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Autore: adirtywinter    07/05/2011    3 recensioni
[...] - Quindi è per Malfoy che piangi? -
- Io non piango per Malfoy, diamine! - Si girò di scatto Hermione fulminando Luna con lo sguardo, capendo subito dopo di aver esagerato e moderando i toni – Perché mai dovrei piangere per un idiota del genere? Dato che vedo che il Gossip va di moda ad Hogwarts, metti in giro questa voce: Hermione Granger e Draco Malfoy si odiano ancora profondamente, si insultano dalla mattina alla sera, quella sulla scopa era una ragazza che le assomigliava molto e la terra è tornata a girare sul proprio asse. E ora perdonami, Luna, ma devo proprio andare. - Asserì decisa, girando i tacchi.
Luna Lovegood si guardò un po' intorno, incrociando lo sguardo di Draco che la scrutava profondamente da qualche metro di distanza.
Aveva sentito tutto, e non gli era di certo sfuggita la parte delle lacrime della Granger.
***
Cosa potrebbe succedere se due acerrimi nemici storici venissero uniti da un progetto scolastico e fossero costretti a collaborare insieme?
Cosa potrebbe succedere, ancora, se la chiave d'accesso alla serenità fosse la causa della sua più totale distruzione?
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna) | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Neville
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Buondì! Ecco a voi il secondo capitolo, commentate più che potete, consigli assolutamente ben accetti. Un bacio!

You are here, on my return.

 

#2. I don't need you.

 

Erano le 21 e Hogwarts era davvero vicina, la si poteva vedere imponente e rigogliosa già da un po' di ore a quella parte. Le nuvole avevano preso il sopravvento e il cielo era di un brutto grigio che minacciava pioggia incessante. Hermione stava sonnecchiando, aveva provato seriamente a dormire solo che il suo caro e ben educato compagno di scompartimento dava dei colpi di tosse di tanto in tanto apposta per svegliarla; così alla fine aveva optato per un leggero pisolino, le serviva davvero a causa della stanchezza accumulata durante il viaggio.

-Esci, Granger, devo cambiarmi.- ed eccola di nuovo. La voce del biondo che non perdeva occasione per romperle l'anima.

-Mh...-

-Muoviti!-

-Che cavolo vuoi Malfoy?-

-Ti ho detto che devi uscire, subito.-

-Nemmeno per sogno- lei riaprì gli occhi e lo guardò con aria di sfida -Esci tu se devi cambiarti.-

-Sì e dove vado, intelligentona?! Di certo nei corridoi del treno non mi posso spogliare in bella vista. O potrei anche, solo che poi sbaverebbero in troppe, e non voglio morire soffocato di bava.-. Hermione esplose in una fragorosa risata, era davvero così sicuro di sé lo Slytherin?

-Non dire certe cose Malfoy, sennò fai morire ME di mal di pancia a causa delle risate.- e continuò a ridere imperterrita, poggiandosi una mano sugli addominali che iniziavano a fare male.

-E' l'ultimo avvertimento, Mezzosangue. Esci. Ora-

-No.-

-Sì!-

-No, se vuoi possiamo continuare così anche tutta la notte.-

-D'accordo, allora mi cambio qui.-

-Fai un po' come ti pare.-. Vide con la coda dell'occhio il ragazzo che si slacciava lentamente la camicia, con una raffinata e archiviata lentezza da Purosangue erede del bon ton. La sbottonava con una mano, mentre con l'altra provvedeva a ricacciare indietro una ciocca ribelle che gli era ricaduta sulla fronte, lo sguardo seguiva i movimen...

Un momento.

-Ma sei impazzito?!- quasi urlò per il mezzo infarto che lui stava per farle avere, scattò in piedi e guardò Draco incredula.

-L'hai voluto tu, Granger.-

Lei sbuffò infastidita e prese il suo baule, uscì dallo scompartimento dopo essersi accertata di aver dato a quell'idiota almeno una botta sul piede; dopo il “Ai!” di lui, ne ebbe la conferma e chiuse lo sportello con un tale impeto da far rimbombare il rumore su quasi tutto il treno. Non lo sopportava, era davvero inammissibile che una persona del genere esistesse. Ma come faceva ad avere degli amici? Lei rimase nel corridoio, così, sola. Si sentiva davvero ridicola, alla fine lui l'aveva avuta vinta e non era quasi mai successo in 7 anni di conoscenza tra i due.

Devo avere l'ultima parola.

