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Autore: DadaOttantotto    07/05/2011    4 recensioni
Ellen Mills, 32 anni, professione "Attira traditori". Questo potrebbe essere il riassunto della sua vita. Lasciata dal fidanzato, si rifugerà nella villa di famiglia, in aperta campagna. Ma il destino a volte fa strani scherzi... Ellen incontrerà il suo ex, anch'egli fedifrago, e sarà costretta a dividere la villa con lui. Riusciranno a convivere? Vivranno nell'odio reciproco, o coglieranno l'occasione per imparare a conoscersi meglio?
[3° classificata al contest "Come in un CD", indetto da _Ker_ e Jun, giudicato da Fe85. e syssy5]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Past presents the Future
Track #2. Whatever doesn't kill me

Ethan Mills se ne stava disteso sul divano, una birra ghiacciata in mano, godendosi l'ennesimo tiro da tre di Kobe Bryant. Non beveva mai, se non quando c'era una partita dei Lakers. Allora chiamava suo cognato, prendevano due Beck's e si lasciavano a commenti poco gradevoli contro gli avversari.
Ma quella sera Liam non aveva potuto essere lì con lui, lasciandogli birra, tv e divano a completa disposizione. Nemmeno il diluvio universale che era scoppiato qualche ora prima poteva distrarlo da tanta beatitudine.
- Avanti, arbitro! Quello era fallo!
Lakers vs Clippers, il "derby" di Los Angeles. Erano sotto di otto punti, ma la situazione poteva ancora ribaltarsi. Dopotutto, era solo il 2° quarto. E loro avevano Kobe.
Poi, proprio mentre la suddetta guardia stava per effettuare un tiro libero, il campanello iniziò a suonare insistentemente.
- Tesoro, potresti andare tu? - gli urlò la moglie dalla cucina - Ho le mani insaponate.
Certo, era logico. Per una volta che poteva godersi la partita in santa pace, doveva arrivare per forza qualcosa a interferire.
Si alzò a malincuore dal divano, posando la birra sul tavolino, poi si avviò verso l'ingresso. Chiunque fosse il disturbatore gliene avrebbe dette quattro, poco ma sicuro.
Quello che vide una volta aperta la porta, però, gli bloccò le parole in gola.
- Ellen!
Sua sorella se ne stava immobile sul pianerottolo, la testa bassa, completamente zuppa. L'acqua che grondava dai capelli aveva formato una piccola pozzanghera ai suoi piedi. Ethan non poté fare a meno di chiedersi quanto tempo avesse esitato prima di suonare. Ma, soprattutto, perché.
L'afferrò per un braccio e l'attirò verso di sé, costringendola ad entrare in casa.
- Vieni dentro o ti prenderai un accidente!
- C'é Grace? - mormorò lei.
- Cosa é successo?
- Ti ho chiesto se c'é Grace.
Rimase sorpreso dal tono freddo usato dalla sorella, poi sospirò rassegnato. Conosceva Ellen abbastanza bene da sapere che non c'era modo di ottenere informazioni se lei non voleva darle. Aveva una testa dura come il marmo quella donna.
- E' in cucina - rispose, chiamando la moglie a gran voce - Non dirmi che sei venuta qui a piedi...
Lei si strinse nelle spalle.
- Avevo voglia di camminare.
- Allora adesso cammini verso il bagno e ti fai una bella doccia calda. Non voglio che ti ammali.
- Ma io...
- Doccia, poi Grace - indicò le scale con una mano - Ellen?
La bionda sbuffò. Non aveva percorso quasi due chilometri per sentirsi dire dal fratello quello che doveva fare; voleva parlare con la sua migliore amica, raccontarle quello che era successo con Robert. Senza Ethan tra i piedi, possibilmente.
- Devo trascinarti al piano di sopra?
- Sto andando, sto andando...

