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Autore: adamantina    06/05/2011    8 recensioni
Ogni undici anni, la Dama Nera sceglie i bambini che diventeranno Custodi dei Quattro Elementi. Jade è tra i prescelti, Custode dell’Acqua.
Ma la Dama Nera, per un inspiegabile motivo, si accanisce su di lei, e la rabbia porta Jade a commettere l’errore più grave che potesse fare.
Le cui conseguenze potrebbero non ripercuotersi soltanto su di lei …
One-shot partecipante al concorso "The Last One Fantasy" indetto da schwarzlight e classificatasi PRIMA.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia ha partecipato al contest "The Last One Fantasy" indetto da schwarzlight e si è classificata prima.

Titolo
: L’ultimo istante
Autore: adamantina

Rating: Verde
Tipologia: One-shot
Genere: Fantasy
Avvertimenti: Het, One-shot
Parole scelte: Anima, Vivere, Perso
Credits: /
Note dell’autore: /
Introduzione: Ogni undici anni, la Dama Nera sceglie i bambini che diventeranno Custodi dei Quattro Elementi. Jade è tra i prescelti, Custode dell’Acqua.

Ma la Dama Nera, per un inspiegabile motivo, si accanisce su di lei, e la rabbia porta Jade a commettere l’errore più grave che potesse fare.
Le cui conseguenze potrebbero non ripercuotersi soltanto su di lei …

 

 

L’ULTIMO ISTANTE

 

» Oggi «

 

La pioggia scendeva, scrosciante e rumorosa, sul bosco buio.

Era notte, ma le nuvole dense e minacciose coprivano luna e stelle: nessuna fonte di luce riusciva a penetrare tra le fitte fronde.

Improvvisamente un rombo di tuono squarciò il silenzio, a breve seguito da un lampo di luce biancastra, che illuminò gli alberi scheletrici quasi a giorno.

La ragazza era immobile al centro della radura.

I lunghi capelli corvini erano sollevati verso il cielo, a circondare il volto pallido come un’inquietante aureola nera. Un lungo mantello scuro copriva il suo corpo esile, le braccia erano leggermente staccate dai fianchi, i palmi rivolti verso l’alto e la testa reclinata all’indietro.

«Non credi di star esagerando?»

Gli occhi della ragazza, color del mare in tempesta, si spalancarono al suono di quella voce.

Abbassò le braccia e sollevò la testa.

Il temporale sembrò immediatamente perdere forza, come se qualcuno avesse abbassato un interruttore.

«Dovrei chiederti cosa ci fai qui» replicò «Ma poi sarei costretta ad ascoltare la risposta.»

«Cosa ti fa pensare che ti risponderei?»

L’interlocutore si fece avanti nella radura. Sembrava che brillasse di luce propria: una luce aranciata, innaturale, che si intonava agli occhi di un nocciola denso e caldo e ai capelli rossi.

«Il fatto che sia stato tu a cominciare questa conversazione.»

«Cosa stai facendo?»

«Niente che ti riguardi.»

«Tutto quello che fai mi riguarda, Jade.»

La ragazza solleva elegantemente un sopracciglio.

«E allora perché non ti sei fatto vivo per due anni?»

«Mi chiedevo quanto ci avresti messo a rinfacciarmelo.»

«Hai ragione. Che mancanza di tatto da parte mia. Perdonami, Lukas.»

Seguirono diversi istanti di silenzio, durante i quali i due si squadrarono a vicenda con un misto di rabbia e pacata curiosità.

«Jade … come sta?» chiese alla fine lui, distogliendo lo sguardo.

«Come sta chi?» Il tono della ragazza si fece ancora più freddo. Prima che il ragazzo potesse replicare, aggiunse «Non hai neanche il diritto di chiedermelo, Lukas.»

Lui assentì appena, con un distratto cenno della testa.

«Cosa stai facendo, comunque?»

«Sto rimediando a quello che tu hai fatto. Se non fossi qui, questo bosco sarebbe già bruciato.»

«Non posso badare a tutto, Jade. Specialmente adesso che il mio potere è agli sgoccioli.»

«Puoi almeno provarci! È il tuo compito! Sai da quanto tempo sono qua ferma? Tre giorni! Qualche anno fa mi sarebbero bastati venti minuti!»

«Il nostro tempo è quasi finito.»

«Questo non significa che possiamo trascurare i  nostri doveri.»

«Non sei cambiata, eh? Sempre così ligia al dovere

«Se hai altro da aggiungere, questo è il momento di farlo, perché l’incendio è spento e conto di andarmene via adesso

«Non ho altro da dire.»