Ecco, adesso si sentiva ancor più ridicola. Malfoy la faceva tornare bambina e impuntare su stupidaggini e futilità che sinceramente andrebbero accantonate a una certa età; e lei le aveva messe da parte, sì, solo che quando vedeva il biondo qualcosa di inspiegabile scattava nella sua testa e delle banalità le veniva spontaneo mettere in primo piano: difendersi, attaccare e averla vinta. Si era difesa, aveva attaccato ma poi la vittoria era in pugno allo Slytherin. Ci avrebbe pensato più tardi, perché un'altra cosa catturò la sua attenzione: Blaise Zabini, Pansy Parkinson, Theodore Nott e i due decerebrati di Tyger e Goyle stavano in un altro scompartimento, nella tana delle Serpi, a ridere e scherzare. Malfoy non era con loro? Decise di pensarci più tardi, ma poi le venne in mente che dalla stessa mattina a quella parte erano molte le cose a cui doveva pensare e che aveva man mano messo da parte.

Hermione Granger, com'è possibile che vuoi ficcarti in qualche casino se tutti quelli in cui ti imbatti li scansi?

Era una domanda muta che le rimbombava in mente, e lei arrivò a una conclusione: ci avrebbe pensato più tardi.

Dannazione, di nuovo!

Intanto, Malfoy se l'era presa davvero comoda. Passarono un bel po' di minuti e quest'ultimo ancora non si decideva a riemergere dallo sportello e dire ad Hermione che aveva fatto e che lei poteva rientrare a sedersi. Il punto era questo: non aveva nessuna intenzione di richiamare quella pazza della Granger, sicuramente avrebbe attaccato con una delle sue ramanzine da So-tutto-io che lo facevano andare fuori di melone. Ma come faceva ad avere degli amici? Era squilibrata, antipatica, non faceva niente se non ficcare il naso in biblioteca o nei fatti altrui; aveva dei modi di fare da saccente perfezionista e poi, in fondo alla lista numerosissima di difetti che appartenevano alla Zannuta, era una Mezzosangue. Poteva infettare l'aria da un respiro a un altro! Draco decise che no, non l'avrebbe mai richiamata, anzi in qualche modo doveva sbarazzarsi della sua turpe presenza; e sembrò che Dio o chi per lui gli avesse dato ascolto. Sentì bussare allo sportello e lo aprì di poco per ammutolire la Granger. Ma dovette ricredersi quando si ritrovò una suadente Pansy Parkinson con i primi due bottoni della camicia slacciati e un'aria da facciamo-sesso-subito che lui amava immensamente.

-Dov'è la Granger?- sussurrò.

-E' andata a prendere qualcosa dal carrello.- rispose la Parkinson con voce carezzevole e controllata. Draco ghignò e la fece entrare, per poi richiudere lo sportello e sigillarlo con un incantesimo. Non si alzò, rimase seduto al suo posto e sentì il peso non pesante di Pansy sopra le ginocchia, a cavalcioni. Lei prese a strusciarsi lentamente sul corpo scolpito dagli anni di Quidditch di Malfoy.

-Abbiamo un po' di tempo, Draco- disse nuovamente lei stringendo di più le gambe intorno a quelle di lui;

-No Pansy, non ora.-

La risposta che ricevette non era di certo quella che si aspettava, Draco Malfoy che rifiutava del sano sesso? Impossibile, era sotto un Imperius.

-Come scusa?-

-Hai sentito.-

E due, colpita e affondata. Pansy rimase basita e si alzò frettolosamente da sopra di lui riallacciandosi la camicia, uscì dallo scompartimento innervosita e molto, molto insoddisfatta. Ma a Draco non poteva fregargliene di meno, per intenderci, l'umore della ragazza era più in giù dell'ultimo problema a cui avrebbe voluto/dovuto pensare. La presenza della Parkinson era troppo assidua e stressante, lui non voleva essere soffocato. Però poi dovette ricredersi: non era Pansy il problema, era proprio lui. Da un po' di giorni a quella parte non gli andava a genio di fare sesso con nessuna ragazza, anche se la sua reputazione da seduttore poteva affermare il contrario: Draco dal quarto anno in poi era stato con tante di quelle ragazze da rappresentare almeno il 65% di nottate bollenti dell'intera scuola. Che diamine gli prendeva ora?

Intanto, a solo pochi metri di distanza, divisa con lui da uno sportello, c'era Hermione Granger furiosa per la lentezza immane del suo coinquilino di viaggio.

Adesso lo ammazzo, giuro che lo uccido.

Era sicurissima che lo stesse facendo apposta, ne era convinta così tanto che avrebbe potuto scommetterci un bel po' di soldi e guadagnare un gruzzolo da spendere di qua e di là.

Basta, io entro.

Tirò fuori la bacchetta e pronunciò il contro-incantesimo, spalancò lo sportello e vide Malfoy vestito esattamente come prima solo con una differenza: aveva la cravatta Serpeverde. Ripercorse i pensieri all'indietro e si ricordò che effettivamente il ragazzo era già vestito con la divisa da prima che lei uscisse, l'aveva buttata fuori per niente!

