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Autore: Sacu    12/05/2011    2 recensioni
"Si tratta di una chiave per aprire un Portale per il luogo da cui vengo."
"Se i Drow avessero la chiave non esisterebbero un attimo ad inviare il loro esercito per tentare di conquistarlo."
“Se la tua amica dovesse fallire, presto il nord entrerebbe in guerra."
Ispirato a D&D.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La metà del giorno era passata da poco e lungo la Via della Costa era molto caldo. Il falco di Nyatar era scomparso, avevano già imboccato la deviazione per Candlekeep e sarebbero arrivati nel tardo pomeriggio ma Isilrill non era abituata a quella velocità: il cavallo faceva quello che poteva, ma il carretto era lento.
Avrei fatto prima a piedi!”
Se non ti va bene puoi scendere e spingere!” disse Rigel. “Oh, scordavo che le nobildonne non amano sporcarsi le mani!”
Smettila con questa storia! Il fatto che mio marito fosse un nobile non fa di me una nobildonna!”
Al contrario, sposandolo hai acquisito il titolo. Volente o nolente sei una Lady.” aggiunse Brendon divertito.
Ti ci metti anche te, adesso? Keid, almeno tu sei dalla mia parte?”
Spiacente, sei tu che te lo sei sposato.” Disse senza voltarsi, non aveva alcuna intenzione di prender parte in quel discorso; riteneva più importante guidare il carretto che ascoltare quelle chiacchiere.
Isilrill alternava lo sguardo tra Brendon, che le sedeva vicino, e Rigel che si era voltato per parlare.
Mi ha sposata contro la mia volontà, mi ha costretto! Come faccio a farvelo capire?” disse passandosi la mano tra i capelli.
Certo, certo. E gli Orchi regalavano dolcetti ai bambini.”
Non fu difficile capire che stavolta aveva esagerato; invece di arrabbiarsi come al solito, Isilrill mise il broncio come avrebbe fatto una bambina e dopo qualche istante chiese loro di fermare il carretto per riposarsi un po'.
Keid tolse l'imbracatura al cavallo per fargli brucare un po' d'erba mentre gli altri preparavano pane, formaggio e carne secca. Tutti percepivano la tensione dell'Elfa e il pasto fu rapido e silenzioso. Quando ebbero riordinato le loro cose, Isilrill ruppe il silenzio.
Ormai manca poco a Candlekeep, quindi possiamo fermarci ancora qualche minuto.”
Capirono che l'Elfa voleva confidare loro qualcosa di importante, così si sedettero tutti sul prato all'ombra di un grande albero. Lei accarezzava insistentemente Ziwa e aveva gli occhi lucidi, si capiva bene che era agitata.
Vi ho detto che vengo da un altro posto e che voglio tornarci. Quello che non vi ho spiegato bene è come sono finita qui.”
Passò lentamente lo sguardo su tutti loro, a uno a uno, quasi a voler penetrare nella loro mente e capire se poteva fidarsi di loro. Per quel poco che sapeva, erano leali.
Io non vengo da Abeir-Toril; non vengo neanche da uno di quelli che voi chiamate piani. Io sono nata su un altro mondo, chiamato Iriu, e adesso vi narrerò di come sono arrivata a Baldur's Gate.
Tutto ebbe inizio quando il nobile Narak, Arcimago di Sorcere, figlio della Somma Sacerdotessa Kilena, entrò in possesso di una Sfera Veggente: si tratta di una sfera di circa 30cm che è in grado di vedere cose molto lontane; so che ne esistevano altre, ora perdute, ma questa era in grado di andare oltre i piani e di volgere il suo sguardo fino al mio mondo.
Narak, all'insaputa di tutti, approfittava di ogni momento per scrutarla. Diventò come una droga e non poté più farne a meno; era ammaliato da essa e il suo desiderio di sapere gli impediva di separarsene. Mentre la sua mente marciva imprigionata dal pensiero di quelle visioni, l'occhio della sfera gli mostrò per caso una mia visione. Ne rimase folgorato fino a diventare un'ossessione per lui e mi osservò per lungo tempo.
Voleva in tutti i modi trovare un modo per portarmi in questo mondo, così cominciò le sue ricerche e scoprì la storia dei bracciali e del Portale. Preso dalla follia, sottrasse di nascosto il bracciale che era in possesso di sua madre e aiutato dai servi arrivò nel mio mondo. Lì, tramite l'aiuto di una divinità che mi odiava, riuscì a mandarmi in fin di vita e a rapirmi.
Passai un anno senza mai vedere la luce del sole, a Menzoberranzan. Mi davano la quantità di cibo e acqua solo sufficienti a non morire, non volevano che recuperassi le forze. Riuscivo a mala pena a fare pochi passi da sola, non potevo scappare in alcun modo.
Narak mi insegnò a parlare il Sottocomune e si divertì a usarmi come schiava.”
Isilrill si alzò in piedi e rimanendo di spalle si alzò la casacca, mostrando un tatuaggio sulla schiena: un occhio la cui iride era formato da un ragno. Il simbolo della casata Drow.
Poi si rimise seduta e riprese.
Ma non era ancora soddisfatto, oltre ad avere il mio corpo voleva sottomettere anche la mia mente; era convinto di riuscire a farmi il lavaggio del cervello trasformandomi in una marionetta. Fu allora che ebbe l'idea di sposarmi per creare un legame indissolubile.
Per le nozze nozze ordinò a Thorgar, un abile fabbro, di forgiarmi questa spada, replica di quella che avevo nel mio mondo: pensava che questo regalo sarebbe bastato a comprarmi. Ovviamente si sbagliava.
C'era però un problema che lui non aveva considerato: sua madre si accorse della scomparsa del bracciale e riuscì a scoprire l'identità del ladro: suo figlio! Fu così che si rivolse a Zagal, il fratello gemello di Narak. Anche lui era un mago potente al pari del fratello, ma gli era stato negato il titolo di Arcimago solo perché nato qualche istante dopo Narak; l'aveva odiato per questo e odiava sua madre per averlo favorito al suo posto.
Decise di sfruttare la situazione. Era sposato con Nil'Chaka, che nonostante la giovane età era una delle otto matrone che governavano Menzoberranzan; questa aspirava a diventare Somma Sacerdotessa e aiutò il marito nell'architettare un piano per eliminare la suocera e il cognato. E' troppo lungo raccontare i dettagli, vi dico solo che fu un brutto momento e io mi salvai per miracolo; in quell'occasione Narak e Kilena morirono e il bracciale di Ibrandul fu distrutto.
Scappai senza avere una direzione seguendo il fiume Rauvlin, poi entrai nella Foresta Alta e mi spinsi fino a giungere da un gruppo di Ninfe. Fui fortunata trovare la loro Radura e rimasi presso di loro quasi un anno.
Fu lì che incontrai Ketojan, che decise di prendermi con sé e di adottarmi. Inizialmente non volevo andare con lui, non avevo mai visto un Satiro e ne ero spaventata, ma lui riesce sempre a trovare i punti deboli delle persone e mi promise che mi avrebbe insegnato ad usare l'arco e qualche incantesimo. Aveva capito che dovevo cambiare vita e soprattutto cambiare identità per non essere rintracciata dai Drow. Così riuscì a convincermi a seguirlo.
E' stato come un padre per me, mi ha insegnato tantissimo e mi ha aiutato ad integrarmi in questo mondo, facendo sì che imparassi ad essere una druida.”


