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Autore: zmarz    07/05/2011    3 recensioni
La storia che tutti noi conosciamo, vista dal punto di vista di Ginny... le sue lacrime, le sue giornate lontane dal trio protagonista... la sua vita dentro Hogwarts, i suoi sorrisi lontana da Harry potter... dove sorridere non era difficile...
Dall'inizio, da quel fatidico primo settembre, da quel dolce primo incontro, da quel primo innocente sguardo... dai primi passi di Ginny fuori dal mondo ovattato della Tana e dell'infanzia, nel suo ingresso nei tortuosi sentieri della crescita fino al suo essere pienamente donna, pienamente lei.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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cap 37 nvu
Fine dei giochi

Ginny scese dalla scopa, sotto la pioggia battente, l'umore nero come le nubi che ricoprivano il cielo. Mai visto un allenamento così raccapricciante. Ron non aveva parato praticamente niente, i Battitori si erano schiantati l'uno contro l'altro, facendo in modo che Katie Bell rimanesse scoperta e venisse colpita da un Bolide che la puntava da un po'. Alla fine, Angelina era molto depressa e si avviò agli spogliatoi senza aspettare gli altri.
"è la squadra peggiore che Grifondoro abbia avuto negli ultimi anni" borbottò il capitano.
"Se ci fosse stato Oliver, lo avremmo ritrovato impiccato nelle docce" disse Alicia, amareggiata.
"Tu non sei male" disse Angelina a Ginny "sono gli altri il problema"
"beh, Harry era molto meglio di me" disse Ginny.
"Ma anche tu sei brava, Ginny. Veramente. Sono i ragazzi il problema" disse Katie.
"Guarda Ron non sarebbe neanche così male, se avesse un po' di fiducia in sè stesso", disse Angelina.
Ginny e Ron si avviarono mestamente verso la Sala Comune, per mangiare qualcosa prima di infilarsi sotto la doccia. Al tavolo di Grifondoro trovarono Harry ed Hermione che chiacchieravano tra loro.
".. Sto solo cercando di farti capire come si doveva sentire in quel momento" stava dicendo Hermione. Parlavano di ragazze, come spesso accadeva in quel periodo, quindi di Cho.
"dovresti scrivere un libro, con la traduzione di tutte le scemenze che dicono le ragazze, così le potremmo capire" disse Ron, mentre si sedeva di fronte ai due ragazzi, vicino alla sorella.
"Già" disse Harry, guardando alle loro spalle. "COme è stato l'allenamento?"
"Terribile" rispose Ron.
"Ma dai, non sarò stato così orribile" Disse Hermione, guardando Ginny.
"Invece sì" rispose la ragazza "Tremendo. Angelina è quasi scoppiata a piangere.."
I due fratelli si alzarono per andare a farsi una doccia. Ginny vide in lontananza Micheal, seduto tra Terry e una ragazza dai lunghi capelli neri che non conosceva. Non l'aveva notata ed era tutto intento a ridere e scherzare con i due compagni di casa.
"Forse è meglio che mi ritiri" borbottò Ron, distraendo Ginny dai suoi pensieri.
"Ma no, tu sei bravo Ron, ti agiti troppo" esclamò Ginny "Devi fregartene degli spettatori"
"Fred e George mi prenderanno in giro per sempre.. non dovevo presentarmi alle selezioni"
"ma loro prendono in giro chiunque, Ron! Tu ridici su, no?" Passò un braccio intorno alle spalle del fratello. Arrivarono così fino al ritratto della Signora Grassa, ma lì si separarono.
"Fidati di te stesso" disse Ginny a Ron. Poi disse la parola d'ordine ed entrò nel buco, desiderando ardentemente una doccia bollente.
*
Nonostante le buone parole, la partita fu un disastro: Ron non parò nulla, i due battitori non combinarono altro che guai. Appena Ginny vide il riflesso dorato del Boccino lo acchiappò, in modo di terminare velocemente quel supplizio, senza pensare al punteggio. Angelina non aveva neanche la forza di arrabbiarsi: aveva ormai lasciato perdere, sapeva che la sua strada era un completo fallimento e che lei sarebbe stata ricordata come il peggior capitano che Grifondoro avesse mai avuto e le parole di consolazione delle sue amiche non servivano a nulla.