«Bene.»

«Bene.»

Jade scosse leggermente la testa e fece un respiro profondo. La pioggia all’improvviso smise di scendere e i tuoni di scuotere la notte.

Senza più voltarsi indietro, Jade se ne andò.

 

» 11 anni prima «

 

Non erano stati semplicemente scelti.

Il Destino, era quello a far sì che, ogni undici anni, ci fossero dei ragazzini pronti a svolgere un compito insidioso.

I Custodi degli Elementi.

L’equilibrio delicato che regnava sulla Terra non era affatto casuale. Potentissime forze erano dedicate a mantenerlo sempre costante.

In particolare i quattro elementi che la costituivano avevano bisogno di reggenti. Di qualcuno che gestisse quelle enormi forze incontrollate e le incanalasse attraverso di sé per evitare uno scontro elementale.

E i Custodi più potenti erano i bambini.

Non dovevano essere troppo piccoli, naturalmente: abbastanza giovani da essere facilmente plasmabili e aperti all’innaturale, ma abbastanza grandi da capire le conseguenze delle loro azioni e affrontare l’enorme peso che l’essere Custodi comportava.

Dopo anni e anni di tentativi, finalmente si era trovata la formula giusta.

Quattro ragazzi di dieci anni, ogni undici anni.

Naturalmente il fallimento era una possibilità, e neanche troppo remota.

Terremoti, esplosioni vulcaniche, inondazioni, uragani: queste erano le conseguenze di errori da parte dei Custodi.

Era un’enorme, immane responsabilità.

E quell’anno era toccata a loro.

 

La Dama Nera era venuta a cercarli nella notte di Capodanno.

Era una donna estremamente autorevole. Non urlava, non era altissima né vistosa, semplicemente emanava autorevolezza da ogni poro. Sembrava al tempo stesso giovane ed incredibilmente vecchia. I suoi capelli erano neri, i suoi occhi scuri e vestiva sempre di nero. Nessuno conosceva il suo vero nome.

Li aveva rapiti alle loro famiglie, incantandole in modo che non ricordassero di avere figli. Era un metodo crudele, ma assolutamente necessario.

Li aveva portati in un meraviglioso edificio in stile vittoriano nel bel mezzo del nulla. Nessuno dei ragazzi aveva idea di dove si trovasse esattamente la loro nuova casa. Loro, semplicemente, la chiamavano Il Castello.

Nessuno di loro si era stupito troppo quando la Dama Nera aveva spiegato loro che, da un anno a quella parte, avrebbero dovuto sostenere il peso del controllo di un elemento. Tutto quello che riguardava quell’elemento sarebbe stata una loro diretta responsabilità.

I bambini avevano solo nove anni, e per un altro anno i precedenti Custodi sarebbero rimasti in carica. Poi sarebbe stato il loro turno.

 

Si conobbero e strinsero subito un’amicizia incredibilmente profonda.

I legami degli elementi cominciavano a formarsi, incerti, aspettando il momento in cui il potere sarebbe stato veramente loro, ma sentendolo già nelle ossa.

Jade era minuscola, timida, con una cascata di lunghi capelli nerissimi e occhi color del mare. Il potere che le sarebbe stato affidato era quello dell’acqua.

A Cal sarebbe stata affidata l’aria. Era un ragazzo esile, sveglio e taciturno, con occhi grigi e capelli chiari.

Lukas, capelli rosso-arancio, occhi nocciola, era vivace, ironico e scattava facilmente. Che il suo elemento fosse il fuoco era stato evidente fin da subito.

La pragmatica e sincera Sharon, alta ed atletica, aveva capelli castani e occhi scuri, ed era onesta e affidabile, legata indissolubilmente alla terra.

La Dama Nera, che mai aveva rivelato le proprie origini né il suo vero nome, li aveva presi sotto la propria ala protettrice e li aveva addestrati per un anno con tutta la teoria possibile su quelli che sarebbero stati i loro futuri doveri.

La pratica sarebbe solo venuta in seguito, con l’acquisizione dei poteri.

 

«Credi davvero che cambierà qualcosa, Cal?» chiese Sharon.

«Non lo so. Lei continua a ripeterlo, ma non so se effettivamente … »

«Sarà tutto diverso» intervenne Lukas, lo sguardo totalmente esaltato. «Saremo le persone più potenti del mondo, capite?»

«Non so se lo voglio davvero» mormorò Jade. «Mi fa paura.»

Tutti la guardarono come se fosse impazzita.

 

» 10 anni prima «

 

Allo scoccare della mezzanotte del primo di gennaio era successo.

