Love,
Herms
CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO: Come volevasi dimostrare.
-
Hermione - la chiamò una voce da lontano mentre lei si
girava su un
fianco, coprendosi la testa con un braccio. Mugolò qualcosa,
mentre
delle fitte le percorrevano la schiena dolorante, a causa di una
notte passata su un giaciglio scomodo.
- Mezzosangue mi piacerebbe
molto passare la giornata sdraiato con te, ma se arriviamo in ritardo
la vecchia è capace di metterci in punizione, e io non ho
voglia di
passare il mio tempo libero a spalare escrementi di Thestral - Lei sbattè le palpebre infastidita dalla debole luce proveniente dalle lampade e si guardò intorno disorientata.
- Draco? - chiese con voce impastata dal sonno.
- No, Potter. Forza mezzosangue svegliati dobbiamo darci una mossa -
- Ho fatto un sogno strano - borbottò lei stiracchiando le braccia ancora intorpidite.
Lui si chinò su di lei senza darle in tempo di continuare, e le diede un bacio del buon giorno.
- Hmm.. buongiorno - bisbigliò lei ancora contro le sue labbra – Ma dove siamo? - chiese quando realizzò di non essere nella sua camera.
-
Stanza delle Necessità, abbiamo passato la notte qui
– le rispose
lui, raccogliendole la borsa. Lei lo guardò perplessa e
anche un po'
preoccupata, rivangando i ricordi della notte precedente, che ancora
si confondevano con gli ultimi residui del sogno che andava piano
piano svanendo nella sua mente.
-
Non ti preoccupare, se avessimo fatto sesso te ne ricorderesti,
fidati – le disse ammiccando, avendo capito cosa le passasse
per la
testa. Lei arrossì, ma non negò di averci pensato.
-
Che ore sono? - gli domandò invece.
-
Le otto meno dieci -
-
Che cosa?! E' tardissimo – esclamò lei agitata,
spingendolo a
forza verso la porta – Morgana, la Mc Granitt ci ammazza se
arriviamo tardi! -
-
E io che avevo detto? - chiese lui sarcastico.
La Mc Granitt non li punì nonostante il ritardo quel giorno, già vederli convivere in pace era sufficiente per lei. Hermione si sedette accanto a Harry, che passò l'ora a fissarla con sguardo indagatore come a chiederle dove avesse passato la notte. Lo liquidò con uno sguardo scocciato, per poi dedicarsi agli appunti sulla Trasfigurazione umana che la professoressa stava spiegando in quel momento. Aveva da poco avuto un attacco di panico pensando che mancavano soli pochi mesi ai MAGO e doveva assolutamente cominciare a ripassare il programma, ovviamente costringendo Harry e Ron a farlo assieme a lei. Forse avrebbe anche potuto studiare con Draco qualche volta, se lui avesse giurato di non distrarla ma di lavorare seriamente. Cosa che non sarebbe mai successa, diciamocelo. In più dovevano lavorare all'ultima parte della preparazione del Ballo, ovvero il momento più delicato e impegnativo di tutto l'anno, e mancava così poco a quel fatidico Ventun Marzo. Avevano ricevuto tutte le risposte agli inviti che erano stati mandati ai maggiori esponenti della società magica, Zabini era riuscito a recuperare anche una band di giovani maghi, e avevano fatto passi da gigante riguardo all'arredamento grazie a Luna. Ora che ognuno aveva la sua divinità, dovevano passare alla parte pratica. Quella sera si sarebbero visti e avrebbero sistemato gli ultimi dettagli riguardanti l'abbigliamento, e poi avrebbero pianificato l'organizzazione pratica dei giorni subito precedenti al Ballo. Ovviamente Hermione ci aveva già lavorato abbondantemente, e era abbastanza sicura che tutto sarebbe andato per il meglio. In quel momento doveva solo seguire la spiegazione di Trasfigurazioni, al resto avrebbe pensato più tardi.
