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Autore: Jacqueline Crayle    13/05/2011    8 recensioni
- In carrozza! –
Si udì un fischio acuto, poi finalmente il treno partì.
Jacqueline ritrasse la testa dal finestrino e si mise a sedere.
Si concentrò sul ragazzo dai capelli rossi seduto davanti a lei.
Era successo tutto troppo in fretta.
Dopo i tragici eventi che avevano seguito la battaglia, lei e Fred avevano preparato in fretta le valigie ed erano saliti sul primo treno per Londra.
‘Sono in fuga, eppure sento ancora il desiderio di scappare’
Troppi pensieri iniziarono a sopraffarla.
Battaglia, Silente, Piton, bambino.
‘Un bambino..’
Aveva iniziato a sospettarlo un paio di settimane addietro, non aveva avuto nemmeno il tempo di dirlo a Piton.
‘Incinta di un assassino..’ concluse con un sospiro stringendosi la pancia tra le braccia.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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4 MESI:   E adesso?


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Arrivarono i primi, caldi giorni di giugno, e con essi Jacqueline trovò conferma ai suoi sospetti.
La riprova arrivò da Ginny, un pomeriggio di sole.
- Voldemort sta organizzando qualcosa -  le confidò prendendola da parte e accompagnandola con sé a fare una passeggiata sulle sponde del Lago Nero.
- Gli uomini che si aggirano per il castello sono di sicuro Mangiamorte, ho sentito la McGranitt che ne parlava con Lumacorno.. dobbiamo assolutamente riunire l’ES e confrontarci sul da farsi - 
- Tu ci stai? -  le chiese piano, voltandosi una volta in più per assicurarsi di non essere sentita.
Jacqueline annuì inquieta, pensando in cuor suo al peggio.
Era sempre più convinta del coinvolgimento di Piton in qualcosa di poco rassicurante, ma aveva deciso di non chiedergli spiegazioni conscia che, comunque, non avrebbe ottenuto risposte certe.
 
Quella sera stessa, dopo le lezioni, aveva appena finito di allattare Tobias, quando venne raggiunta nella Stanza delle Necessità dai pochi membri dell’ES rimasti in gioco.
Il primo ad entrare fu Neville, seguito a ruota da, Dean, Steeval, Padma e Calì.
Quando anche Ginny fu arrivata, si riunirono in cerchio, seduti sul tappeto, e lei prese la parola.
- Innanzitutto, ringraziamo Jacqueline per il disturbo -  esordì indicando l’amica,  - Abbiamo tutti notato la recente frequentazione del castello da parte di tipi poco raccomandabili.. -  un mormorio di assenso si levò dal gruppetto,  - Stabilito che possono essere solo Mangiamorte, direi che è il caso di cominciare a preoccuparci - 
- Cominciare? -  la interruppe sarcastico Neville,  - Tu e Jacqueline per fortuna non seguite più Arti Oscure.. Carrow non ha desistito e ci sta ancora facendo sperimentare le maledizioni senza perdono tra di noi -  esclamò esibendo una cicatrice sul braccio.
- Neville, qui si parla di ben più di una cicatrice. Dobbiamo preparare un piano di fuga preventivo, nel caso in cui questi simpatici nuovi arrivati cominciassero a diventare un po’ troppi -  ribatté pragmatica Ginny.
- Fuga?! Con i Carrow e Piton nel castello sarà facile! -  esclamò Dean.
- Io ho la soluzione -  intervenne Jacqueline, maledicendosi per non averci pensato prima.
- Quel quadro -  continuò indicando il ritratto della giovane donna vestita di bianco di fianco alla specchiera,  - E’ un passaggio segreto, porta direttamente alla Testa di Porco a Hogsmeade - 
- Mi sembra perfetto -  commentò Ginny, e i presenti assentirono con la testa.
- Io ripristinerei l’uso dei Galeoni.. avevano funzionato bene no? -  propose Padma,  - In caso di emergenza potremmo chiamarci e organizzarci -  aggiunse Calì.
Tutti furono d’accordo, le monete furono ridistribuite e la riunione si sciolse.
**
 
