ma se quando ci siamo sentiti 3 giorni fa mi hai detto che avevate litigato e che non vi rivolgevate più la parola!? Perché è venuto qui allora?-

E la fascia di Mister Ovvietà va ah…

-credi che non me lo sia chiesto anche io? Sono andata via da Hanover senza digli niente proprio perché non volevo si avvicinasse di nuovo a me solo per pietà. E tutto a un tratto me lo ritrovo qui arrabbiato che mi rinfaccia quanto poco conti per me da non avergli detto niente! Quando invece sa quanto sia importante per me! Andiamo..lo sa, io lo amo- conclusi il mio discorso agitato sentendo le palpitazioni al cuore crescere ad ogni secondo di più.
-ehi, calmati – disse venendomi di fronte poggiando entrambi le mani sulle mie spalle.
-si..si ..-dissi sospirando chiudendo gli occhi.
-forse lo sapeva..-
-cosa?-
-voglio dire che forse lo sapeva prima quanto contasse per te.. ma adesso che non fate altro che litigare è possibile che questa certezza non ce l’abbia più. E una prova a suo favore è che sei andata via senza dirgli nulla.. quando invece si aspettava che condividessi con lui una cosa così importante-

Lo fissai boccheggiante senza riuscire a dire niente. La consapevolezza che mi colpì in quel momento nel sentire quelle parole fu più forte di tutto!
E se fosse veramente così? Se Edward dubitasse dei miei sentimenti per lui.. forse la sua presenza qui e la relativa arrabbiatura non mi sembrerebbero tanto assurdi..
Sbuffai senza riuscire a trovare pace in quella marea di domande. Una cosa però era certa. Se fosse stato veramente così ed io avessi fatto l’errore di allontanarlo, sentivo nel profondo che non sarebbe più tornato! Questa volta l’avrei perso per sempre..
Speravo solo che non fosse andato via. Che le mie parole di ieri sera non l’avessero ferito a tal punto da prendere questa decisione così drastica. Immaginavo di vederlo di nuovo alla mia porta quella sera stessa..

-che ne dici se andiamo da tuo padre adesso?- Jacob mi scosse per le spalle riportandomi alla realtà.
-si andiamo!- dissi riacquistando un po’ di lucidità. Avrei chiuso nel cassetto il capitolo Edward per il momento. Ora c’era qualcun altro che avevo bisogno di vedere. Tanto ero sicura che appena avrei permesso alla mia mente di ripensarci mi sarebbe rimbalzato tutto addosso come un bumerang di proporzioni gigantesche!
 
****************

Arrivammo in ospedale che erano le 9:00. Sapevo che avrei affrontato ore interminabili seduta su una sedia prima di riuscire a vedere mio padre o quantomeno parlare con il dottor Evans, ma non mi importava.
Per fortuna non dovetti aspettare molto. Così quando lo vidi uscire dalla stessa sala in cui mi aveva portato la sera prima gli andai subito incontro.
-dottore..- dissi mentre lui mi rivolse un sorriso di circostanza. Mi prese per la spalla facendomi accomodare di nuovo sulla sedia. Stranamente quel gesto non mi fece presagire nulla di buono. E me ne diede la conferma quando cominciò a parlare e sentii subito i miei occhi farsi sempre più umidi.
-suo padre non sta reagendo come ci aspettavamo. Purtroppo nella notte ha avuto un insufficienza respiratoria e abbiamo dovuto attaccarlo alla macchina per aiutarlo a respirare. Come le ho già detto queste ore sono fondamentali per stabilire le condizioni del paziente. E se non dovesse migliorare mi dispiace dirglielo ma.. forse dovrebbe prepararsi al peggio..-
Sentii una fitta forte, indistinta e atroce tranciarmi il cuore a metà. Potevano delle parole fare così male? Non potevo credere a quello che aveva appena detto.. non potevo pensare al peggio perché una situazione peggiore di questa era insopportabile anche da immaginare! Mio padre doveva vivere e non morire in un letto d’ospedale. Aveva tutta una vita ancora davanti a se. Sarebbe morto nel suo letto al caldo quando la vecchiaia l’avrebbe logorato a tal punto da non riuscire più a contrastarla.
Sentii delle mani calde e forti cingermi per le spalle e accarezzarmi. Ma io ero come imbambolata a fissare il vuoto. L’unica cosa che mi sentii di dire in quel momento fu: -posso vederlo?-
Il dottore dapprima si dimostrò contrario e forse ne aveva tutte le ragioni. Ma come poteva negarmi questo desiderio proprio adesso che le sue condizioni stavano peggiorando?
Acconsentì e poco dopo mi fece segno di seguirlo. Mi sembrava di rivivere un dejà-vu. Come la sera prima arrivai davanti la finestra della stanza occupata da mio padre e mi fermai a guardarlo, e come la sera prima tutto mi apparì fermo come se stessi guardando l’istantanea di una foto. Ancora quei fili che lo collegavano alle macchine.. ancora quel bip che non faceva che accrescere i brividi che sentivo lungo la schiena.