Al termine delle lezioni quel giorno, aveva salutato Draco in sala Grande e afferrate due cose da mangiare era tornata di corsa al dormitorio per fare il tema di pozioni che avrebbe dovuto consegnare tre giorni dopo. Meglio portarsi avanti che restare indietro - si era detta.
Aveva superato la sala comune dirigendosi verso le stanze. Era entrata nella sua sfilandosi con sollievo la borsa dalla spalla. Quando si girò verso il tavolo vi trovò Roger chino su un libro di Aritmanzia. Le dava le spalle ed era così preso da ciò che stava leggendo che non pareva nemmeno aver notato il suo arrivo. Andò vicino a lui e lo salutò.
- Anche tu hai deciso di saltare il pranzo? - domandò sedendosi accanto a lui. Roger sobbalzò un poco quando registrò la sua presenza e poi rispose.
- Già. Luna ha deciso di saltarlo per andare nelle serre a cercare una strana pianta di cui dubito la reale esistenza, così le ho detto che l'aspettavo per mangiare qualcosa. -
Hermione sorrise, felice che lui paresse aver trovato un'amica con cui stare.
- Che ne dici nel frattempo di mangiare un po' di cioccolato per sopravvivere all'Aritmanzia? - propose allungandogli la tavoletta che aveva recuperato poco prima in sala grande. Lui la accettò e sgranocchiarono in silenzio la propria parte. Poi parlarono un po' dei compiti di Difesa e di una traduzione di Rune particolarmente ostica.
A un certo punto Roger le fece quella domanda che era intenzionato a porle fin dal giorno prima.
- Perchè hai pensato a Crono per me? -
- Sai, ho riflettuto molto su quale divinità potesse adattarsi a te. Dopo averne esaminate alcune di cui avevo a malapena sentito il nome una volta o due, sono passata alla generazione precedente. Ho pensato a Crono non tanto nel periodo del suo regno, ma piuttosto durante l'esilio all'isola dei Beati. Si dice che in quel periodo Crono abbia ripreso il suo antico compito di signore del tempo, e determinava lo scorrere del tempo della vita di ogni divinità, riprendendo gli studi che facevano di lui il Dio più acculturato di tutti. Era il regolatore delle vite degli altro dei e spesso studiava le stelle e i pianeti con sua padre Urano. Ho pensato che il Dio più saggio fosse adatto a te. Effettivamente non è stata un scelta basata molto sulla logica, ma mi sono più che altro affidata all'istinto. -Lo disse con tranquillità, lasciando scorrere le parole, senza applicarvi quel controllo che teneva in ogni situazione. Era a sua agio con Roger, lo era sempre stata, e non vedeva perchè le cose sarebbero dovute cambiare dopo la loro rottura. Lui ci pensò su per un po', poi fece un cenno con la testa a significare che aveva capito.
-
A che punto siamo con l'arredamento? - le chiese poi, chiudendo i
libri.
-
Abbastanza avanti. Daphne e Astoria hanno già acquistato
tutto ciò
che c'era nella lista, ma sono certa che dovremo aggiungere qualcosa.
Per cui ho chiesto ha Silente di cominciare a arredare la Sala Grande
due giorni prima, così in caso di necessità
possiamo andare a
recuperare quello che manca. -
-
Perfetto. Per la musica Zabini ha risolto? - chiese mentre annuiva
col capo.
-
Sì. Abbiamo sia le Sorelle Stravagarie che un gruppo di
ragazzi più
giovani, che le sostituiranno durante le pause. Anche se come
tradizione ci saranno un paio di balli classici all'inizio della
festa. E dobbiamo parlare ancora di una cosa stasera alla riunione:
in che ordine dobbiamo uscire? Perchè o escono prima i
rappresentanti ufficiali nominati da Silente, quindi noi otto, o
misti, ma ad ogni modo deve esserci qualcuno che guida. -
-
Eros dovrebbe farlo -
- Eros? L'Amore? Nessuno di noi
rappresenta
Eros, pensavo non fosse rispettoso essere l'incarnazione dell'amore
stesso. -- Non in quel senso. La Brown e la Patil, mi hanno detto che la Cooman all'inizio dell'anno ha fatto una premonizione: Eris e Eirene si sarebbero trasformate in Eros. Ovvero l'odio e la pace sarebbero diventate Amore, e credo che sappiamo tutti chi si odiava e ora si ama, no? -
Hermione rimase basita. Non tanto per le parole del ragazzo, quanto per le immagini che le erano tornate in mente. Frammenti scombinati di sogno, due donne che si fondevano in un unico alone rosato. Due dee che davano vita a un terzo, odio e pace che creavano amore. E in un istante capì.