"Kirke e Sloper non sono proprio capaci!" esclamò lei, rabbiosa, rimasta sola con le ragazze "Ma Ron! Io lo so che ha il gioco nel sangue, è solo il nervoso!"
"Lo so, Angie, ma vincesse la paura e tirasse fuori il talento" disse Alicia "possiamo anche fare a meno dei battitori, ma il portiere.."
"Di fiducia gliene abbiamo data tanta" obiettò Katie.
"Lui vorrebbe ritirarsi" confessò Ginny " anche se Angelina ha ragione, a casa non fa così schifo, gioca piuttosto bene, non è un campione, ma è nella norma"
"Infatti lui non si ritirerà! Ce la farà! Per forza!" esclamò Angelina.
"Anche perchè non ci sono altri candidati" disse Alicia. Le ragazze si avviarono verso la  torre di Grifondoro e si divisero. Micheal non l'aveva cercata. Starà festeggiando con la sua casa, ovviamente, visto che se Grifondoro si toglieva di mezzo, la coppa per Corvonero era praticamente assicurata. A volte non aveva parole per l'insensibilità del suo ragazzo, sarebbe stato carino se fosse stato con lei a farle forza.
Nella sala comune reganava un'aria tetra, e non parlava quasi nessuno. Nessuno le salutò quando entrarono. Angelina, a quella vista, emise un singhiozzo e scappò nel dormitorio e Alicia e Katie la seguirono. Ginny rimase lì, depressa.
"Bella presa" le disse Harry, avvicinandosi con un sorriso incoraggiante.
"Ho avuto fortuna" rispose la ragazza "Il cercatore di Tassorosso ha starnutito nel momento sbagliato, tutto qui. Comunque, quando tornerai in squadra..."
Harry sospirò "Ginny, sono squalificato a vita" rispose secco.
"Sei squalificato finchè la Umbridge rimane a scuola" disse Ginny con un sorrisetto "c'è una bella differenza. Comunque, quando tornerai, proverò a segnarmi come Cacciatrice. é un ruolo che preferisco, tanto Angelina e Alicia l'anno prossimo se ne vanno".
Entrambi guardarono verso Ron: era stato soprattutto lui la causa della sconfitta.
"Angelina non gli permette di abbandonare la squadra. Dice che ha il gioco dentro" disse Ginny, guardando tristemente il fratello. Harry non rispose. Si avvicinarono Fred e George.
"Non ho nemmeno la forza di prenderlo in giro" disse Fred "Certo che quando ha mancato il quattordicesimo.."
Fred non aveva tutti i torti, Ron era tremendo. Loro lo conoscevano bene, sapevano che era terribilmente insicuro, e i rsponsabili erano loro, i suoi fratelli. Ma loro non potevano farci niente: la sua insicurezza, Ron la doveva vincere da solo, era la sua battaglia.
*
Il clima scolastico si incupì profondamente dal momento il cui uscì il Cavillo che conteneva un'intervista che Harry aveva rilasciato a Rita Skeeter. La Umbridge divenne ancora più spietata e raggiunse il massimo quando tolse la qualifica di insegnante a Sibilla Cooman, la professoressa di divinazione. Ormai la sua autorità, anche se non ufficialmente, stava superando quella di Silente in persona. Non si poteva più parlare con i professori, non si poteva più leggere ciò che si voleva: insomma, Hogwarts da luogo libero e felice che era sempre stato era sprofondata sotto una dittatura che neanche l'aurea positiva del "miglior preside che Hogwarts avesse mai avuto" riusciva a sollevarla.
Alcune cose però, cambiarono in positivo, e tra queste sicuramente lo fu la situazione di Harry Potter: il divieto della lettura della sua intervista su Voldemort aveva fatto in modo, come aveva acutamente previsto Hermione, che tutta la scuola la leggesse. Molti di quelli che avevano additato Harry come un bugiardo e un pazzo, avevano fatto un passo indietro, riconoscendo l'errore: evidentemente trovare tutta la storia, nero su bianco, raccontata senza le storpiature della Gazzetta del Profeta era stato utile. Come al solito, Hermione Granger aveva avuto l'ennesima idea geniale.
Le lezioni dell'E.S divvenero più frequentate: Seamus Finnigam e Lavanda Brown, quinto anno Grifondoro, la classe di Harry, avevano deciso di unirsi subito dopo la lettura dell'intervista.
