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Autore: francyrm21    08/05/2011    0 recensioni
Jasmine non è una ragazza come tutte le altre. Otre ad essere stata abbandonata dai suoi genitori, dalla nascita è in grado di fare cose fuori dal comune. Grazie a queste sue abilità, Jasmine affronta tutte le notti il mondo dei vampiri per proteggere gli umani dal pericolo. Una casualità le farà incontrare la famiglia Cullen e la tribù dei Quileutes. Instaurerà rapporti di affetto con entrambe le parti: Renesmee Cullen diventerà la migliore dell amiche che poteva sperare di trovare; Seth, il giovane Quileute, conquisterà il suo cuore troppo trascurato negli anni precedenti. La nuova vita che gli si è dispiegata davanti, durerà? O succederanno cose che la metteranno in pericolo?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco qui la battaglia...

I primi guerrieri avanzarono senza sapere a cosa andavano incontro. Mi concentrai e li ridussi in polvere in pochi secondi, facendo arretrare quelli che mano a mano percorrevano lo stesso tragitto e, in fine, anche lo stesso destino. Uno ad uno i vampiri davanti a noi scomparivano senza lasciare traccia, mentre le guardie si riunivano attorno ai loro capi. I loro volti così terrorizzati da ciò che vedevano erano un incentivo assolutamente invitante per continuare il mio compito più di quanto potessi sperare. Ad uno ad uno potevo ridurre in poco più che pulviscolo degli esseri considerati indistruttibili se non in occasioni particolari. Sentivo il contatto con la pelle di coloro che disintegravo come se si scontrassero contro di me fisicamente. Ne sentivo la freddezza, all’inizio, la morbidezza di un vestito di seta, ed in seguito quella specie di corazza di pelle dura come diamante proprio sotto il primo strato. Ad ogni vampiro che distruggevo, sentivo il peso delle loro vite su di me come se si stessero sedendo sulle mie spalle uno dopo l’altro. Ogni movimento mi risultava più difficile con lo scorrere dei secondi e dei vampiri. Questa volta, rispetto a quella precedente, avevo mille ragioni in più per non fallire. Seth, dovevo ammetterlo, era la più importante e la più premente. L’avevo messo al centro della mia mente su un altare in mezzo a quel turbinio di rabbia e odio per tentare di ricordarmi sempre un valido motivo per rimanere in vita. Ero comunque umana e le mie forze erano limitate anche se potenti. Pensai a lui più intensamente e la furia per coloro che volevano portarmelo via crebbe ancora dandomi potenza di fuoco, per così dire. La mia umanità però si fece sentire presto anche con Seth nella mia mente che mi dava la spinta per continuare. La volontà non poteva bastare.
Non ero arrivata nemmeno a metà di quell’armata immortale che cominciai a metterci più tempo nel dissolverli, stavo perdendo potenza. Ed in quel momento la più grande ondata di rabbia, rancore, sete di sangue e vendetta mi investì come una palla di cannone in piena testa. Non mi ero mai sentita così in tutta la mia vita - quelle emozioni erano ad un livello così alto, da vampiro, che nessun essere umano probabilmente avrebbe potuto sopportare - e successe qualcosa che non avrei mai pensato di vedere. Percepivo tutto, ogni singola particella di polvere, aria e brezza notturna da lì ad un raggio di cento chilometri. Quando il mio massimo era molto meno della metà. Potevo vedere come quelli davanti a noi non erano gli unici vampiri assoldati dai Volturi per farci la guerra. Avevo già sospettato una cosa del genere ma non potevo vedere abbastanza lontano per poterne essere sicura. Ne avevano sparpagliato una trentina tutt’intorno a noi per essere sicuri di coglierci di sorpresa quando magari saremmo stati tutti occupati con i vampiri nella radura. 
