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Autore: herms    07/05/2011    10 recensioni
Tratto dal capitolo 3:
Allora, dovete sapere che questa è la terza volta nella storia di Hogwarts che il Ballo di Eris e Eirene ha luogo. Avvenne per la prima volta tre secoli dopo che la Scuola fu fondata. Ci fu un periodo di grande discordia tra le Case, gli scherzi si fecero pesanti e alcuni ragazzi rimasero feriti. Così la Preside di quel tempo, Katherine Graam, inventò un evento che avrebbe portato gli alunni a collaborare assieme.
Il nome dell'evento, come alcuni di voi avranno già realizzato – aggiunse, soffermandosi con lo sguardo su Hermione – deriva dal greco antico Ἐρις , la Discordia, e Ειρήνη, la Pace. Entrambe dee figlie di Zeus, Re degli Dei, ma di madri diverse, furono sempre in conflitto tra loro, e Katherine decise di dare questo nome al Ballo per ricordare quanto i due elementi debbano compensarsi tra loro in modo da non creare squilibri.
Così otto giovani meritevoli, due per ogni Casa, si prestarono per la realizzazione dell'evento. Vissero assieme per dei mesi e poco alla volta impararono a rispettarsi.
dal capitolo 23:
Era la prima volta che non si interessava a una ragazza solo per il suo aspetto fisico. Certo, lui la trovava bella, ma quale ragazzo innamorato non crede che l'oggetto del suo interesse sia la più bella ragazza che ha mai visto? Ma quella sua intelligenza e capacità di saper individuare l'unico dettaglio che avrebbe voluto omettere durante le loro conversazioni, la facevano apparire terribilmente intrigante ai suoi occhi, e anche un po' Serpeverde. Ma questo non gliel'avrebbe detto mai, non voleva restare secco, per quello che lui riteneva un complimento.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'errore più grande'
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Mi odiate, mi odio, e sono depressa. Sorvolando i miei inutili problemi esistenziali di cui non frega niente a nessuno, vi lascio al capitolo.
Love,
Herms


CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO: Come volevasi dimostrare.

- Hermione - la chiamò una voce da lontano mentre lei si girava su un fianco, coprendosi la testa con un braccio. Mugolò qualcosa, mentre delle fitte le percorrevano la schiena dolorante, a causa di una notte passata su un giaciglio scomodo.
- Mezzosangue mi piacerebbe molto passare la giornata sdraiato con te, ma se arriviamo in ritardo la vecchia è capace di metterci in punizione, e io non ho voglia di passare il mio tempo libero a spalare escrementi di Thestral -
Lei sbattè le palpebre infastidita dalla debole luce proveniente dalle lampade e si guardò intorno disorientata.
- Draco? - chiese con voce impastata dal sonno.
- No, Potter. Forza mezzosangue svegliati dobbiamo darci una mossa -
- Ho fatto un sogno strano - borbottò lei stiracchiando le braccia ancora intorpidite.
Lui si chinò su di lei senza darle in tempo di continuare, e le diede un bacio del buon giorno.
- Hmm.. buongiorno - bisbigliò lei ancora contro le sue labbra – Ma dove siamo? - chiese quando realizzò di non essere nella sua camera.
- Stanza delle Necessità, abbiamo passato la notte qui – le rispose lui, raccogliendole la borsa. Lei lo guardò perplessa e anche un po' preoccupata, rivangando i ricordi della notte precedente, che ancora si confondevano con gli ultimi residui del sogno che andava piano piano svanendo nella sua mente.
- Non ti preoccupare, se avessimo fatto sesso te ne ricorderesti, fidati – le disse ammiccando, avendo capito cosa le passasse per la testa. Lei arrossì, ma non negò di averci pensato.
- Che ore sono? - gli domandò invece.
- Le otto meno dieci -
- Che cosa?! E' tardissimo – esclamò lei agitata, spingendolo a forza verso la porta – Morgana, la Mc Granitt ci ammazza se arriviamo tardi! -
- E io che avevo detto? - chiese lui sarcastico.