- Potresti parlarne tu questa sera della tua teoria? - chiese con voce assente a Roger, mentre usciva veloce dalla camera senza attendere una risposta.
- Pare di si - borbottò il ragazzo ormai solo.
***
Era seduto in camera sul suo letto, fissando con ostilità il pacchetto di sigarette davanti a lui. Le voleva, ma da un po' di tempo a quella parte aveva deciso di rinunciare al fumo, dopo aver sentito i primi effetti negativi durante i suoi allenamenti. Fece per allungare la mano, ma fu distratto dalla porta che si apriva sbattendo per la spropositata forza posta bel movimento. Ritrasse il braccio e si convinse a far evanescere il pacchetto con un colpo di bacchetta.
-
Malfoy! -
-
Dimmi Granger. E respira, quel rosso peperone ti da un
aria assolutamente poco sexy. -Lei gli tirò un colpo su una spalla, sedendosi sul letto davanti a lui, mentre cercava di regolarizzare i battiti con respiri profondi.
- Racconta – la incitò, una volta che ebbe ripreso fiato.
-
Allora, mi sono ricordata una cosa. Ero in camera con Roger, e
stavamo parlando..- cominciò.
-
Roger? - la interruppe lui, con un cipiglio ben poco amichevole.
Lo
guardò stupita, e un sorriso divertito le si dipinse sul
volto.
-
Non dirmi che sei geloso Malfoy – lo provocò,
ridendo della sua
espressione scocciata.
Lui
non rispose, si limitò a sporgersi in avanti verso di lei e
baciarla
con passione. Fece scorrere le labbra sul suo collo, scendendo fino
alla spalla, dopo aver delicatamente scostato il collo della sua
maglia. Hermione aveva gli occhi chiusi e un espressione felice sul
volto. Baciandole la clavicola Draco sorrise nel vedere la sua aria
rilassata, e in una frazione di secondo le morse la spalla,
lasciandole il segno dei denti.
Hermione
sobbalzò, trattenendo un urlo che era sorto spontaneo.
-
Malfoy! Cosa diavolo di è saltato in testa? - lo
sgridò,
sistemandosi la maglia a coprire il segno.
-
Il mio.. modo di ricordarti che non amo che venga toccato
ciò che
ritengo mio, Mezzosangue. - spiegò, fissandola con sguardo
bruciante
di desiderio.Sostanzialmente
aveva appena ammesso di essere geloso di lei. Draco Malfoy era geloso
di Hermione Granger. Certo, lui non l'avrebbe mai definita gelosia ma
piuttosto un certo senso di possesso nei suoi confronti. Comunque
Hermione sorrise, rassicurata da quella piccola prova di interesse
nei suoi confronti. Lo attirò a se' baciandolo dolcemente, e
passando le dita tra i suoi capelli. Sorrise pensando che non sapeva
più di fumo, forse aveva finalmente deciso di smetterla con
quelle
terribili sigarette.
Improvvisamente
le venne in mente un dettaglio non proprio indifferente, e gli morse
con forza il labbro fino a quando non sentì il sapore
ferroso del
sangue sulla lingua.
-
Mezzosangue!- protestò, staccandosi da lei e passandosi due
dita sul
morso sanguinante.
-
Per cos'era questo?- domandò con aria scettica.
-
Il mio.. modo per ricordarti che non appartengo a nessun se non a me
stessa, Malfoy. -
Lui
rise, una risata sincera, allegra, che ben pochi avevano mai sentito
da Draco Malfoy.
