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Autore: TheWhiteFool    03/05/2011    2 recensioni
Quando un affascinante sconosciuto si presenta alla porta di Glenn Brennan dicendole che è una strega, lei lo prende per matto. Peccato solo che sia tutto vero, e che la realista Glenn si ritrovi catapultata nel bel mezzo di una lotta millenaria fra i maghi del Sole e maghi della Luna... e non è detto che lei stia dalla parte dei buoni.
E, come se non bastasse, ci si mettono anche il misterioso Nathan e il dolce Anthon a confonderle le idee...
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Stringo le mani dietro la schiena, forte. Sento le dita tremare. È troppo: quel viso non mio riflesso nella porta finestra, e ora questo sconosciuto di cui Dotty parlava si presenta dove lavoro, e si comporta come se mi conoscesse da sempre.

Sospiro: è uno di quei momenti in cui capisci di aver bisogno di una poltrona, una coperta e una cioccolara calda.

-Glenn Brennan- lo straniero ripete lentamente il mio nome, con quella sua voce profonda, come se volesse assaporare ogni sillaba. Non sorride.

-Come fa ha sapere il mio nome?- gli chiedo, brusca. Qualcosa mi dice che non è venuto alla libreria per comprare, e quindi niente mi vieta di essergli scortese. E la mia scortesia è venata di paura, anche se faccio di tutto per non farglierlo capire. Fisso la mensola il tavolino di legno sommerso dai libri dietro di lui, ostentando un espressione indecifrabile.

-Chissà- dice lui, e per la prima volta sul suo volto si fa strada un ghigno -magari me l'ha sussurrato un uccellino.-

Mi si mozza il fiato: ma chi cavolo è questo? Che sia uno stalker psicopatico? Mi irrigidisco: se io fossi un gatto, in questo momento starei rizzando il pelo.

-Ma lei chi diavolo è?- gli ringhio contro:

-entra nel mio negozio, dice di conoscermi e si comporta in modo tutt'altro che normale!-

-Scusami, allora. Immagino di esserti apparso un cafone. Permettimi di presentarmi- dice lui in un tono monocorde, come non gliene potesse fregare di meno di rivolgermi delle scuse, e stesse pronunciando delle parole vuote.

La mia dote di pazienza non è infinita, e di certo si è estinta già da un pezzo: metto da parte il timore e lo guardo dritto negli occhi.

È alto, molto più alto di me, tanto che devo alzare la testa per fissarlo in faccia. È pallido e magro, e intorno alle labbra carnose si nota una sottile barbetta, come se non si fosse rasato per una notte soltanto. Quegli occhi azzurri che anche da lontano mi avevano fatto fremere ora sono vicini: cascate e laghi gelati d'inverno mi fissano immobili. I capelli neri gli sono aderenti alla nuca per la pioggia presa, e riesco quasi a sentirlo, l'odore di pioggia, come se provenisse da lui.

-Io sono Nathan. Nathan Fitzgerald- dice, e per la prima volta sorride...no. Lui ghigna, non sorride.

-Bene, Nathan Fitzgerald. Si può sapere come fa a conoscermi?- gli chiedo fredda, incrociando le braccia.

-Oh, domanda lecita. Vediamo...-

Nathan comincia a camminare intorno a me, molto lentamente, ma non so se sia per evitare movimenti bruschi che possano spaventarmi, o che al contrario questo sia il suo modo di giocare al gatto e al topo. Mi irrigidisco: se cerca di spaventarmi...beh, ci riesce benissimo. Ma non glielo darò mai a vedere.

-è una storia lunga e complicata, ma posso assicurarti che non ho cattive intenzioni, se questo ti può far stare meglio- dice pensieroso, quasi come se stesse parlando più a se stesso che a me. Alla fine si ferma e mi guarda negli occhi, serio, come se avesse deciso che è ora di smetterla coi giri di parole.

-Glenn, se so il tuo nome è perchè ho fiducia che tu potrai aiutarci in un progetto. Io e gli altri ti abbiamo vegliata a lungo, in tutti i tuoi diciannove anni di vita, perchè non ti accadesse niente di male.-

Non riesco a distogliere lo sguardo: i miei occhi sono spalancati -Gli altri chi? E cosa dovrebbe accadermi?-

-Gli altri del Cerchio della Luna, Glenn. I nostri fratelli e le nostre sorelle. Persone come te e me-

-Come... te e me?- chiedo, in sussurro impercettibile.

Nathan annuisce -sì. Streghe e stregoni. Coloro che portano la magia della Luna nel sangue.-

Si avvicina di colpo, inaspettatamente. Pochi millimetri dividono il suo corpo caldo del mio. La sua bocca è a un soffio dal mio orecchio.