Qualcosa era cambiato.

Nessuno di loro avrebbe saputo dire cosa esattamente, ma solo ora riuscivano a capire profondamente ciò di cui la Dama Nera aveva parlato loro così a lungo.

Era successo qualcosa nella loro anima, che ora era legata a doppio filo con un elemento.

Jade sentiva le onde che la travolgevano, Lukas aveva il cuore in fiamme, Sharon non era mai stata così conscia della presenza del terreno solido e sicuro sotto i suoi piedi e Cal si sentiva libero di volare nell’aria più pura.

I ragazzi ricordarono quel giorno come meraviglioso e tremendo al tempo stesso.

La parte tremenda stava nel fatto che solo allora il loro addestramento cominciò sul serio.

E non avrebbero mai pensato di trovarlo così duro.

 

«Basta, per favore» singhiozzò Sharon, in lacrime. «Non ce la faccio più! Sono giorni che non riesco a dormire perché, ogni volta che ci provo, una roccia cade, o una valanga, o … »

«Imparerai a controllarlo» cercò di consolarla Jade.

«La Dama Nera continua a ripeterlo, ma non credo che ci riuscirò mai! Come fai, Jade?»

«Io … non lo so. È automatico.»

«Sei fortunata. Per me è impossibile.»

«Migliorerai presto, Sharon. Devi impegnarti al massimo.»

«Lo faccio già. Sempre. In ogni singolo istante cerco sempre di dare di più. E sai cosa, Jade?»

«Cosa?»

«Non serve a niente.»

 

» 8 anni prima «

 

I loro poteri crescevano in proporzione alla loro età, e sembrava tutto così bello.

L’addestramento era duro, certo, e peggiorava di giorno in giorno.

Ma per il momento si godevano il loro potere e si beavano della loro amicizia.

 

«Oggi ho fermato un terremoto di proporzioni epiche » si vanta Sharon.

«Ancora non batte l’incendio della settimana scorsa.»

«Scherzi, Jade? Terremoto batte incendio per tipo … centoventicinque a due!»

«Ma nemmeno per idea.»

 

» 7 anni prima «

 

Il loro compito era sempre più difficile, e di certo non sembrava che la Dama Nera facesse alcunché per renderlo meno gravoso.

In particolare se la prendeva sempre con Jade, per ogni minimo errore, e la ragazzina cominciava a non poterne davvero più.

 

«Spiegami perché si arrabbia soltanto con me, Cal.»

«Non lo so.»

«Voglio dire, facciamo tutti degli sbagli. Capisco che ci sgridi per questo, ma perché deve sfogarsi con tanta rabbia solo su di me?»

«Forse perché crede di più in te, Jade.»

Lei considerò l’idea per un secondo.

«Non ha senso» sbuffò.

«Ne ha, invece. Pretende di più perché sa che sei la più dotata tra di noi.»

«Secondo me, invece, le sto soltanto antipatica.» tagliò corto Jade.

Ma dentro di sé sentiva che non era così, che c’era qualcosa di più che continuava a sfuggirle.

 

» 6 anni prima «

 

I ragazzi avevano quattordici anni. Da quattro ormai si destreggiavano senza sosta nel tentare di mantenere l’equilibrio tra i loro elementi.

La Dama Nera ripeteva che, perché ci fosse armonia tra gli elementi, doveva esserci tra i Custodi. Per questo incoraggiava i ragazzi a sfruttare il poco tempo libero che avevano tutti insieme.

E loro accettavano di buon grado.

La loro amicizia non faceva altro che rinsaldarsi maggiormente, nonostante qualche piccola litigata.

Erano giovani, spensierati e felici.

Certo, sulle loro spalle gravava un peso incredibile, ma capitavano momenti in cui loro a malapena se ne accorgevano. Erano pieni di potere e amavano ciò che facevano.

E se commettevano un errore, niente di grave. La Dama Nera li sgridava, ma loro ci passavano sopra –non era poi così tanto grave, giusto?

 

«Grazie, Jade.»

«Di nulla.» La ragazza porse a Lukas la tazza piena di tè fumante.

«Allora, che ne pensi di quello che ha detto la Dama Nera oggi?»

«Il fatto di ormoni, adolescenza eccetera? È stato imbarazzante.»

«Sì» convenne Jade. «Non so di cosa si preoccupi, comunque. Non credo che potrebbe mai succedere niente del genere tra di noi. Cosa vuoi che possano cambiare questi ormoni? Io mi sento esattamente uguale a prima.»

«Sì, anche io. E non capisco cosa ci sarebbe di sbagliato, in ogni caso.»

