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Autore: Mel Winchester    12/05/2011    0 recensioni
“Avevo deciso di crearmi un futuro lontano da tutti i miei fallimenti.”
“Benvenuti a Shady Hill… questa era l’accoglienza della mia nuova cittadina, della mia nuova vita.”
Siate clementi, questa è stata una delle prime FF che ho scritto XD
Spero vi coinvolga, non è un capolavoro ma sarei felice di sapere cosa ne pensate! ^^
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4.


Aprì gli occhi, era ancora notte fonda, Seth , che dormiva profondamente , mi circondava con un braccio mentre io ero appoggiata sopra il suo torace ascoltando rilassata il battito del suo cuore.
Non potevo credere a quello che era successo, ma non ero pentita.

Mi liberai delicatamente dal suo abbraccio e  mi diressi in cucina per bere un po’ d’acqua…
Imprecai sottovoce sbattendo contro qualcosa sul pavimento che aveva la consistenza di un mattone.
Era un enorme libro di cuoio che portava inciso con lettere dorate Spencer… il cognome di Seth...
quel libro però aveva qualcosa di famigliare…
lo aprii e lessi strane scritte che sembravano essere latine o celtiche, e poi, finalmente, capii di cosa si trattava: quello era il libro degli incantesimi di Genevieve ed Eleonore!
Ma allora erano esistite realmente! Non era una leggenda! E perché Seth mi teneva nascosto tutto questo!?
Ma mentre stavo facendo mente locale, capendo che quello era il libro che popolava i miei sogni, sentì una presenza alle mie spalle…
ah, bene…hai scoperto il mio segreto direi…- esclamò serio Seth,ancora a petto nudo, in piedi di fronte a me con in volto un’espressione un po’ inquietante, e detto questo gli bastò una semplice occhiata per prendermi il libro dalle mani e scaraventarlo dall’altra parte della stanza.
Seth! Co…come hai f-fatto!? – chiesi spaventata- oh dai, non fare l’ingenua Elena! Non mi venire a dire che ti sei fatta condurre qui solo per amore!?
Ero spiazzata dalle sue dure affermazioni, come poteva credere che io fossi una persona così meschina!?
Ma cosa stai dicendo!? Io non so nemmeno di cosa tu stia parlando! E mi ferisce molto se tu pensi che sono venuta a letto con te per uno scopo ben preciso! – gli urlai in lacrime.
Ah… è così!? – disse lui inchiodandomi alla parete e tenendomi i polsi sopra la testa – mi…mi stai facendo male…Seth
Ero disperata perché mi stava accadendo tutto questo!? Cosa c’era sotto!? Ma lui non accennava a mollare la presa, e mentre mi teneva stretta tra lui e la parete i suoi occhi non lasciarono per un istante i miei fino a che, a un certo punto allentò la presa e mi lasciò cadere ai suoi piedi.
Allora è vero… - lo udii sussurrare – è vero! Tu non sai niente! – aveva un’espressione sconvolta, colpevole.
Mi aiutò a mettermi in piedi, e mentre ero ancora tremante mi fece sedere sul divano accanto a lui.
Per diversi minuti non riuscimmo a proferire una parola, fino a quando la sua calda voce ruppe il silenzio…
Mi… mi dispiace… - disse guardandomi tristemente, avevo i polsi indolenziti e arrossati dalla sua presa, un rossore che sicuramente sarebbe stato sostituito da lividi.
Lo guardai, era stato crudele… però non riuscivo a odiarlo - voglio una spiegazione! - questa fu l’unica frase che riuscì a pronunciare.

Seth mi spiegò che lui è il discendente di Genevieve Spencer, ma non un semplice pronipote o roba del genere, lui porta con se non solo il sangue della sua antenata ma anche i suoi poteri!
Però non  è stato sempre così, tutto iniziò quando aveva 20 anni…

Dopo un incidente automobilistico, dove perse la vita sua sorella minore, si risvegliò in una fredda stanza di ospedale con quell’enorme cicatrice in petto, ma anche con una strana sensazione di potere, come se una fiamma gli bruciasse all’interno.