-Tu sei una strega, Glenn- sussura, in un alito di vento e di pioggia.

Resto paralizzata.

In un lasso di tempo inferiore al secondo, ma che alla mia mente pare molto più lungo, mille pensieri mi vorticano nella testa. Non capisco, o forse capisco tutto. Mi sento come se vedessi per la prima volta le tessere sparse di un puzzle estremamente complicato, che solo io sono in grado di rimettere insieme.

tu sei una strega”

Rivedo l'immagine del mio volto riflesso e deformato nella porta finestra.

-No!- allontano Nathan di scatto, spingendolo via con le braccia, forte e violenta e confusa e arrabbiata.

-Le streghe non esistono- gli sputo addosso -non so se confondere le ragazze con assurde fantasticherie sia il tuo hobby preferito, Nathan Fitzgerald- pronuncio il suo nome come se fosse un insulto -ma ti conviene riprovare con qualcuna più giovane, perchè è da tempo che non credo più alle favole.-

Lui è arretrato di qualche passo, ma non sembra ferito nè dalla spinta nè dalle mie parole.

-Sapevo che l'avresti presa in questo modo- dice, passandosi una mano fra i capelli scuri.

Dà come l'impressione di essere il tipo d'uomo che non si scomporebbe neanche se ora gli passassi sopra con un tir a cento e venti all'ora. Se lo facessi davvero, e dio solo sa quanto ne ho voglia ora, credo che riuscirebbe a schivare l'assalto per un soffio, per uscirne fresco come dopo una passeggiata mattutina.

-non dovresti prendertela con me, ma con gli altri membri del consiglio- storce il naso -io te lo avrei detto prima. Sai, più giovane un individuo è, più è propenso ad accogliere la magia nella sua vita.- borbotta scuro in volto.

Se gli sguardi potessero uccidere, ora Nathan sarebbe già bello che morto. Ci tiene proprio a continuare questa storia assurda. Non voglio credere a niente di quello che dice.

Vedendo la mia occhiataccia, si riavvicina di nuovo e mi afferra i polsi: gemo e cerco di mandarlo via, ma non ci riesco. Non molla la presa fino a che non lo fisso in viso.

-Senti. Mi dispiace che tu debba a venire a sapere tutto così, di botto. Ma purtroppo non sono il tipo che ama indorire la pillola, quindi non facciamola tanto lunga.- inspira. Mi sta ancora tenendo i polsi, e forse è solo una mia impressione, ma mia sembre che dove le sue dita toccano la mia pelle ci sia una fornace bollente.

-Gli adulti non credono alla streghe. Ma questo non significa che non esistano.-

-da tempi immemorabili, l'egemonia della comunità magica si è spezzata: streghe e stregoni si sono divisi in due sottogruppi, con pensieri e ideali opposti l'uno dall'altro. Io faccio parte della confraternita del Cerchio della Luna, e così anche tu. Anzi, per essere precisi, hai un ruolo ben più importante del mio... ma una cosa per volta.- sopira, socchiudendo gli occhi per un attimo.

-so che è difficile da accettare. Ma non ti sei mai sentita strana, diversa dalle altre persone? A scuola, a casa, una vocina che cercavi di ignorare ti sussurrava all'orecchio che quella non era la tua vera vita. E ultimamente, avrai ricevuto dei segnali... ombre, riflessi di quella vera natura che è stata ignorata per troppo tempo.

Lui si allontana, e io abbasso lo sguardo. In genere non mi do mai pervinta, ammeno che non ci sia una ragione logica. Una parte di me vorrebbe prendere a pugni Nathan per le assurdità che sta dicendo, eppure l'altra parte vorrebbe potergli credere... credere che io sia una strega.

Non ha senso.

non ti sei mai sentita strana, diversa dalle altre persone?”

Sono sempre stata solitaria e schiva, preferendo il silenzio alla compagnia. Con pochissime eccezzioni.

ultimamente, avrai ricevuto dei segnali... “

l'immagine riflessa di quello che era e non era il mio volto, quello che avevo visto nel vetro della porta-finestra torna nella mia mente. Quello sì che si sarebbe potuto definire un volto da strega, ma io non sono così.

O forse non lo sono solo esteriormente?

Mi sento così confusa.

-credo che ora tu abbia bisogno di riflettere. Domani vai alla riva del lago: mi troverai la.-

non faccio in tempo ad alzare lo sguardo, che Nathan se n'è andato, portando il profumo di pioggia con sè.