"Quindi, ci credi che Harry ha detto la verità?" chiese Ginny al suo ragazzo, quando lo beccò che leggeva l'intervista sul Cavillo, trasfigurato in una rivista di Incantesimi. Micheal aveva un talento naturale per la Trasfigurazione.
"Ci credevo anche prima!" esclamò lui, indignato "Comunque quest'intervista... beh, diciamo che mi ha convinto di più! è veramente coraggioso.. sono contento che mi hai convinto a partecipare alle sue lezioni" le disse, e le stampò un bacio sulla guancia.
Ad Aprile le lezioni di Harry divennero ancora più interessanti: visto che tutti padroneggiavano abbastanza bene Incantesimi Scudo e Schiantesimi, aveva deciso che erano finalmente pronti per provare con i Patronus. L'entusiasmo fu generale, visto che nessuno di loro ne aveva mai evocato uno. Piano piano ci riuscirono più o meno tutti.
"Dovete cercare il vostro pensiero felice e fissarlo nella mente.. solo così potrete evocare un Patronus" diceva Harry.
"Facci vedere!" esclamò Dean Thomas.
"Sì, Harry, dacci una dimostrazione pratica!" aggiunse Calì Patil.
Harry acconsentì e, dopo qualche istante di concentrazione, con un sorriso, fece apparire un cervo argenteo, che galoppò nell'aula, fiero. La classe applaudì, entusiasta. Ginny era meravigliata: chissà che forma avrebbe avuto il suo patronus?
La prima che riuscì ad evocare un Patronus corporeo fu Hermione: un'allegra lontra scintillante che le saltellava intorno, facendola ridere di pura gioia.
Anche Cho Chang ci riuscì in fretta, e un elegante cigno volava con grazia sopra di loro.
Micheal ancora non ci era riuscito, come gran parte di loro. Ron si stava infuriando, Neville era abbastanza abbattuto.
"State tranquilli, è normale non riuscirci le prime volte, dovete scegliere il ricordo giusto.." diceva Harry, incoraggiante. Con un leggero colpo di bacchetta, Luna Lovogood fece apparire il suo protettore, una leggiadra lepre, che le saltellava intorno. Anche Ernie Mc Millan e Anthony Goldstain li fecero apparire, rispettivamente un cinghiale e un'aquila reale.
Ginny frugò nella memoria alla ricerca di un pensiero felice, il più felice che avesse: aveva già provato con il suo primo volo, a quattro anni, sulla scopa di Charlie, la volta che fece una torta al cioccolato perfetta per il compleanno di Bill, il suo primo giorno ad Hogwarts: ma non erano abbastanza felici, e il suo Patronus non accennava ad uscire fuori. All'improvviso una luce fece capolino tra le sue memorie, ripresentandole il momento in cui era stata meglio in vita sua: il suo primo anno ad Hogwarts quando, dopo che tutto si era oscurato con l'arrivo di Tom Riddle e pensava che tutto fosse perduto, aveva riaperto gli occhi e aveva trovato gli occhi verdi di Harry, faro in quella notte dalla quale temeva di non uscire mai più. Oh, quello era stato il momento più bello della sua vita, sicuramente!
"Expeto Patronum!" mormorò la ragazza, e una potente luce argentea fuoriuscì dalla strisciolina di quercia e piume di fenice che stringeva tra le mani.
Era un cavallo. Uno splendido cavallo che galoppava nell'aula, diffondendo gioia e serenità.
Ginny scoppiò a ridere per la felicità. Un cavallo, il simbolo della libertà.
"Grande Ginny, ce l'hai fatta anche tu!" esclamò Anthony, mentre la sua aquila spariva.
"Brava!" disse ammirato anche Micheal guardando il patrono argentato della sua ragazza.
All'improvviso, la porta dell'aula si aprì e si richiuse velocemente. Un piccolo elfo domestico tremante, vestito in modo molto eccentrico, era entrato e corso verso Harry, che lo guardava sorpreso.
"Dobby!" esclamò Harry "Ciao! Che ci fai qui?"
L'elfo aveva gli occhi sbarrati, e sembrava troppo spaventato per parlare. I pochi Patronus in aula svanirono, e si formò un silenzio sordo.
"Harry Potter signore.." balbettò Dobby "Io.. Harry Potter.. Dobby viene per avvertirla.. ma gli elfi domestici non possono.."