-
Va bene non-mia Mezzosangue, se non hai altri diritti da reclamare,
vorrei riprendere da dove eravamo rimasti –
ribattè con un
sorriso, tirandola a sdraiare accanto a lui e riprendendo a baciarla.
Ancora
una volta Hermione si scordò di raccontargli quello che le
era
tornato in mente. Qualche ora dopo si sarebbe ritrovata a pensare che
Draco Malfoy era certamente una qualche droga pesante, visti i
pessimi effetti che aveva sulla sua lucidità mentale.
Si
svegliò quando sentì un debole movimento sotto la
sua testa.
Infastidita, aprì gli occhi, osservando la smorfia dolorante
di
Malfoy.
-
Tutto bene? - gli chiese, stropicciandosi gli occhi.
-
Mi stai schiacciando la cassa toracica – borbottò
con voce roca.
Lei
si scostò velocemente, guardandolo dispiaciuta.
-
Da quanto ero così?-
-
Da un po' – fu la laconica risposta.
Lei
sorrise nel fargli l'ennesima domanda, e scommise tra sé e
sé che
le avrebbe dato una risposta camuffata da una presa in giro, come suo
solito – Perchè non mi ha spostata?-
-
Non volevo svegliarti, sei stranamente poco polemica quando dormi e
hai persino un'aria innocua. -
Come
volevasi dimostrare.
Sorrise
fra sé e sé, voltandosi verso il comodino e
stirandosi le braccia.
Il suo sguardo cade sull'orologio appoggiato sul mobile.
-
E' tardissimo! - esclamò, saltando giù dal letto
e infilandosi la
felpa – Siamo in ritardo -
Malfoy
si alzò con tutta la calma del mondo, rassettandosi i
vestiti con un
colpo di bacchetta e infilandosi le scarpe, mentre Hermione lo
osservava con palese irritazione. Si
piazzò davanti allo specchio, sistemandosi i capelli, e
ridacchiando
fra sé e sé nell'osservare il nervosismo della
ragazza.
-
Ricapitoliamo. La musica è a posto?
-
- Sì,
abbiamo scritto alle Sorelle Stravagarie e hanno accettato di
partecipare alla serata, e abbiamo anche ingaggiato una band di
supporto che le sostituisca in caso di bisogno e durante le pause.
Per i primi balli classici il professor Vitius ha detto che se ne
occuperà lui assieme al coro. - rispose Zabini.
-
Perfetto – riprese Hermione – quindi la musica
è sistemata. Per
l'arredamento abbiamo controllato prima la lista e c'è tutto
il
necessario. Ho trovato una serie di incantesimi che ci potranno
essere d'aiuto, ho qui l'elenco – asserì, passando
una copia del
foglio a ognuno dei compagni – c'è scritta la
funzione accanto ad
ogni formula, portatela sempre con voi in caso di bisogno. Inoltre ho
chiesto a Silente il permesso, e ci ha concesso di cominciare ad
arredare la Sala Grande due sere prima dell'evento, perciò
da
domani. -
Un
brivido d'ansia percorse i ragazzi, giustamente preoccupati per la
riuscita dell'evento.
-
Dato che non useremo gli elfi domestici come aveva proposto qualcuno
– riprese lanciando un occhiata di sbieco a Draco - il
professor
Silente mi ha anche detto che porrà un paio di incantesimi
in modo
che le bevande e le pietanze del buffet non manchino mai. Ora ho un
problema da sottoporvi: ci ho pensato meglio e ritengo che non
dovremmo indossare dei veri e propri pepli. Non starebbe bene con i
ragazzi vestiti normalmente, anche se possiamo sempre indossare
vestiti che richiamino l'antica Grecia. - concluse, osservando la
reazione delle altre ragazze, che anche se con aria un po'
dispiaciuta dovettero ammettere che aveva ragione.
Discussero
a lungo riguardo all'ingresso che avrebbero dovuto fare, e a chi
dovesse andare avanti per primo, ma quando Roger, prendendo parola
per la prima volta quella sera, disse che avrebbero dovuto aprire i
due rappresentanti ufficiali, nessuno osò ribattere.
