Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Lady Snape    14/02/2006    9 recensioni
E se...e se il giovane Severus Snape si trovasse ad affrontare qualcosa di sconosciuto? di pericoloso? di apocalottico? Questa ff è la dimostrazione che non c'è limite al peggio...Tanti Baci Lady snape
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Solo noi due

Solo noi due

Capitolo Unico

 

 

 

Estate 1982.

Un giovane uomo vestito di nero vagava per Nocturn Alley alla ricerca di oggetti interessanti. In realtà non avrebbe dovuto essere in un posto del genere. Lo aveva promesso ad un vecchio pazzo. In realtà il vecchio gli aveva offerto un lavoro, quindi sarebbe stato meglio non tirare la corda della sua pazienza.

Era un periodo strano quello lì. C’erano ancora degli echi riguardanti la felicità per la caduta del Signore Oscuro, ma per quel giovane mago, certo, perché stiamo parlando di un mago, la sua caduta aveva creato non pochi problemi. Comunque, ora come ora, poteva godersi un po’ di tregua prima di cominciare con il suo nuovo lavoro.

La cosa non lo entusiasmava, a dirla tutta. Fare l’insegnante non era mai stata una delle sue maggiori aspirazioni. Avere a che fare con delle bestiacce urlanti con la testa di legno non era il massimo, ma per il momento non aveva di meglio.

Con noncuranza vagava beato. Sfogliava libri sospetti, leggeva cartelli su oggetti pericolosi. Una bella giornata.

Mentre cercava un libro sui vampiri, si imbattè in una sua vecchia conoscenza.

< Ciao Severus! > disse un uomo dagli occhi grigi e i capelli talmente biondi da sembrare quasi bianchi.

< Lucius > rispose con un cenno.

Lucius Malfoy era anch’egli un mago. Più grande di lui, aveva un aspetto elegante, quasi regale. Indossava un completo verde smeraldo e un mantello scuro.

< Sai una cosa? > chiese il biondino a Severus che sfogliava un libro.

< Cosa? > chiese scettico.

< Cercavo proprio te! >

Severus cominciava a pensare che quella giornata era troppo perfetta e che stesse per capitare qualcosa di catastrofico.

< Ho da chiederti un favore: io e Narcissa avevamo in programma di andare un giorno fuori insieme, ma preferivamo passare la giornata da soli, così ci chiedevamo se potessi tenere Draco con te. >

La giornata era apocalittica. Fulmini tetri squarciavano il cielo e piovevano fiamme e zolfo!

< Io dovrei occuparmi di un moccioso di due anni? È uno scherzo?! > chiese sconcertato. Forse tra un po’ sarebbe uscito fuori un fotomago che gli avrebbe scattato una fotografia e un altro che gli avrebbe detto che era tutta una beffa, lanciandogli coriandoli in testa.

< E’ solo un bambino! Cosa vuoi che ti faccia? >

< Io odio i mocciosi! > disse con convinzione, sperando di far desistere l’amico.

 

Alle otto della mattina seguente si presentò a Malfoy Manor. Il suo umore era nero. Mentre Lucius ultimava i preparativi per la partenza, Narcissa era un insieme di raccomandazioni e istruzioni. Ma perché non si portava dietro il moscerino visto che non si fidava di lui? Sbuffando, annuì a tutto ciò che diceva la donna, senza prestare la minima attenzione alle sue parole.

Con gli ultimi saluti spinse fuori dalla porta Narcissa (che aveva ricominciato a parlare di pannolini) e chiuse a doppia mandata.

Pace! Finalmente silenzio. Perché mai un uomo doveva decidere di sposarsi? Le donne non erano che delle radio ambulanti che gracchiavano su ogni cosa e pretendevano tutte le attenzioni per loro. Meglio restare soli e dedicarsi a se stessi in tutta pace.

Il piccolo Draco, un bambinetto di due anni, dormiva tranquillo in un lettino in salotto. Severus lo guardò per un attimo con un sopracciglio alzato. Se la peste avrebbe dormito tutto il tempo il suo compito sarebbe stato semplice. Dodici ore sarebbero passati in un lampo!

Il povero Severus non fece nemmeno in tempo a sedersi sul divano che il pupo decise di svegliarsi. L’uomo non si mosse, ma rimase guardingo con il libro che aveva appena aperto fermo nelle mani. Trattenne il respiro. Qualche piccolo vagito veniva dalla culla, ma nulla di preoccupante: con un po’ di fortuna si sarebbe riaddormentato.