Tutti lo stavano fissando e lui si lanciò sul muro, schiantandosi. Ginny si portò una mano alla bocca, inorridita per quello che il piccolo Dobby si stava infliggendo. Harry lo agguantò con fermezza.
"Dobby' cos'è successo?" gli chiese, serio.
"Lei.. Harry Potter.. è lei.."
"Chi è 'lei', Dobby?"
Dobby mugulava, sofferente.
"La Umbridge?" disse Harry in un soffio. Ginny trattenne il respiro, così come altri ragazzi. L'elfo annuì e tentò subito di infliffersi altro dolore.
"Ha scoperto di noi? Dobby? Ha scoperto l'E.S?"
LA risposta era scritta nel volto terrorizzato di Dobby.
"Sta venendo qui?"
"Sì, Harry Potter, signore" urlò in mezzo alle lacrime. Harry si alzò di scatto.
"COSA ASPETTATE? SCAPPATE!" urlò. Ginny non fece in tempo a capirci qualcosa che si ritrovò in mezzo aad una folla spaventata che la spingeva da tutte le parti. Micheal la prese per un braccio e la trascinò verso la porta.
"Ma Harry..?"
"Ce la farà a scappare, tranquilla"
Appena usciti dalla porta Micheal cominciò a correre, trascinando Ginny.
"Devi correre! Tu hai il coprifuoco alle otto, non essendo del quinto anno!" le urlò il ragazzo. Ginny accellerò la sua corsa, mano nella mano con il ragazzo.
Dietro di loro sentirono altra gente che correva e un potente schiocco.
"Incantesimo d'Inciampo, Potter!" disse la voce strascicata di Malfoy "PROFESSORESSA! NE HO PRESO UNO!"
Ginny si fermò e fece per tornare indietro.
"No, Ginny!" esclamò Micheal trattenendola.
"Non possiamo lasciarlo lì, dobbiamo affatturare Malfoy e.."
"Non c'è tempo! Sta già arrivando la Umbridge! Ti espelleranno!"
"Non mi frega niente, non possiamo lasciarlo lì"
"Ginny se espellono anche noi, tutto il lavoro dell'ES sarà inutile, tutto il lavoro di Harry, lo capisci o no?"
Ginny si morse le labbra, perplessa.
"Ehi sono andati da quella parte!" La voce stridula di Pansy Parkinson giunse fino a loro.
Micheal afferrò la ragazza per un braccio e la trascinò dentro un'aula vuota e chiuse la porta. Ginny aveva il fiatone e si sedette su un banco.
"Ci troveranno?"
"Spero di no" disse cupo Micheal "potrebbe costarci l'espulsione. Ci tengo a finire quest'anno. Sto studiando come un matto per avere i massimi voti ai G.U.F.O"
Si mise davanti a lei e la prese per i fianchi.
"Forse non ci penseranno a controllare le aule. Andranno direttamente in Biblioteca o nei bagni" disse il ragazzo.
"Chissà Harry" mormorò Ginny, preoccupata "e gli altri! Spero siano riusciti a scappare"
"Harry se la caverà"
"Chi avrà fatto la spia?"
"Ah non lo so, non ho controllato chi fosse presente"
Ad un certo punto sentirono dei passi in corridoio: erano ragazzi, sicuramente i Serpeverde in combutta con la Umbridge!
"Dobbiamo controllare ogni aula, potrebbero essersi nascosti ovunque!" era la voce di Draco Malfoy. Ginny trattenne il fiato.
"Si stanno avvicinando!" sussurrò "Se entrano li schianto.."
"Shhhh!"
Sentivano porte che si aprivano in tutto il corridoio e i passi che si avvicinavano pericolosamente. Ginny sentiva che erano ormai dietro la loro porta, stava per prendere la bacchetta, ma Micheal la strinse a sè e cominciò a baciarla appassionatamente. Con una mano le sbottonò qualche bottone della camicetta e le mise una mano sulla coscia. Ginny rimase così di sasso che non ebbe la prontezza di reagire, nemmeno quando Draco Malfoy ,Pansy Parkinson e Blaise Zabini entrarono nell'aula.
"Oh, ma guarda! Corner, con chi te la stai facendo, ora? Ero rimasta a Morag McDougal!" esclamò la ragazza. Corner si staccò da Ginny sbuffando. Ginny cominciò a capire quale era il gioco di Micheal e guardò i disturbatori con aria scocciata.