Hermione gli
rivolse un'occhiata grata, e lui rispose con un distratto cenno col
capo.
La
serata era stata molto lunga, avevano rivisto per l'ennesima volta la
lista degli invitati e con un incantesimo avevano creato un modello
3D, che ad Harry pareva fatto al computer, col quale avevano
sistemato ogni dettaglio riguardo all'arredamento di cui si sarebbero
occupati il giorno seguente. Aveva
cominciato a girare per il tavolo di mogano una bottiglia di Whisky
Incendiario dopo che avevano fatto programmi per più di due
ore –
contro il parere di Hermione che si era rifiutata di bere mentre
stava lavorando – e passata un'altra ora si erano spostati
sulle
poltrone.
Mentre
Hermione stilava il programma definitivo dei due giorni seguenti
segnando i compiti di ognuno, i ragazzi piano piano scivolarono tra
le braccia di Morfeo.
Lei
era seduta sul tappeto rosso davanti al camino, appoggiata a un
tavolino ricolmo di scartoffie e appunti. Aveva i capelli fermati
sulla testa con una matita, e continuava a rileggere con sguardo
attento ciò che aveva scritto, anche se la sua postura
rivelava la
sua reale stanchezza.
-
Mezzosangue... cosa stai facendo ancora? - borbottò Draco
con voce
impastata dal sonno.
-
Sto sistemando gli ultimi appunti, ho quasi finito – rispose
trattenendo uno sbadiglio.
Malfoy
si alzò stropicciandosi gli occhi, e facendo finta di niente
la
prese in braccio.
-
Draco! - esclamò Hermione arrossendo al pensiero che
qualcuno degli
altri si potesse svegliare.
Senza
dire una parola lui la posò sul divano grigio dov'era seduto
lui
stesso fino ad un attimo prima, pe poi mettersi accanto a lei.
-
Dormi Granger. Domani sarà una giornata pesante e devi
essere in
forza, niente crisi isteriche. - disse, mettendosi comodi e facendole
appoggiare la testa sul suo petto. Lei non rispose, lasciò
che le si
chiudessero gli occhi, e in pochi istanti scese su di lei un sonno
profondo. Draco la guardò per un po', accarezzandole il capo
con la
mano, e scivolando nel sonno a sua volta.
Appena
si addormentarono, una testa bionda spuntò da dietro un
cuscino e
gli fece una foto con aria soddisfatta.
***
Blaise,
Harry e Ron avrebbero montato il palco, Luna e Ginny avrebbero posto
le varie decorazioni floreali per la scuola, in particolare sulle
scale, Hermione, Roger e Draco si sarebbero occupati degli
incantesimi, mentre gli altri arredavano la Sala.
Alle
undici e mezza, la piccola di casa Weasley e Luna erano tornate, e
dopo aver sistemato le tavolate ai lati della sala, erano tutti
potuti andare a letto, sperando in un po' di meritato riposo. Il
giorno seguente avrebbero fatto i turni ai cancelli per ricevere gli
ospiti esterni alla scuola, per lo più personaggi di spicco
della
società magica, avrebbero mostrato loro le stanze che
avrebbero
occupato per la notte, e fatto l'ultimo controllo.
Mancava
solo un giorno al Ballo. Ed Hermione non era certa di ricordarsi come
si ballava il Valzer.
Eccoci qui, ancora una volta, una delle ultime. Wow, mi fa impressione pensare di avercela quasi fatta. Mancano all'incirca due-tre capitoli, a seconda della lunghezza e della mia ispirazione.
So
di esser mancata a lungo da questa storia, ma le idee scarseggiavano
e il capitolo tutt'ora non mi convince. La verità
è che l'ho
scritto con la mente già proiettata al prossimo, per cui ero
un po'
disattenta.
Non
sono proprio stava fama in questi ultimi mesi, ho pubblicato un po'
di storie, e per quanto non ami particolarmente farmi
pubblicità,
c'è una storia che mi piacerebbe aveste il tempo di leggere
: Around
life, around me, around thee.
Ora
scappo, un bacio.
Herms
<3