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Autore: Vale11    02/05/2011    9 recensioni
La caposcuola Hermione Jane Granger aveva molto ascendente sugli studenti di Hogwarts, soprattutto da quando era finita la guerra. E Draco Lucius Malfoy stava cercando di sopravvivere al suo settimo anno. Non è mai stato da lui prenderle e non ridarle, non è mai stato da lui non reagire, non è mai stato da lui starsene buono e subire. Lo vide voltarsi un momento verso di lei, prima di affrontare le scale che portavano alla torre di astronomia. Lo vide reggersi al corrimano per costringere le gambe ad affrontare gli scalini, il braccio sinistro attaccato al petto. Non lo vide mai abbassare gli occhi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli era sembrato incredibile, quando si era reso conto di aver azzeccato il regalo per Potter e i Weasley. Non ci avrebbe scommesso. Mai. Ma si era reso conto di averci dato quando aveva porto ai suoi amici.
Dio che strana parola.
Il baule contenente tutto il necessario per una sana partita di Quidditch. Pluffe, boccino, bolidi, mazze, caschi e compagnia bella. Per ovvia ragione di spazio, quello che mancava erano gli anelli delle porte. Magia quanto vuoi, ma fino a un certo punto. Ronald aveva spalancato gli occhi, rigirandosi fra le mani i suoi nuovi guanti da portiere, e l’aveva preso per un polso per trascinarlo all’aperto dove si sarebbero smaterializzati per andare a giocare nei campi spogli vicino alla tana. Hermione lo intercettò, e lo trascinò con sé promettendo a Ronald di lasciarlo libero dopo poco tempo.
“Fai presto, Hermione! Ci serve un cercatore decente! George è una schiappa!”
 
Hermione si portò dietro Draco, ancora sconvolto dalla confidenza che si era stabilita col rosso e compagnia bella, fino a quello che doveva essere un salotto per gli ospiti.
“Ho una cosa per te”
Draco la guardò, regalandole il ghigno tipico della famiglia Malfoy.
“Anch’io”
“Prima io”
“Giusto, prima le signore”
“Quale bontà d’animo”
Hermione sorrise e materializzò una scatoletta di cartone argentata con parecchi buchi sul tappo, con un grosso fiocco blu scuro. Gliela mise in mano prima che potesse spiccicare un’altra sillaba.
 
Draco sciolse il fiocco con attenzione, infilandosi la stoffa nella tasca dei pantaloni, e sbirciò nella scatola. Quello che vide lo fece trattenere il respiro, prima di scoppiare a ridere di cuore. Nella scatole c’era un drago in miniatura, un ungaro spinato, vivo attivo e reattivo come uno normale. Un piccolo drago, come quello che Potter aveva estratto dal sacchetto durante il torneo Tre Maghi.
“Tu sei pazza, Hermione Granger! Dove l’hai pescata questa belva?”
Draco infilò la mano nella scatola, il drago gli annusò brevemente la mano e si decise a salire sul palmo. Prima di aprire le ali ed andare ad appollaiarsi sulla spalla del ragazzo.
“Tu non farmi domande indiscrete, e io non ti mentirò”
Hermione sorrise come la più esperta delle serpi.
Draco fu tentato di scoppiare a ridere di nuovo, prima che Hermione gli prendesse un polso e ci chiudesse intorno un braccialetto di metallo.
“E’ il tuo legame con lui, c’è il suo nome sopra. Finchè avrai questo al polso, in un modo o nell’altro, potresti anche riuscire a comunicare con lui. Si chiama Atlas”
Atlas, sentendosi chiamato in causa, sputò una minuscola fiammata. Draco scoppiò a ridere di nuovo prima di carezzargli il muso con l’indice, producendo una pergamena che porse ad Hermione.
“E questo cos’è?”
“E’ il mio turno”
La studiò con attenzione mentre Atlas gli annusava l’orecchio destro, cercando ogni minimo cambiamento di espressione mentre leggeva. Non si aspettava davvero che gli si lanciasse al collo in quel modo. Forse aveva azzeccato anche quel regalo.
 
