Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto
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Autore: Philalexandros    06/05/2011    7 recensioni
1370. In Irlanda governa il re Richard II Tudors, sovrano amato e rispettato dalla popolazione; suo figlio, Jared, è l'erede al trono, ma questa decisione non è ben accettata da tutti; starà al cavalier Colin difendere la vita del giovane principe e istruirlo a combattere.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo undicesimo.

 

 

-Posso lasciarti qui, oppure domani dovrò sentirmi in colpa per aver fatto ammazzare un cavaliere e mettere in galera un principe?-

Jared abbassò lo sguardo, imbarazzato: Tomo lo stava trattando come un bambino.

Ma il ragazzo non gli diede il tempo di formulare una risposta che continuò, addolcendo il tono di voce, stavolta:

-Jar, amico, non so cosa ti sia preso, e sinceramente non ti ho mai visto così arrabbiato ma...sono sicuro che tu abbia avuto i tuoi buoni motivi per comportarti in quel modo.-

Buoni motivi?

Ma se non riusciva nemmeno a elaborare qualcosa di razionale nella sua testa, figuriamoci a trovare dei buoni motivi.

E poi ce li aveva avuti davvero dei buoni motivi per picchiare Colin?

No. Certo che no.

O almeno, quelli che Jared cercava di propinare a se stesso non erano assolutamente buoni.

Ma quelli che invece provenivano dal cuore e silenziosamente si facevano strada nel suo cervello lo erano, eccome!

Scacciò immediatamente quel pensiero.

Di certo non avrebbe mai ammesso che una parte di influenza in tutto ciò, l'aveva avuta anche la gelosia.

-Vuoi che chiami tuo fratello?-

-No!-

Si sbrigò subito a dire Jared.

-No Tomo, e per favore, non dirgli niente di tutto ciò. Io...io non voglio che sappia che suo fratello sia anche...questo.-

-Nessuno è perfetto, Jared, è normale non essere sempre controllati.-

-Lo so, ma un principe deve esserlo e...-

Cosa avrebbe potuto dire? Sapeva che tutto ciò non aveva senso.

Lui stesso si stava comportando come un irresponsabile e un immaturo. Da quando aveva conosciuto Colin, la sua parte peggiore aveva avuto la meglio.

Francisco aveva ragione.

Ma sapeva che non poteva rivelare la sua debolezza a Shannon. Non ora che si erano ritrovati, almeno.

-Ti prego Tomo, non dirgli niente. Ora...ora, parlerò con il cavaliere e sistemeremo tutto. Starò attento, non mi farò più prendere dall'ira. Promesso.-

Tomo lo guardò negli occhi.

Solo quando capì che era sincero, annuì.

-Okay Jar. Ma per qualunque cosa, io ci sono, okay?-

Il principe sorrise. Di un sorriso debole, ma bellissimo.

-Grazie amico mio. Di tutto.-

 

 

 

****

 

 

Colin era ancora dentro alla locanda.

Si passava il ghiaccio sulla parte di labbro dove il principe lo aveva colpito in pieno.

Almeno una cosa buona l'aveva fatta da quando lavorava a corte: il destro di Jared era stato impeccabile.

Ma quest'ultimo non gli aveva recato alcun dolore in confronto alle parole del principe.

Quelle sì, che avevano fatto davvero male a Colin.

Jared credeva a Jonathan.

Tutto il loro impegno nel cercare di ottenere un rapporto decente era sfumato appena il conte aveva pronunciato quelle parole piene di veleno e ambizione.

Ma solo lui riusciva a vedere cosa si celava realmente sotto quel viso d'angelo del conte?

Non era possibile. Doveva far aprire gli occhi al principe.

Ora. Prima che fosse troppo tardi.

Prima che Jared potesse cedere alle false lusinghe di quel viscido.

Prima che si potesse innamorare di lui.

Colin fu percorso contemporaneamente da due fitte: gelosia e rabbia.

Erano molto diverse, ma facevano male nello stesso identico modo.

 

 

****

 

Si avviò verso l'entrata della locanda, sperando di non dover giustificare il suo comportamento anche alla fanciulla che aveva assistito alla discussione.

Bastava già dover chiedere scusa a Colin.

Fortunatamente il cavaliere gli risparmiò l'entrata, poichè era appena uscito e stava pulendo la spada.

Possibile che non abbandonasse quell'oggetto nemmeno quando c'era da pensare ad altro?

Possibile che riuscisse ad essere così attraente ogni volta che era concentrato a fare qualcosa?

Jared cercò di eliminare categoricamente il secondo pensiero.

-Immagino che lei non ti abbia mai tradito-

Parlò per primo il principe. Non sapendo bene come iniziare il discorso.

Colin alzò gli occhi con aria dubbiosa.

