Titolo: L’ultimo istante
Autore: adamantina
Rating: Verde
Tipologia: One-shot
Genere: Fantasy
Avvertimenti: Het, One-shot
Parole scelte: Anima, Vivere, Perso
Credits: /
Note dell’autore: /
Introduzione: Ogni undici anni, la Dama Nera sceglie i bambini che diventeranno Custodi dei Quattro Elementi. Jade è tra i prescelti, Custode dell’Acqua.
Ma la Dama Nera, per un inspiegabile motivo, si accanisce su di lei, e la rabbia porta Jade a commettere l’errore più grave che potesse fare.
Le cui conseguenze potrebbero non ripercuotersi soltanto su di lei …
L’ULTIMO ISTANTE
»
Oggi «
La pioggia
scendeva,
scrosciante e rumorosa, sul bosco buio.
Era notte, ma le
nuvole
dense e minacciose coprivano luna e stelle: nessuna fonte di luce
riusciva a
penetrare tra le fitte fronde.
Improvvisamente
un rombo di
tuono squarciò il silenzio, a breve seguito da un lampo di
luce biancastra, che
illuminò gli alberi scheletrici quasi a giorno.
La ragazza era
immobile al
centro della radura.
I lunghi capelli
corvini
erano sollevati verso il cielo, a circondare il volto pallido come
un’inquietante aureola nera. Un lungo mantello scuro copriva
il suo corpo
esile, le braccia erano leggermente staccate dai fianchi, i palmi
rivolti verso
l’alto e la testa reclinata all’indietro.
«Non
credi di star
esagerando?»
Gli occhi della
ragazza,
color del mare in tempesta, si spalancarono al suono di quella voce.
Abbassò
le braccia e sollevò
la testa.
Il temporale
sembrò
immediatamente perdere forza, come se qualcuno avesse abbassato un
interruttore.
«Dovrei
chiederti cosa ci
fai qui» replicò «Ma poi sarei costretta
ad ascoltare la risposta.»
«Cosa
ti fa pensare che ti
risponderei?»
L’interlocutore
si fece
avanti nella radura. Sembrava che brillasse di luce propria: una luce
aranciata, innaturale, che si intonava agli occhi di un nocciola denso
e caldo
e ai capelli rossi.
«Il
fatto che sia stato tu a
cominciare questa conversazione.»
«Cosa
stai facendo?»
«Niente
che ti riguardi.»
«Tutto quello che fai mi riguarda,
Jade.»
La ragazza
solleva
elegantemente un sopracciglio.
«E
allora perché non ti sei
fatto vivo per due anni?»
«Mi
chiedevo quanto ci
avresti messo a rinfacciarmelo.»
«Hai
ragione. Che mancanza
di tatto da parte mia. Perdonami, Lukas.»
Seguirono
diversi istanti di
silenzio, durante i quali i due si squadrarono a vicenda con un misto
di rabbia
e pacata curiosità.
«Jade
… come sta?» chiese
alla fine lui, distogliendo lo sguardo.
«Come
sta chi?» Il tono della
ragazza si fece
ancora più freddo. Prima che il ragazzo potesse replicare,
aggiunse «Non hai
neanche il diritto di chiedermelo, Lukas.»
Lui
assentì appena, con un
distratto cenno della testa.
«Cosa
stai facendo,
comunque?»
«Sto
rimediando a quello che
tu hai fatto. Se non fossi qui,
questo bosco sarebbe già bruciato.»
«Non
posso badare a tutto,
Jade. Specialmente adesso che il mio potere è agli
sgoccioli.»
«Puoi
almeno provarci! È il
tuo compito! Sai da
quanto tempo sono qua ferma? Tre giorni! Qualche anno fa mi sarebbero
bastati
venti minuti!»
«Il
nostro tempo è quasi
finito.»
«Questo
non significa che
possiamo trascurare i nostri
doveri.»
«Non
sei cambiata, eh?
Sempre così ligia al dovere.»
«Se
hai altro da aggiungere,
questo è il momento di farlo, perché
l’incendio è spento e conto di andarmene
via adesso.»
«Non
ho altro da dire.»
«Bene.»
«Bene.»
Jade scosse
leggermente la
testa e fece un respiro profondo. La pioggia all’improvviso
smise di scendere e
i tuoni di scuotere la notte.
Senza
più voltarsi indietro,
Jade se ne andò.
»
11 anni
prima «
Non erano stati
semplicemente scelti.
Il Destino, era
quello a far
sì che, ogni undici anni, ci fossero dei ragazzini pronti a
svolgere un compito
insidioso.
I
Custodi degli Elementi.
L’equilibrio
delicato che
regnava sulla Terra non era affatto casuale. Potentissime forze erano
dedicate
a mantenerlo sempre costante.