La Mc Granitt non li punì nonostante il ritardo quel giorno, già vederli convivere in pace era sufficiente per lei. Hermione si sedette accanto a Harry, che passò l'ora a fissarla con sguardo indagatore come a chiederle dove avesse passato la notte. Lo liquidò con uno sguardo scocciato, per poi dedicarsi agli appunti sulla Trasfigurazione umana che la professoressa stava spiegando in quel momento. Aveva da poco avuto un attacco di panico pensando che mancavano soli pochi mesi ai MAGO e doveva assolutamente cominciare a ripassare il programma, ovviamente costringendo Harry e Ron a farlo assieme a lei. Forse avrebbe anche potuto studiare con Draco qualche volta, se lui avesse giurato di non distrarla ma di lavorare seriamente. Cosa che non sarebbe mai successa, diciamocelo. In più dovevano lavorare all'ultima parte della preparazione del Ballo, ovvero il momento più delicato e impegnativo di tutto l'anno, e mancava così poco a quel fatidico Ventun Marzo. Avevano ricevuto tutte le risposte agli inviti che erano stati mandati ai maggiori esponenti della società magica, Zabini era riuscito a recuperare anche una band di giovani maghi, e avevano fatto passi da gigante riguardo all'arredamento grazie a Luna. Ora che ognuno aveva la sua divinità, dovevano passare alla parte pratica. Quella sera si sarebbero visti e avrebbero sistemato gli ultimi dettagli riguardanti l'abbigliamento, e poi avrebbero pianificato l'organizzazione pratica dei giorni subito precedenti al Ballo. Ovviamente Hermione ci aveva già lavorato abbondantemente, e era abbastanza sicura che tutto sarebbe andato per il meglio. In quel momento doveva solo seguire la spiegazione di Trasfigurazioni, al resto avrebbe pensato più tardi.

Al termine delle lezioni quel giorno, aveva salutato Draco in sala Grande e afferrate due cose da mangiare era tornata di corsa al dormitorio per fare il tema di pozioni che avrebbe dovuto consegnare tre giorni dopo. Meglio portarsi avanti che restare indietro - si era detta.
Aveva superato la sala comune dirigendosi verso le stanze. Era entrata nella sua sfilandosi con sollievo la borsa dalla spalla. Quando si girò verso il tavolo vi trovò Roger chino su un libro di Aritmanzia. Le dava le spalle ed era così preso da ciò che stava leggendo che non pareva nemmeno aver notato il suo arrivo. Andò vicino a lui e lo salutò.
- Anche tu hai deciso di saltare il pranzo? - domandò sedendosi accanto a lui. Roger sobbalzò un poco quando registrò la sua presenza e poi rispose.
- Già. Luna ha deciso di saltarlo per andare nelle serre a cercare una strana pianta di cui dubito la reale esistenza, così le ho detto che l'aspettavo per mangiare qualcosa. -
Hermione sorrise, felice che lui paresse aver trovato un'amica con cui stare.
- Che ne dici nel frattempo di mangiare un po' di cioccolato per sopravvivere all'Aritmanzia? - propose allungandogli la tavoletta che aveva recuperato poco prima in sala grande. Lui la accettò e sgranocchiarono in silenzio la propria parte. Poi parlarono un po' dei compiti di Difesa e di una traduzione di Rune particolarmente ostica.
A un certo punto Roger le fece quella domanda che era intenzionato a porle fin dal giorno prima.
- Perchè hai pensato a Crono per me? -
- Sai, ho riflettuto molto su quale divinità potesse adattarsi a te. Dopo averne esaminate alcune di cui avevo a malapena sentito il nome una volta o due, sono passata alla generazione precedente. Ho pensato a Crono non tanto nel periodo del suo regno, ma piuttosto durante l'esilio all'isola dei Beati. Si dice che in quel periodo Crono abbia ripreso il suo antico compito di signore del tempo, e determinava lo scorrere del tempo della vita di ogni divinità, riprendendo gli studi che facevano di lui il Dio più acculturato di tutti. Era il regolatore delle vite degli altro dei e spesso studiava le stelle e i pianeti con sua padre Urano. Ho pensato che il Dio più saggio fosse adatto a te. Effettivamente non è stata un scelta basata molto sulla logica, ma mi sono più che altro affidata all'istinto. -
Lo disse con tranquillità, lasciando scorrere le parole, senza applicarvi quel controllo che teneva in ogni situazione. Era a sua agio con Roger, lo era sempre stata, e non vedeva perchè le cose sarebbero dovute cambiare dopo la loro rottura. Lui ci pensò su per un po', poi fece un cenno con la testa a significare che aveva capito.
- A che punto siamo con l'arredamento? - le chiese poi, chiudendo i libri.
- Abbastanza avanti. Daphne e Astoria hanno già acquistato tutto ciò che c'era nella lista, ma sono certa che dovremo aggiungere qualcosa. Per cui ho chiesto ha Silente di cominciare a arredare la Sala Grande due giorni prima, così in caso di necessità possiamo andare a recuperare quello che manca. -
- Perfetto. Per la musica Zabini ha risolto? - chiese mentre annuiva col capo.
- Sì. Abbiamo sia le Sorelle Stravagarie che un gruppo di ragazzi più giovani, che le sostituiranno durante le pause. Anche se come tradizione ci saranno un paio di balli classici all'inizio della festa. E dobbiamo parlare ancora di una cosa stasera alla riunione: in che ordine dobbiamo uscire? Perchè o escono prima i rappresentanti ufficiali nominati da Silente, quindi noi otto, o misti, ma ad ogni modo deve esserci qualcuno che guida. -
- Eros dovrebbe farlo -
- Eros? L'Amore? Nessuno di noi rappresenta Eros, pensavo non fosse rispettoso essere l'incarnazione dell'amore stesso. -
- Non in quel senso. La Brown e la Patil, mi hanno detto che la Cooman all'inizio dell'anno ha fatto una premonizione: Eris e Eirene si sarebbero trasformate in Eros. Ovvero l'odio e la pace sarebbero diventate Amore, e credo che sappiamo tutti chi si odiava e ora si ama, no? -
Hermione rimase basita. Non tanto per le parole del ragazzo, quanto per le immagini che le erano tornate in mente. Frammenti scombinati di sogno, due donne che si fondevano in un unico alone rosato. Due dee che davano vita a un terzo, odio e pace che creavano amore. E in un istante capì.
- Potresti parlarne tu questa sera della tua teoria? - chiese con voce assente a Roger, mentre usciva veloce dalla camera senza attendere una risposta.
- Pare di si - borbottò il ragazzo ormai solo.