Era una sera particolarmente calda, e Jacqueline aveva appena finito di fare il bagnetto a Toby quando il suo galeone fremette sulla scrivania esibendo il messaggio di ‘riunione urgente’.
Senza perdere tempo, iniziò a riordinare la Stanza per far posto ai compagni che, di lì a poco, fecero irruzione quasi tutti ancora in pigiama.
Senza perdere tempo, Ginny prese la parola.
- Scusate se vi ho convocati a quest’ora, ma ho avuto una soffiata da mio fratello George.. -  tutti i presenti si fecero attenti.  - A momenti da questo ritratto usciranno i vecchi compagni, Harry Ron e Hermione! -  continuò, indicando il quadro alle sue spalle.
I presenti avevano appena fatto a tempo a girarsi e a guardare il ritratto, quando questi si spostò da un lato e i tre avventurieri comparvero in carne ed ossa, seguiti da Luna.
Non ebbero il tempo di dire una parola: tutti i presenti vi si fiondarono incontro, facendo a gara ad abbracciarli, nell’eccitazione generale.
Jacqueline abbracciò Hermione, che le corse incontro per vedere il piccolo Toby, mentre Neville e Dean chiedevano preoccupati notizie a Luna.
Poi Harry prese la parola e calò il silenzio.
- Siamo tutti e tre molto contenti di vedervi, perché ci siete mancati e perché abbiamo soprattutto bisogno del vostro aiuto.  Sappiamo che questa notte i Mangiamorte hanno progettato di prendere di assedio il castello, e Voldemort parteciperà -  un coro di mormorii agitati si sollevò tra i presenti, che commentavano tra di loro la notizia, spaventati.
- Ma prima io Ron e Hermione dobbiamo cercare un oggetto -  continuò Harry,  - Cercate di avvisare la McGranitt del pericolo, in modo tale che gli insegnanti provvedano a mettere tutti in salvo, e poi ho bisogno di sapere se qualcuno di voi conosce.. -
Ma Jacqueline aveva smesso di ascoltarlo, la testa aveva iniziato a girarle e il cuore a battere accelerato.
La sua mente era occupata unicamente dal pensiero di suo figlio.. e di Piton.
‘Mettere in salvo l’uno e trovare l’altro’  si disse.
Senza rifletterci due volte, afferrò la Mappa del Malandrino dalla scrivania e si diresse a grandi passi verso l’uscita della stanza, senza guardarsi indietro.
- Jacqueline dove vai? -  la rincorse allarmata Ginny.
- Torno entro mezz’ora massimo, curami Toby -  le urlò di rimando la ragazza, precipitandosi fuori.
 
Corse verso lo studio di Piton assicurandosi sulla Mappa di non incrociare nessuno, e non appena l’ebbe raggiunto si scaraventò dentro, senza preoccuparsi nemmeno di bussare.
Piton era seduto alla scrivania.
- Cosa ci fai qui? -  le chiese spaventato vedendola entrare.
- E’ vero? E’ vero che stanno arrivando?? -  esordì lei spaventata, aggrappandosi alla sedia.
- Come lo sai? -  le chiese lui passandosi la mano sulla fronte con aria affaticata.
- Lascia perdere come lo so, dimmi quello che sai tu -  ribatté decisa Jacqueline.
- E’ vero -  rispose Piton guardandola grave. La ragazza si lasciò andare sulla sedia, sconfitta.
- Io devo andarmene con i Carrow, devo raggiungerlo -  continuò Piton come se stesse parlando della questione più normale di tutte.
- Voldemort? -  chiese Jacqueline, non altrettanto calma.
- Sì. E poi lui verrà qui -
La ragazza era spiazzata. Piton si alzò dalla sedia e le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla.
- Devi andartene. Devi lasciare il castello perché io non posso più proteggerlo -  le disse.
- Uscire ora sarebbe troppo rischioso -  ribatté Jacqueline con lo sguardo perso nel vuoto.
- L’Ordine dovrebbe accorrere a minuti, trova qualcuno di fidato che resti nella Stanza con te -
- Credo che Tonks possa -  rispose lei.
- Perfetto -  ritornò dall’altra parte della scrivania, estraendo la sua bacchetta dal cassetto.
- Avevi detto che non l’avresti rifatto.. -  mormorò Jacqueline affranta.
Piton le si avvicinò di nuovo e la strinse forte a sé, premendo la sua testa contro il proprio petto.
Poi la baciò.. Un bacio intenso e disperato.
- Questa sarà l’ultima prova da superare, te lo prometto.. Ti amo Jacqueline -
- Dimmi che sei innocente.. -  lo supplicò di nuovo lei, ormai in lacrime.
- Non posso -  le rispose addolorato, asciugandole gli occhi con la mano.
Si staccò dall’abbraccio, e uscì dalla stanza.
Jacqueline rimase sola, e pianse. Pianse tutte le lacrime che aveva ancora a disposizione, consapevole che prima di poter rivedere l’uomo che amava avrebbero dovuto entrambi superare una guerra, e che per il momento lui l’aveva di nuovo abbandonata.
Il pensiero di Toby la riscosse e, munita della Mappa, uscì dallo Studio per ritornare verso la Stanza delle Necessità.
 
