Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: shirupandasarunekotenshi    07/05/2011    1 recensioni
Dopo avere sconfitto Arago, i nostri cinque ragazzi devono rimettere in piedi i cocci della loro vita e immaginare di poter riprendere una vita normale... che tuttavia potrebbe dividerli. Riusciranno ad accettarlo? O le cose andranno diversamente?
Gioco di ruolo nato, ORIGINARIAMENTE, come una fic breve. Evolutasi poi in qualcosa che ha lasciato perplesse le stesse autrici. Poi molto soddisfatte. Ma comunque perplesse ...
Il rating rosso in realtà è solo per un capitolo, ma vogliamo andare sul sicuro, così come la lemon^^
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Era notte fonda ormai e tutti si erano ritirati nelle proprie stanze.

Shin, raggomitolato sul letto, faticava tuttavia a prendere sonno; l'intensità della serata aveva messo a dura prova i suoi nervi.

Lanciò un'occhiata al letto vicino, dove Shu sembrava profondamente immerso nel mondo dei sogni; un lampo di stizza gli attraversò la mente:

Ma perché non si fa mai tutti i problemi che mi faccio io?!”

Si pentì subito dello scatto d'ira del suo animo, Shu non lo meritava, la vittima principale della giornata era stato lui, dopotutto. Però era stanco di rigirarsi da una parte all'altra in preda a quel nervosismo; adesso che erano soli, avrebbe voluto parlare ancora, sentire ancora parole tanto dolci e appassionate come quelle che Shu aveva esternato prima.

Per quanto potrei non sentirle più?”

Così scostò il lenzuolo, mise i piedi a terra e strisciò fino al letto di Kongo; poi allungò una mano, fino a sfiorarlo. Un borbottio da sotto le coperte lo colse alla sprovvista:

Guarda che so che sei lì, pesciolino... non stavo dormendo...”

“E cosa stavi facendo?” chiese in un bisbiglio Shin, un poco indispettito da quella presa in giro.

“Ti aspettavo ... sapevo che saresti venuto”. Il 'da me' rimase sottinteso nell'aria, nel buio.

“Sei così sicuro ...” Suiko sorrise non visto. “Speravo che fossi sveglio ...”.

“Altrimenti cosa avresti fatto?” mormorò divertito Kongo e ricevette un pizzicotto in risposta.

“Ahi! Pesciolino manesco”.

“Scimmia tonta ...” ribatté l'altro con una linguaccia.

Un silenzio accomodante e tranquillo scese su di loro, prima che Shu se ne uscisse con quello che gli ronzava da un pò tutto il giorno in testa.

Shin, senti... ti piacerebbe se te la regalassi? Una scimmietta intendo...”

La domanda rimase sospesa tra di loro, fino a quando Shin soffocò nelle coperte di Shu una risata liberatoria.

Non ridere così, accidenti Shin ...” gnaulò esasperato Kongo, imbarazzato da quella 'confessione' che era uscita solo allora, al buio più completo. O quasi.

Suiko tentò di contenersi, sollevò il volto che teneva appoggiato sulla coperta e portò una mano alle labbra:

E che... Shu... una scimmietta? In che senso? Io ce l'ho già una scimmietta!”

Di pelouche, scemo!”

Con uno sbuffo esasperato, Kongo si mise seduto gettando di lato il lenzuolo.

Il discendente dei Mori ridacchiò ancora:

Ho capito ma... mi è venuto spontaneo prenderti in giro, scusami.”

Shu incrociò le braccia sul petto e mise il broncio:

Tanto per cambiare!”

Shin si sistemò più comodamente sul pavimento, le gambe incrociate, le mani sulle caviglie, sporgendosi in avanti fino a sfiorare le guance di Shu con le labbra.

E su... scusami...”

Il sussurro suadente, unito al tocco di quelle labbra tanto inconsapevolmente abili nel sedurre, spinsero Shu a concedergli un'occhiata di traverso, anche se l'aria offesa non scomparve del tutto.

Era... questo il regalo che volevi farmi?”

Sì” borbottò Kongo, “una scimmietta da mettere insieme alla tua foca...”

