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Autore: Lils__L7    04/05/2011    5 recensioni
E se Lumacorno decidesse di far produrre ai suoi studenti del settimo anno una pozione che prevede un procedimento.. particolare? Dopotutto, nessun uomo sano di mente imporrebbe James Potter come compagno di pozioni di Lily Evans, no?!
E' la mia prima fic.. siate clementi! :D
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lui e lei che stanno insieme solo con la colla.'
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Fourth day.

«Cause you had a bad day,
you're taking one down,
You sing a sad song just to turn it around.
You say you don't know,
you tell me don't lie,
you work at a smile and you go for a ride.
You had a bad day
..»
[Daniel Powter - Bad day]



Quella mattina il soffitto della Sala Grande era meraviglioso: non una nuvola, alcun segnale di maltempo, solo un sole splendente che illuminava i cucchiai con cui studenti e professori facevano colazione e il sorriso spensierato di Lilian Evans.
«Oh, sì, davvero pessima,» stava dicendo in quel momento ad Alice Longbottom, versandosi un bicchiere di succo di zucca e addentando voracemente quanto con classe un glassato, zuccheroso croissant. «ma divertente, devo ammetterlo.».
Alice quasi si soffocò con il suo tè e cominciò a tossire. «Una serata divertente con James Potter?!».
«Assurdo, vero? Non volevo crederci neanch'io, ma ho scoperto un lato nuovo di Potter: è quasi simpatico, insomma, non proprio tutto da buttare.».
«Lily, tu sei ubriaca.».
La rossa ridacchiò, consapevole di quanto tutta la situazione fosse surreale. Lei che rivalutava Potter?! «Può essere, Ali.».
«Quindi è vero che ieri avete fatto la ronda insieme?» si intromise nel discorso Margaret Brown, la brunetta seduta di fronte a loro con cui condividevano il dormitorio. «E avete incontrato Nick-quasi-senza-testa?».
«Sì,» rispose divertita e un po' perplessa Lily. «Perchè?».
La Brown sgranò gli occhi incredula, lasciando cadere l'ultimo pezzo di toast con la marmellata sui pantaloni della divisa del suo vicino di posto, il fratello Eric, che proruppe in uno sdegnato «Ehi!» senza però ricevere uno sguardo.
«Pensavo scherzasse, mentre lo diceva!» rispose, porgendo distrattamente il suo tovagliolino macchiato al fratello, contribuendo ad aumentare la superficie macchiata sui suoi calzoni - «Per Morgana!» - .
«Già, incredibile.» commentò ancora la rossa ridendo apertamente della buffa scenetta. Poi, adocchiato alla sua sinistra il ragazzo che cercava, finì di bere il suo succo di zucca e si alzò. «E' arrivato Potter, gli do appuntamento per oggi e poi scappo a prendere il libro di Difesa che ho lasciato di sopra. A dopo!».
Alice e Margaret si scambiarono uno sguardo eloquente e sconcertato, e seguirono con gli occhi la sagoma della Caposcuola che raggiungeva i Malandrini seduti due posti accanto, accennando un sorriso.
«Ehi, Potter,» chiamò Lily. 
«molto divertente ieri, ma spero che oggi riusciremo a combinare qualcosa. Hai gli allenamenti di Quidditch?».
«Sì, Evans,» rispose James sfoderando un sorriso sornione e bianco di zucchero. «finisco alle cinque e mezza. Un'oretta prima di cena?».
«D'accordo. A dopo, Potter.».
Quasi tutta la Sala Grande si ammutolì per osservare quella scena così inaspettata; erano stati davvero fortunati, constatarono: Lilian Evans che scambiava un paio di battute con James Potter senza urlargli contro non era tra quelle cose che si vedono in tutte le generazioni!
Meno fortunato fu senza dubbio Eric Brown, seduto accanto a Remus Lupin, che non pago delle macchie procurategli dalla sorella si ritrovò in un attimo tutto il caffelatte del vicino, trasalito quasi soffocandosi, proprio come Margaret, rovesciato sulla camicia bianca; eh già: quella era proprio una giornata strana!