Al suo ingresso, trovò la Stanza molto più affollata di quanto non fosse quando l’aveva lasciata: l’Ordine al completo era radunato, compresi Fred e George che corsero ad abbracciarla.
Jacqueline cercò subito Tonks e la trovò al fianco di Lupin, con un gran pancione (la ragazza fece un breve calcolo mentale e realizzò che era già al settimo mese).
Ma non ci fu abbastanza tempo per i saluti o per le spiegazioni: uno a uno, i membri dell’ES e dell’Ordine si mettevano in fila ed uscivano dalla Stanza alla volta dell’imminente battaglia.
- Voi tre dovrete rimanere qui - disse Lupin a Jacqueline, Ginny e Tonks.
- Ginny, mi spiace -  aggiunse prevedendo la protesta della ragazza,  - Ho detto ai tuoi genitori che avrei controllato che tu rimanessi qui, sei ancora troppo giovane -  concluse e uscì.
L’ansia era palpabile.
Jacqueline e Tonks si aggiornarono brevemente sulla salute dei reciproci bambini.
- Piton è nel castello? Vi siete più parlati poi? -  sussurrò poi Tonks all’amica.
Jacqueline non le aveva più detto nulla della loro riconciliazione, e di sicuro quello non era il momento adatto.
- Sì ma è complicato, te lo spiegherò poi -  le rispose evasiva.
Un rombo simile a quello del tuono fece tremare le pareti della stanza, interrompendo i loro discorsi.
Qualcosa di massiccio era appena caduto con un pesante tonfo. Poi si udirono le prime, strazianti, urla.
- Sono entrati -  Ginny non riusciva a stare ferma al suo posto, presa com’era dall’agitazione,  - Io vado. Non mi allontano, guardo solo cosa succede -  concluse determinata.
- Prendi la Mappa e stai attenta -  le disse Jacqueline, consegnandole la Mappa del Malandrino, e Ginny uscì, lasciando le due amiche nell’ansia più attanagliante.
 
Rientrò dopo quasi un’ora, con gli occhi pieni di lacrime.
- Ginny! -  urlarono all’unisono Jacqueline e Tonks, correndole incontro più spaventate che mai, temendo il peggio.. la ragazza non aveva mai visto Ginny piangere.
- Mi sono tenuta lontana dal centro dello scontro, ma ho incontrato Vitious che mi ha informata...
Fred… non ce l’ha fatta -  singhiozzò nascondendo il viso tra le mani,  - E-e Lupin è ferito, nascosto al sesto piano con Madama Chips -
L’urlo di Tonks riempì la stanza, facendo singhiozzare ancora di più Ginny e stordendo Jacqueline, rimasta impietrita al suo posto dopo la notizia.
‘Fred..’  pensava, mentre nella sua mente compariva l’immagine straziante del suo corpo spezzato dall’anatema che uccide, riverso al suolo.
Aveva le gambe paralizzate e non riusciva a muovere un muscolo.
Cercava di trattenere il dolore di Tonks, che fremeva per andare in cerca del marito, ma era rigida, come un automa, mentre Ginny non riusciva a smettere di piangere il fratello, ripetendo continuamente ‘Fred.. Fred.. e Harry scomparso.. scomparso’.
Fu in quel momento che sentirono la voce, fredda e terribilmente vicina.
- Avete combattuto coraggiosamente, ma siete stanchi. Vi concedo un’ora di tregua.
Se entro quest’ora Harry Potter si sarà consegnato a me sarete salvi. Altrimenti non avrò pietà’ -
Ginny singhiozzò ancora più forte, stretta a Tonks, e Jacqueline si avvicinò piano alla culla prendendo Toby tra le sue braccia per farlo smettere di piangere.
In quel momento entrò George, le lacrime agli occhi.
- Avete sentito? Ho appena incrociato Ron e Hermione che tornavano dalla foresta -  disse loro sedendosi esausto sulla poltrona e pulendosi il viso impolverato.
- Che ci facevano nella foresta? -  chiese Ginny riemergendo dall’abbraccio di Tonks.
- Non so, la direzione era quella della Stamberga -  rispose George,  - Ma mi hanno detto che di sicuro Harry non si consegnerà, quindi tra un’ora il castello sarà un inferno. Dovete andarvene, subito. Hogsmeade al momento è l’opzione migliore, usate il passaggio’
- Si è visto Piton? -  domandò Jacqueline senza smettere di cullare il bambino, con la voce incrinata dal panico.
- No, Kingsley crede che si nasconda con il Signore Oscuro nella Stamberga Strillante - 
- E Remus? -  chiese Tonks sempre più agitata,  - Come sta Remus? - 
- Madama Chips lo sta ancora curando, e mi ha detto di farti sapere che non devi cercarlo per nessun motivo - rispose, poi si passò un’ultima volta la mano sul viso ed uscì.
- Che facciamo? Io voglio andare a combattere -  disse Ginny, che aveva smesso di piangere.
- Sei libera di farlo, ma io e Tonks dobbiamo andarcene, per i nostri figli -  le rispose Jacqueline.
- Sì.. Il proprietario della taverna è un vecchio amico dell’Ordine, ci terrà al sicuro -  aggiunse Tonks, respirando a fondo e cercando di calmarsi.
Ginny uscì, mentre Tonks e Jacqueline si avvicinarono al quadro.
Appena la ragazza dipinta le vide, fece loro un sorriso e il quadro si scostò, permettendo alle due ragazze di infilar visi e di percorrerlo.
 