«Ha dipinto una scena orribile. Catastrofe e tragedia sono stati i termini meno drammatici.»

«Sta esagerando.»

«Dev’essere la menopausa. I suoi mille e duecento anni devono iniziare a farsi sentire.»

«Già.»

Dopo un momento di silenzio assorto, scoppiarono in una risata irrefrenabile.

 

» 3 anni prima «

 

Tutto capitò in una giornata qualsiasi, che era cominciata esattamente come tutte le altre.

La Dama Nera li radunò in giardino. Sembrava furiosa.

Si sfogò con Jade, rimproverandola a lungo per un errore commesso il giorno precedente. La ragazza rispose con arroganza sfacciata, e solo allora la Dama Nera si decise.

«Ho sempre voluto risparmiarvelo, ma ora lo vedrete con i vostri occhi. Così forse riuscirete a capire perché quello che dovete fare è così importante.»

Aprì le braccia in un gesto elegante, e una scena apparve in trasparenza davanti ai ragazzi seduti per terra. Era una grande nave, forse da crociera, e delle onde sempre più alte e violente la stavano colpendo, spietate.

La gente sui ponti urlava, e d’improvviso la nave si spezzò e iniziò ad affondare.

Decine di persone finirono in acqua.

Jade vide dei bambini stringersi alle madri e venire catapultati insieme a loro giù, verso le profondità dell’oceano.

Vide donne piangere; ragazze rubare un ultimo, disperato bacio ai mariti prima di finire tra le spietate lame di un’elica.

«Basta!» urlò Jade. «Basta! Ho capito!»

La scena scomparve e la Dama Nera puntò lo sguardo affilato su di lei.

«Queste» scandì lentamente «sono le conseguenze delle vostre mancanze. Persone vere, vive tanto quanto voi, muoiono. Jade, avresti potuto salvarle soltanto impegnandoti un po’ di più, invece di distrarti per pensare alla cena

Il silenzio cadde come un macigno.

L’unico movimento era quello delle lacrime di Jade che le scivolavano lentamente sulle guance.

La sua espressione si rispecchiava in quelle di tutti gli altri ragazzi.

 

«Vattene.»

«No.»

«Vattene, Lukas!»

«Jade, sei qua immobile da due giorni! Devi camminare, mangiare, bere qualcosa!»

«Non c’è tempo.»

«Se morirai di fame non potrai più aiutare nessuno.»

Questo parve convincere la ragazza, che lentamente seguì Lukas verso la mensa.

«Non ne avevo idea» sussurrò poco più tardi, dopo aver mangiato un piatto di minestra.

«Lo so.»

«Come ha potuto tenercelo nascosto?»

«Io credo che abbia fatto bene.»

«Stai scherzando? Se solo avessi saputo le conseguenze di ciò che facevo … »

«Ti saresti ridotta ad un vegetale dedito solo al suo compito molto prima di oggi.»

«Avrei potuto salvare delle vite! Migliaia!»

«E perdere la tua.»

«Tu non capisci!» Jade sentiva la rabbia fluirle dentro come un’onda che cresceva sempre di più.

«No, Jade, tu non capisci. Sei un essere umano. È normale che tu faccia errori. Tutti ne fanno.»

«Ma i loro errori non comportano la morte di qualcuno!»

«Stai esagerando!»

«E tu stai cercando di ignorare le tue responsabilità per non sentirti in colpa!»

«Nessuno mi ha chiesto se le volevo, queste responsabilità         

«Fatto sta che ce l’hai.»

«Magari a me non interessa!»

«Che cosa?»

«Nessuno mi ha chiesto se accettavo di sobbarcarmi un impegno del genere, perciò non ho nessun dovere morale o … »

«Tu sei pazzo. La gente muore, Lukas!»

«Tutti muoiono.» La sua voce era piena di rabbia bollente, ma quando si avvicinò a Jade il fuoco divenne passione.

La baciò.

Con impeto, violenza, fuoco.

E Jade … la responsabile, seria, sensibile Jade cedette.

Nonostante la Dama Nera li avesse avvertiti, minacciando orribili sciagure se una cosa simile fosse successa. O forse proprio per questo, perché Jade non si fidava più della Dama Nera, che le aveva nascosto così a lungo la verità più importante, e voleva solo vendicarsi.

O magari voleva semplicemente cedere.

In ogni caso, lo fece.

E quando, il mattino dopo, si risvegliò nel letto di Lukas, si rese conto di cosa aveva fatto e sorrise. Rendendosi conto solo allora di cosa voleva dire vivere.