In particolare i
quattro
elementi che la costituivano avevano bisogno di reggenti. Di qualcuno
che
gestisse quelle enormi forze incontrollate e le incanalasse attraverso
di sé
per evitare uno scontro elementale.
E i Custodi
più potenti
erano i bambini.
Non dovevano
essere troppo
piccoli, naturalmente: abbastanza giovani da essere facilmente
plasmabili e
aperti all’innaturale, ma abbastanza grandi da capire le
conseguenze delle loro
azioni e affrontare l’enorme peso
che
l’essere Custodi comportava.
Dopo anni e anni
di
tentativi, finalmente si era trovata la formula giusta.
Quattro ragazzi
di dieci
anni, ogni undici anni.
Naturalmente il
fallimento
era una possibilità, e neanche troppo remota.
Terremoti,
esplosioni
vulcaniche, inondazioni, uragani: queste erano le conseguenze di errori
da
parte dei Custodi.
Era
un’enorme, immane
responsabilità.
E
quell’anno era toccata a
loro.
La Dama Nera era
venuta a
cercarli nella notte di Capodanno.
Era una donna
estremamente autorevole. Non
urlava, non era
altissima né vistosa, semplicemente emanava autorevolezza da
ogni poro.
Sembrava al tempo stesso giovane ed incredibilmente vecchia. I suoi
capelli
erano neri, i suoi occhi scuri e vestiva sempre di nero. Nessuno
conosceva il
suo vero nome.
Li aveva rapiti
alle loro
famiglie, incantandole in modo che non ricordassero di avere figli. Era
un
metodo crudele, ma assolutamente necessario.
Li aveva portati
in un
meraviglioso edificio in stile vittoriano nel bel mezzo del nulla.
Nessuno dei
ragazzi aveva idea di dove si trovasse esattamente la loro nuova casa.
Loro,
semplicemente, la chiamavano Il Castello.
Nessuno di loro
si era
stupito troppo quando la Dama Nera aveva spiegato loro che, da un anno
a quella
parte, avrebbero dovuto sostenere il peso del controllo di un elemento.
Tutto
quello che riguardava quell’elemento sarebbe stata una loro
diretta
responsabilità.
I bambini
avevano solo nove
anni, e per un altro anno i precedenti Custodi sarebbero rimasti in
carica. Poi
sarebbe stato il loro turno.
Si conobbero e
strinsero
subito un’amicizia incredibilmente profonda.
I legami degli
elementi
cominciavano a formarsi, incerti, aspettando il momento in cui il
potere
sarebbe stato veramente loro, ma sentendolo già nelle ossa.
Jade era
minuscola, timida,
con una cascata di lunghi capelli nerissimi e occhi color del mare. Il
potere
che le sarebbe stato affidato era quello dell’acqua.
A Cal sarebbe
stata affidata
l’aria. Era un ragazzo
esile, sveglio
e taciturno, con occhi grigi e capelli chiari.
Lukas, capelli
rosso-arancio, occhi nocciola, era vivace, ironico e scattava
facilmente. Che
il suo elemento fosse il fuoco era
stato evidente fin da subito.
La pragmatica e
sincera
Sharon, alta ed atletica, aveva capelli castani e occhi scuri, ed era
onesta e
affidabile, legata indissolubilmente alla terra.
La Dama Nera,
che mai aveva
rivelato le proprie origini né il suo vero nome, li aveva
presi sotto la
propria ala protettrice e li aveva addestrati per un anno con tutta la
teoria
possibile su quelli che sarebbero stati i loro futuri doveri.
La pratica
sarebbe solo
venuta in seguito, con l’acquisizione dei poteri.
«Credi
davvero che cambierà qualcosa, Cal?» chiese Sharon.
«Non
lo so. Lei continua a ripeterlo, ma non so se effettivamente
… »
«Sarà
tutto diverso» intervenne Lukas, lo sguardo totalmente
esaltato.
«Saremo le persone più potenti del
mondo, capite?»
«Non
so se lo voglio davvero» mormorò Jade.
«Mi fa paura.»
Tutti
la guardarono come se fosse impazzita.
»
10 anni
prima «
Allo scoccare
della
mezzanotte del primo di gennaio era successo.
Qualcosa
era cambiato.
Nessuno di loro
avrebbe
saputo dire cosa esattamente, ma
solo
ora riuscivano a capire profondamente ciò di cui la Dama
Nera aveva parlato
loro così a lungo.
Era successo
qualcosa nella
loro anima, che ora era legata a
doppio filo con un elemento.
Jade sentiva le
onde che la
travolgevano, Lukas aveva il cuore in fiamme, Sharon non era mai stata
così
conscia della presenza del terreno solido e sicuro sotto i suoi piedi e
Cal si
sentiva libero di volare nell’aria più pura.