-Questa me la paghi!-

-Rilassati, Granger.-

-Rilassati un corno! Sono stata mezz'ora in piedi qua fuori perché dovevi metterti soltanto quella orrenda cravatta verde?!-

-Attenta a come parli.-

-E' orrenda Malfoy, o r r e n d a.- pronunciò le singole lettere con una lentezza accurata.

-Senti chi parla, la Zannuta con un nido di vespe al posto dei capelli. Fammi un piacere, una volta tanto spiegami come fa Weasel a trovarti...- com'è che la trovata lo Straccione? -...attraente- sputò quell'ultima parola con disgusto, come fosse stato qualcosa di amaro da buttare fuori il prima possibile.

Hermione arrossì dalla radice del suo nido di vespe fino al limite dei piedi.

-C-cosa s-stai dicendo?-

-Penso tu abbia capito benissimo.-

-Questo non c'entra assolutamente niente! Voglio dire... Ron e io... Insomma noi...- si maledì mentalmente per non riuscire a trovare le parole da dire al Furetto, erano talmente tante che si mischiavano e si contorcevano facendola confondere e fare la figura dell'ebete. Che diamine le prendeva ora?

-Risparmiami, Mezzosangue.- lui si alzò e tirò fuori una sigaretta, se la accese tra le labbra e uscì passandole accanto.

Due a zero per Malfoy.

Non poteva reggerlo, non più. Ma poi... Come cavolo faceva quello a sapere del suo rapporto con Ronald?

Il treno si fermò e lei si dovette aggrappare allo stipite dello scompartimento, lo sportello si chiuse e le acciaccò le dita.

-Cazzo allora!-

Molti ragazzini si girarono straniti nella sua direzione e dopo, riconoscendola come Hermione Granger nonché la migliore amica di Harry Potter, sorrisero felici perché lei si era accorta di loro. Ancora più infastidita, innervosita e profondamente irritata, Hermione uscì dal treno. Era ormai buio e si riconoscevano di Hogwarts solamente le luci in Sala Grande appositamente accese, che donavano al tutto un'aria confortevole e invitante.

Hogwarts.

Sorrise, tutto l'astio accumulato sparì di botto.

Sei a casa.

Il viaggio con la carrozza trainata dai Thestral fu molto più lungo di quanto ricordasse, accompagnata poi da Luna Lovegood che le illustrava i diversi tipi di Nargilli esistenti (contraddistinguendo anche i maschi dalle femmine e le differenze tra i due), durò un'infinità di tempo che a Hermione parve un secolo. Poi eccolo lì, il castello: alto, rigoglioso, imponente. Scese di corsa e si allontanò velocemente da Lunatica, che poi non le era nemmeno antipatica, però quando cominciava a esprimere tutto il suo sapere su stupidaggini quali i Nargilli, Hermione non poteva starla a sentire senza pensare che un po' Lunatica effettivamente questa fosse.

Draco vide la Granger di schiena qualche abbondante metro più in là a lui.

Niente male, Mezzosangue. Si riferiva ovviamente al fondo schiena di lei, migliorato negli anni.

Hermione si girò e vide Malfoy che la fissava qualche abbondante metro più in là a lei.

Non c'è niente di positivo in te, Furetto.

Gli si avvicinò a passo svelto e eccolo di nuovo lì: l'odio che risaliva lento sulle sue vene, lo sentiva a ogni passo che faceva, ogni mossa, stava per esplodere riversandosi sul biondo. Lui ghignò; le faceva questo effetto?

-Non puoi fumare, Malfoy.- disse concisa e autoritaria.

-Ah no? E chi me lo vieta?-

-Il regolamento scolastico, riga 45 a pagina 210. E' vietato fare uso di qualunque tipo di sostanza non attinente ai fini del lavoro svolto in aula all'interno o nel perimetro della scuola.-

-Wow Granger, vedo che le cose che ti interessano le ricordi bene. Allora... Perché non provi a memorizzare che a me non importa un accidente della pagina di uno stupido regolamento messo su da un vecchio rimbambito e recitato da una Mezzosangue saccente che associa una sigaretta a una sostanza? Così magari la prossima volta eviti di scassarmi le palle.-

Tre a zero per lui.

Detto questo lo Slytherin se ne andò nuovamente, inspirò lentamente il fumo. Come facevano a dire che le sigarette nuocevano alla salute? Non c'era niente di più tranquillizzante di quel “pericolo mortale”, niente di più rilassante, di più calmante; soltanto con inspirando quel fumo si poteva cadere in un universo parallelo per quel millisecondo e godersi beatamente la bellezza di un mondo senza problemi.

Perché decisamente, se quello che la Granger voleva era ficcarsi in qualche casino, Draco aspirava al completo opposto ovvero liberarsi da tutti quei pasticci. E per quel giorno la ragazza non aveva fatto che tartassarlo.

Hermione Granger non può unirsi alla mia lista di pasticci.

 

  
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