La vista non era stata l’unica cosa che avevo potenziato. Dopo aver riferito il messaggio ad Edward della possibile imboscata che volevano tirarci, mi concentrai su i vampiri ancora davanti a noi. Raccolsi più potere che potevo verso l’estremità frontale del mio corpo per poi poterlo sguinzagliare contro di loro. Il limite di sopportazione senza dover urlare era vicino ma potevo fare di più, dovevo farlo. Sentivo ogni molecola della mia pelle muoversi all’impazzata e, di conseguenza, brucare come se avessi preso fuoco dall’interno. Non riuscì ad evitare di gridare fortissimo, niente di nemmeno comparabile a quello che era successo sulla scogliera. Solo venti volte più potente. Avevo come la sensazione che la pelle e la carne mi si stessero strappando dalle ossa. Ogni muscolo faceva sempre più male e sentivo la pelle bruciare più di quella di Seth. Mi concentrai anche nell’agonia insopportabile per non disperdere inutilmente l’energia che ero riuscita ad accumulare. 
E lo vidi esplodere. Un gigantesco muro invisibile di potere si diresse verso l’esercito di vampiri che trattenevo mentre tentavano di scappare. Cercai anche di portare al centro dello scontro alcuni dei vampiri sparsi attorno a noi ma non riuscì ad occuparmi di tutti. Alcuni riuscirono a sfuggirmi perché non avevo più le energie nemmeno per reggermi in volo. I Volturi e le loro guardie del corpo stavano fermi dentro allo scudo creato da Renata per proteggerli, mentre il loro manipolo di guerrieri moriva nel loro nome sotto i loro occhi. Oltre i vampiri, spazzai via ettari di foresta ingrandendo la radura di dieci volte la sua grandezza originale. 
Le mie energie si esaurirono in fretta mentre tentavo di riprendere fiato. Speravo di aver fatto tutto il possibile ma non ne ero sicura. Avevo la sensazione di cadere in un profondo mare oscuro senza onde, nero come il petrolio e senza una fine. Ed infatti stavo cadendo. Un vento tiepido mi sfiorava la pelle mentre precipitavo verso l’ignoto, credevo. Poi qualcosa fermò la mia rapida discesa. Qualcosa di caldo quasi quanto me. Era Seth. Mi aveva presa prima che potessi schiantarmi al suolo e, dolcemente mi accarezzava il viso mentre lo vedevo dal fondo dei miei occhi sussurrarmi qualcosa. Ma non riuscivo a sentirlo, per quanto mi sforzassi. Solo il contatto della sua pelle con la mia scatenava ancora sensazioni in me. Vedevo che mi toccava, che premeva le dita su di me mentre io riuscivo a malapena a percepire solo dei piccoli brividi in punti indefiniti attorno a me. I suoi occhi erano così tristi ed addolorati che mi ricordarono che la mia battaglia non era ancora finita. Dovevo combattere per tornare da lui per non far apparire mai più quello sguardo sul suo volto. Era insostenibile. 
Mi sembrava di nuotare nelle sabbie mobili, più mi agitavo e più cadevo. Oramai la visuale che proveniva dai miei occhi si allontanava sempre di più, come il viso di Seth. Facevo di tutto per restare a galla, graffiando delle pareti inesistenti con le unghie e cercando di gridargli che mi aiutasse. Vidi Seth voltarsi per un attimo, spalancare gli occhi per il terrore e poi, non sapevo il perché, abbracciarmi tanto forte da poterlo sentire chiaramente quasi come se fossi cosciente. Mi sentì risollevare dalle profondità del abisso che mi stava risucchiando e sentì la sua voce parlarmi all’orecchio.