Fu un grosso sacrificio per Isilrill rievocare il passato; l'aveva fatto solo due volte: con le Ninfe e con Ketojan. Sì, Roger e Watanabe sapevano, ma era stato il Satiro ad informarli e nessun altro ne era a conoscenza.
Quelle parole le erano uscite tutte d'un getto, liberatorie. Aveva seppellito quella storia in uno degli angoli più profondi del suo cuore, ma allo stesso tempo era come tenuta prigioniera da quel ricordo che non le permetteva di andare avanti. Finalmente si era sollevata da un peso. Uno dei tanti almeno.


Facci capire: tu hai centotrentasei anni, giusto? Sono più di novant'anni che sei a Baldur's Gate e sembra che tu sia felice qui, perché vuoi andartene?”
Isilrill si aspettava comprensione da Rigel, invece quelle parole suonavano quasi come un'accusa. Le facevano ripensare a Ketojan e al fatto che non l'avrebbe più rivisto.
Io voglio soltanto tornare a casa e andare da mia madre!”
Aveva detto quelle parole tutte d'un fiato senza pensarci, adirata, e i sentimenti espressi erano fin troppo chiari per Ziwa: la lupa percepiva ogni sua più piccola reazione e quella frase non le era piaciuta. Si sottrasse alle carezze della padrona e si alzò ringhiandole conto. Isilrill tentò di avvicinare la mano, ma la lupa era ancora aggressiva.
Che le prende?” chiese Brendon.
Non c'è molto da mangiarci, ma se non sai gestire il tuo animale ci penso io a cucinarlo.” disse Keid mettendo mano all'ascia.
Fermo! Ha solo paura di essere abbandonata. A volte mi scordo che lei capisce quello che provo. Vedete, non la potrò portare con me e lei lo sente.”
poi sussurrò lentamente qualcosa con la mano alzata in direzione dell'animale. Ziwa si calmò, ma ancora non si faceva avvicinare.
Pensandoci bene capitava che i druidi dovessero lasciare i loro animali, forse per un viaggio in luoghi pochi adatti e con clima sfavorevole. Non era impensabile che lo sostituissero con un altro, più adatto e magari più robusto. Ma da quel poco che avevano visto Isilrill aveva un attaccamento quasi morboso per la lupa, sentimento evidentemente reciproco.