Una stella. Le aveva regalato una stella. Non letteralmente, ovvio, ma aveva scoperto che c’erano siti internet che permettevano di dedicare le stelle alle persone. E lui le aveva dedicato Eltanin, la stella più luminosa della costellazione del dragone. Draconis. Draco. Significa serpente, o drago, ed era la stella dello zenit. Ed era la sua stella, adesso.
Sentì Draco passarle le mani dietro al collo e allacciarle una collana.
“Questo è il simbolo della tua stella. Casualmente, riesce a piacermi parecchio”
Hermione sorrise, trovandosi un pendente argentato a forma di serpente intorno al collo.
“Incredibile ma vero, una Grifondoro con un serpente al collo”
Hermione scoppiò a ridere, abbracciandolo di slancio e facendo perdere l’equilibrio ad Atlas, che si alzò in volo contrariato. Gli prese il viso fra le mani prima di baciarlo.
“Non solo al collo, anche fra le mani”
Lo prese per mano, smaterializzandosi con lui alla tana. Prima che lui la costringesse a smaterializzarsi con lui al manor, per prendere la sua scopa.
 
Harry Potter non l’avrebbe mai ammesso, ma Malfoy non era un giocatore pessimo. Anzi. Era bravo. Parecchio bravo. Fu tentato di rimangiarsi quello che aveva detto a proposito di suo padre che gli comprava il posto in squadra. Quel posto se lo meritava davvero, anche se adesso nessuno dei suoi vecchi compagni ce lo voleva più. Era un peccato, Draco era uno dei pochi che sapeva davvero giocare in quella Casa. Quando lui e Hermione si erano materializzati alla tana, lui con un drago in miniatura su una spalla e la scopa sottobraccio, aveva soffocato una risata. Vedere Malfoy con quel drago minuscolo appollaiato sulla spalla era stato quasi comico, ma dovette ammettere che era un regalo particolarmente azzeccato. Atlas aveva lo stesso pessimo carattere del padrone, e reagiva allo stesso modo alle provocazioni. Mordeva.
Eppure si ricordava di quando Draco sembrava aver mollato tutto, di quando aveva smesso di mordere e si lasciava pestare senza nemmeno reagire. Gettò un’occhiata verso Hermione, prima di scansare Malfoy che si era gettato in picchiata verso di lui rincorrendo il boccino con un ghigno folle stampato in faccia. Quella ragazza l’aveva rimesso in sesto. Hermione faceva davvero miracoli. Sorrise, gettandosi all’inseguimento del suo miglior nemico mentre Ron gli urlava dietro qualcosa di molto simile a un “Potter, che accidenti stai facendo? Muovi il culo della tua scopa e segui quel platinato maledetto!”
“Non ti sento, Ron! Troppo vento nelle orecchie!”
“E troppa aria nel cervello!”
 
Draco si ritrovò ad atterrare di pancia sul campo fangoso, stringendo fra le dita il boccino. Lo fissò perplesso, incredulo di averlo soffiato sotto al naso di Potter per la prima volta in anni. Scoppiò a ridere tirandosi in piedi, venendo poi sepolto da una valanga di capelli rossi che rispondeva al nome di Ginevra e George Weasley, i suoi compagni di squadra. Vide Hermione correre verso di loro, la macchina fotografica magica appesa al polso, urlando “Ho immortalato il tuo atterraggio perfetto” e con la coda dell’occhio fece caso a Potter, Ronald e Bill, infangato dalla testa ai piedi, che borbottavano qualcosa di ben poco soddisfatto. Gli parve di cogliere un “Effettivamente, il posto non se l’è comprato” dalla bocca di un Potter più divertito che piccato, che guardava ridacchiando Fleur che cercava di ripulire dal fango almeno una parte del viso di suo marito.

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E  IL MEGARITARDO!
  
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