Gli aveva dato del tu. Riuscì a pensare solo a questo.

-No, intendo, la spada...deve essere importante per te. La guardi come se da lei dipendesse il tuo prossimo respiro. Sai, anche io ho un oggetto a cui tengo così tanto: i miei colori.-

Perchè Jared gli stava dicendo quelle cose?

Voleva farsi perdonare?

Tranquillo Jared, ti basterebbe guardarmi negli occhi e ti perdonerei anche il più grave dei mali.

-Io...sì, la amo. Mi accompagna in tutto. Non riuscirei a combattere senza di lei.-

Si guardarono. A lungo.

Oceano e terra.

-Scusa. Non...non avrei dovuto reagire in quel modo. E'...è che...-

Colin capì che Jared era in difficoltà, e lo interruppe.

-Scuse accettate.-

-Come? Ma...ma io vi ho...-

-Perchè mi stai dando del voi ora? Continua a darmi del tu. Ti prego, Jared.-

L'altro rimase in silenzio.

Il cuore gli prese a battere in un modo che lo spaventò a morte, ma che gli ricordò allo stesso tempo il sapore dolce dell'amore.

ODI ET AMO.

Quelle parole gli piombarono nella mente e nel cuore.

E per la prima volta non stava combattendo con se stesso.

 

 

****

 

 

Tornarono al castello in silenzio, galoppando uno dietro all’altro, persi nei propri pensieri; Colin si chiedeva cosa passasse per la mente del principe, a cosa era stata dovuta tutta quella rabbia, e quella gentilezza poi nel chiedergli le sue scuse; si rammaricava di non avergli detto di più, dopo averlo supplicato di non usare quel tono formale, ma era rimasto pietrificato nel vedere l’emozione pura e indifesa negli occhi di Jared. Questi aveva poi sorriso timidamente e il cervello di Colin era completamente andato in blackout. Praticamente neanche ricordava cosa si erano detti dopo; erano montati a cavallo, con gesti talmente abituali da risultare meccanici, ed ora erano immersi nella quiete. A Colin sarebbe piaciuto ridere, scherzare; preferiva il chiasso al silenzio, ma evidentemente non erano ancora pronti a una cosa del genere.

In realtà, si chiedeva se lo sarebbero stati mai.

 

Dall’altra parte, Jared ancora non riusciva a calmare il suo cuore. Odiava sentirsi come una ragazzina, ma davvero, davvero, non lo faceva apposta! Era frustrante sentire quel maledetto organo rimbombare continuamente nella cassa toracica, era frustrante non sapere cosa fare, era frustrante non capire come comportarsi con quel cavaliere, era frustrante dover resistere all’impulso di togliergli di mano quella maledettissima spada e baciarlo, baciarlo fino a non aver più fiato, fino a quando il cuore non fosse finalmente esploso, mettendo fine a quell’agonia.

Temeva che prima o poi, sfinito, avrebbe ceduto a quell’impulso.

Si azzardò a guardare dietro di lui: Colin galoppava a pochi metri, per non perderlo di vista; guardava verso il bosco, ora, e vederlo sellare il cavallo sobbalzando ad ogni colpo di zoccoli, muovendo il bacino per accompagnare il gesto, con quell’espressione fiera, era…

…uhm, un tantino eccitante.

Jared si voltò di nuovo, spalancando gli occhi e portandosi una mano alla bocca mentre sentiva le guance diventare bollenti; ma magari fosse stata l’unica cosa che sentiva, dato che qualcosa si stava manifestando ai piani bassi!

Era pur sempre un uomo, eh, e dopo Cameron non c’era stato più nessuno.

Ma insomma, era…Colin!!

-Tutto bene, principe?-

Bjguhgfsth. Questa sarebbe stata la risposta di Jared, se non si fosse fermato in tempo; riuscì a pigolare un certo poco convinto, con voce tremolante, mentre cercava disperatamente di non pensare alle cosce di Farrell.

Farrell che, insospettito, decise di avvicinarsi; il principe, sentendolo, entrò completamente in panico, e, preso alla sprovvista, gridò improvvisamente: -CHE NE DITE DI UNA CORSA, EH?!- , con tono quasi isterico, per poi spronare il cavallo ad accelerare e allontanarsi velocemente da lui.

Colin rimase interdetto per un attimo; davvero, non sarebbe mai riuscito a capire ciò che passava per la testa di quel lunatico!

Ma aveva la sfida nel sangue, così non ci pensò due volte a partire a tutta velocità, cercando di raggiungere Jared.

L’aria gli sferzava il viso, assottigliò gli occhi per ripararli e si godette il gusto della rapidità; poche cose gli piacevano altrettanto, lo faceva sentire immensamente libero, e per Colin era fondamentale.