I ragazzi
ricordarono quel
giorno come meraviglioso e tremendo al tempo stesso.
La parte
tremenda stava nel
fatto che solo allora il loro addestramento cominciò sul
serio.
E non avrebbero
mai pensato
di trovarlo così duro.
«Basta,
per favore» singhiozzò Sharon, in lacrime.
«Non ce la faccio più!
Sono giorni che non riesco a dormire perché, ogni volta che
ci provo, una
roccia cade, o una valanga, o … »
«Imparerai
a controllarlo» cercò di consolarla Jade.
«La
Dama Nera continua a ripeterlo, ma non credo che ci riuscirò
mai!
Come fai, Jade?»
«Io
… non lo so. È automatico.»
«Sei
fortunata. Per me è impossibile.»
«Migliorerai
presto, Sharon. Devi impegnarti al massimo.»
«Lo
faccio già. Sempre. In ogni singolo istante cerco sempre di dare di
più. E sai cosa, Jade?»
«Cosa?»
«Non
serve a niente.»
»
8 anni
prima «
I loro poteri
crescevano in
proporzione alla loro età, e sembrava tutto così bello.
L’addestramento
era duro,
certo, e peggiorava di giorno in giorno.
Ma per il
momento si
godevano il loro potere e si beavano della loro amicizia.
«Oggi
ho fermato un terremoto di proporzioni epiche » si vanta Sharon.
«Ancora
non batte l’incendio della settimana scorsa.»
«Scherzi,
Jade? Terremoto batte incendio per tipo … centoventicinque a
due!»
«Ma
nemmeno per idea.»
»
7 anni
prima «
Il loro compito
era sempre
più difficile, e di certo non sembrava che la Dama Nera
facesse alcunché per
renderlo meno gravoso.
In particolare
se la
prendeva sempre con Jade, per ogni minimo errore, e la ragazzina
cominciava a
non poterne davvero più.
«Spiegami
perché si arrabbia soltanto con me, Cal.»
«Non
lo so.»
«Voglio
dire, facciamo tutti degli sbagli. Capisco che ci sgridi per
questo, ma perché deve sfogarsi con tanta rabbia solo su di
me?»
«Forse
perché crede di più in te, Jade.»
Lei
considerò l’idea per un secondo.
«Non
ha senso» sbuffò.
«Ne
ha, invece. Pretende di più perché sa che sei la
più dotata tra di
noi.»
«Secondo
me, invece, le sto soltanto antipatica.» tagliò
corto Jade.
Ma
dentro di sé sentiva che non era così, che
c’era qualcosa di più che
continuava a sfuggirle.
»
6 anni
prima «
I ragazzi
avevano
quattordici anni. Da quattro ormai si destreggiavano senza sosta nel
tentare di
mantenere l’equilibrio tra i loro elementi.
La Dama Nera
ripeteva che,
perché ci fosse armonia tra gli elementi, doveva esserci tra
i Custodi. Per
questo incoraggiava i ragazzi a sfruttare il poco tempo libero che
avevano
tutti insieme.
E loro
accettavano di buon
grado.
La loro amicizia
non faceva
altro che rinsaldarsi maggiormente, nonostante qualche piccola litigata.
Erano giovani,
spensierati e
felici.
Certo, sulle
loro spalle
gravava un peso incredibile, ma capitavano momenti in cui loro a
malapena se ne
accorgevano. Erano pieni di potere e amavano ciò che
facevano.
E se
commettevano un errore,
niente di grave. La Dama Nera li sgridava, ma loro ci passavano sopra
–non era
poi così tanto grave,
giusto?
«Grazie,
Jade.»
«Di
nulla.» La ragazza porse a Lukas la tazza piena di
tè fumante.
«Allora,
che ne pensi di quello che ha detto la Dama Nera oggi?»
«Il
fatto di ormoni, adolescenza eccetera? È stato
imbarazzante.»
«Sì»
convenne Jade. «Non so di cosa si preoccupi, comunque. Non
credo che
potrebbe mai succedere niente del genere tra di noi. Cosa vuoi che
possano
cambiare questi ormoni? Io mi sento esattamente uguale a
prima.»
«Sì,
anche io. E non capisco cosa ci sarebbe di sbagliato, in ogni
caso.»
«Ha
dipinto una scena orribile. Catastrofe e tragedia sono
stati i
termini meno drammatici.»
«Sta
esagerando.»
«Dev’essere
la menopausa. I suoi mille e duecento anni devono iniziare a
farsi sentire.»
«Già.»
Dopo
un momento di silenzio assorto, scoppiarono in una risata
irrefrenabile.
»
3 anni
prima «
Tutto
capitò in una giornata
qualsiasi, che era cominciata esattamente come tutte le altre.
