Libri > Leggende Arturiane
Segui la storia  |       
Autore: Deirdre_Alton    06/05/2011    1 recensioni
Galahad ripensa alla sua vita. Quando fu chiamato a Camelot da Re Artù e dovette abbandorare il monastero in cui è cresciuto, lontano dalla madre e dal padre che non gli hanno mai mostrato l'amore di cui aveva bisogno.
(Il titolo del racconto deriva da un pezzo dei Placebo "I'll Be Yours")
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bedivere, Mordred
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 33

Mordred era vestito di rosso rubino, la tunica era riccamente decorata sul bordo inferiore e sulle maniche. Era strano, lui amava indossare colori scuri, cupi.
Era impossibile che fosse lì, ne ero cosciente. Come avevo potuto sentire e seguire la sua voce per miglia senza vederlo? Perchè ero lì? Cosa c'era lì? Il Graal? Se lui conosceva la strada per quel luogo, perchè non avevamo potuto viaggiare insieme? Era partito dopo di me anche lui destinato a cercare il Graal?
Ama.
Mi aveva detto Nimue.
Era perchè ero innamorato di Mordred? L'avevo in qualche modo portato io lì? Costretto ad un viaggio di privazioni come me?
Lui alzò la testa al cielo e rise di gusto. Nello stesso ed identico modo di Morgana, quel giorno nel suo giardino.
Morgana?
Morgana?
Puntò i suoi occhi su di me, serio e severo. «No», disse con voce profonda, «poni troppa fiducia nelle capacità di Morgana se pensi che lei sia capace di cambiare aspetto.»
Non era Mordred ed ero stato un completo idiota a pensarlo, eppure era lui.
Era me.
Mi sentii vacillare.
«Sì, io sono te. Il Galahad che vedono gli altri, il santo, il perfetto, il cavaliere senza macchia e senza paura, figlio di Ser-»
«No!» Lo bloccai. «Cosa vuoi da me, perchè mi hai portato qui?» Ero sfinito, confuso e incominciavo a temere che lui fosse solo frutto della mia fervida immaginazione. Ero rimasto solo troppo a lungo.
«Galahad, tu sai che è la verità, lascia perdere questi sciocchi pensieri. Ascoltami attentamente.» Si appoggiò con la schiena al tronco dell'albero, incrociando le braccia sul petto. Perchè sembrava, sembravo, così saccente? Apparivo così alle persone?
«Il Graal è la ricerca del Graal. Comprendi? E' il viaggiare che ti forma, che soddisfa un cuore puro» rise «non così puro, ma in confronto con gli altri cavalieri dall'anima nera... Oh non ti offendere! Anche il tuo Mordred non è così male, per essere un pagano.»
«Cosa vuoi da me?» ripetei, stavo tremando.
«Darti il Graal, è così semplice. Ovvio.» Si strinse nelle spalle.
«Hai appena detto che il Graal è la ricerca!» replicai spazientito. «Sto litigando da solo! Questo è…»
«Nimue ha cercato di darti dei consigli. La speranza si sa è l'ultima a morire, hai fatto del tuo meglio ma non si può nulla contro il fato.»
Mi passai una mano sugli occhi, avevo la vista annebbiata dal sudore che mi imperlava la fronte.
«Prendi al volo!» disse lui, aprii gli occhi, mi aveva lanciato qualcosa, un fagotto. Mancai la presa. Cadde e sentii il rumore di qualcosa andare in frantumi. Mi chinai ed aprii la pezza di stoffa, era un vaso di coccio rotto. Un vaso... una ciotola, antico. Il…
«Sì, il Graal. Era il Graal. Divertente, no?» rimasi a fissare quei frantumi, le mani mi tremavano.
«Non perdere tempo su quei cocci ora! Devi andare, presto. Forse potrai ancora fare qualcosa di buono. Guardami!» Lo guardai, stava sbiadendo. «Prenderai la barca, convinci Bors e Bedivere a venire con te. Capito? Devi farlo, ora vai o sarà troppo tardi per mantenere la tua promessa!»
«Cosa devo...», abbassai lo sguardo sul Graal in pezzi, «fare con questo?» guardai di nuovo me, ma era scomparso. Il cuore mi pulsava nelle orecchie. Posai le mani sui cocci, sentii qualcosa di umido. Mi ero tagliato? C'era sangue, troppo sangue. Non poteva essere tutto mio. Usciva dal Graal. Lanciai un urlo di disperazione chinandomi a terra, piansi. Quando mi fui ripreso, raccolsi il Graal nella pezza, salii sulla mia cavalcatura incitandola come se avessi il diavolo alla calcagna.
Mi fermai solo per far riposare il cavallo, avrei viaggiato anche a piedi, correndo, ma ero un pazzo a pensarlo. Avevo la sensazione che stesse succedendo qualcosa di orribile. Se non avessi perso tempo con il mio viaggio... ma come potevo sapere quale strada percorrere? Se fossi tornato in tempo, cosa avrei potuto fare?
Non si può nulla contro il fato.
E' tutto scritto, ma io non penso che sia tutto inevitabile, tu sei libero di scegliere.
Cosa mi aveva taciuto Nimue? Cosa aveva visto e nonostante questo mi aveva detto di partire?
Per quanto catastrofici fossero i miei pensieri, non ero pronto, nessuno poteva esserlo per quello che si presentò ai miei occhi quando arrivai nei pressi del Lago di Vetro, poco distante da Camelot ormai caduta e che non sarebbe mai più risorta.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Leggende Arturiane / Vai alla pagina dell'autore: Deirdre_Alton