Lily Evans non era una persona ritardataria, e a maggior ragione odiava chi lo era; e quel giorno a quanto pareva James Potter aveva proprio deciso di farla infuriare. La Caposcuola sedeva su un banco nella solita aula nei sotterranei, le gambe incrociate e le mani a tormentarsi delle ciocche di capelli; di tanto in tanto lanciava degli sguardi assassini all'orologio che portava al polso, constatando che il ritardo accumulato da quel pallone gonfiato privo di cervello aveva raggiunto limiti spropositati.
«Ma dove cavolo si sarà cacciato quell'idiota?!» sbuffò a bassa voce, stizzita, cominciando a raccogliere gli ingredienti inutilizzati che aveva avuto premura di sistemare sui banchi.
A passo svelto, la fronte corrucciata, sbatté la porta dell'aula e si diresse verso il campo da Quidditch, dov'era sicura l'avrebbe trovato a fare sfoggio delle sue grandi capacità in sella a quel manico di ramazza che portava sempre con lui. Senza curarsi di nulla, si piazzò al centro del campo con una mano sugli occhi, cercando il più in alto possibile la sagoma del Cercatore; tuttavia, James non era da nessuna parte: né lui, né alcuno dei suoi compagni.
Cominciando seriamente a spazientirsi, Lily incrociò le braccia di scatto con l'ennesimo sbuffo, preparandosi mentalmente il discorso che gli avrebbe fatto su quanto fosse dannatamente stupido e immaturo.
«Hai perso il tuo amichetto, Mezzosangue?».
La rossa girò la testa lentamente, dopo aver riconosciuto la voce di un Serpeverde del suo anno; lui e - Lily cominciava proprio a pensare che quella fosse la sua giornata più sfortunata - Severus Piton stavano fermi qualche passo dietro di lei, l'aria soddisfatta e strafottente di due che avevano architettato qualcosa di molto divertente.
«Anche se fosse, non verrei a chiedere a te dove cercarlo.» rispose lei, cercando di ricordare come si chiamasse; dannazione, era talmente insignificante che di lui non le era rimasto impresso neanche il nome. E dire che uno così brutto non si dimenticava facilmente! Alto, smunto, l'espressione arcigna, le sopracciglia foltissime e le labbra così pallide da confondersi col resto del viso; e poi, quel ghigno che non faceva altro che peggiorare la sua situazione..!
«Peccato, Mezzosangue,» rispose. «perchè io so dov'è.».
«Ah sì? E dove sarebbe, di grazia?» ribatté Lily, alzando gli occhi al cielo scocciata.
Il Serpeverde gongolò, contento di sapere qualcosa in più di Lily Evans per una volta nella sua vita; tergiversò per una manciata di minuti, convinto di tenerla sulle spine.
Inutile dire che la Caposcuola non solo non era affatto sulle spine, ma cominciava proprio ad averne abbastanza di quella situazione.
«Ok ok, forse la domanda era troppo difficile. Lo troverò da sola. Grazie comunque!» disse, facendo per andarsene.
«Ehi,» esclamò quello ostacolandole la strada. «non penso proprio ti muoverai da qui, Mezzosangue. Abbiamo avuto ordine di non..».
«Zitto, Parkinson!» lo interruppe Piton, assestandogli una gomitata - Ah, è vero, Parkinson! - .
«Avete avuto ordine di non, cosa?» domandò Lily alzando la voce.
«Di niente, Mezzosangue.» rispose Piton, guardandola torvo.
«E se sei così brava, scoprilo da sola!» aggiunse l'altro, guadagnandosi un'occhiata del compagno se possibile ancora più truce di quella rivolta a Lily.
«Bene, vedremo cosa ne pensano i professori di tutto questo.» sentenziò la rossa. «Intanto venti punti ciascuno in meno a Serpeverde, e ora toglietevi di mezzo se non ne volete perdere altri!».
Detto questo, cercò nuovamente di oltrepassarli per raggiungere il castello, cominciando a sospettare qualcosa di brutto; ma di nuovo, Parkinson le sbarrò la strada, estraendo la bacchetta.
«Rimettila a posto, Parkinson,» lo ammonì Lily, «prima che ti faccia male da solo.».
«E' proprio simpatica miss So-tutto-io, non è vero Severus?» ribatté quello facendole il verso e sghignazzando della sua stessa voce. «Chissà se tra un attimo avrà ancora voglia di scherzare..».
«Niente di divertente, Fabian.» masticò Piton sottovoce, dando le spalle alla scena.
«Ooh avanti, Severus! Facciamole passare per sempre la voglia di mettersi tra i piedi..».
«Ho detto di no, Parkinson.» replicò quello, a voce più alta. «Non dobbiamo metterci nei guai.».
«Non vorrei farvi notare che ci siete già, nei guai!» intervenne Lily. «E se non metti subito via quella bacchetta scommetto che saranno molto grossi!».
«Ma chi ti credi di essere, Mezzosangue?!» esclamò Parkinson, brandendo la bacchetta. «Ora ti faccio fare la fine dei tuoi amichetti! Cru..».
«NO!».
Lily fissò senza parole Severus Piton che abbassava con uno schiaffo la mano di Fabian Parkinson che stava per cruciarla; non si chiese perchè quei due avrebbero dovuto tenerla occupata per un po' di tempo, non si chiese cosa fosse successo intanto a James, non si chiese come facesse il Serpeverde a conoscere e saper usare una Maledizione senza Perdono, e non si chiese cosa sarebbe successo se l'incantesimo fosse andato a segno.
L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che Severus l'aveva fermato per non fargli fare del male a lei.
Rimase impietrita a fissarli, improvvisamente senza parole. Vide le labbra di Piton muoversi velocemente e lo sguardo di Parkinson farsi corrucciato, poi entrambi le voltarono le spalle e corsero via senza girarsi mai indietro.
Cadde sulle ginocchia, senza accorgersi che intanto si era fatto buio e che una pioggia leggera aveva cominciato a cadere sul castello.