Quale fortuna?!

Il piccolo Draco prese ad urlare con quanto fiato aveva in gola! Possibile che un solo bambino potesse spaccare i timpani in quel modo?

< Va bene! Va bene! > disse Severus, lanciando il libro sul divano e alzandosi di scatto. Si avvicinò alla culla. Draco smise di piangere per cinque secondi, giusto il tempo di fissare gli occhi neri dell’uomo, poi riprese peggio di prima.

Doveva prenderlo in braccio. Ma come si prende in braccio un bambino?! Quel coso si agitava come un forsennato, scalciava e urlava! I suoi poveri timpani! Decise di provarci almeno! Non era un codardo!

Sollevò il bambino prendendolo da sotto le ascelle. Lo teneva a distanza, come se avesse una malattia contagiosa! Draco mutò le sue urla in un piccolo lamento. I suoi occhioni grigi erano diventati blu a causa delle lacrime. Queste gli rigavano il volto delicato.

< E ora che faccio? > si disse Severus confuso. Si guardò intorno cercando un diversivo, un oggetto, qualcosa da far fare al moccioso, insomma! Nella culla vide un piccolo drago di pezza. Sedette il bimbo su divano e recuperò il pupazzo. Lo diede a Draco. Il bambino lo fissava come a dire “Che razza di deficiente sei?”. E lui ne era cosciente! Draco, in ogni caso, parve collaborare, forse per pietà nei suoi confronti. Iniziò giocare con il draghetto con buffi versetti che parvero rassicurare l’uomo. Si sedette nuovamente sul divano, recuperò il libro e cominciò finalmente a leggere.

Passarono si e no dieci minuti. Draco ricominciò ad urlare come uno psicopatico.

Severus alzò gli occhi al cielo. Lucius avrebbe pagato per averlo incastrato in quel modo!

Si voltò verso il bimbo. Il pupo si era picchiato da solo e si era fatto male.

“Io non ero così pirla!” si disse il mago, per convincere, forse, se stesso! Recuperò il drago che nel frattempo era caduto per terra e lo scosse per attirare l’attenzione di Draco. Questi lo fissò divertito: gli piaceva quel gioco! Severus si sentiva sempre più ridicolo! Nella sua mente pensava a come torturare Lucius…

Decise di continuare a scuotere quello stupido pupazzo e nello stesso tempo di leggere. Stava per recuperare il libro quando si accorse che il mocciosetto lo aveva agguantato prima di lui e lo fissava con un cipiglio che non accettava compromessi. Come a dire “Il libro è mio! Tu attaccati!”

Severus provò a sfilarglielo dalle manine, ma lo gnomo faceva resistenza, mettendo il broncio e stringendo al petto il volume.

Il mago sbuffò.

< Questo è mio! > disse al pupo, indicando l’oggetto che Draco aveva tra le mani.

Per tutta risposta il biondino aprì il libro e cominciò a strapparne le pagine piene di disegnini! All’uomo prese un colpo. “Sacrilegio!”

Estrasse la bacchetta dalla giacca e con un incantesimo recuperò libro e fogli strappati.

< Reparo! > mormorò e il libro tornò com’era prima dello scempio. Mentre rigirava il libro tra le mani per verificarne l’integrità, si distrasse.

Il piccolo lestofante fu velocissimo. Gli sfilò la bacchetta dalle mani e decise che quel salotto aveva bisogno di qualche cambiamento.

Appena agguantata la bacchetta decise che il divano sarebbe stato più bello a pois verdi su sfondo rosa e che il vestito nero di Severus poteva diventare giallo!

< Non scherziamo! > sibilò l’uomo. Agguantò la bacchetta e riportò tutto al loro colore originale.

Draco era disperato! Picchiava le mani sul divano e piangeva come un ossesso.

L’orologio a cucù sul camino rintoccò le nove. Le nove!? Era passata si e no un’ora?! Scherziamo? Impossibile! Severus controllò il suo orologio. Erano davvero le nove!

“Salazar Slyterin, aiutami tu!”.

Draco strepitava. Severus decise di stregare il draghetto in modo che volteggiasse sulla testa del mostro. In fin dei conti era facile distrarre l’esserino! Severus lo guardò per un po’, poi tornò al suo libro.