La Dama Nera li
radunò in
giardino. Sembrava furiosa.
Si
sfogò con Jade,
rimproverandola a lungo per un errore commesso il giorno precedente. La
ragazza
rispose con arroganza sfacciata, e solo allora la Dama Nera si decise.
«Ho
sempre voluto
risparmiarvelo, ma ora lo vedrete con i vostri occhi. Così
forse riuscirete a
capire perché quello
che dovete fare
è così importante.»
Aprì
le braccia in un gesto
elegante, e una scena apparve in trasparenza davanti ai ragazzi seduti
per
terra. Era una grande nave, forse da crociera, e delle onde sempre
più alte e
violente la stavano colpendo, spietate.
La gente sui
ponti urlava, e
d’improvviso la nave si spezzò e iniziò
ad affondare.
Decine di
persone finirono
in acqua.
Jade vide dei
bambini
stringersi alle madri e venire catapultati insieme a loro
giù, verso le
profondità dell’oceano.
Vide donne
piangere; ragazze
rubare un ultimo, disperato bacio ai mariti prima di finire tra le
spietate
lame di un’elica.
«Basta!»
urlò Jade. «Basta!
Ho capito!»
La scena
scomparve e la Dama
Nera puntò lo sguardo affilato su di lei.
«Queste» scandì
lentamente «sono le conseguenze delle vostre
mancanze. Persone vere, vive tanto quanto voi, muoiono. Jade, avresti
potuto
salvarle soltanto impegnandoti un po’ di più,
invece di distrarti per pensare alla cena.»
Il silenzio
cadde come un
macigno.
L’unico
movimento era quello
delle lacrime di Jade che le scivolavano lentamente sulle guance.
La sua
espressione si
rispecchiava in quelle di tutti gli altri ragazzi.
«Vattene.»
«No.»
«Vattene,
Lukas!»
«Jade,
sei qua immobile da due giorni! Devi camminare, mangiare, bere
qualcosa!»
«Non
c’è tempo.»
«Se
morirai di fame non potrai più aiutare nessuno.»
Questo
parve convincere la ragazza, che lentamente seguì Lukas
verso la
mensa.
«Non
ne avevo idea» sussurrò poco più tardi,
dopo aver mangiato un piatto
di minestra.
«Lo
so.»
«Come
ha potuto tenercelo nascosto?»
«Io
credo che abbia fatto bene.»
«Stai
scherzando? Se solo avessi saputo le conseguenze di ciò che
facevo
… »
«Ti
saresti ridotta ad un vegetale dedito solo al suo compito molto prima
di oggi.»
«Avrei
potuto salvare delle vite! Migliaia!»
«E
perdere la tua.»
«Tu
non capisci!» Jade sentiva la rabbia fluirle dentro come
un’onda che
cresceva sempre di più.
«No,
Jade, tu non capisci.
Sei un essere umano. È normale che tu faccia errori. Tutti
ne fanno.»
«Ma
i loro errori non comportano la morte di qualcuno!»
«Stai
esagerando!»
«E
tu stai cercando di ignorare le tue responsabilità per non
sentirti in
colpa!»
«Nessuno
mi ha chiesto se le volevo, queste responsabilità
!»
«Fatto
sta che ce l’hai.»
«Magari
a me non interessa!»
«Che
cosa?»
«Nessuno
mi ha chiesto se accettavo di sobbarcarmi un impegno del genere,
perciò non ho nessun dovere morale o
… »
«Tu
sei pazzo. La gente muore, Lukas!»
«Tutti
muoiono.» La sua voce era piena di rabbia bollente, ma quando
si
avvicinò a Jade il fuoco divenne passione.
La
baciò.
Con
impeto, violenza, fuoco.
E
Jade … la responsabile, seria, sensibile Jade cedette.
Nonostante
la Dama Nera li avesse avvertiti, minacciando orribili
sciagure se una cosa simile fosse successa. O forse proprio per questo,
perché
Jade non si fidava più della Dama Nera, che le aveva
nascosto così a lungo la
verità più importante, e voleva solo vendicarsi.
O
magari voleva
semplicemente cedere.
In
ogni caso, lo fece.
E
quando, il mattino dopo, si risvegliò nel letto di Lukas, si
rese conto
di cosa aveva fatto e sorrise. Rendendosi
conto solo allora di cosa voleva dire vivere.
»
2 anni e
otto mesi prima «
Jade cercava di
evitare la
Dama Nera per quanto possibile. Si sentiva un po’ in colpa
per aver apertamente
disobbedito ai suoi ordini: aveva vietato loro di farsi coinvolgere in
un
legame che fosse più profondo di un’amicizia con
un compagno.
L’unione
degli elementi è terribilmente pericolosa, ripeteva
spesso.