L'infermeria era uno dei posti che Lily odiava di più ad Hogwarts: puzzava di disinfettante e di malattie, e le ricordava terribilmente gli ospedali Babbani in cui era stata da piccola quando lei o Petunia si erano ammalate seriamente. E si ritrovò a pensare che da quel momento l'avrebbe odiata ancora di più: metà squadra di Quidditch dei Grifondoro, Sirius Black e Remus Lupin erano stesi su quei letti bianchi, doloranti e scapigliati.
Madama Chips le si fece immediatamente incontro.
«Signorina Evans! Che ci fa qui?» sussurrò. Poi, non ottenendo risposta, «Signorina Evans, lei è completamente zuppa! E' stata attaccata anche lei?».
Lily scosse la testa, con un altro brivido di freddo.
«Che cosa è successo?».
«Oh, un giochino innocente tra compagni di scuola!» rispose la donna, tentando una finta risata. «Stando alle parole di alcuni suoi compagni dei Serpeverde, voleva essere solo uno scontro verbale. Ma a quanto pare qualcosa è andato storto, come vede! Lì, il signor Lupin,» fece indicando Remus, «è stato chiaramente Schiantato. La signorina Light ha il naso rotto, credo da un Bolide stregato. E il signor Potter, lo guardi, è conciato proprio male. Sembra sia caduto dalla scopa, ma.. uno bravo come lui, chi ci crede!».
La rossa si avvicinò lentamente ai letti dove giacevano i suoi compagni, senza curarsi di Madama Chips che borbottava
«Ragazzacci!».
Remus mugolava massaggiandosi lo sterno, dove evidentemente era stato colpito; quando la vide spalancò gli occhi per la sorpresa e abbozzò un sorrisetto di saluto.
«Lily.» mormorò.
«Remus, che avete combinato?» gli chiese lei.
«Oh, niente di grave.» rispose lui ridacchiando per sdrammatizzare, tradito da una smorfia di dolore. «Hanno attaccato briga..».
«E ci siamo difesi come dei veri Grifoni!» intervenne Sirius, sdraiato sul letto accanto, alzando il pugno combattivo. Lily notò numerosi e profondi tagli su tutto il corpo del ragazzo. «Ci avresti fatto i complimenti, Evans! A te com'è andata la giornata?».
«Non c'è niente da ridere Black, potevate farvi davvero male!» lo rimbeccò lei.
Ignorando il suo borbottare, Lily oltrepassò il suo letto per andarsi a sedere su quello di James. Il Cercatore era macchiato un po' ovunque di terra, ricoperto di fasciature e graffi da capo a piedi, e teneva gli occhi semichiusi.
«Potter.» chiamò, per fargli aprire gli occhi. James li spalancò per un istante, arrossendo, per poi richiuderli dopo una fitta di dolore.
«Evans.» la salutò. «Scusa per la pozione, rimedierò domani.».
«Domani lei non si muove di qui, signor Potter!» strillò Madama Chips, affacciandosi con la testa dal suo stanzino.
Lily ridacchiò.
«Come ti senti?».
«Una meraviglia.» rispose lui con un sorriso tirato. «Tu?».
«Non sono io ad avere tre quarti di corpo fasciati, Potter..».
«Sembri scossa però. E' successo qualcosa? Ti hanno attaccato?» replicò James, preoccupato.
«No,» rispose la rossa, sorridendo intenerita: Potter si stava allarmando proprio come prima aveva fatto lei. «Ti ho aspettato al sicuro nei sotterranei per un'ora buona. Pensavo fossi morto.».
«Beh.. quasi!».
«Non dirlo neanche per scherzo, Potter!».
«Perchè, ti dispiacerebbe?».
«Affatto, direi.» gli disse Lily, con una smorfia distrattamente pensierosa. «Ma ho bisogno di te per la pozione di Lumacorno. Quindi vedi di non farti ammazzare prima, ok?».
James rise stringendo le coperte del letto per il dolore.
«Provvederò, Evans. Ora torna in dormitorio, sicuramente si staranno chiedendo tutti dove sei finita.».
«Passo a salutarti domani.» disse lei d'un fiato, stupendosi di se stessa per tanta iniziativa.
«Volentieri. Buonanotte, Lily.» rispose lui sorridendo, davvero contento. Poi chiuse gli occhi.
E in effetti, una bella dormita avrebbe fatto più che bene anche a lei.



Oddio, questo è venuto molto più lungo! :S
Spero sia comunque leggibile e scorrevole, qualità che mancava al precedente (lasciatemi ringraziare anche qua Selene Lightwood e DetectiveMary che continuano a recensirmi e a riempirmi di complimenti e felicità *_____*) :) ..
Come andrà a finire questa brutta faccenda?! E la nostra povera pozione??
Il tutto.. nel prossimo capitolo! xD
L7
  
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