 

 

*

 

Alle sette di sera finisco il mio turno e mia avvio verso la strada di casa. Fosse per me, me ne sarei andata via subito, ma non potevo mollare così il lavoro. Me la devo guadagnare la pagnotta, in qualche modo.

È da quando ho finito la scuola che mi sono trasferita in un monolocale in periferia. È un cesso di appartamento, ma questo e altro per la mia autonomia. Non che continuare a vivere con mio padre fosse un idea terribile, ma avevo bisogno dei miei spazi.

L'edifico è un palazzetto vecchio di almeno cinquant'anni, di un vago colore verde opaco, il ricordo sbiadito di quello che una volta era un intonaco color smeraldo. Ci sono quattro piani, e questo lo rende come un grattacielo in una cittadina piccola come Roven Lake. Comuque, io sono all'ultimo.

Quando entro, trovo Mrs Kettle nell'ingresso. Mrs Kettle è la vecchietta che vive al secondo piano, e sembra avermi presa in simpatia. I suoi passatempi preferiti sono collezzionare pantofole scozzesi, guardare le vecchie repliche di Beautiful e adottare gatti randagi.

-Glenn!- appena mi vede, mi rivolge un sorrisone. Avanza ciabbattando allegramente verso di me, mentre cerca qualcosa nel suo borsone;

-cara, purtroppo è vero quello che dicono delle borse grandi: non si trova mai niente. Ah... ecco qua!- estrae un polpettone impacchettato nella stagnola dalla borsa, in puro stile Mary Poppins, e me lo porge ancora prima che io riesca a dirle ciao.

-Mrs Kettle, non doveva...- sorrido, prendendo il polpettone in mano. Da quando mi sono trasferita, Mrs Kettle ha preso l'abitudine di prepararmi qualcosa da mangiare almeno una volta a settimana, e gira con cibo impacchettato nel borsone a quadretti finchè non mi incontra per consegnarmelo. Non è una cuoca provetta, però i suoi piatti hanno quel sapore casereccio che non gusto spesso, essendo una dicianovenne disadattata che sopravvive grazie ai surgelati.

-sciocchezze, sciocchezze- agita la mano, come a dire che non è niente di speciale -una vecchietta in pensione ha un sacco di tempo da perdere a casa, non mi dispiace cucinarti qualcosa.- si guarda l'orologio al polso -Oh, purtroppo ora non posso fermare a chiacchierare, cara, ma fra venti minuti ho un appuntamento con le amiche del bowling.-

-Non c'è problema. Vuole che l'accompagni? Il bowling non è lontano.- dico, mentre Mrs Kettle avanza ciabbatando verso la porta di ingresso.

-Oh, no, non ti preoccupare cara. A domani!- è quasi uscita dalla porta, quando si gira improvvisamente, spalancando gli occhi -oh, a proposito! È passato un giovanotto, dopo pranzo, chiedendo di te. Gli ho detto che eri fuori, ma che se voleva vederti poteva andare a trovarti al lavoro. Gli ho dato l'indirizzo della libreria, spero non ti dispiaccia!-

-...Ah, davvero?- ho la gola secca. credo di sapere di chi stia parlando.

Mrs Kettle mi strizza l'occhio -già. Era un bel pezzo di marcantonio, se permetti. Fossi in te lo inviterei a casa più spesso, non mi dispiacerebbe avere un bel moretto che gironzola per il corridoio di tanto in tanto. Beh, ora devo proprio scappare. A presto, Glenn, e cerca di mangiare un pò di verdura insieme al polpettone!-

Quando se n'è andata, resto per un attimo a fissare la porta d'ingresso. Poi scuoto la testa e salgo i gradini con passi infuriati e pesanti. Di certo, Nathan mi ha mentito: come può essere uno stregone se non è neanche capace di percepire quando sono o non sono in casa?! Sono sicura che se favesse davvero dei poteri magici non avrebbe avuto bisogno di chiedere indicazioni ad una vecchietta con una passione per le pantofole scozzesi!

E di certo io non posso essere una strega. Cioè, se sapessi fare incantesimi me ne sarei accorta: ho letto tutti i libri di Harry Potter. Se Nathan voleva farmi bere la sua storia, avrebbe fatto prima a mandarmi la lettera d'ammissione a Hogwarts, con tanto di firma di Albus Silente.

Entro in casa, metto il polpettone nel minuscolo freezer, mi tolgo gli anfibi con le punte dei piedi per poi buttarmi a faccia in giù sul divano letto.