Tempo dopo i suoi genitori si trasferirono per affari e anche perché si volevano allontanare da tutto quello che era accaduto, così lui, decidendo di non seguirli, rimase a Shady Hill e l’unica persona che lo aiutò a non soffocare nel suo dolore fu sua nonna,anch’essa diretta discendente di Genevieve.
La magia degli Spencer e dei Colins si tramandava ogni due generazioni, quindi da sua nonna, i poteri passarono a lui.
Sua nonna gli spiegò che anche a lei i poteri vennero alla luce all’età di 20 anni, dopo la morte del suo adorato marito, e gli spiegò che la discendenza poteva essere vista sia come un immenso dono prezioso sia come una sorta di maledizione, perché sorgeva a 20 anni dopo un forte dolore o trauma, questo perché Genevieve e Eleonore si erano spente a quell’età  per colpa di una morte violenta, e che quindi la magia si manifestava facendo rivivere quello che avevano provato le loro ave.

Bloccò per un attimo il suo racconto per osservarmi e poi riprese…

Mia nonna si prese cura di me e mi insegnò tutto quello che c’era da sapere sui miei poteri, mi spiegò che ognuno dei discendenti non prendeva tutti i poteri della sua antenata, ma solo alcuni che cambiavano da discendente a discendente.
Lui aveva il potere di spostare qualsiasi cosa con la semplice forza del pensiero e quello di leggere l’animo di una persona, la verità che risiede nel suo cuore, guardandola intensamente negli occhi.
Quando ti sei trasferita qui, ho sentito subito una strana attrazione verso di te, che sapevo non avrebbe portato niente di buono, tutto questo poi peggiorò quando venni a conoscenza del tuo cognome e del fatto che perdesti i tuoi genitori in un incidente ferroviario e che perciò all’età di 20 anni provasti un grande dolore. Chiesi consiglio a mia nonna, che mi disse di stare tranquillo, la situazione però non cambiò e di giorno in giorno non riuscivo a non pensarti e mi domandavo se possedessi anche tu i miei stessi doni.
Dalla curiosità, passai a uno stato di confusione, ricordando i racconti di mia nonna sul tradimento della famiglia Colins nei confronti degli Spencer, e pensai al peggio, pensai a te come un possibile pericolo, così decisi di frequentarti, capire chi sei e stasera, quando ti ho visto con il libro tra le mani ho perso la testa…- concluse guardandomi attentamente, aspettando una mia reazione.

Ma io non reagii.
Avevo ascoltato, collegando pian piano i tasselli dei miei ultimi 3 anni di vita, e soprattutto delle ultime settimane.
Gli strani incubi che agitavano le mie notti da quando mi ero trasferita, il forte dolore per la perdita dei miei genitori, il volere andare via dalla mia vecchia città e il volere scegliere Shady Hill perché in un certo senso, da quando ci ero venuta una volta in vacanza, mi aveva sempre attratta, quasi richiamata.
E infine l’incontro con Seth, tutte le sue attenzioni, le emozioni di quella sera, per poi scoprire che era tutta una grande bugia!

Non riuscì a parlare, lo guardavo quasi con disprezzo mentre calde lacrime mi rigavano il viso.
Seth fece per avvicinarsi, ma io mi alzai, di impeto, e mi allontanai da lui - sei un bastardo! - gridai a pieni polmoni e mi diressi verso la camera da letto, volevo prendere le mie cose e andare via da lì, da lui.
Elena…- sussurrò lui ostacolandomi la via, poi lentamente si avvicinò,avvolgendomi tra le sue braccia.
Cercai di divincolarmi e lui non oppose resistenza - capisco quanto possa farti schifo… - mi disse –  come puoi avermi tenuto nascosto tutto questo! Come!? e come hai potuto pensare che io potevo essere così subdola, anche dopo tutto quello che è successo stanotte!? - le lacrime non cessavano di scendere mentre la rabbia in me cresceva a dismisura.
Perdonami Elena… - esclamò semplicemente lui con lo sguardo cupo.
Ti ho dato il mio amore! Mentre a te non frega niente, tu… tu non tieni a me! – urlai contro il suo petto.
Come puoi dire questo? – mi disse tenendo il mio viso tra le sue mani e costringendomi a guardarlo negli occhi, e prepotentemente prese le mie labbra.
  
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