Dopo qualche minuto passato a camminare a testa china nel buio più completo, finalmente arrivarono dall’altra parte, sbucando direttamente dietro al bancone del fatiscente locale.
- Ben arrivate. Non siete le prime persone a farmi visita stasera -  l’uomo che le accolse sembrava rude e di poche parole, con una barba folta e lunghi capelli grigi.
Senza fare domande sullo svolgimento della battaglia, le accompagnò in una stanza nascosta simile a un ripostiglio, collegata tramite un passaggio al retro del locale, e li le lasciò.
- Tonks puoi tenermi Tobias? Devo uscire -  disse Jacqueline quando non udì più i passi dell’uomo.
- Dove vai? -  le chiese lei preoccupata.
- Devo cercare Piton. Ora non posso spiegarti, fidati di me -
 
Fuori dal locale l’aria era fredda, ma Jacqueline era come immersa in una bolla e non la sentì.
Camminò in direzione della Stamberga, passando per il bosco, finché a un certo puto fu costretta a fermarsi, sentendo delle voci. Si mise in ascolto.
Sembrava quella di Harry.
Ora invece era una donna che parlava.
Si accucciò per terra, stando attenta a non fare rumore, ma sotto di lei qualcosa di duro le premette contro il ventre. Lo raccolse e lo rigirò tra le proprie mani.
‘Un sassolino’  pensò, osservandolo alla luce della luna.
Lo mise in tasca e si rialzò, procedendo con più attenzione in direzione opposta alle voci finché, finalmente, arrivò alla Stamberga ed entrò.
Nascosta dietro un pannello di legno, sbirciò nella grande stanza.
Il cuore le batteva a mille nel petto, ma si fece coraggio, per Piton.
Osservò ogni centimetro del locale finché fu sicura che Voldemort non c’era poi, abbassando lo sguardo, vide una sagoma scura giacere sul pavimento.
In un istante, il panico l’assalì.
Senza pensarci due volte, entrò sbattendo la porta di legno e si accasciò per terra.
Sotto le sue ginocchia, un lago di sangue.. e il corpo senza vita di Piton.
Senza neanche avere il tempo di desiderarlo, le lacrime iniziarono a scendere copiose sulle sue guance e i singhiozzi scossero violentemente il suo gracile corpo.
Presa dal panico iniziò a svuotare le tasche, buttò per terra tutto ciò che ci trovò dentro, cercando la bacchetta, e la tirò fuori.
- Innerva.. Vulnera Sanentur.. Reinnerva.. Emendo.. -  iniziò a mormorare con voce tremante, rimboccandosi le maniche e facendo appello a tutte le sue conoscenze magiche.
Ma non c’era più niente che la magia potesse fare ormai.
Pianse, senza curarsi delle lacrime che cadevano e si mischiavano al sangue dell’amato, e piangendo espresse forte il desiderio di poterlo rivedere un’ultima volta.
La pietra che aveva raccolto nel bosco e tirato fuori dalle tasche, improvvisamene iniziò a muoversi sul pavimento di legno, scaturendo un pallido bagliore blu.
Poi, in un lampo di luce, comparve.
Lui.
Non un fantasma ma il suo corpo e la sua anima, solo più pallidi, richiamati dall’eternità.
- Se-Severus -  mormorò Jacqueline asciugandosi le lacrime con la mano.
Lui le sorrise e la abbracciò.
Il suo corpo era così solido e reale.
Jacqueline lo strinse a sé più che poté, affondando con forza le dita nella sua schiena.