Ma era troppo
tardi.
Una mattina
erano riuniti in
giardino per una prova particolarmente faticosa.
Un tremendo
terremoto, che
Sharon aveva potuto arginare solo in parte, si era trasformato in uno
tsunami.
Jade era in
piedi, le
braccia sollevate, la testa abbandonata all’indietro, gli
occhi chiusi, più
concentrata che mai.
«Non
ci sei neanche vicina!»
sbottò la Dama Nera.
I palmi aperti
delle mani
della Custode si strinsero a pugno per un istante.
«Avanti,
Jade, concentrati!»
«Ci
sto … provando»
ringhiò lei.
«Provare non basta! Devi
riuscirci!»
Era innegabile
che la Dama
Nera fosse molto più severa con lei che con chiunque altro,
e Jade aveva quasi
raggiunto il limite di sopportazione.
«Non
ci riesco! Ci sto mettendo
tutto il potere che ho, lo giuro!»
La donna
aggrottò le
sopracciglia.
«Dici
sul serio?»
«Sì!
Sto impiegando ogni
goccia di energia, ma … non succede niente.»
Jade
abbassò le braccia e
rialzò la testa, gli occhi lucidi per la fatica e
l’irritazione.
«È
inutile» concluse
amareggiata.
«Mi
stai nascondendo
qualcosa, Jade?» chiese a sorpresa la donna.
Lei
spalancò gli occhi.
«Eh?»
«Sai,
c’è un motivo assolutamente
plausibile per questo. Il potere che va e viene … Per questo
ti sto chiedendo
se c’è qualcosa che non mi hai detto.»
Jade dapprima
impallidì,
quindi arrossì, sentendo su di sé lo sguardo
fisso non solo della donna, ma
anche dei tre compagni.
«Io
… » cominciò, un nodo
che le stringeva la gola.
«Tu
sei incinta»
ruggì la Dama Nera.
Cal, Lukas e
Sharon
sussultarono e Jade si irrigidì.
«Io
… » riprovò, la voce che
tremava.
«Allora,
quale ragazzetto
del villaggio ti ha adescata, Jade?» il tono della donna era
brusco. «E perché
mai sei stata così stupida da
cascarci come una qualsiasi ragazzina di campagna?»
Jade,
terrorizzata, cercò
con gli occhi lo sguardo stravolto di Lukas. La Dama Nera lo
intercettò e fu
lei, stavolta, ad impallidire.
«No»
ansimò. «Ti prego, non dirmelo.»
La Custode non
riusciva a
trovare il fiato, la forza, le parole. Rimase inerte quando la Dama
Nera urlò:
«Lukas?!»
Jade non si
preoccupò
nemmeno di annuire, tanto lei aveva già capito.
Lo schiaffo
arrivò
inaspettato.
La Dama Nera,
che mai aveva
alzato un dito su di loro, né usato parole peggiori di
“sciocco”, colpì Jade in
viso con forza.
«Stupida!»
gridò. «Stupida
ragazza! Ti rendi conto di cosa hai fatto? Delle conseguenze che questo
potrebbe avere?»
Jade,
risvegliata dal suo
torpore dal dolore alla guancia, sentì la rabbia prendere il
posto della
passività.
«E
come potrei, visti tutti
i segreti che tieni per te? Il tuo nome, il tuo compito … le
conseguenze di
ogni azione che compiamo! La gente che muore per colpa dei nostri
errori! Il
motivo per cui siamo costretti a fare tutto questo!»
«Stupida»
ripeté ferocemente
la Dama Nera, senza dare peso alle accuse che le erano state rivolte.
«Avete
compiuto un atto contro natura! L’acqua non si unisce al
fuoco! Mai!»
Jade ricordava
le prime
lezioni teoriche che le erano state impartite. L’acqua si
univa alla terra nel
fango, all’aria nei temporali, fuoco e aria producevano
incendi, terra e fuoco
colate vulcaniche.
Acqua e fuoco
erano gli
unici due elementi che mai si univano tra loro in natura. Si
combattevano,
erano in lotta continua.
«Io
non sono il mio elemento!» urlò
Jade.
«Certo
che lo sei! E c’è
un’unica soluzione a tutto questo, se vogliamo evitare una
catastrofe … devi
abortire.»
Jade fece un
passo indietro.
«No»
ansimò.
«Lo
farai, dovessi
costringerti io stessa!»
Jade la
guardò con occhi
sbarrati prima di fuggire verso la propria stanza.
«Jade,
ti prego, resta.»
«L’hai
sentita, Lukas. Se rimango, mi costringerà ad
abortire.»
Il
ragazzo la guardò riempire una borsa con abiti, soldi e
provviste.
«Forse
è la cosa migliore» disse.