***

Era seduto in camera sul suo letto, fissando con ostilità il pacchetto di sigarette davanti a lui. Le voleva, ma da un po' di tempo a quella parte aveva deciso di rinunciare al fumo, dopo aver sentito i primi effetti negativi durante i suoi allenamenti. Fece per allungare la mano, ma fu distratto dalla porta che si apriva sbattendo per la spropositata forza posta bel movimento. Ritrasse il braccio e si convinse a far evanescere il pacchetto con un colpo di bacchetta.
- Malfoy! -
- Dimmi Granger. E respira, quel rosso peperone ti da un aria assolutamente poco sexy. -
Lei gli tirò un colpo su una spalla, sedendosi sul letto davanti a lui, mentre cercava di regolarizzare i battiti con respiri profondi.

- Racconta – la incitò, una volta che ebbe ripreso fiato.
- Allora, mi sono ricordata una cosa. Ero in camera con Roger, e stavamo parlando..- cominciò.
- Roger? - la interruppe lui, con un cipiglio ben poco amichevole.
Lo guardò stupita, e un sorriso divertito le si dipinse sul volto.
- Non dirmi che sei geloso Malfoy – lo provocò, ridendo della sua espressione scocciata.
Lui non rispose, si limitò a sporgersi in avanti verso di lei e baciarla con passione. Fece scorrere le labbra sul suo collo, scendendo fino alla spalla, dopo aver delicatamente scostato il collo della sua maglia. Hermione aveva gli occhi chiusi e un espressione felice sul volto. Baciandole la clavicola Draco sorrise nel vedere la sua aria rilassata, e in una frazione di secondo le morse la spalla, lasciandole il segno dei denti.
Hermione sobbalzò, trattenendo un urlo che era sorto spontaneo.
- Malfoy! Cosa diavolo di è saltato in testa? - lo sgridò, sistemandosi la maglia a coprire il segno.
- Il mio.. modo di ricordarti che non amo che venga toccato ciò che ritengo mio, Mezzosangue. - spiegò, fissandola con sguardo bruciante di desiderio.Sostanzialmente aveva appena ammesso di essere geloso di lei. Draco Malfoy era geloso di Hermione Granger. Certo, lui non l'avrebbe mai definita gelosia ma piuttosto un certo senso di possesso nei suoi confronti. Comunque Hermione sorrise, rassicurata da quella piccola prova di interesse nei suoi confronti. Lo attirò a se' baciandolo dolcemente, e passando le dita tra i suoi capelli. Sorrise pensando che non sapeva più di fumo, forse aveva finalmente deciso di smetterla con quelle terribili sigarette.
Improvvisamente le venne in mente un dettaglio non proprio indifferente, e gli morse con forza il labbro fino a quando non sentì il sapore ferroso del sangue sulla lingua.
- Mezzosangue!- protestò, staccandosi da lei e passandosi due dita sul morso sanguinante.
- Per cos'era questo?- domandò con aria scettica.
- Il mio.. modo per ricordarti che non appartengo a nessun se non a me stessa, Malfoy. -
Lui rise, una risata sincera, allegra, che ben pochi avevano mai sentito da Draco Malfoy.
- Va bene non-mia Mezzosangue, se non hai altri diritti da reclamare, vorrei riprendere da dove eravamo rimasti – ribattè con un sorriso, tirandola a sdraiare accanto a lui e riprendendo a baciarla.
Ancora una volta Hermione si scordò di raccontargli quello che le era tornato in mente. Qualche ora dopo si sarebbe ritrovata a pensare che Draco Malfoy era certamente una qualche droga pesante, visti i pessimi effetti che aveva sulla sua lucidità mentale.