«Resta con me, ti prego. Non lasciarmi». Solo una volta l’avevo visto supplicarmi così. Quando gli avevo detto tutto e lui non l’aveva accettato subito. E come l’altra volta, sentivo l’estremo e irrefrenabile desiderio di poter curare le ferite che gli stavo infliggendo. Tutto questo mi diede forza per poter combattere il torpore e l’incoscienza. Riuscivo a sentire di nuovo il mio cuore che era rimasto muto per tutto il tempo che avevo perso conoscenza. Era debole ma riuscivo a distinguerlo dagli altri rumori sordi ed indistinti che sentivo attorno a me. Potevo ancora sentire l’odore di Seth che continuava a trattenermi in superficie. Avrei voluto poter stringere la presa delle mie dita attorno ai suoi fianchi ed al suo collo ma non riuscivo a trovare le mani, a prenderne possesso e a fargli fare quello che volevo. «Mantieni la tua promessa, ti prego. Voglio essere tuo marito, voglio darti dei figli e voglio litigare con te per stabilire cosa sarà giusto per loro. Ti prego, combatti. Resisti! Non mi lasciare». Non potevo resistere nel vederlo piangere. Ma allo stesso tempo la pena per lui mi tenevano sveglia, viva. Continuava a guardarmi negli occhi e ad accarezzarmi il viso per potermi trattenere lì. Cercai anche di ricordarmi i baci che ci eravamo scambiati per tentare di risollevarmi ancora, pensando alla voglia indescrivibile prima del contatto, alla gratitudine successiva per aver soddisfatto quel desiderio, alla morbidezza delle sue labbra ed alla pura armonia che emanavano quando si muovevano assieme alle mie. A volte quei baci non erano soltanto dolci e affettuosi. A volte il desiderio era così insostenibile che la brama e l’impetuosità prendevano il posto della dolcezza facendoci perdere in noi stessi. Sentivo di essere quasi vicina al riprendere conoscenza ma non sapevo come fare per andare avanti. Stavo combattendo ma ero tanto stanca e volevo riposarmi. 
E così vidi Seth fare qualcosa di assolutamente inaspettato. Lo vidi chinarsi sul mio viso, chiudere gli occhi e sfiorare le mie labbra quasi senza toccarle. Sentì perfettamente dove le sue labbra stessero toccando le mie inerti, così potei seguirle per tentare di rispondergli. Parecchie volte cercai di prendere il controllo dei muscoli del viso ma non ci riuscì. Ancora, ancora e ancora. Stava per allontanarsi da me quando feci il mio ultimo tentativo. Le mossi pochissimo, le strinsi leggermente attorno al suo labbro inferiore che si fermò all’istante. I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa facendo scorrere sulle sue guance due nuove lacrime perfettamente in sincrono. Mi sentivo ancora debole ma finalmente potevo dire di essere riemersa dal buco nero che aveva intenzione di inghiottirmi. Cercai di stringere più che potevo la presa che avevo attorno ai suoi fianchi e al suo collo ma ottenni solo un piccolo spostamento che non sortì l’effetto desiderato.
«Non mi ci abituerò mai, lo sai?». La mia voce risultava sottile e quasi senza vita ma azzardai comunque un sorriso. Seth mi strinse così forte da credere di esplodere da un momento all’altro mentre altre lacrime si aggiungevano sulle sue guance. I muscoli mi facevano ancora un male atroce ma il fatto che premesse così forte, però, mi permise di non ricadere di nuovo nel mio stato di semi-incoscienza. Riuscì a spostare la mia mano sul suo viso per poterglielo asciugare nonostante sembrasse pesante il triplo.
«Fai piano, è ancora debole». Disse Carlisle che era lì vicino probabilmente per controllare come stavo. Seth annuì ed immediatamente la presa divenne più leggera e il suo sguardo faceva trasparire delle scuse inespresse. Adesso ero in grado di controllare la situazione. Seth, con me in braccio, era seduto per terra al centro del nostro gruppo che sembrava in posizione di difesa ed i Volturi non avevano ancora cambiato la loro. Si erano avvicinati per parlare ma erano ancora protetti dallo scudo di Renata. Solo in quel momento mi accorsi che non eravamo proprio tutti. Tutto il branco, tranne Seth e Jake, non erano presenti ed alcuni dei Cullen risultavano mancanti. Seth vide il mio sguardo scorrere per tutto il campo alla ricerca dei nostri amici e rispose alle mie domande.
«Il branco, Emmett e Rose sono andati alla ricerca di eventuali superstiti nei dintorni oltre a quelli che ci hai segnalato per l’imboscata. Siamo ancora qui perché vogliono parlare di un accordo tra noi, ma ancora non si è trovato un punto di incontro». La sua espressione era seria ma i suoi occhi erano sfuggenti, mi nascondevano qualcosa.
«C’è qualcosa che non mi stai dicendo?». Ero così stanca ed affaticata che la voce che mi uscì non sarebbe potuta essere captata da un orecchio umano.