"Salve" disse Micheal.
"Ooooh, la Weasley! Siamo passati anche ai Grifondoro, allora!" squittì Pansy, deliziata dal pettegolezzo.
"Ne avete ancora per molto? Eravamo occupati" disse il ragazzo.
"Che ci facete qui?" esclamò Malfoy, con fare autoritario. Micheal gli lanciò un'occhiata divertita "Mi pare evidente, Malfoy".
"Fate parte anche voi della banda di Potter?"
"banda di Potter?"
"Oh, la Weasley mi ha capito benissimo" disse Malfoy, guardando la ragazza con arroganza.
"La Weasley, come la chiami tu, non frequenta nessuna banda. E sicuramente nessuna banda di Potter. Ti pare che stiamo frequentando una banda?"
"Ora no, ma..."
"Possibile che due persone di case diverse non possono avere un posto dove pomiciare in santa pace?!" esclamò Micheal.
"Siete accaldati. Sembra che abbiate corso" obiettò Zabini.
"E la Weasley è tutta spettinata" disse Pansy.
"Credo che tutti siano un po' accaldati o scomposti, in certe situazioni" disse Micheal, e ammiccò verso Ginny, che solo allora si rese conto di avere la camicetta ancora sbottonata. Diventando rossa quanto i suoi capelli si abbottonò in fretta la scollatura, sperando che i due Serpeverde non avessero visto troppo.
"Vedo" disse freddamente Zabini, fissando Ginny.
"Beh per sicurezza, forse sarebbe meglio chiamare la Umbridge"
"Chiamatela pure. Guarda che baciarsi in un aula vuota non è contro le regole" disse Ginny, tirando indietro i lunghi capelli rossi.
"La Weasley ha ragione. La Umbridge non la prenderà molto bene se la chiamiamo solo per due che stavano pomiciano" disse Zabini ad un Malfoy furioso.
"Bene. Ma intanto tolgo venti punti a Grifondoro e venti a Corvonero" disse e uscì, insieme ai due compagni, sbattendo la porta. Ginny trasse un sospiro di sollievo.
"ce la siamo cavata. Sei un genio"
"Modestamente. E tu che volevi partire subito con un duello!"
"Però non dovevi sbottonarmi la camicetta!"
"Era per dare un tocco più realistico alla cosa.."
"Si, ma mi si è visto tutto!" esclamò Ginny, arrossendo.
"Ma dai, te ne ho sbottonati due, non sono riuscito a vedere nulla neache io, purtroppo..."
"Micheal! Ne abbiamo già parlato.."
"Sì, sì, lo so, lo so.."rispose lui. Rimasero in silenzio per un po'.
"Però è stato divertente! Hai visto che facce hanno fatto?"
"Sì, ho visto anche quella della Parkinson, lo avrà già detto a tutta la scuola"
"Ah già, i tuoi fratelli..Senti" disse, improvvisamente serio. Ginny si voltò a guardarlo.
"Che c'è?"
"penso sia ora di rendere pubblica la nostra storia"
"Tanto ci avrà già pensato Pansy Parkinson" rispose lei "Chissà cosa è successo ad Harry".
Micheal sbuffò "Senti ti riaccompagno alla torre di Grifondoro" disse, secco.
"Ci so arrivare da sola, grazie" rispose lei, più fredda del ragazzo.
"senti una cosa, ti pare normale che mentre sto parlando di noi due, devi mettere in mezzo Harry Potter?" sbottò "Mai avuta una ragazza come te"
"Beh, meno male"
"Sì, ma se ogni tanto ti comportassi come le altre non sarebbe male!" esclamò lui "Sai sarebbe bello, ogni tanto, andare in giro mano nella mano, poter fare cose romantiche, baciarci davanti a tutti... sai, a volte mi sembra di non avere una ragazza, ma un amico"
"Sapevi quando ci siamo messi insieme come ero fatta!" urlò Ginny, irritata e ferita.
"Potresti provare a cambiare almeno un pochino, se vuoi bene a qualcuno!" esclamò Micheal "Me ne vado alla torre di Corvonero. Mi dispiace che questa serata sia finita così" disse Micheal. Accarezzò la ragazza, che però non si mosse.
"Andiamo, scusa, sai che sono nervoso, è un periodo difficile.."