Si immerse totalmente nella lettura del tomo.

Quando cominciò a stancarsi del suo passatempo (infondo quel libro non diceva nulla di nuovo rispetto a quello che sapeva già), alzò lo sguardo su Draco. Draco…non c’era?! Come!?

Severus si guardò intorno allarmato. Dove diavolo era? Il draghetto era ancora a mezz’aria, ma del pupo nemmeno l’ombra.

Cominciò a frugare per la stanza: sotto il divano, la poltrona, nel caminetto, sotto il tavolino, nella culla, nei mobiletti presenti nella stanza. Niente. Oddio! Se accadeva qualcosa all’erede dei Malfoy…No, no, no! Sicuramente era lì vicino.

Un rumore sinistro di piatti rotti provenne dalla cucina. Si fiondò subito in quella direzione. Entrò. Nella stanza c’era un tappeto di cocci di ceramica e vetri di bicchieri. La maggior parte dei pensili era aperta. Severus li chiuse tutti e rimediò ai danni del bambino. Di lui non c’era traccia. Impossibile. Doveva essere lì per forza. Ad un tratto ebbe un dubbio…

Riaprì tutti i pensili che aveva chiuso. E infatti! Draco era seduto su una pila di tovaglie dentro uno scomparto. Il buio improvviso, provocato dalla chiusura dell’anta, lo aveva mandato in panico. Era sul punto di piangere!

< No! > disse Severus. Strisciò nel mobile e recuperò il bambino. Lo sedette sul tavolo e lo fissò con le braccia incrociate. Per tutta risposta Draco cominciò a ridere di gusto nel vedere il cipiglio del mago. “Irriverente!”

Severus guardò l’orologio. Era praticamente ora di pranzo. Agguantò il bambino dalla salopette jeans che indossava e aprì la dispensa. Narcissa aveva già preparato tutto. Lui doveva solo riscaldare la pappetta e nutrire il moccioso. In fin dei conti non era una cosa difficile.

Come no!

Passò la maggior parte del tempo a cercare di convincere il mostro ad aprire la bocca. Draco non ne voleva sapere! Dopo vari tentativi ci riuscì…peccato che il bimbo decise di sputargliela addosso! La pappina gli finì sul vestito e sui capelli. “Che schifo!”

Stava per perdere la pazienza. Respirò profondamente per riprendere il controllo. Ad un tratto il bimbo parlò per la prima volta in quella giornata. Qualcosa di diverso dalle urla.

< Opa! Opa! >

“Opa” e che vuol dire?

Draco si sbracciava e ripeteva la parola. Severus restò con il cucchiaino in mano come un idiota.  

< Opa! > ripeteva Draco.

Severus era confuso: Opa?

Ad un tratto sentì qualcosa colpirlo violentemente sulla testa. Ripetutamente!

< Argh! > si voltò: una SCOPA lo stava picchiando sulla zucca!

< Anche le manifestazioni di magia involontaria, adesso! > poi comprese: Opa voleva dire Scopa!

“No, questo no! Io non lo faccio!” Severus non avrebbe detto frasi idiote tipo: arriva la scopa volante! Apri la boccuccia!

< OPA! OPA! > Draco si stava irritando!

< Dannato moccioso! Hai vinto! Contento? >

< OPA! >

< Va bene….ecco la scopa! Vola! Vola! > indirizzò il cucchiaino alle labbra di Draco e questi “magicamente” ingurgitò la pappa.

Incupito Severus ripetette l’operazione e il bimbo mangiò tutto.

Posò il moccioso per terra e tentò di mangiare qualcosa, ma non ne ebbe il tempo. Draco era sgattaiolato via gattonando. Ad un tratto aveva deciso di alzarsi in piedi e tentare la sua grande impresa della giornata: fare qualche passo in posizione eretta. Il mago non si accorse delle intenzioni del piccolo. Ad un tratto sentì un tonfo e subito dopo l’urlo disperato dello gnomo!

Corse da lui. Il piccolo Draco aveva la fronte completamente arrossata e un livido blu stava per comparire rovinando quel bel faccino. Quando il pupo scorse l’uomo, tese le braccine verso di lui. Severus superò il momento di indecisione e prese in braccio quella scimmietta. Draco si rannicchiò contro il petto dell’uomo che viveva un momento di imbarazzo assoluto.