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Isilrill ne restò incantata! Candlekeep sorgeva su una rupe di origine vulcanica, le mura erano forti e le torri alte e robuste: una signora fortezza! Aveva un colore rossastro dato dalla luce del sole che ormai tramontava dietro il mare e dalle finestre delle torri già si vedevano i primi accenni di torce e candele. Semplicemente magica!
Sono in paradiso!”
No ma se vuoi ti ci mando!”
Andiamo Rigel, sono anni che cerco un posto del genere, non sciuparmi questo momento! Ehi mago, sei sicuro che ci siano tanti libri nella Biblioteca?”
CHIAMAMI BRENDON! O al massimo incantatore, ma non MAGO! Quante volte devo dirtelo?”
Scusa, me ne scordo.” disse noncurante. “Insomma, dimmi ci sono davvero?”
Sospirò. “D'accordo, te lo ripeto per l'ennesima volta: questa è la più grande che esista! Contiene libri di ogni tipo e dall'inestimabile valore. E' protetta giorno e notte da guardie e monaci, come se non bastasse ci sono molti incantesimi che impediscono ai libri di bruciare o ammuffire.”
Isilrill aveva mille domande, ma ormai erano arrivati nei pressi della Porta e si fecero avanti delle guardie con il simbolo della città sulla tunica: un castello con le fiamme di alcune candele che bruciano in cima alle torri. Brendon sfruttò gli ultimi momenti per ordinare a Rigel di tenere la bocca chiusa.
Sir Risewind è un piacere rivedervi. Venite per consultare nuovamente la biblioteca?”
Sì. Siamo di passaggio e abbiamo pensato di fermarci qui per un paio di giorni a riposarci un po'.”
E i vostri compagni sono..?”
Lord Rigel Deneb di Neverwinter, porta con sé due spade; la druida Isilrill, figlia del Capo Druido di Baldur's Gate, con la sua lupa Ziwa; e questo è Keid, ultimo discendente della tribù del Teschio d'Orso.”
Un barbaro dite? Non so se...” disse la guardia imbarazzata.
Non preoccupatevi, mi assumo io ogni responsabilità.” Assicurò Brendon.
Molto bene. In questo caso non ci sono problemi!” Aggiunse l'Uomo visibilmente più contento e gli porse dei documenti firmati. “Direi che avete fatto appena in tempo, stiamo per chiudere le Porte. Passate delle lunghe e proficue giornate!” e li lasciò entrare. Dalle loro spalle arrivò il rumore del cancello che scendeva.

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Brendon era già stato in città e li condusse in una locanda vicino la Biblioteca; non era molto grande, ma l'oste era un Halfling molto simpatico e il cibo non era male. Presero una stanza, piccola anch'essa, ma era perfetta per passare la notte; in più poterono portare Ziwa con loro.
Di solito quando entrava in una città Isilrill lasciava la sua compagna fuori, dove era libera di muoversi e di cacciare come più le aggradava, ma dopo la faccenda di poche ore prima preferiva tenersela vicino. Si sentiva triste al pensiero che quelli erano gli ultimi momenti con lei e che presto l'avrebbe abbandonata.
Ricordava bene quando quattro anni prima aveva chiamato Misao per farla assistere alla nascita dei cuccioli di Ziwa VI e di come insieme avessero scelto una cucciola simile alla madre e l'avessero chiamata Ziwa VII. Ricordava che la samurai le aveva chiesto perché dava lo stesso nome a tutte le sue lupe e lei aveva risposto che lo faceva in onore di una sua vecchia amica: lo faceva per non dimenticarla.
Ricordava come avesse aiutato la madre ad addestrare la cucciola fino al suo secondo anno di vita e la loro prima missione insieme: Ziwa aveva preso con coraggio un colpo destinato alla padrona e aveva rischiato di morire. Con un incantesimo riuscì a farla ritornare cosciente, ma dovette portarla di corsa da un chierico per curarla. Giurò che se in quell'occasione non fosse morta l'avrebbe protetta a costo della propria vita.
E adesso voleva abbandonarla. Ziwa non l'avrebbe accettato, si sarebbe sentita tradita. E se si fosse rivolta contro di lei e avesse dovuto lottarci contro? No, sapeva cosa sarebbe successo: lei non avrebbe reagito e Ziwa l'avrebbe costretta a ritornare da Ketojan, avesse dovuto trascinarla per i vestiti! Era determinata almeno quanto la padrona, due teste dure!
La lupa era l'unica che avrebbe potuto far cambiare idea a Isilrill e lei pensava a come risolvere il problema mentre le carezzava la schiena. Tutte le sere Ziwa si abbandonava a quel trattamento, come se fosse un mistico rituale tra lei e la sua padrona. Quell'azione aveva il potere di calmare l'Elfa, perché scordava per un po' tutti i problemi e si concentrava solo sulla lupa; ma quella sera il problema era proprio la lupa e Isilrill non ebbe l'effetto calmante desiderato. Cominciava ad avere i primi dubbi.

   
 
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