«Hanno fatto un offerta prima che mi ha fatto incazzare. Hanno chiesto di avere te in cambio della salvezza per tutti noi». D’istinto mi strinsi contro di lui per paura di quello che mi sarebbe capitato se solo fossi caduta nelle loro mani, mi avrebbero trasformata. Schiacciata contro di lui, sentì distintamente il piccolo rantolo cupo che proveniva dal profondo del suo petto. «Non preoccuparti. Non acconsentirebbero ne ora ne mai. Prima dovrebbero passare sul mio cadavere». Mi contorsi sul posto al solo pensiero.
«Non dire così, per favore». Chiusi gli occhi e affondai il viso nel suo petto nudo.
«Scusami». Disse mentre mi accarezzava i capelli. Lentamente mi voltai e baciai il palmo della sua mano.
«Sapete che non è nostro obiettivo prendere il vostro posto. Vogliamo solamente poter vivere in pace!». Carlisle improvvisamente spezzò la calma che si era creata e si rivolse con convinzione verso Aro e i suoi fratelli.
«Solo parole! Guarda la tua famiglia quanto è cresciuta di numero e adesso, grazie all’abominio, anche di potenza. Come possiamo crederti?». Quella parola risuonò nella bocca di Caius con così tanto disgusto e rancore da farmi tremare visibilmente. Anche Seth tremava ma per puro disprezzo, perché lo aveva detto riferendosi a me. Un ringhio ben udibile proruppe dalla bocca contratta di Seth quando l’aveva pronunciata, quella parola. 
«Sai benissimo che i membri di questa famiglia sono legati tra loro da sentimenti ben diversi dalla sete di potere. Non cercare di confonderci con qualunque altro clan con smanie di grandezza, noncuranti delle leggi del nostro mondo». Non avevo mai sentito Carlisle così adirato e brutale. Lo avevo sempre considerato un uomo posato e tranquillo anche nelle situazioni più difficili.
«Calma, calma. Proviamo a parlarne in modo civile». Aro cercava di essere conciliante. «Carlisle per quanto mio fratello Caius abbia espresso le sue rimostranze in maniera così spiacevole, non significa che non abbia ragione. Dobbiamo avere da te delle garanzie».
«La mia parola non ti basta? Non ha mai avuto peso per voi?». Carlisle sembrava sconfortato, non vedeva una soluzione praticabile per una fine pacifica della battaglia.
«Mi dispiace, amico mio. Vogliamo qualcosa in più di una semplice promessa». Nei suoi occhi c’era una luce strana quando mi guardò che non riuscì a sostenere il suo sguardo, non ne avevo la forza. Ero ancora troppo debole per contrastare qualunque cosa. Così nascosi di nuovo il viso nel petto di Seth per sentirmi al sicuro.
«Non guardarla così! Non la potrai avere mai. Lei. È. Mia!». Seth gli sibilò contro imprigionando il mio viso tra la sua spalla e la sua mano. Lo strinsi più che potevo fra le braccia perché non volevo che si allontanasse e per fargli capire che quello che diceva era vero.
«Sai già come la pensiamo al riguardo. Lei non vuole unirsi a voi e la proteggeremo se sarà necessario. Jasmine non è oggetto di trattativa». Edward sembrava avesse visto qualcosa di assolutamente ripugnante nei pensieri di Aro perché fece una smorfia di disgusto prima di levare lo sguardo da lui. «Vorrebbe sperimentare su di te ciò che è successo fra me e Bella, per avere Renesmee». Mi rispose piano con un disprezzo nella voce da contaminare i miei pensieri, dandomi forza.
«Non illuderti. Non succederà mai». Lo guardai dritto negli occhi sentendomi perfettamente in grado di fronteggiarlo. E non solo lui. I miei sensi si svilupparono ulteriormente e captarono qualcosa di strano non molto lontano da dove eravamo. I lupi erano ben distanti da noi e l’energia che si stava avvicinando non era di nessuno che avessi mai incontrato. «Qualcuno si avvicina. Non lo riconosco». Mentre parlavo Seth mi accarezzava i capelli e mi guardava preoccupatissimo.