Viveva al servizio delle persone, della patria, dei signori, del re, ma non si sentiva incatenato a nulla, nulla sembrava avere radici stabili nel suo cuore, a parte Eamon.

Eppure, era come se la prima volta in cui i suoi occhi avevano incontrato quelli di Jared il principe avesse piantato un seme dentro di lui. E quel seme stava lentamente germogliando, stava iniziando a mettere le radici, in prossimità della nascita di qualcosa che ancora si celava, ancora non si lasciava capire.

Qualcosa che, giorno dopo giorno, rendeva Colin desideroso di non andarsene, ma di rimanere a scoprire cosa fosse.

Forse perché un’idea ce l’aveva già.

E, per una volta, nonostante tutto ciò sembrasse più grande di lui non voleva scappare.

 

 

 

Jared scese da cavallo, sollevato dal fatto che la sua erezione si fosse un attimino calmata, ma ancora non poteva stare tranquillo.

-Ascolta… Jared- lo chiamò Colin, ancora titubante nell’usare quella confidenza; il principe si voltò a guardarlo, cercando di nascondere alla vista dell’altro le proprie parti basse.

Il cavaliere sembrava imbarazzato: -Sentite…no, senti. Hai impegni per cena stasera?-

-Io..no- rispose Jared, sorpreso.

-Ti va di cenare con me?- chiese allora Farrell, con un sorriso gentile che spinse il principe a farne immediatamente uno più grande: -Certo!-

Si lasciarono così, con la promessa di rivedersi più tardi; Jared scappò in camera sua e Colin rimase per un po’ come inebetito, pensando, ancora una volta, che a Jonathan avrebbe pensato dopo: prima, era più importante consolidare il suo rapporto con il principe.

 

 

 

****

 

 

 

-Mia madre è morta.-

-Oh..mi dispiace tanto.-

-Anche a me dispiace per i tuoi genitori, non te l’ho mai detto.-

-Oh, tranquillo, non me lo dice mai nessuno. Tutti pensano che mi sia andata di lusso, grazie alla loro morte...- commentò Jared con un pizzico di amarezza; Colin coprì una mano del principe con la sua e disse: -Io no. Mi dispiace davvero.-

Jared sentì una stretta allo stomaco e combattè ancora una volta con la tentazione di sporgersi e baciarlo. Avevano finito di cenare ma erano ancora seduti a tavola, l’uno accanto all’altro, crogiolandosi nel tepore del caminetto acceso e dal senso di rilassamento dovuto alla gran mangiata.

Parlando, si sporgevano involontariamente l’uno verso l’altro, e Jared pensava che il viso di Colin, così vicino e illuminato dalle candele, fosse straordinario.

-Per quanto riguarda tuo padre, invece?-

Farrell fece spallucce. –Non lo so. Abbandonò me, mia madre e le mie sorelle quando ero ancora molto piccolo. Non ho idea di che fine abbia fatto.-

-Hai delle sorelle?-

Colin sorrise. –Sì, due. Catherine ha trovato un marito a Londra, Claudine invece lavora a Parigi, disegna abiti. È molto brava e molto bella, anzi, lo sono entrambe.-

-È genetico, per voi Farrell, evidentemente.-

Colin sorrise, sornione: -Che intendi?-

Jared lasciò la sua sfacciataggine uscire liberamente, una volta tanto: -Eamon è molto bello. E anche tu lo sei.-

Colin ridacchiò: -Grazie. Però non credo di esser bello nemmeno la metà di quanto lo sei tu, Jared.-

Il principe arrossì lievemente, ed entrambi pensarono che sì, okay, era strano. Stavano forse flirtando?

In ogni caso, non era tanto male.

-Anche per me sarà una questione genetica, allora, perché anche Shannon lo è.- commentò Jared, orgoglioso.

-Mi piacerebbe che tu lo conoscessi.- si lasciò sfuggire poi improvvisamente.

Colin lo guardò intensamente. –Piacerebbe anche a me- rispose, -quando vuoi.-

Un bacio, un bacio solo pensò Jared, quello sì che mi piacerebbe ora.

Colin, però, aveva una paura fottuta di rovinare tutto.

E se, baciandolo, Jared si fosse ricordato della bugia di Jonathan?

Lo sguardo del cavaliere si oscurò, e Jared se ne preoccupò immediatamente. Aveva forse fatto qualcosa di sbagliato? Gli aveva guardato le labbra con troppa insistenza? Oh, mio Dio, che vergogna.

-Che ti prende, Jared?- Colin lo stava guardando interrogativo, e Jared, colto alla sprovvista e consapevole del rossore sui suoi zigomi, rispose –Fa caldo qui, non ti pare?- prendendo a sventolarsi il viso con una mano.

Il cavaliere inarcò un sopracciglio: -Siamo accanto al caminetto, se è tuo desiderio possiamo spostarci.-

La camera da letto?