Jade
aveva lottato, finora, per salvare il bambino di Lukas.
Quelle
cinque parole le fecero capire con estrema chiarezza che adesso
era completamente da sola. Forse lo era sempre stata.
E
il bambino da salvare non sarebbe mai stato di Lukas, ma solo suo.
«Vuoi
uccidere il nostro bambino?»
«Non
è quello che intendevo, Jade.»
«Invece
volevi proprio dire quello.»
«Jade,
il momento è sbagliato. Se quello che dice la Dama Nera
è vero,
allora questo bambino potrebbe essere una cosa …
sbagliata.»
La
ragazza chiuse la borsa e se la mise in spalla.
«Forse
siamo solo noi due ad essere sbagliati» concluse.
«Puoi dire alla
Dama Nera che non smetterò di svolgere il mio compito.
Andrò avanti fino alla
fine, nonostante tutto.»
»
2 anni
prima «
Jade aveva usato
i propri
poteri, per la prima volta nella sua vita, per i propri scopi
personali. Aveva
evocato un’onda di straordinaria potenza che
l’aveva accolta come una bambina,
cullandola, e l’aveva portata lontano.
Non sapeva
esattamente dove
–lontano era stata
l’unica
indicazione che aveva fornito all’onda. Aveva attraversato
oceani a velocità
stratosferica, protetta dall’enorme massa d’acqua
che la circondava e le
consentiva di respirare.
Per la prima
volta, Jade si
era sentita davvero potente.
E, soprattutto, felice di esserlo.
Era arrivata in
capo al
mondo, e si era costruita una vita. Aveva imparato cos’era il
lavoro, e quanto fosse difficile
conciliarlo con l’adempimento dei propri doveri di Custode e
con i malesseri
della gravidanza.
Ma aveva lottato fino allo stremo, decisa a
vincere.
«Spinga,
signorina.»
«Fa
male!»
«Coraggio,
ci siamo quasi. Spinga!»
«Maledizione!
Lukas, vai a farti … » altre parole poco eleganti
seguirono,
e se Lukas fosse stato lì, probabilmente sarebbe arrossito.
Ma
non c’era.
Umida
di lacrime e sudore, rossa di furia e dolore, alla fine Jade diede
alla luce una bambina.
Quando
gliela diedero da tenere in braccio, urlante, con gli occhi chiusi
e i pugnetti stretti, Jade la guardò con amore immenso.
«Ti
difenderò da tutto» giurò solennemente.
«E impedirò che tu abbia a
che fare con tutto questo. Non dovrai subire ciò che ho
subito io, mio piccolo
amore.»
Non
ebbe esitazioni nello scegliere il nome.
Aqua.
Poteva
essere più ovvia, più banale? Probabilmente no.
Ma
poteva essere meno innamorata di quel fagottino che dipendeva da lei
in tutto e per tutto? No di certo.
»
Oggi «
Jade
tornò a casa dopo ore
di lavoro in mezzo al bosco per spegnere l’incendio che Lukas
aveva trascurato.
Il suo potere era diminuito drasticamente negli ultimi tempi: sapeva
che si
stava rafforzando di conseguenza in ragazzini inconsapevoli.
Negli ultimi tre
giorni era
tornata a casa così di rado che la babysitter si era quasi
stabilita da lei.
«Grazie,
signora May. Può
andare. Per oggi ho finito.»
«Arrivederci,
signorina.
Ciao, Aqua.»
Jade rimase sola
con la
figlia. La prese tra le braccia e le parlò.
Di nulla in
particolare,
voleva solo parlare con qualcuno e Aqua era la persona adatta,
perché non
faceva domande, ma si limitava ad ascoltare la sua voce come incantata
e a
pronunciare qualche parola slegata.
«Mamma»
pigolò.
«Sono
qui, amore.»
Jade
sospirò,
rannicchiandosi sul divano, sotto una grande coperta di lana, con la
bambina in
grembo. Le capitava di sentirsi sola, talvolta, e quello era uno di
quei
momenti.
Aveva
vent’anni, e tra un
anno il suo potere sarebbe scomparso e sarebbe stato ereditato da dei
ragazzini
di dieci anni, inesperti quanto lo era stata lei tanto tempo prima.
E allora cosa le
sarebbe
rimasto?
Stava per
perdere tutto ciò
per cui aveva lottato, combattuto, vissuto.
Aveva vissuto,
dal momento
in cui la Dama Nera le aveva mostrato le conseguenze di un errore,
quasi
esclusivamente per salvare la gente dalla furia incontrollata
dell’acqua.
Aveva dato il
massimo, o
anche di più, e di lì a poco sarebbe finito tutto.
«Così
poco tempo» mormorò
tra sé.
«Hai
ancora un anno, Jade.»
La Custode
sussultò.
