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Autore: ItsFabio    07/05/2011    1 recensioni
Prima Donna è un'eroina che agisce di notte,cercando di sconfiggere il crimine delle trafficate strade di Miami,ma,quando sua figlia viene rapita e la sua identità viene quasi scoperta la sua vita inizia a cambiare inevitabilmente. Chi ha preso Annabelle? Riuscirà ad avere una vita normale,senza che nessuno sappia del suo alter ego?
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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«Tesoro,svegliati»
La voce di sua madre fu la prima cosa che la bambina sentì quella mattina.
Strano,di solito la sentiva rientrare di notte,dopo le missioni, e,se era anche solo minimamente ferita,suonava una campanella attaccata all’interruttore della luce del corridoio per svegliare la figlia e chiederle soccorso. Era successo poche volte,fortunatamente, giusto una o due.
«Mamma?» Chiese la piccola,con la voce bassa ed ancora addormentata.
«Amore,ti prego,farai tardi a scuola.» Le disse dolcemente accarezzandole la fronte ed abbassandole un ciuffo ribelle della sua folta chioma rossa.
Annabelle,così si chiamava la bimba,si stropicciò gli occhi con i pugni e,guardando enigmaticamente la madre,constatò: «Mamma,non mi piace il trucco nuovo che ti dai..»
«Annabelle,non è un trucco,è la conseguenza ad una notte passata a rincorrere i criminali,purtroppo,» le spiegò con voce stanca «Vieni,ti ho già tirato fuori i cereali» aggiunse baciandola sulla testa.
La bambina giunse in cucina e si arrampicò su uno dei due sgabelli del bancone che fungeva da tavolo da pranzo. Dopo qualche secondo riuscì a salirci e si mise comoda,versando il latte nella tazza piena di cereali che la mamma le aveva già tirato fuori e riempito.
«Prima Donna,posso accendere la televisione?» Chiese alla mamma coricata sul divano con la bocca piena di cereali.
«Annabelle! Sai che non devi chiamarmi con quel nome! E se ci fosse qualcuno nell’appartamento senza che tu lo sapessi? E se qualcuno ci stesse ascoltando?Fai la brava,te l’ho già spiegato mille volte,su!» Sbottò mettendosi a sedere.
«Mami,non hai risposto!» Esclamò concentrata sui suoi cereali.
«A volume basso. Io ho passato la notte in bianco.» Rispose coprendosi la testa con un cuscino e sdraiandosi di nuovo sul divano.
 «Hai cambiato costume e l’hai preso bianco?!» Le chiese con voce sognante voltandosi per vederla.
La madre si portò una mano alla testa: «Amore,mangia,è meglio.»
La piccola afferrò il telecomando un po’ più in là dei suoi cereali e digitò il numero 6 verso il piccolo plasma della cucina.
“Prima Donna ha colpito ancora? Sparito un altro importante rappresentante della droga locale,detto James Dean per lo spirito ribelle e l’eccessiva attenzione per il gentil sesso.”
La ragazza,sentito il nome della sua parte “cattiva” provenire dalla televisione scattò in piedi e si diresse verso il televisore per ascoltare tutto il servizio. Non veniva pagata per tutto il lavoro che faceva per la città,anche perché quasi nessuno sapeva qual era la sua vera identità,ma quando si vedeva ai telegiornali,o meglio,vedeva dei disegni di artisti professionisti che provavano a riprodurla,visto che nessuno era mai riuscito a scattarle una foto,si sentiva ricompensata a pieno.
«Annabelle,alza il volume per favore.» Disse senza muovere gli occhi dal televisore.
«Mami,mi hai detto di tenere il volume basso,ricordi?» Riusciva quasi ad odiarla quando sua figlia usava quel tono,anche se non ci riusciva completamente.
Si sporse,prese il telecomando e alzò il volume da sola.
Mentre scorrevano le immagini pensò “Che bell’uomo però” non se n’era neanche accorta mentre combatteva contro di lui,anche se erano stati a faccia a faccia per lungo tempo.
Una delle cose di cui era sempre terrorizzata era il fatto che un criminale riuscisse a sopravvivere e cercarla per annientarla,mentre lei era disarmata..O peggio: prendere Annabelle,sua figlia,l’unica persona importante della sua vita.
L’aveva partorita sei anni prima e l’aveva concepita con un uomo di cui credeva di essere innamorata,ma poi,a sue spese,aveva capito che non era così.
Persa nei suoi pensieri si era dimenticata che il tempo scorreva: Erano ormai le sette e quaranta.
«Veloce,cambiati! Tra dieci minuti devi essere qui,pulita e vestita,così ti posso portare a scuola.»
La bimba saltò giù dallo sgabello e corse in camera sua,dove trovò già i vestiti per la giornata; se li mise e la madre l’accompagnò a scuola
  
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