Il bimbo si addormentò e il mago lo ripose nella culla, felice per la pace ritrovata.

Il silenzio non durò molto. Ancora una volta Draco si esibì nella sua attività più riuscita: lo spaccatimpani!

Severus lo recuperò dal lettino.

E ora cosa aveva? Le tentò tutte, dai giochini agli incantesimi, ma non ottenne alcun effetto.

Vuoi vedere che….oddio! ODDIO!

“Devo restare calmo…” pensò il mago. Si avvicinò di nuovo al lettino. In bella vista, anche se prima non gli aveva notati, una pila di pannolini.

“Merlino!”

D’accordo. Lo avrebbe fatto. Non aveva scelta! Il mostriciattolo aveva deciso di dargli il tormento.

Problema numero uno: come si sgancia questa dannata salopette? Mai visto un vestitino più complicato. Ma che avevano le donne quando facevano compere per quei mocciosi?

Dopo aver rivoltato il povero Draco in tutte le direzioni riuscì a togliergli quel dannato vestitino.

Cominciò a togliere il pannolino sporco del pupo, temendo ciò che avrebbe trovato.

Tombola! Un bel regalino “profumato”!

Il volto del mago era tutto un programma. Draco pareva divertirsi a quella smorfia!

Problema numero due: come fare a pulire il sederino del mostro? Draco non stava fermo un momento: sempre più fuori di testa, Severus decise di agguantarlo, bloccarlo e procedere con quella sgradevole operazione. Più o meno poteva andare.

Problema numero tre: rivestirlo. Senza sapere come, il mago era riuscito a mettergli un pannolino pulito. Ora armeggiava con la salopette nella speranza di capire come aveva fatto a toglierla per poi rimetterla. Draco, però, era stufo di aspettare l’uomo, così decise di giocare un po’ con gli oggetti sparsi sul tavolo della cucina, dove l’uomo aveva deciso di procedere con l’operazione Pannolino.

Agguantò il borotalco e lo sparse ovunque, specie sul mago che aveva di fronte.

Severus lo fissò con sguardo omicida. Draco non se ne preoccupò e decise di continuare. Quella polvere bianca aveva un buon profumo e poi aveva il potere di far cambiare il colore del vestito del suo baby-sitter: da nero a bianco in qualche semplice passata!

Severus sospirò. I suoi nervi erano a pezzi. Erano ancora le cinque del pomeriggio. Si fece coraggio. “Altre tre ore. Solo tre ore…”

Spazzolò il vestitino e riuscì a rivestirlo alla bell’e meglio. Gli rimise le scarpine. Lo posò per terra e ripulì i propri abiti.

Rinunciò al suo libro. Ormai aveva un mal di testa assurdo e Draco non gli lasciava tregua. Fece di tutto: cercò di accecarlo con una forchetta che, chissà come, era rimasta sul tavolo della cucina, brandì un coltello come se fosse una spada, vomitò sui suoi pantaloni e tirò i suoi capelli neri con convinzione.

Alla fine della giornata erano entrambi stremati. Non facevano che sbadigliare. Erano sul divano, luogo di inizio dell’incubo.

< Sai > disse al un tratto il mago adulto al pupo < sono felice di insegnare a mocciosi più grandi di te. Almeno non dovrò cambiare loro il pannolino, esperienza che gradirei non ripetere più nella mia vita! >

 

Alle otto e mezza i Malfoy tornarono a casa. Narcissa guardò lo stato del salotto con espressione allarmata: sembrava che un branco di bufali avesse calpestato ogni cosa!

Il silenzio era sinistro. Lucius, comunque non si perse d’animo. Si diresse verso il divano. Si trattenne dal ridere per non svegliare suo figlio che dormiva beato tra le braccia del mago burbero, con la testa sulla sua spalla. L’abito di Severus era sgualcito in più punti e macchiato in più punti. Tutto sommato l’espressione che aveva sul volto, molto rilassato, era in netto contrasto con la sua reputazione!

 

 

Fine

 

 

Ciao gente! Come va? Qui tutto ok! Mentre vagavo per la rete ho trovato un’immagine bellissima e mi è venuta in mente una certa storiella…

Piaciuta? A me da pazzi! Dedicata a chi ama Severus e Draco, come me!

Commentate gente!

Baci

Lady Snape

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lady Snape