«Non dovresti usare i tuoi poteri. Devi riposarti». Volevo farlo, disperatamente. Ma non potevo. Era una minaccia sconosciuta e di sicuro non potevo permetterle di farci del male. La sentì prendere una strada più larga per riuscire ad evitarci e a sbucare dritto nella parte dei Volturi.
«Vuole sguinzagliarlo contro Seth. Solo non riesco a vederlo». Mi disse Edward riferendosi inizialmente ad Aro e dopo alla strana presenza che ci girava intorno. Non sapevo ancora se ero sufficientemente in forze per poter usare le mie abilità ma non potevo astenermi dal metterle in pratica. Percepire le presenze attorno a noi non era poi così difficile perché era un gesto che facevo abitualmente, tanto da essere per me come un senso in più. Lo sentivo muoversi di continuo, come un fantasma per tentare di disorientarci. Ad un certo punto si mosse così velocemente da non riuscirlo più a seguire perché non riuscivo a mantenermi concentrata troppo a lungo.
Lo bloccai appena in tempo prima che potesse attaccare Seth alle spalle. Era così vicino a lui da farmi mancare il fiato per lo shock. Ne sentivo il respiro incredulo per ciò che gli stava succedendo così vicino ai miei capelli da spostarli leggermente. Sentivo anche le sue forme sotto il velo dei miei pensieri che lo trattenevano. «Fatti vedere!». Non eseguì l’ordine così cominciai a sbriciolare la sua pelle di marmo poco alla volta. Sentimmo tutti l’urlo di dolore provenire da un qualcosa di invisibile. A poco a poco una sagoma prese forma proprio in mezzo a noi con ancora il viso contratto per l’agonia. Al suo dolore si aggiunse il mio. La testa cominciò a farmi male in modo atroce, costringendomi a serrare gli occhi e a lanciare un gemito sonoro che mi fece perdere concentrazione. La ripresi in pochissimi istanti per non lasciarlo scappare e permettergli di finire il lavoro. Mi si strinse il cuore a ricordare che era quello di uccidere Seth.
«Prendetelo, vi prego! Non ce la faccio più!». Sentì distintamente Jasper, Alice e Bella avanzare e afferrarlo per le braccia per poterlo allontanare da noi. Jasper si avvicinò pericolosamente alla sua gola strappandone un pezzo enorme nel bel mezzo delle sue grida. Alice gli teneva la testa indietro e un braccio mentre Jasper finiva di tranciargli la testa. Bella cominciò a raccogliere un piccolo cumulo di legna secca per potergli dare fuoco, riuscendo a mantenere costante il suo scudo su di noi. Spostai gli occhi sui Volturi che guardavano la scena sbigottiti. Speravano di poter scatenare il caos nel nostro gruppo con quell’unico misero vampiro per il semplice fatto che potesse rendersi invisibile. Riuscivo a malapena a respirare per quanto il dolore alla testa fosse potente. Mi accorsi solo dopo un po’ di aver infilato le unghie nella pelle della spalla di Seth. E lui sembrava non se ne fosse nemmeno accorto, continuava a guardarmi preoccupato e ad accarezzarmi i capelli.
«Mi sorprende sempre quanto tu sia dotata, mia cara. È un vero peccato, uno spreco». I suoi occhi erano sempre su di me quando li vidi socchiudersi visibilmente. 
«Sarà anche dotata ma sta per morire comunque». Disse Caius senza più un briciolo di pazienza. «Il suo cuore e il suo cervello stanno cedendo e presto avremo liberato il mondo da questo nefando essere». Seth gli ringhiò contro così forte da far tacere per un secondo il dolore alla testa. Zittì tutto e rimasi ad ascoltare quel suono così bello anche nella furia. Poi si voltò verso di me mentre ascoltava i battiti del mio cuore rallentare in maniera allarmante. Abbassò la sguardo sul mio viso e strofinò le dita sotto al mio naso per poi vederlo colorarsi di un rosso scarlatto. Tutti tranne Seth, Jacob e Carlisle cominciarono a trattenere il respiro per evitare di farsi distrarre dal mio sangue.
«Carlisle aiutala! Sta collassando!». Sentì Seth urlare anche se non era necessario perché lui era già accanto a noi. 
Il nulla mi avvolse e mi portò via da Seth.

 Let's fight, baby!!!!

  
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