Nel bel mezzo
del suo
salotto era comparsa la Dama Nera.
«Cosa
ci fai qui?» ringhiò,
alzandosi in piedi e stringendosi Aqua al petto.
«Volevo
parlare con te,
Jade. Ti giuro che non farò nulla di male.»
Lei
esitò, quindi,
circospetta, tornò a sedersi.
«Vorrei
che tu sapessi come
mai sono stata così dura con te nel corso degli
anni» esordì la Dama Nera.
Suo malgrado,
gli occhi di
Jade si accesero di interesse.
«Sono
stata Custode anch’io,
quasi cinquecento anni fa.»
Jade si rese
conto che le
sue stime approssimative dell’età della Dama Nera
erano eccessive.
«Ero
Custode dell’acqua.
Jade … tu mi ricordavi moltissimo me da giovane. Ho
assistito molti Custodi da
allora, ma mai nessuno mi ha impressionata quanto te. Avevi il mio
stesso
carattere determinato, la mia testardaggine, la mia tremenda paura di
fallire e
il mio altruismo eccessivo.» Fece una pausa. «Solo
che io amavo follemente il mio
ruolo. Mi ci identificavo completamente. E
soffrivo pene insopportabili quando fallivo, perché sapevo
le conseguenze che
questo avrebbe avuto. Ed ecco il motivo per cui non ho voluto dirtelo
subito.
Volevo che conservassi l’innocenza che deriva
dall’inconsapevolezza. Non volevo
farti soffrire, Jade, perché io stessa sarei stata male
… di riflesso.»
La Dama Nera
sospirò e si
sedette accanto a lei.
«Se mi
sono infuriata così tanto
quando ho scoperto che eri incinta» proseguì
«è stato perché … ero
così invidiosa di te! So
di aver già avuto la
mia possibilità, ma avrei dato tutto per tornare la
ragazzina di allora e
gestire quel potere … e tu lo avevi e lo stavi gettando via
per avere un figlio
ad appena diciassette anni.»
Jade
esitò. Sentiva l’insofferenza
provata verso quella donna per così tanti anni lottare
contro la comprensione e
la compassione che le avevano suscitato le sue parole.
«Comunque,
non è per questo
che sono venuta qui oggi» concluse la Dama Nera.
«Jade, sai che tra un anno il
tuo potere si esaurirà, vero?»
«Certo.»
«Bene,
sono andata alla
ricerca dei nuovi Custodi. A partire da domani cominceranno ad imparare
i
rudimenti del loro potere.»
«Ebbene?»
«Jade
… tua figlia è tra le
prescelte.»
Il silenzio
scese come la
gelida lama di una ghigliottina.
«No»
ansimò la Custode dopo
qualche secondo di sbigottimento. Strinse a sé la bambina.
«Non ha ancora tre
anni. Non può essere lei.»
«Ti
avevo detto che quello
che avete fatto tu e Lukas avrebbe avuto delle conseguenze, Jade. Non
ci sono
Custodi dell’acqua né del fuoco,
quest’anno. C’è solo tua figlia, e
dovrà
essere la Custode di entrambi.»
«No»
ripeté Jade, sconvolta,
e si alzò, senza lasciar andare la bambina. «Non
è possibile.»
«Il
suo compito sarà due,
tre volte più difficile del tuo. Due
elementi opposti, Jade. Riesci a capire cosa significa? Il
motivo per cui non
volevo che succedesse una cosa del genere ti è chiaro,
adesso?»
«Non
voglio!» replicò
furiosa Jade. «Non te la lascerò mai.»
«Beh,
naturalmente nessuno
ti costringerà. Voglio dire, non posso cancellarti il
ricordo di tua figlia
come faccio con gli altri genitori, perché sei
più potente di me. Ma sappi solo
che, se non l’affiderai a me, tra un solo anno due poteri
rimarranno scoperti.
La Terra subirà enormi inondazioni e incendi. Milioni di
persone moriranno,
perché l’acqua non potrà contrastare il
fuoco e viceversa.»
Milioni
di persone moriranno.
Jade sapeva che
la Dama Nera
aveva premuto di proposito quel tasto dolente. Lei sapeva
quanto Jade odiasse la consapevolezza che la gente poteva
morire per una sua scelta.
Però
… Aqua.
La sua bambina.
«È
ancora troppo piccola»
disse piano.
«È
il suo destino, Jade, e
lo compirà al meglio. Saprò addestrarla bene come
ho fatto con te.»
Jade si sentiva
precipitare
nel vuoto.
«Io
… ho bisogno di parlarne
con Lukas» disse.
Qualunque cosa
pur di
rimandare la scelta.
«Lo
sospettavo. Per questo
l’ho chiamato qui.»
La Dama Nera
fece un cenno
distratto e Lukas entrò.