Jared arrossì ancora di più e si piazzò una mano sulla fronte, sconvolto da quei pensieri che non riusciva a controllare.

-O forse hai un po’ di febbre?-

La mano di Colin salì a spostare la sua per sentire la temperatura della fronte di Jared, il quale avvampò ancora di più, se possibile: si chiedeva dove fosse andato a finire il suo proverbiale autocontrollo, la sua innata regalità. Non c’era più nulla di regale in lui da quando il cavaliere era entrato nella sua vita.

-Jared..- perso in questi pensieri, non si era accorto di quanto lui si fosse avvicinato. Troppo! Jared si bloccò ad osservare il piccolo neo che aveva sulla guancia sinistra, non ci aveva mai fatto caso prima. –Jared hai la febbre?- fu solo in quel momento però, quando il principe sentì il respiro del cavaliere sul suo viso, che perse veramente il controllo.

Successivamente avrebbe pensato che la sfuriata alla locanda fosse stata una bazzecola, in confronto.

Guardò Colin ad occhi spalancati, vide i suoi spalancarsi a loro volta ma spostò lo sguardo sulla sua bocca, su quelle belle labbra che, all’improvviso, quasi aggredì con le sue.

Jared lo baciò ad occhi serrati, irruento e frustrato, portando le sue mani a stringere il viso di Colin, che, lì per lì, non fece una piega, troppo sorpreso anche solo per pensare di ricambiare.

Jared era così.

Jared era una persona estremamente buona e umile, ma aveva dei limiti, come tutti. E, d’altra parte, come principe, era abituato ad avere tutto e subito, anche se spesso minimizzava la cosa. Ma Colin, Colin era una cosa diversa. Colin era una cosa che aveva voluto probabilmente sin dal primo giorno, anche se aveva nascosto il desiderio sotto coltri di diffidenza e dispetti. Ma esso era rimasto lì, pronto ad essere messo alla luce dalla prima folata di vento, da una qualsiasi mano amica che avesse tolto i veli sotto cui era stato seppellito. Colin non era una cosa che poteva avere subito. Colin, pur essendo al suo servizio, era una creatura fiera e indomabile, proprio come lui. E in un rapporto costruito faticosamente anche il minimo errore può costare molto caro, e Jared temeva che il prezzo fosse troppo alto da pagare, persino per lui.

Ma Jared si era stancato. Lo voleva, lo voleva troppo, ed essere stato divorato dalla gelosia poche ore prima per poi passare in sua compagnia la più piacevole delle serate lo aveva completamente destabilizzato.

Ed ora, vinto dai suoi istinti, finalmente baciava il cavalier Farrell.

Il quale, non è certo una novità, era in grado di esercitare un autocontrollo assai minore di quello del principe, ragion per cui cedette ben presto alle labbra morbide di Jared e non gli permise di staccarsi, afferrandolo per le spalle e spingendosi contro di lui.

Jared mugolò, non del tutto sorpreso, e accettò di buon grado la lingua del cavaliere che cercava la sua, mentre Colin appoggiava una mano sulla sua nuca per approfondire meglio il contatto.

Fu un bacio inizialmente veloce e passionale, con il principe che cingeva il collo del cavaliere con le sue braccia, quasi finendogli completamente addosso; dopo qualche istante, in cui i pensieri tornavano a circolare liberamente nelle loro menti, divenne gradualmente più lento e profondo, cosa che fece gemere entrambi, suoni che si propagarono dall’interno delle loro gole fino alla bocca dell’altro.

Colin non voleva staccarsi.

Non voleva, aveva una paura irrazionale di cosa sarebbe successo.

Non era così ottimista da non prevedere altri guai.

 

 

 

 

 

 

 

NDIls&Vav:

Uh, è già passato un mese? *si gratta la testa sentendosi in colpa*

Come al solito, spero che il capitolo valga l’attesa XD

Cioè, è stato un parto, non immaginate quanto sia stato difficile prendere la decisione di farli baciare, finalmente.

Cioè, in realtà Vav lo voleva da secoli XD ma la perfida Ils voleva rimandare all’infinito; salvo poi farsi prendere da nonsocosa due giorni fa e buttare giù la scena incriminata.

Uhmm, voi che ne pensate? :D

Grazie, grazie a tutte le buone anime che leggono e a quelle che recensiscono pure! Cioè, che persone adorabili :3

YaminonoAkuma, Yuki_Frehley, yayachan18, katietta91, Nulla Kaulitz e jessromance (che ha goduto come me nell’immaginare Jay che picchia Col con una scarpa XD *highfive* ), grazie davvero per il supporto e i commenti che ci rendono davvero, davvero felici. Siete meravigliose fanciulle! Molto, molto più di Alicja

A presto *^*

 

  
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