“Allora ti piace il soprannome …”

Shin lo disse con una punta di divertimento che seppe, però, mischiare con un sorriso, il quale ripagò Shu di tutte le prese in giro e di tutte quelle sciocchezze che ora, beh ... nemmeno ricordava molto.

“Solo se sei tu a chiamarmi così. Lo concedo solo a te!”

Serrò la bocca e gli occhi, prese un buffo contegno e poi concluse:

“Hai il diritto di chiamarmi scimmietta ogni volta che vuoi ... ma non dirlo a Touma!”.


Shin sorrise ancora, intenerito, divertito e ...

Il cuore fece una capriola, tutto da solo e, senza quasi accorgersene, Shin incollò le proprie labbra a quelle del compagno, in bilico sulle sole mani, pericolosamente addossato al corpo di Kongo.

La posizione precaria, purtroppo, lo destabilizzò e, troppo preso dal bacio che si faceva più appassionato istante dopo istante, finì per cadere in avanti; Shu non si fece cogliere di sorpresa e lo raccolse, attirandolo sopra di sé, un po' per evitare che si facesse male, un po' perché, in realtà, non vedeva l'ora di rendere più intimo possibile il contatto dei loro corpi.

Nel frattempo le loro labbra non si staccarono, neanche quando le membra di Suiko aderirono del tutto a quelle di Kongo, le mani che ricercavano i capelli dell'altro, in una caccia frenetica. Shin fu il primo ad interrompere il bacio, per mettersi più comodo, stretto al compagno, crogiolandosi nella calda accoglienza di quel corpo massiccio. Passandogli dolcemente il dito indice sul viso, a solleticargli la pelle, chiese in un soffio un po' malinconico:

Quando pensi di partire, Shu?”

“Fra qualche giorno, credo ... mia madre comincerà a farsi sentire ...”.

“Deve essere una bella donna, tua madre ...”

Suiko si perse in altri discorsi, altri pensieri. Lontani dalla partenza.

“E' severa e rompiscatole. E precisa quando si parla della cucina ....”.

Un sorriso deliziato si dipinse su Shin.

“Mi piacerebbe conoscerla ... deve essere davvero una madre eccezionale per averti cresciuto così ...”.

“Quando verrai a trovarmi ti farò conoscere tutta la famiglia ...” Shu lo strinse a sè con rinnovata tenerezza. “Ti adoreranno, ne sono certo. Mia madre dirà che sono fortunato ad averti trovato ... e che per uno scavezzacollo come me, tu sei la persona giusta ...”.

Shin arrossì, affondando il viso nella maglia del compagno.

“Sei il solito esagerato ...”.

“Quando parlo di mia madre e di quello che può dire, sono solo realista, credimi”.

Il calore del due corpi e della coperta li avvolse, ben presto, in quello stato a mezza via tra la veglia e il sonno: in sottofondo, oltre i vetri della finestra, la sottile pioggia batteva, delicata e cullante come la pioggia di primavera, anche se era ormai l'estate inoltrata e quello un monsone leggero. Suiko sentì il proprio corpo abbandonarlo e il tepore vincere i pensieri e le immagini roboanti della giornata.

Da qualche parte, nella nebbia in cui galleggiava, trovò la forza di bisbigliare ancora alcune parole, perché ci teneva che Shu lo sapesse:

Scimmietta...”

Gli rispose un grugnito sconnesso, segno che anche il suo ragazzo stava per essere vinto dal sonno.

Mi piacerebbe... che me la regalassi...”

Cosa...?”

La... la scimmietta...”

Per qualche istante gli rispose solo il silenzio e credette che Shu si fosse addormentato prima di poter ascoltare le sue parole; poi vide appena il movimento della sua mano, ma la sentì chiaramente posarsi tra i capelli, cosicché il suo viso si trovò premuto contro la spalla del compagno.

Domani andiamo a comprarla insieme; ora dormi.”

Sorrise, si mosse un poco, strofinando la testa contro la mano forte di Shu, desiderando che non lo lasciasse e gli posò un bacio sulla spalla.

Ti amo...”

Fu l'ultima cosa che udì dal ragazzo sotto di lui, poi la coscienza si spense e scivolò nel sonno, un sorriso finalmente sereno dipinto sul volto.

  
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