Ginny non rispose e corse via dall'aula, arrabbiata. Come si permetteva a dirle quelle cose? Micheal era solo un ragazzino viziato, voleva sempre avere ragione lui e vincere su tutto. Beh, con lei aveva trovato pane per i suoi denti: non era una delle tante, non pendeva dalle labbra di nessuno, tanto meno dalle sue. E se la considerava un maschiaccio solo perchè voleva un ragazzo non solo per baciarlo e venerarlo, ma anche per poterci parlare e divertire, allora non sapeva proprio che razza di persona aveva frequentato. Borbottò la parola d'ordine alla signora grassa e entrò nella torre di Grifondoro, con il morale a terra.
"Ginny!"
Hermione le saltò addosso e l'abbracciò "tutto a posto? Non ti hanno presa?"
"No, no.. Io e Micheal abbiamo inventato una scusa plausibile" Le faceva male, ricordare ciò che era successo nell'aula. Da un momento di perfetta intesa e serenità, erano precipitati in un abisso.
"Anche Corner si è salvato? Hai visto qualcun'altro?" chiese Lee Jordan, che era lì con Hermione, insieme ad altri membri dell'E.S.
"Harry.. Harry lo ha preso Malfoy"
Hermione si portò le mani sulla bocca.
"C'era anche la Umbridge, e altri di serpeverde.."
"Quel bastardo spione!" esclamò Ron con rabbia "Se mi capita sotto mano io.. io.."
"Harry se la caverà" disse Fred "Silente farà di tutto per aiutarlo"
"Non possono espellerlo! Non dopo quello che ha fatto per noi!" esclamò Neville.
"ma come ha fatto ha scoprirlo?" chiese Lavanda.
"Qualcuno ha cantato, è ovvio" disse George.
"é stato sicuro Zacharias Smith!" esclamò Calì Patil "Non faceva che criticare.."
"O quel Micheal Corner" borbottò Ron.
"No, non è stato lui, era sconvolto quanto noi" lo difese Ginny. Rimasero un po' in sala comune, poi mano mano andarono a dormire. Ginny non aveva sonno, rimase immersa in una poltrona rossa, a fissare il fuoco.
"Ginny, non hai sonno anche tu?" la voce gentile di Lee Jordan interruppe i suoi pensieri.
"Non ho sonno" disse Ginny.
"é stata una brutta serata" approvò Lee.
"Orribile" mormorò Ginny.
"Mi piaceva l'E.S" disse Lee "mi dispiace. Spero solo che non espellano Harry"
Ginny non rispose, era preoccupata per il ragazzo e si sentiva in colpa per non essere intervenuta. DIsse i suoi pensieri a Lee, che le sorrise.
"Ginny, non potevi intervenire, lo sai, per Harry sarebbe stato molto peggio se succedeva qualcosa anche te, il tuo ragazzo aveva ragione"
Ginny sbuffò a sentir chiamare Micheal "il suo ragazzo".
"Scusa, Micheal Corner non è il tuo ragazzo?" chiese Lee.
"Diciamo. Abbiamo litigato nell'aula in cui ci siamo nascosti. Siamo molto, forse troppo, diversi" sospirò la ragazza.
"Non conosco bene Micheal Corner, però mi pare un bravo ragazzo. Ha moltissimi amici e passa spesso da una ragazza all'altra, da quello che so" disse pensieroso "stava con una mia amica di Tassorosso, Annabel Pullman, più di un anno fa, e mi ha sempre detto che è molto alla mano, molto intelligente e fa morire dal ridere"
"Questo sì, però io sono totalmente diversa da lui. Abbiamo interessi e valori diversi. E poi se la prende subito, vuole sempre vincerla su tutto. Va beh, io vado a letto, altrimenti domani non mi sveglio"
"sì anche io. Comunque non ci pensare troppo. Farete pace, sicuramente! buonanotte!"
E le diede un bacio sulla fronte. L'ultima volta che Lee l'aveva baciata sulla testa era qualche anno fa, la prima volta che era venuto alla Tana, l'estate tra il primo e il secondo anno dei gemelli. Ginny aveva nove anni, i capelli corti legati in due codini sbarazzini e sulle guance un'allegra spruzzata di lentiggini, e si era trovata subito a suo agio con quel ragazzino, e aveva passato l'estate a giocarci insieme. Era contenta che quell'amicizia si era conservata in quegli anni.
"Buonanotte Lee" disse con un sorriso.
  
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