 

» 2 anni e otto mesi prima «

 

Jade cercava di evitare la Dama Nera per quanto possibile. Si sentiva un po’ in colpa per aver apertamente disobbedito ai suoi ordini: aveva vietato loro di farsi coinvolgere in un legame che fosse più profondo di un’amicizia con un compagno.

L’unione degli elementi è terribilmente pericolosa, ripeteva spesso.

Ma era troppo tardi.

Una mattina erano riuniti in giardino per una prova particolarmente faticosa.

Un tremendo terremoto, che Sharon aveva potuto arginare solo in parte, si era trasformato in uno tsunami.

Jade era in piedi, le braccia sollevate, la testa abbandonata all’indietro, gli occhi chiusi, più concentrata che mai.

«Non ci sei neanche vicina!» sbottò la Dama Nera.

I palmi aperti delle mani della Custode si strinsero a pugno per un istante.

«Avanti, Jade, concentrati!»

«Ci sto … provando» ringhiò lei.

«Provare non basta! Devi riuscirci!»

Era innegabile che la Dama Nera fosse molto più severa con lei che con chiunque altro, e Jade aveva quasi raggiunto il limite di sopportazione.

«Non ci riesco! Ci sto mettendo tutto il potere che ho, lo giuro!»

La donna aggrottò le sopracciglia.

«Dici sul serio?»

«Sì! Sto impiegando ogni goccia di energia, ma … non succede niente

Jade abbassò le braccia e rialzò la testa, gli occhi lucidi per la fatica e l’irritazione.

«È inutile» concluse amareggiata.

«Mi stai nascondendo qualcosa, Jade?» chiese a sorpresa la donna.

Lei spalancò gli occhi.

«Eh?»

«Sai, c’è un motivo assolutamente plausibile per questo. Il potere che va e viene … Per questo ti sto chiedendo se c’è qualcosa che non mi hai detto.»

Jade dapprima impallidì, quindi arrossì, sentendo su di sé lo sguardo fisso non solo della donna, ma anche dei tre compagni.

«Io … » cominciò, un nodo che le stringeva la gola.

«Tu sei incinta» ruggì la Dama Nera.

Cal, Lukas e Sharon sussultarono e Jade si irrigidì.

«Io … » riprovò, la voce che tremava.

«Allora, quale ragazzetto del villaggio ti ha adescata, Jade?» il tono della donna era brusco. «E perché mai sei stata così stupida da cascarci come una qualsiasi ragazzina di campagna?»

Jade, terrorizzata, cercò con gli occhi lo sguardo stravolto di Lukas. La Dama Nera lo intercettò e fu lei, stavolta, ad impallidire.

«No» ansimò. «Ti prego, non dirmelo.»

La Custode non riusciva a trovare il fiato, la forza, le parole. Rimase inerte quando la Dama Nera urlò:

«Lukas?!»

Jade non si preoccupò nemmeno di annuire, tanto lei aveva già capito.

Lo schiaffo arrivò inaspettato.

La Dama Nera, che mai aveva alzato un dito su di loro, né usato parole peggiori di “sciocco”, colpì Jade in viso con forza.

«Stupida!» gridò. «Stupida ragazza! Ti rendi conto di cosa hai fatto? Delle conseguenze che questo potrebbe avere?»

Jade, risvegliata dal suo torpore dal dolore alla guancia, sentì la rabbia prendere il posto della passività.

«E come potrei, visti tutti i segreti che tieni per te? Il tuo nome, il tuo compito … le conseguenze di ogni azione che compiamo! La gente che muore per colpa dei nostri errori! Il motivo per cui siamo costretti a fare tutto questo!»

«Stupida» ripeté ferocemente la Dama Nera, senza dare peso alle accuse che le erano state rivolte. «Avete compiuto un atto contro natura! L’acqua non si unisce al fuoco! Mai!»

Jade ricordava le prime lezioni teoriche che le erano state impartite. L’acqua si univa alla terra nel fango, all’aria nei temporali, fuoco e aria producevano incendi, terra e fuoco colate vulcaniche.

Acqua e fuoco erano gli unici due elementi che mai si univano tra loro in natura. Si combattevano, erano in lotta continua.

«Io non sono il mio elemento!» urlò Jade.

«Certo che lo sei! E c’è un’unica soluzione a tutto questo, se vogliamo evitare una catastrofe … devi abortire.»

Jade fece un passo indietro.

«No» ansimò.

«Lo farai, dovessi costringerti io stessa!»

Jade la guardò con occhi sbarrati prima di fuggire verso la propria stanza.

 

«Jade, ti prego, resta.»