La sua
vivacità e la sua
baldanza sembravano essersi spente.
«Jade»
mormorò. «Mi dispiace
non avertelo detto questo pomeriggio, ma … non ci sono
riuscito. Scusami.»
«Lasciaci
soli» ordinò Jade
alla Dama Nera.
Lei
obbedì, uscendo
silenziosamente.
Lukas si
avvicinò con
cautela a Jade e guardò la bambina che lei teneva in braccio.
«Cosa
farai?» le chiese,
incerto.
«Non
lo so.»
«Jade,
io so di non avere il
diritto di decidere. So di non esserci stato per voi in questi anni, ma
… sono
rimasto là per tenere d’occhio la Dama Nera. Ho
discusso con lei mille e mille
volte. Voleva trovarti e uccidere la bambina, sai? Ma
gliel’ho impedito. Ad un
certo punto anche con la forza.» L’ombra di un
sorriso gli attraversò
fugacemente il volto. «Ogni giorno dovevo trovare nuovi
argomenti … ma dopo che
la bambina è nata lei si è calmata. Ha detto che
ora sapeva le conseguenze di
ciò che avevamo fatto, e che sarebbero ricadute soltanto su
di noi … su di te.
Sembrava soddisfatta. Alla fine me
l’ha detto, ma io non ho mai avuto il coraggio di
riferirtelo, Jade. Mi
dispiace.»
«Credi
che dovrei
lasciargliela?» domandò la Custode, gli occhi
fissi sulla piccola.
«Credo
che tu debba fare la
cosa che ritieni sia più giusta.»
»
1 anno
dopo «
Era l’
ultimo istante.
Jade lo
sentì perfettamente.
Era coricata nel
letto,
tesa.
Allo scoccare
esatto della
mezzanotte sentì il potere che la abbandonava,
un’onda gelida che le travolgeva
l’anima e la lasciò stordita e incredula.
Si
voltò verso Lukas, al suo
fianco.
«L’hai
sentito anche tu,
vero?» chiese lui.
Lei si
limitò ad annuire.
«Non
l’abbiamo perso,
Jade.»
Lei lo sapeva.
Il potere, il
loro enorme sacrificio, non era andato perduto.
Entrambi gli
elementi erano
ora racchiusi nella piccola Aqua.
Jade
immaginò la figlia un
po’ cresciuta –non la vedeva da un anno, ormai-
che, nel suo letto, accanto ad
altri due ragazzi, sentiva l’acqua e il fuoco travolgerla
contemporaneamente, e
provò quasi una fitta di invidia.
Sarebbe stato
uno dei
momenti più belli della sua vita, ma ad esso sarebbero
seguiti tanti dolori,
tanta fatica, tante lacrime.
Ne
valeva la pena?
Jade
pensò alla gente che
aveva salvato, a Sharon, a Cal, alla Dama Nera, ad Aqua.
Poi
guardò Lukas, lì accanto,
che la osservava preoccupato, una mano sulla sua.
Chiuse gli occhi.
Ne
valeva la pena?
Mille e mille volte sì.
n.d.A.
Che dire? Era la prima volta che partecipavo ad un contest, non mi aspettavo di arrivare prima!
Ecco la recensione della giudicia:
Grammatica
e sintassi:
9.5 + 10
Ho trovato solo un tempo verbale sbagliato, per il resto è
assolutamente
perfetta!
Stile e lessico: 10 + 10
Uno stile coinvolgente e incisivo, che trasmette bene le sensazioni dei
personaggi.
Sviluppo della trama: 10
Mi sono piaciuti molto i vari flashback che fanno da ponte tra la prima
scena,
nel presente, fino ad arrivare addirittura al futuro. Sono come dei
piccoli
capitoli che riportano le fasi più importanti della crescita
dei ragazzi, presentando
anche il mondo in cui si muovono.
Caratterizzazione personaggi: 10
Poche parole sono bastate a creare nel lettore un’immagine
anche ai personaggi
più marginali, e al resto hanno pensato le parole e le
azioni. Perfino la dama
nera, quest’enigmatica figura senza età, alla fine
acquista una sua umanità e
caratterizzazione.
Originalità: 9
I quattro elementi vengono sfruttati spesso nelle storie fantasy, ma
mantiene
comunque una sua originalità nel sistema che hai creato ;D
Attinenza alla traccia e uso delle parole:
5 + 5
Niente da dire qui, le regole sono state rispettate e le parole usate
in modo
appropriato.
Giudizio personale: 5
Oh, mi è piaciuta tantissimo! La fine magari ha un
retrogusto un po’
dolceamaro, ma non poteva andare diversamente. =)
Un solo piccolo appunto: il tuono viene dopo il lampo XD
Punteggio totale: 83.5