Si svegliò quando sentì un debole movimento sotto la sua testa. Infastidita, aprì gli occhi, osservando la smorfia dolorante di Malfoy.
- Tutto bene? - gli chiese, stropicciandosi gli occhi.
- Mi stai schiacciando la cassa toracica – borbottò con voce roca.
 Lei si scostò velocemente, guardandolo dispiaciuta.
- Da quanto ero così?-
- Da un po' – fu la laconica risposta.
Lei sorrise nel fargli l'ennesima domanda, e scommise tra sé e sé che le avrebbe dato una risposta camuffata da una presa in giro, come suo solito – Perchè non mi ha spostata?-
- Non volevo svegliarti, sei stranamente poco polemica quando dormi e hai persino un'aria innocua. -
Come volevasi dimostrare.
Sorrise fra sé e sé, voltandosi verso il comodino e stirandosi le braccia. Il suo sguardo cade sull'orologio appoggiato sul mobile.
- E' tardissimo! - esclamò, saltando giù dal letto e infilandosi la felpa – Siamo in ritardo -
Malfoy si alzò con tutta la calma del mondo, rassettandosi i vestiti con un colpo di bacchetta e infilandosi le scarpe, mentre Hermione lo osservava con palese irritazione. Si piazzò davanti allo specchio, sistemandosi i capelli, e ridacchiando fra sé e sé nell'osservare il nervosismo della ragazza.
*****

