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Autore: bluemary    09/02/2006    2 recensioni
Un Demone, una Fanciulla, un rituale tramandato per anni che sta per essere riportato alla luce. Quando vita e morte si intrecciano in un passato di leggenda e magia che non è mai stato dimenticato.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Capitolo 1-

-Capitolo 1-

-Vacci piano, Haris! Guarda che è solo un allenamento, non devi mica cercare di uccidermi!- si lamentò un alto ragazzo biondo con il volto coperto dalle lentiggini, mentre indietreggiava incalzato dai rapidi affondi di una giovane di poco più bassa di lui.

-Scusami Vahn, ma non pensavo che avessi i riflessi tanto lenti.- sorrise lei, disarmandolo con un attacco fulmineo.

Si accinse a riporre la spada nel fodero con un movimento che si sforzava il più possibile di risultare fluido e sicuro. Come le volte precedenti, l’arma si incastrò a metà strada, facendo sbuffare la ragazza che, pronunciando un paio di maledizioni e spingendo l’elsa con entrambe le mani, riuscì infine nel suo intento.

L’amico, intanto, aveva osservato tutta l’azione con un ghigno ironico.

-Sei incredibile.- le disse scuotendo la testa con finta esasperazione –Disobbedendo a tuo padre hai deciso di imparare a combattere invece di comportarti come conviene ad una donna e sei riuscita perfino a raggiungere il livello dei migliori spadaccini del villaggio, eppure ancora non sai infilare la spada nel fodero!-

La ragazza arrossì, fulminandolo con i suoi occhi verdi.

-Tu stai zitto, che in duello vinco sempre io.- borbottò con aria offesa.

Si allontanò di un paio di passi, addentrandosi nella sterminata prateria che circondava il villaggio.

Vahn sorrise nel vedere l’espressione offesa dell’amica. Non l’aveva mai detto a nessuno, ma Haris, nonostante la totale assenza di grazia e femminilità, gli piaceva. Forse per il suo carattere sempre allegro e vitale.

Forse semplicemente perché era diversa, sia dalle serie apprendiste dei maghi, così terribilmente composte e mature, sia dalle altre ragazze che già cominciavano a pensare al marito o a come comportarsi per conquistarlo. Ombre grigie che si limitavano ad esistere nella consuetudine e sfiorarlo senza interessarlo davvero. Figure prive di consistenza, semplici sorrisi su volti spenti e tutti uguali.

Haris invece era viva.

Rideva, si arrabbiava, lottava per le sue decisioni e amava sovvertire ogni regola con il sorriso sulle labbra, riuscendo inspiegabilmente ad essere perdonata tutte le volte. Aveva sfidato suo padre per ottenere il permesso di allenarsi nella scherma, ed infine anche il venerabile Saggio si era dovuto ricredere, riconoscendo il valore della figlia, e le aveva regalato una spada vecchia ma dignitosa, che lei portava sempre con sè.

Lo sguardo affettuoso di Vahn si posò sull’amica, ferma poco distante con la mano inconsciamente posata sull’elsa.

Decisamente, Haris gli piaceva. Ed il suo carattere permaloso rendeva un divertimento quasi imperdibile stuzzicarla.

-Io non mi vanterei di avere la stessa grazia di un uomo.- la prese in giro –A volte mi viene il dubbio che tu non sia una ragazza.-

-Come osi?- esclamò lei con tono furioso.

Gli si avventò contro con l’intenzione di colpirlo, ma Vahn, abituato agli scatti d’ira dell’amica, le bloccò prontamente le mani, facendola sbilanciare. D’istinto Haris gli si aggrappò addosso, franandogli contro. Il ragazzo non era preparato a sostenere il suo peso, così, dopo aver mulinato le braccia nel tentativo di mantenere l’equilibrio, si arrese alla forza di gravità ed entrambi ruzzolarono sull’erba.

Con una smorfia la ragazza si alzò a sedere, reprimendo l’impulso di scoppiare a ridere per assumere un’aria offesa.

-Sei proprio il solito idiot…- Haris non riuscì a completare la frase: l’amico le aveva circondato la vita con le braccia e la stava fissando con un’espressione stranamente seria che le fece accelerare suo malgrado i battiti del cuore.

Lentamente Vahn avvicinò le proprie labbra a quelle di lei, sentendo il suo respiro sempre più rapido e caldo solleticargli il volto…

Un improvviso rumore di zoccoli li fece trasalire e allontanare di scatto.

Haris si alzò in piedi, spolverandosi i vestiti e togliendo qualche filo d’erba che si era infilato in essi con lo sguardo basso, rossa in viso. Dentro di lei sentiva i contrastanti impulsi di riavvicinarsi all’amico e di picchiarlo per la sua sfrontatezza.

-E quello chi è?- chiese Vahn, facendo voltare Haris verso un lontano cavaliere che galoppava a tutta velocità in direzione del villaggio.

Man mano che si avvicinava, i due ragazzi videro delinearsi la sagoma di un giovane guerriero dai capelli neri avvolto da un logoro mantello grigio; i suoi occhi azzurri li fissarono gelidi mentre li oltrepassò senza dire niente.

Haris venne all’improvviso scossa da un brivido.

-Torniamo al villaggio.- disse con una voce stranamente seria.

-Perché?-

-Ho un brutto presentimento.- sussurrò mentre i suoi occhi solitamente allegri si incupivano.

   
 
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