Mi accompagnò in una stanza adiacente e mi fece infilare la tuta sterile, le protezioni ai piedi, i guanti alle mani, la cuffietta in testa e la mascherina e quando fui pronta mi fece entrare.
Appena dentro ebbi quasi..paura. Si, paura.. e in qualche modo mi sentii inadeguata. Avevo il terrore di avvicinarmi e di far qualcosa che non dovevo. Ma dopo lo spavento iniziale tutto divenne più facile. Andai a sedermi su una sedia posta ai piedi del letto e iniziai a fissarlo. Allungai una mano per toccare la sua e subito mi sentii meglio.
-ciao..- dissi sospirando deglutendo a fatica.
-non sai quanto sia strano per me vederti in questo letto.. vederti così inerme. Avevi promesso.. mi avevi promesso che non avresti fatto nessun gesto da eroe! E se non fossi tanto preoccupata per te l’unica cosa che ti rinfaccerei sarebbe proprio questa.
Ma questo è quello che sei.. ed io non posso essere più orgogliosa di te come in questo momento- mi fermai un attimo provando a calmarmi un pochino visto che facevo fatica a respirare.
-mi manchi. Quando ci siamo sentiti una settimana fa e abbiamo parlato del Natale non vedevo l’ora di tornare a casa. Questi mesi passati lontani mi hanno fatto capire ancora di più quanto tu sia importante per me- a quel punto non riuscii a trattenere le lacrime che si posizionarono come un velo davanti ai miei occhi impedendomi di vedere bene.
-ti prego papà.. ti scongiuro torna da me. Tu devi vivere hai capito? Ho ancora bisogno di te.. devo raccontarti un sacco di cose.. di me, di Edward della mamma.. –  presi a singhiozzare sulla sua mano per un tempo che mi parve infinito fino a che sentii il dottore entrare in stanza. Si avvicinò posandomi una mano sulla spalla in un gesto che avevo imparato bene a conoscere e rimase in silenzio al mio fianco.
-è meglio andare- disse poco dopo. Annuii alzandomi dalla sedia mentre nella mano stringevo ancora quella di mio padre. Con molta attenzione mi avvicinai al suo viso e per quello che mi era possibile gli diedi un bacio in fronte.
-ti voglio bene papà, ti prego non lasciarmi- sussurrai al suo orecchio prima di allontanarmi da lui e dalla stanza. Mi spogliai degli indumenti sterili e tornai in sala d’attesa da Jacob. Mi aspettavo di trovarlo solo e invece era in compagnia. Con lui c’erano Sue e Seth che appena mi videro mi vennero incontro.
-ciao Bella..- disse Seth abbracciandomi e come avevo potuto notare stava crescendo sempre di più.
- Seth.. Sue..- dissi prendendole la mano che mi stava porgendo dietro il figlio.
-come sta? Il dottore cosa dice?-
-non gli hai detto niente?- chiesi a Jacob.
Scosse il capo – no, aspettavo che tornassi-
Andai a sedermi su una delle sedie cominciando a sentire il peso della notte passata insonne. Mi sentivo stanca e provata.
-dobbiamo aspettare che reagisca alla cura che gli stanno facendo. Non sanno con certezza se si riprenderà..-
Sue si portò istintivamente una mano alla bocca soffocando le lacrime. E mi chiesi come mai quella reazione da parte sua. Seth l’abbracciò stretta girandola dall’altra parte ed io rivolsi uno sguardo disorientato e stupito a Jacob il quale pensò subito di mettermi al corrente di una cosa a me sconosciuta.
-tuo padre e Sue si frequentano da un po’ ormai..- mi bisbigliò all’orecchio e a quel punto la reazione della donna acquisì significato.
Sul mio volto si dipinse un mezzo sorriso. Non mi aspettavo di certo un cosa del genere ma saperlo stranamente mi rendeva felice. Mio padre meritava di avere accanto un donna come Sue e viceversa naturalmente.