Il getto di acqua calda premeva sulla sua pelle ghiacciata dandole una sensazione di sollievo che la fece quasi sorridere. Per qualche minuto poteva dimenticare la sua vita, Robert, il suo lavoro... tutto quello che l'angosciava era sparito.
Poi l'illusione svanì nel momento stesso in cui uscì dalla doccia, e la realtà la colpì come un pugno in pieno stomaco. Era sola, Robert l'aveva lasciata. L'uomo che amava la tradiva. Più ci ripensava, più si sentiva una completa idiota. Ci era ricaduta, commettendo due volte lo stesso errore e uscendone due volte distrutta.
Finì di asciugarsi e infilò velocemente i vestiti che Grace le aveva gentilmente portato. Le andavano un po' larghi, soprattutto sul davanti, ma non era un problema. Legò in una coda i capelli ancora umidi, sospirò e si preparò mentalmente all'interrogatorio che l'aspettava di sotto.
- Ben tornata, sorellina - esclamò Ethan vedendola scendere le scale.
Si spostò sulla poltrona, lasciando a lei e alla moglie il completo utilizzo del divano.
Quando poi Ellen terminò il suo racconto, il nervosismo prese il sopravvento su di lui, facendolo scattare in piedi.
- Quel bastardo! - esclamò - Lo sapevo che era un poco di buono!
- Ethan, per favore - lo rimproverò la moglie.
Lui borbottò qualcosa e tornò a sedersi.
- Cosa intendi fare adesso, Ellen? - continuò Grace, riportando l'attenzione sulla cognata.
La bionda si portò le mani al volto, asciugandosi le lacrime con un gesto secco. Cosa poteva fare? Di tornare a casa, proprio non se ne parlava. C'era troppo di lui in quell'appartamento, anche se Robert non si fermava quasi mai a dormire non sarebbe riuscita a sopportarlo. Ma non poteva nemmeno chiedere a suo fratello di ospitarla. Già gli aveva rovinato la partita dei Lakers...
- Forse dovrei prendermi una vacanza. Che ne so... una settimana. In un posto che mi aiuti a non pensare.
- E' un'ottima idea. Fai bene a reagire! Come si dice? "Quello che non ti uccide, ti fortifica"! E dove vorresti andare?
La sua amica era un fiume in piena, ed Ellen sapeva quanto fosse difficile prendere la parola quando iniziava.
- Non saprei... un attimo! Ethan, hai ancora le chiavi della villa in campagna?
L'uomo annuì. Si alzò, aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse un insieme consistente di chiavi.
- Eccole - lanciò il mazzo alla sorella - Ma sei sicura di voler andare proprio là?
Dopo la morte dei genitori, nessuno dei fratelli Mills aveva più messo piede in quell'immensa casa. Un po' per i ricordi, un po' perché a quei tempi tutti e due avevano già la propria vita in città, da ben cinque anni la villa era abbandonata a se stessa.
- Sono sicura - replicò Ellen - In fondo è anche casa mia. E poi non avrei problemi di alberghi e cose varie.
- Ok. Se é quello che vuoi, allora non c'é problema. Domani mattina ti riaccompagnerò al tuo appartamento, dove potrai fare le valigie e prendere la macchina.
- Ma io non posso...
- Fermarti a dormire qui? Hai ragione, non puoi. Devi. Vado a prendere le coperte.
Ellen lo osservò allontanarsi e sorrise. Poteva dire qualunque cosa su suo fratello, ma rimaneva pur sempre l'unico uomo che non l'avrebbe mai tradita.

Voilà, eccomi di ritorno! Credo che posterò un capitolo a settimana, tanto li ho già tutti pronti :)
Bon, un "Grazie" di cuore va a Feel Good Inc, syssy5 (questa volta ho controllato per essere sicura di averlo scritto bene ^^) e CherryBomb_ per le recensioni;  a wilma, manymany, Giselle Francine e CherryBomb_ per aver inserito la storia tre le seguite e a Neverwas per averla inserita tra le "ricordate"!!
Ah, a chi interessa, questi sono le persone a cui mi sono ispirata per creare (fisicamente) i due personaggi principali:
Ellen Mills
Craig McKenzie
Al prossimo capitolo! :)
Baci8 
   
 
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