«L’hai sentita, Lukas. Se rimango, mi costringerà ad abortire.»

Il ragazzo la guardò riempire una borsa con abiti, soldi e provviste.

«Forse è la cosa migliore» disse.

Jade aveva lottato, finora, per salvare il bambino di Lukas.

Quelle cinque parole le fecero capire con estrema chiarezza che adesso era completamente da sola. Forse lo era sempre stata.

E il bambino da salvare non sarebbe mai stato di Lukas, ma solo suo.

«Vuoi uccidere il nostro bambino?»

«Non è quello che intendevo, Jade.»

«Invece volevi proprio dire quello.»

«Jade, il momento è sbagliato. Se quello che dice la Dama Nera è vero, allora questo bambino potrebbe essere una cosa … sbagliata.»

La ragazza chiuse la borsa e se la mise in spalla.

«Forse siamo solo noi due ad essere sbagliati» concluse. «Puoi dire alla Dama Nera che non smetterò di svolgere il mio compito. Andrò avanti fino alla fine, nonostante tutto.»

 

» 2 anni prima «

 

Jade aveva usato i propri poteri, per la prima volta nella sua vita, per i propri scopi personali. Aveva evocato un’onda di straordinaria potenza che l’aveva accolta come una bambina, cullandola, e l’aveva portata lontano.

Non sapeva esattamente dove –lontano era stata l’unica indicazione che aveva fornito all’onda. Aveva attraversato oceani a velocità stratosferica, protetta dall’enorme massa d’acqua che la circondava e le consentiva di respirare.

Per la prima volta, Jade si era sentita davvero potente.

E, soprattutto, felice di esserlo.

Era arrivata in capo al mondo, e si era costruita una vita. Aveva imparato cos’era il lavoro, e quanto fosse difficile conciliarlo con l’adempimento dei propri doveri di Custode e con i malesseri della gravidanza.

Ma aveva lottato fino allo stremo, decisa a vincere.

 

«Spinga, signorina.»

«Fa male!»

«Coraggio, ci siamo quasi. Spinga!»

«Maledizione! Lukas, vai a farti … » altre parole poco eleganti seguirono, e se Lukas fosse stato lì, probabilmente sarebbe arrossito.

Ma non c’era.

Umida di lacrime e sudore, rossa di furia e dolore, alla fine Jade diede alla luce una bambina.

Quando gliela diedero da tenere in braccio, urlante, con gli occhi chiusi e i pugnetti stretti, Jade la guardò con amore immenso.

«Ti difenderò da tutto» giurò solennemente. «E impedirò che tu abbia a che fare con tutto questo. Non dovrai subire ciò che ho subito io, mio piccolo amore.»

Non ebbe esitazioni nello scegliere il nome.

Aqua.

Poteva essere più ovvia, più banale? Probabilmente no.

Ma poteva essere meno innamorata di quel fagottino che dipendeva da lei in tutto e per tutto? No di certo.

 

» Oggi «

 

Jade tornò a casa dopo ore di lavoro in mezzo al bosco per spegnere l’incendio che Lukas aveva trascurato. Il suo potere era diminuito drasticamente negli ultimi tempi: sapeva che si stava rafforzando di conseguenza in ragazzini inconsapevoli.

Negli ultimi tre giorni era tornata a casa così di rado che la babysitter si era quasi stabilita da lei.

«Grazie, signora May. Può andare. Per oggi ho finito.»

«Arrivederci, signorina. Ciao, Aqua.»

Jade rimase sola con la figlia. La prese tra le braccia e le parlò.

Di nulla in particolare, voleva solo parlare con qualcuno e Aqua era la persona adatta, perché non faceva domande, ma si limitava ad ascoltare la sua voce come incantata e a pronunciare qualche parola slegata.

«Mamma» pigolò.

«Sono qui, amore.»

Jade sospirò, rannicchiandosi sul divano, sotto una grande coperta di lana, con la bambina in grembo. Le capitava di sentirsi sola, talvolta, e quello era uno di quei momenti.

Aveva vent’anni, e tra un anno il suo potere sarebbe scomparso e sarebbe stato ereditato da dei ragazzini di dieci anni, inesperti quanto lo era stata lei tanto tempo prima.

E allora cosa le sarebbe rimasto?

Stava per perdere tutto ciò per cui aveva lottato, combattuto, vissuto.

Aveva vissuto, dal momento in cui la Dama Nera le aveva mostrato le conseguenze di un errore, quasi esclusivamente per salvare la gente dalla furia incontrollata dell’acqua.

Aveva dato il massimo, o anche di più, e di lì a poco sarebbe finito tutto.