- Ricapitoliamo. La musica è a posto?  -
- Sì, abbiamo scritto alle Sorelle Stravagarie e hanno accettato di partecipare alla serata, e abbiamo anche ingaggiato una band di supporto che le sostituisca in caso di bisogno e durante le pause. Per i primi balli classici il professor Vitius ha detto che se ne occuperà lui assieme al coro. - rispose Zabini.
- Perfetto – riprese Hermione – quindi la musica è sistemata. Per l'arredamento abbiamo controllato prima la lista e c'è tutto il necessario. Ho trovato una serie di incantesimi che ci potranno essere d'aiuto, ho qui l'elenco – asserì, passando una copia del foglio a ognuno dei compagni – c'è scritta la funzione accanto ad ogni formula, portatela sempre con voi in caso di bisogno. Inoltre ho chiesto a Silente il permesso, e ci ha concesso di cominciare ad arredare la Sala Grande due sere prima dell'evento, perciò da domani. -
Un brivido d'ansia percorse i ragazzi, giustamente preoccupati per la riuscita dell'evento.
- Dato che non useremo gli elfi domestici come aveva proposto qualcuno – riprese lanciando un occhiata di sbieco a Draco - il professor Silente mi ha anche detto che porrà un paio di incantesimi in modo che le bevande e le pietanze del buffet non manchino mai. Ora ho un problema da sottoporvi: ci ho pensato meglio e ritengo che non dovremmo indossare dei veri e propri pepli. Non starebbe bene con i ragazzi vestiti normalmente, anche se possiamo sempre indossare vestiti che richiamino l'antica Grecia. - concluse, osservando la reazione delle altre ragazze, che anche se con aria un po' dispiaciuta dovettero ammettere che aveva ragione.
Discussero a lungo riguardo all'ingresso che avrebbero dovuto fare, e a chi dovesse andare avanti per primo, ma quando Roger, prendendo parola per la prima volta quella sera, disse che avrebbero dovuto aprire i due rappresentanti ufficiali, nessuno osò ribattere. Hermione gli rivolse un'occhiata grata, e lui rispose con un distratto cenno col capo.
La serata era stata molto lunga, avevano rivisto per l'ennesima volta la lista degli invitati e con un incantesimo avevano creato un modello 3D, che ad Harry pareva fatto al computer, col quale avevano sistemato ogni dettaglio riguardo all'arredamento di cui si sarebbero occupati il giorno seguente. Aveva cominciato a girare per il tavolo di mogano una bottiglia di Whisky Incendiario dopo che avevano fatto programmi per più di due ore – contro il parere di Hermione che si era rifiutata di bere mentre stava lavorando – e passata un'altra ora si erano spostati sulle poltrone.
Mentre Hermione stilava il programma definitivo dei due giorni seguenti segnando i compiti di ognuno, i ragazzi piano piano scivolarono tra le braccia di Morfeo.
Lei era seduta sul tappeto rosso davanti al camino, appoggiata a un tavolino ricolmo di scartoffie e appunti. Aveva i capelli fermati sulla testa con una matita, e continuava a rileggere con sguardo attento ciò che aveva scritto, anche se la sua postura rivelava la sua reale stanchezza.
- Mezzosangue... cosa stai facendo ancora? - borbottò Draco con voce impastata dal sonno.
- Sto sistemando gli ultimi appunti, ho quasi finito – rispose trattenendo uno sbadiglio.
Malfoy si alzò stropicciandosi gli occhi, e facendo finta di niente la prese in braccio.
- Draco! - esclamò Hermione arrossendo al pensiero che qualcuno degli altri si potesse svegliare.
Senza dire una parola lui la posò sul divano grigio dov'era seduto lui stesso fino ad un attimo prima, pe poi mettersi accanto a lei.
- Dormi Granger. Domani sarà una giornata pesante e devi essere in forza, niente crisi isteriche. - disse, mettendosi comodi e facendole appoggiare la testa sul suo petto. Lei non rispose, lasciò che le si chiudessero gli occhi, e in pochi istanti scese su di lei un sonno profondo. Draco la guardò per un po', accarezzandole il capo con la mano, e scivolando nel sonno a sua volta.
Appena si addormentarono, una testa bionda spuntò da dietro un cuscino e gli fece una foto con aria soddisfatta.

***
Il giorno dopo era stato infernale. Avevano già cominciato a lavorare la mattina, radunando tutto ciò che gli serviva davanti alla Sala Grande, finchè Silente non l'aveva sgomberata e avevano potuto cominciare ad arredarla.
Blaise, Harry e Ron avrebbero montato il palco, Luna e Ginny avrebbero posto le varie decorazioni floreali per la scuola, in particolare sulle scale, Hermione, Roger e Draco si sarebbero occupati degli incantesimi, mentre gli altri arredavano la Sala.
Alle undici e mezza, la piccola di casa Weasley e Luna erano tornate, e dopo aver sistemato le tavolate ai lati della sala, erano tutti potuti andare a letto, sperando in un po' di meritato riposo. Il giorno seguente avrebbero fatto i turni ai cancelli per ricevere gli ospiti esterni alla scuola, per lo più personaggi di spicco della società magica, avrebbero mostrato loro le stanze che avrebbero occupato per la notte, e fatto l'ultimo controllo.
Mancava solo un giorno al Ballo. Ed Hermione non era certa di ricordarsi come si ballava il Valzer.




Eccoci qui, ancora una volta, una delle ultime. Wow, mi fa impressione pensare di avercela quasi fatta. Mancano all'incirca due-tre capitoli, a seconda della lunghezza e della mia ispirazione.
So di esser mancata a lungo da questa storia, ma le idee scarseggiavano e il capitolo tutt'ora non mi convince. La verità è che l'ho scritto con la mente già proiettata al prossimo, per cui ero un po' disattenta.
Non sono proprio stava fama in questi ultimi mesi, ho pubblicato un po' di storie, e per quanto non ami particolarmente farmi pubblicità, c'è una storia che mi piacerebbe aveste il tempo di leggere : Around life, around me, around thee.
Ora scappo, un bacio.
Herms <3
   
 
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