Trascorremmo tutta la giornata in ospedale tra sospiri e preoccupazioni. Ogni volta che vedevo uscire il dottore dalla sala il mio volto cambiava colore.
Sentii mamma, che come aveva promesso mi chiamò per sapere di Charlie e parlai anche con Alice.
Quando le risposi al telefono ero incerta su cosa dirle. Sicuramente sapeva della presenza di Edward a Forks e per quanto ne sapevo io forse era già tornato a casa.
-Bella.. finalmente riesco a parlarti. Immagino ci sia Jacob nei paraggi non riesco a vedere niente!-
-si è qui con me..-
-come sta Charlie?- le raccontai tutto quel poco che sapevo e bastò ad ammutolirla per qualche istante.
-Alice.. ieri sera è venuto a trovarmi Edward – sussurrai flebile al telefono.
-lo so, lo so. Ti chiedo scusa se non siamo riusciti a mantenere il segreto ma in realtà non siamo stati noi a dirglielo per primi..-
-cosa? E chi gliel’ha detto?-
-non lo immagini? È stata Ally..- strizzai gli occhi come se quel piccolo particolare mi fosse sfuggito quando avevo chiesto ai Cullen di mantenere il segreto.
-ha sentito i suoi pensieri preoccupati e subito le si è avvicinato per chiederle di te. Quando è tornato a casa ha preteso che gli raccontassimo tutta la verità e a quel punto non siamo riusciti a trattenerlo dal venire li-
-capisco..- dissi solamente senza aggiungere nient’altro.
Mi raccontò che l’università era venuta a conoscenza del motivo del mio allontanamento dalle lezioni e che mi avevano concesso un permesso speciale fino alle vacanze natalizie. Tirai un sospiro di sollievo, per fortuna non avrei dovuto preoccuparmi anche della scuola..
Ci salutammo poco dopo con la promessa di risentirci presto.
Quando chiusi la conversazione mi ritrovai automaticamente a pensare ad Edward. Ancora non capivo il motivo della sua presenza qui. Non dopo tutte le litigate degli ultimi tempi. Più ci pensavo e più mi mettevo in testa che il motivo non poteva che essere uno solo. Ma non sapevo se crederci o meno..

***************

La giornata stava per finire e ancora dai medici non si era saputo niente. Ero fermamente convinta di voler rimanere li anche la notte per essere pronta a qualsiasi notizia, ma il mio corpo non era dello stesso avviso. Mi sentivo distrutta e infreddolita. Agognavo una bella doccia calda che mi sarebbe servita senza dubbio anche a lavare via l’orribile puzza dei corridoi pieni di disinfettante.
Alle nove di sera fui costretta a seguire Jacob con la forza.
Mi riportò a casa contro la mia volontà ma sapevo quanto in realtà ne avevo bisogno. Sarei crollata sotto lo sguardo di tutti se non avessi messo qualcosa sotto i denti e non mi fossi riposata un po’.
Il pensiero di mio padre non mi abbandonava nemmeno per un secondo e non riuscivo a spiegare il senso di impotenza che provavo dentro.

Sotto il getto caldo dell’acqua ripensai a quando ero nella sua stanza. Alle cose che gli avevo detto. Sentivo come non mai l’attaccamento verso di lui e il dolore che patii nell’allontanarmi dalla sua mano ritornò prepotente a impossessarsi di me.
Mi ritrovai a piangere seduta nella vasca senza riuscire a fermarmi. Le lacrime si confondevano con l’acqua che mi scorreva addosso smorzando un po’ i brividi di paura che sentivo in tutto il corpo.
Quando uscii dal bagno mi diressi verso la mia camera e dopo aver indossato il pigiama mi coricai nel letto. Le lacrime non volevano saperne di abbandonarmi. Continuavo a singhiozzare sotto le coperte fino a che non sentii un rumore flebile alle mie spalle che mi fece sussultare. In un primo momento non me ne curai, immaginavo qualche ramo dell’albero sbattere contro la finestra. Ma ben presto fui costretta a ricredermi.

Sentii avvolgermi le spalle da qualcosa di freddo. Mi girai di scatto impaurita ma quando vidi gli occhi di Edward guardarmi sconfitti non riuscii ad aggiungere altro.
Stremata dai singhiozzi mi lasciai andare a quell’abbraccio.
-shh, Bella calmati..-
Non so per quanto tempo continuai a piangere senza riuscire a dire una parola, ma l’improvvisa consapevolezza di avere Edward al mio fianco riuscì solo a farmi dire..
-..resta con me stanotte..-
Dopo un attimo di silenzio sentii la sua risposta mentre la sua presenza riuscì a calmarmi a tal punto da farmi piombare nel sonno.
-d’accordo..- mormorò.

 
 

O__O quanto mi amate in questo momento???
Lo so.. ho già ricevuto un rimprovero per aver scelto di finire il capitolo così ma.. così aumenta la voglia di leggere il prossimo capitolo!
Allora.. povero Charlie ç__ç quante di voi hanno pianto quando Bella è entrata nella sua stanza? È stato molto dura scrivere quel momento ç__ç a tal proposito chiedo scusa se trovate qualche strafalcione a livello medico! Non sono un medico e quel poco che so é dovuto alla mia passione nel guardare i telefilm ospedalieri! Il che è tutto dire tante volte sbagliano anche loro.. quindi sorvoliamo!
Ma su con il morale gente!!! Edward è tornato!  è stata Ally a raccontargli tutto!
Quante di voi pensavano che se ne fosse andato davvero quando all’inizio del capitolo ha litigato con Bella??
Comunque, è tornato proprio nel momento più propizio non trovate? Bella ha bisogno di qualcuno che la conforti e lui subito arriva!
Magnificoo! Edward ti adoro!!(sono pazza lo so.. mi elogio da sola! Hihihihi ^_^)
GRAZIE INFINITE PER LE BELLISSIME RECENSIONI CHE MI LASCIATE OGNI VOLTA! Vi adorooooooo!!!
A domenica prossimaaaaaa, un bacio♥
 

   
 
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