«Così poco tempo» mormorò tra sé.

«Hai ancora un anno, Jade.»

La Custode sussultò.

Nel bel mezzo del suo salotto era comparsa la Dama Nera.

«Cosa ci fai qui?» ringhiò, alzandosi in piedi e stringendosi Aqua al petto.

«Volevo parlare con te, Jade. Ti giuro che non farò nulla di male.»

Lei esitò, quindi, circospetta, tornò a sedersi.

«Vorrei che tu sapessi come mai sono stata così dura con te nel corso degli anni» esordì la Dama Nera.

Suo malgrado, gli occhi di Jade si accesero di interesse.

«Sono stata Custode anch’io, quasi cinquecento anni fa.»

Jade si rese conto che le sue stime approssimative dell’età della Dama Nera erano eccessive.

«Ero Custode dell’acqua. Jade … tu mi ricordavi moltissimo me da giovane. Ho assistito molti Custodi da allora, ma mai nessuno mi ha impressionata quanto te. Avevi il mio stesso carattere determinato, la mia testardaggine, la mia tremenda paura di fallire e il mio altruismo eccessivo.» Fece una pausa. «Solo che io amavo follemente il mio ruolo. Mi ci identificavo completamente. E soffrivo pene insopportabili quando fallivo, perché sapevo le conseguenze che questo avrebbe avuto. Ed ecco il motivo per cui non ho voluto dirtelo subito. Volevo che conservassi l’innocenza che deriva dall’inconsapevolezza. Non volevo farti soffrire, Jade, perché io stessa sarei stata male … di riflesso.»

La Dama Nera sospirò e si sedette accanto a lei.

«Se mi sono infuriata così tanto quando ho scoperto che eri incinta» proseguì «è stato perché … ero così invidiosa di te! So di aver già avuto la mia possibilità, ma avrei dato tutto per tornare la ragazzina di allora e gestire quel potere … e tu lo avevi e lo stavi gettando via per avere un figlio ad appena diciassette anni.»

Jade esitò. Sentiva l’insofferenza provata verso quella donna per così tanti anni lottare contro la comprensione e la compassione che le avevano suscitato le sue parole.

«Comunque, non è per questo che sono venuta qui oggi» concluse la Dama Nera. «Jade, sai che tra un anno il tuo potere si esaurirà, vero?»

«Certo.»

«Bene, sono andata alla ricerca dei nuovi Custodi. A partire da domani cominceranno ad imparare i rudimenti del loro potere.»

«Ebbene?»

«Jade … tua figlia è tra le prescelte.»

Il silenzio scese come la gelida lama di una ghigliottina.

«No» ansimò la Custode dopo qualche secondo di sbigottimento. Strinse a sé la bambina. «Non ha ancora tre anni. Non può essere lei.»

«Ti avevo detto che quello che avete fatto tu e Lukas avrebbe avuto delle conseguenze, Jade. Non ci sono Custodi dell’acqua né del fuoco, quest’anno. C’è solo tua figlia, e dovrà essere la Custode di entrambi.»

«No» ripeté Jade, sconvolta, e si alzò, senza lasciar andare la bambina. «Non è possibile.»

«Il suo compito sarà due, tre volte più difficile del tuo. Due elementi opposti, Jade. Riesci a capire cosa significa? Il motivo per cui non volevo che succedesse una cosa del genere ti è chiaro, adesso?»

«Non voglio!» replicò furiosa Jade. «Non te la lascerò mai

«Beh, naturalmente nessuno ti costringerà. Voglio dire, non posso cancellarti il ricordo di tua figlia come faccio con gli altri genitori, perché sei più potente di me. Ma sappi solo che, se non l’affiderai a me, tra un solo anno due poteri rimarranno scoperti. La Terra subirà enormi inondazioni e incendi. Milioni di persone moriranno, perché l’acqua non potrà contrastare il fuoco e viceversa.»

Milioni di persone moriranno.

Jade sapeva che la Dama Nera aveva premuto di proposito quel tasto dolente. Lei sapeva quanto Jade odiasse la consapevolezza che la gente poteva morire per una sua scelta.

Però … Aqua.

La sua bambina.

«È ancora troppo piccola» disse piano.

«È il suo destino, Jade, e lo compirà al meglio. Saprò addestrarla bene come ho fatto con te.»

Jade si sentiva precipitare nel vuoto.

«Io … ho bisogno di parlarne con Lukas» disse.

Qualunque cosa pur di rimandare la scelta.

«Lo sospettavo. Per questo l’ho chiamato qui.»

