04/05/2011
0 recensioniEpilogo: Cinabro
Emily vide tutto da lontano, trattenuta da un paio di braccia forti che
la stringevano dolorosamente.Vide Milady aprire gli occhi e fissare il vuoto, estatica, le gocce d’acqua che impreziosivano i ricci, il vestito zuppo e le mani, giunte come in preghiera che rivelarono un singolo, piccolo petalo di rosa color rubino.
E poi lo udì: inconfondibile, uno sparo.
Milady che schiudeva le labbra scarlatte e cadeva all’indietro, il suo tesoro che fluttuava in aria e le braccia morte che si aprivano come per avvolgere l’infinito che ora scorgevano quegli occhi, il tonfo del corpo abbandonato, i capelli che tornavano in superficie, dita e seta che emergevano trai flutti prima di essere oscurate dal rosso del sangue ed il nero dell’acqua.
Gli occhi sbarrati, un urlo morto in gola, Emily cercò di divincolarsi ma gli occhi le si chiusero, la testa all’improvviso calda ed una goccia di liquido bollente che le scivolò sul viso prima di baciarle le labbra.
-Poteva desiderare di tutto! Poteva finalmente salvarci e ha deciso di morire, quella puttana!-
*
Emily non aveva più da tempo le lentiggini, sostituite da un
incarnato nobile e pallido; le sue mani ora erano lisce e vellutate, i
capelli acconciati in morbidi boccoli dorati.La veste grezza era da anni solo un ricordo: bianco e oro, questi erano ora i suoi colori.
Bianco l’abito, dorati i gioielli e le sottili labbra rosate ricoperte di un prezioso rossetto rosso, per imitare lei.
Emily era felice? Con molti sforzi aveva ottenuto il permesso dai Mimi di uscire in giardino, ed era deliziata dalla prospettiva dell’aria fresca e dei fiori primaverili che non vedeva da anni.
Lei amava i fiori.
Vagò per l’erba ed i verdi germogli, beandosi eccitata di quel cambiamento, accarezzando i tronchi robusti ed occhieggiando i cespugli più lontani, finché non s’accorse di una singola pianta di rosa, arrampicata su una colonna nascosta dietro ad un faggio imponente.
Si avvicinò ed ammirò i pudici boccioli ancora ammantati di verde, che poggiavano discreti sul marmo bianco, e vi girò attorno finché non si sentì sfiorare la guancia da qualcosa e non si accorse che una singola rosa dai petali generosi era stata sistemata trai boccoli che le scivolavano sulle orecchie.
Si voltò esitante e la vide, Milady, così splendida e così vicina.
Allungò una mano per toccarla ma strinse l’aria davanti a sé, la sua figura ancora intatta.
-Grazie.-
E furono due i sorrisi a specchiarsi, cremisi e preziosi.
-Ora posso finalmente riposare.-
E per un attimo la figura di Milady si fuse con la sua e le sembrò di provare un senso di pace assoluta, libertà, realizzazione… prima di tornare ad essere sola in qual giardino, con una rosa trai capelli e semplici boccioli sotto le dita.
Ann aveva deciso di morire.
Ed ecco l'epilogo, la fine. Che non chiarisce alcuni punti, l'ho fatto apposta. Ok, anche se ho cercato di rimediare :) è stata una storia piuttosto impegnativa da scrivere, non per la trama ma proprio per lo stile.
Temevo di risultare stucchevole, ho limato in più punti -odio la scrittura troppo barocca x°
Mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate, e ringrazio hane per il commento :) anche tu, lettore ignoto, esci dall'anonimato e fatti sentire! Pareri, suggerimenti e consigli sono sempre ben accetti :)
Nyappy