Ci tengo a ripetere che questa fic sta partecipando al contest "Seven Weeks" indetto sul forum da Shark Attack
Bimba_Chic_Aiko con “Why”
? Originalità
? Grammatica
? IC Personaggio Base
? IC Personaggio Aggiunto
?
Plausibilità flashfic
? Uso del Prompt (ottimo!)
?
Bonus/Malus (neutro)
Totale: 6 punti
Nick:
Bimba_Chic_Aiko/Bumbuni su EFP
Titolo: Why
Personaggio base:
Hinata
Personaggio
aggiunto: Tenten
Prompt: Dubbio
Note dell'autore:
L'unica nota che ho ritenuto di dover inserire riguarda l'ambientazione.
Ovviamente non è un AU; è ambientata durante l'attacco di Pain a Konoha. Chiedo
scusa per eventuali errori riguardanti proprio l'ambientazione, ma ultimamente
mi sono persa qualche spoiler del manga^^'
Why
Dall'alto
della sua postazione Hinata osservava la devastazione del campo di battaglia.
La polvere che ricopriva
il suolo era rossa di sangue. I corpi dei feriti erano stati portati via, ma per
i morti non rimaneva da fare altro che piangere.
Piangere lacrime amare su quei corpi, emblema
di tutte le brutture della guerra.
Hinata scrutava silenziosa mentre mille
domande, mille dubbi le riempivano la testa e si riflettevano nelle sue iridi
cristalline.
Che senso
aveva combattere? Una guerra aveva davvero un vincitore e un vinto, quando tante
persone perivano alla ricerca del trionfo? Forse erano quesiti sciocchi per un ninja,
per una combattente, ma in guerra c'è sempre chi si chiede
perché.
Chi sopravvive
e prima di alzare di nuovo le armi si pone della domande.
Dubbi ai quali non trova risposta, forse
perché una risposta non c'è.
L'incertezza accompagna sempre un conflitto.
L'incertezza riguardo ciò
che si sta facendo; il dubbio di vivere abbastanza per vedere un altro giorno
nascere.
In fondo la
guerra è anche questo e ogni alba ha i suoi dubbi.
Hinata guardava alla ricerca di qualcosa che
la spingesse ad essere risoluta e sicura riguardo il proprio ruolo in quel
conflitto; intorno a sé, tuttavia, non c'era altro che devastazione e
dolore.
Madri che
piangevano i propri figli; bambini che invocavano invano i nomi di padri che non
sarebbero tornati.
Hinata sentì gli occhi inumidirsi e sobbalzò quando qualcuno le posò una
mano sulla spalla.
Era
una mano piccola, calda e il profumo che l'avvolse era dolce, femminile,
buono.
Voltò il capo e
incontrò gli occhi color cioccolato di Tenten.
Erano occhi stanchi, provati e il sorriso che
la maestra delle armi le rivolse tirato.
“Perché Tenten? Quale scopo può giustificare
tanta sofferenza?” mormorò Hinata, osservando il vuoto davanti a
sé.
“Non lo so,
Hina-chan. Forse qualcosa che noi non riusciamo a comprendere , forse
nessuno.”
“Ma
allora..perché?” si ostinò la mora.
Tenten alzò le spalle e sorrise
amaramente.
“E' il
nostro lavoro, Hinata, difendere Konoha. Per quanto mi riguarda, amo il mio
paese e sono disposta a dare la vita per lui”
Hinata, che per tutto il discorso aveva
fissato Tenten, si voltò e sentì l'amica allontanarsi.
Anche lei amava Konoha, ma nonostante tutto
l'amor patrio non le bastava per saziare i suoi dubbi. Perché amare il proprio paese, volerlo
difendere, significava per forza uccidere? Non c'era giustizia in
quello.
Se davvero
esisteva un dio, come poteva permettere che il massacro dei suoi figli?
La domanda si affacciò
all'improvviso nella mente di Hinata e ne rimase così turbata da scuotere il
capo più volte.
Ma a
renderla ancora più triste fu il fatto che non riuscì a darsi una
risposta.
Come tutte
le domande che fino ad allora si era posta, anche questa sarebbe rimasta un
interrogativo insoddisfatto.
La giornata stava finendo. Il sole lentamente stava scivolando oltre
l'orizzonte, lasciando che un vellutato manto di stelle calasse sulla
distruzione di Konoha.
Hinata rimase sola con i suoi dubbi.
Fine.
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