La Dama Nera fece un cenno distratto e Lukas entrò.

La sua vivacità e la sua baldanza sembravano essersi spente.

«Jade» mormorò. «Mi dispiace non avertelo detto questo pomeriggio, ma … non ci sono riuscito. Scusami.»

«Lasciaci soli» ordinò Jade alla Dama Nera.

Lei obbedì, uscendo silenziosamente.

Lukas si avvicinò con cautela a Jade e guardò la bambina che lei teneva in braccio.

«Cosa farai?» le chiese, incerto.

«Non lo so.»

«Jade, io so di non avere il diritto di decidere. So di non esserci stato per voi in questi anni, ma … sono rimasto là per tenere d’occhio la Dama Nera. Ho discusso con lei mille e mille volte. Voleva trovarti e uccidere la bambina, sai? Ma gliel’ho impedito. Ad un certo punto anche con la forza.» L’ombra di un sorriso gli attraversò fugacemente il volto. «Ogni giorno dovevo trovare nuovi argomenti … ma dopo che la bambina è nata lei si è calmata. Ha detto che ora sapeva le conseguenze di ciò che avevamo fatto, e che sarebbero ricadute soltanto su di noi … su di te. Sembrava soddisfatta. Alla fine me l’ha detto, ma io non ho mai avuto il coraggio di riferirtelo, Jade. Mi dispiace.»

«Credi che dovrei lasciargliela?» domandò la Custode, gli occhi fissi sulla piccola.

«Credo che tu debba fare la cosa che ritieni sia più giusta.»

 

» 1 anno dopo «

 

Era l’ ultimo istante.

Jade lo sentì perfettamente.

Era coricata nel letto, tesa.

Allo scoccare esatto della mezzanotte sentì il potere che la abbandonava, un’onda gelida che le travolgeva l’anima e la lasciò stordita e incredula.

Si voltò verso Lukas, al suo fianco.

«L’hai sentito anche tu, vero?» chiese lui.

Lei si limitò ad annuire.

«Non l’abbiamo perso, Jade.»

Lei lo sapeva. Il potere, il loro enorme sacrificio, non era andato perduto.

Entrambi gli elementi erano ora racchiusi nella piccola Aqua.

Jade immaginò la figlia un po’ cresciuta –non la vedeva da un anno, ormai- che, nel suo letto, accanto ad altri due ragazzi, sentiva l’acqua e il fuoco travolgerla contemporaneamente, e provò quasi una fitta di invidia.

Sarebbe stato uno dei momenti più belli della sua vita, ma ad esso sarebbero seguiti tanti dolori, tanta fatica, tante lacrime.

Ne valeva la pena?

Jade pensò alla gente che aveva salvato, a Sharon, a Cal, alla Dama Nera, ad Aqua.

Poi guardò Lukas, lì accanto, che la osservava preoccupato, una mano sulla sua.

Chiuse gli occhi.

Ne valeva la pena?

Mille e mille volte sì.

n.d.A.

Che dire? Era la prima volta che partecipavo ad un contest, non mi aspettavo di arrivare prima!

Ecco la recensione della giudicia:

Grammatica e sintassi: 9.5 + 10
Ho trovato solo un tempo verbale sbagliato, per il resto è assolutamente perfetta!

Stile e lessico: 10 + 10
Uno stile coinvolgente e incisivo, che trasmette bene le sensazioni dei personaggi.

Sviluppo della trama: 10
Mi sono piaciuti molto i vari flashback che fanno da ponte tra la prima scena, nel presente, fino ad arrivare addirittura al futuro. Sono come dei piccoli capitoli che riportano le fasi più importanti della crescita dei ragazzi, presentando anche il mondo in cui si muovono.

Caratterizzazione personaggi: 10
Poche parole sono bastate a creare nel lettore un’immagine anche ai personaggi più marginali, e al resto hanno pensato le parole e le azioni. Perfino la dama nera, quest’enigmatica figura senza età, alla fine acquista una sua umanità e caratterizzazione.

Originalità: 9
I quattro elementi vengono sfruttati spesso nelle storie fantasy, ma mantiene comunque una sua originalità nel sistema che hai creato ;D

Attinenza alla traccia e uso delle parole: 5 + 5
Niente da dire qui, le regole sono state rispettate e le parole usate in modo appropriato.

Giudizio personale: 5
Oh, mi è piaciuta tantissimo! La fine magari ha un retrogusto un po’ dolceamaro, ma non poteva andare diversamente. =)
Un solo piccolo appunto: il tuono viene dopo il lampo XD

Punteggio totale: 83.5

 

   
 
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