Mi sfrego le mani sul viso: è stata una giornata intensa. Domani dovrò raccontare a Dotty che il suo Mister Dark, che è il modo in cui lei chiama Nathan dalla prima volta che l'ha visto, è tutto suonato.

Certo. Però...

Se io fossi davvero una strega, ora potrei far lievitare... diciamo, lo specchietto appeso in bagno fin qua sul divano.

La porta del bagno è aperta. Vedo una parte dello specchietto bianco affisso alla parete. Mi concentro.

-Specchietto... lievita!-

Niente.

-Specchietto... vieni qui da me!-

Nada.

Se con la sua sssurda storia Nathan aveva intenzione di farmi rincitrullire, ci è riuscito benissimo. Cioè, sto cercando di far volare uno specchio dal bagno al salotto con la forza del pensiero, cazzo!

Mi rialzo stiracchiadomi: meglio dimenticare quella assurda storia al più presto.

Mi svesto, lanciando i vestiti alla rinfusa nella cesta della biancheria sporca, (che ormai ha raggiunto un altezza preoccupante). Riempio la vasca d'acqua calda e mi siedo sul bordo. Adoro fare un bagno caldo la sera: mi aiuta a rilassarmi. Il lato negativo è che quando torno a casa tardi rischio di addormentarmi direttamente nella vasca. Una volta mi è sucesso davvero: la mattina dopo avevo i polpastrelli talmente raggrinziti da far paura.

Prima di entrare nell'acqua mando un messaggio a Dotty. Domani dovrò assulutamente raccontarle di Nathan.

 

Ciao Dotty

nn serve k mi rispondi, so k nn hai ancora finito il turno. Sappi solo che domani ti dovrò raccontare qualcosa al riguardo del tuo Mr Dark!!! ma nn ti dico niente, tanto x tenerti sulle spine. Ah, comunque se dovessi rincontrarlo nn dargli confidenza: è tutto suonato.

 

Sorrisi fra me e me: già me la immaginavo, a rodersi le unghie per la curiosità.

 

*

 

Resto a lungo ammollo nella vasca, tanto che se fossi un merluzzo a quest'ora sarei già bella lessata. I capelli chiari mulinano nell'acqua trasparente intorno a me, simili a delle alghe. A volte, Dotty mi prende in giro, perchè secondo il pensiero americano una bionda dovrebbe essere una ragazza abbronzata e ridente, e non una pallida, lentigginosa asociale come me. Dice che Madre Natura ha sbagliato in pieno col mio colore di capelli.

Sto così bene, immersa fino al collo nella vasca. C'è un perfetto silenzio, rotto solo dal tubare di qualche gufo fuori dalla finestra. Fisso assonnata il mio frastagliato riflesso nell'acqua.

D'improvviso, i contorni del riflesso si fanno più nitidi, e una me stessa immobile e terribile mi restituisce lo sguardo.

Urlo e mi scaravento fuori dalla vasca, inondando il pavimento d'acqua e schiuma. Annaspo fino allo specchio alla parete, lo stesso che prima stavo cercando di far lievitare, e lo guardo.

La mia faccia è quella di sempre. Mi avvicino: l'unica cosa anormale è la mia espressione, a metà fra lo spaventato e il confuso.

Eppure sono sicura di cosa ho visto: il mio viso tramutato, proprio come nel riflesso della porta finestra, appena qualche ora prima.

Scivolo giù fino a sedermi sul pavimento, tenendomi la testa con le mani.

O sto impazzendo, o quell'imbecille aveva ragione. La prima ipotesi è la più probabile, ma i riflessi distorti del mio viso e qualcosa del mio animo mi dicono che forse dovrei credere alla seconda opzione.

Fu in quel momento che iniziai a credere davvero alla stregoneria.

Domani vai alla riva del lago. Mi troverai là.

Nathan mi doveva delle risposte.

 

 

 

Ed eccomi qua con il secondo capitolo!

Questo pezzo è più che altro un periodo di transizione, che serve a introdurre un pò la vita di Glenn e il fatto che l'idea della magia cominci ad insediarsi in lei. La vera e propria storia comincierà nel prossimo capitolo, (dove chiarirò le questioni riguardanti alla magia, compreso il fatto del riflesso deformato di Glenn).

Grazie a tutti coloro che si sono fermati a leggere fin qui =) Ah, e un abbraccio speciale alle impavide che mi hanno lasciato una recensione per il primo capitolo:

ovvero sophia90, Miss_Slytherin e Dark Eyes! ^_^

Un bacione e alla prossima puntata, Darkness: passioni proibite andrà in onda su Rai2.... ehrm, EFP! XD

TheWhiteFool

   
 
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