- Sei innocente? -  chiese una volta in più, disperata e sopraffatta dal dolore.
- Sì -
Le lacrime ricominciarono a scendere copiose sul viso di lei.
- Perché non me l’hai detto prima? -  gli chiese singhiozzando.
- Non potevo. Se per disgrazia i Mangiamorte ti avessero presa e avessero scoperto che facevo il doppio gioco per Silente la tua vita sarebbe stata in pericolo.. Ma ora Voldemort mi ha ucciso. Non c’è più pericolo che scopra niente -  concluse amaramente.
- Mi hai fatto dubitare di te -  lo rimproverò.
- No, sei stata la sola a riuscire a fidarti di me nonostante tutto -
- Perché ti amo -  disse lei singhiozzando ancora di più.
- Anche io. E di questo non dovrai mai dubitare. Mai.
Ti amo Jacqueline, più di quanto potrò mai amare me stesso, e amo il nostro bambino.  Questi due anni con te sono stata la ricompensa mai sperata.. un raggio di sole in una vita di solitudine -
- Non sei solo.. -  lo interruppe lei.
- Ora no. E non lo sei tu.. Sarò sempre con te -  la rassicurò, stringendola forte a sé.
Si baciarono. Un bacio lungo e disperato. Intenso, ma freddo.
- Salutami Tobias. Fai in modo che sappia quanto avrei voluto amarlo -  disse Piton prendendo dolcemente il suo viso tra le mani.
- Aspetta -  esclamò Jacqueline liberandosi dalla sua presa,  - Vieni con me -
Lo prese per mano e, silenziosamente, attraversarono insieme la foresta uno al fianco dell’altro.
 
Arrivati alla taverna, Jacqueline entrò, lasciano Piton all’esterno. Passò davanti a Tonks che dormiva esausta, prese in braccio Toby e uscì.
Lo mise delicatamente in braccio a Piton e rimase a guardarli.
Il padre cullava il bambino con dolcezza e lo guardava come la cosa più bella del mondo.
Poi si rivolse a lei con gli occhi lucidi  - Weasley ti aiuterà a prenderti cura di lui -  disse amaramente.
- Fred è morto -  ribatté Jacqueline.
- .. Lupin ti aiuterà -  insistette Piton.
- E’ ferito, non sappiamo se si rimetterà -
Con il braccio libero, Piton cinse la vita di Jacqueline e lei appoggiò la testa sul suo petto.
- Mi dispiace. Ma io potrò solo guardarvi e sperare che il mio pensiero vi raggiunga -
Per la seconda volta dall’inizio della loro storia, anche gli occhi di Piton piangevano.
- Ora devo andare -  disse dopo qualche minuto restituendo il bambino alla madre.
- Dammi un bacio -  gli disse lei con gli occhi pieni di lacrime.
E mentre le loro labbra si toccavano per l’ultima volta, la ragazza sentì la materia dissolversi.. e sparire.
Piangendo rientrò alla locanda, dove trovò Tonks sveglia in compagnia della McGranitt.
- La battaglia è finita, venite con me -  disse loro facendo cenno di seguirla.
 
Non si diressero al passaggio segreto, bensì uscirono dalla locanda, incamminandosi per l’umido sentiero che collegava il villaggio al castello.
Varcata la soglia, passarono per l’ingresso, davanti alla Sala Grande dalla quale provenivano voci festanti, e poi per le scale, fino al secondo piano, nello studio della McGranitt.
Al loro ingresso la sala era già affollata.. allo stesso modo dell’anno precedente.
Davanti al caminetto acceso stavano i membri dell’Ordine, in rispettoso e luttuoso silenzio.
- Remus dov’è? -  chiese agitata Tonks, rivolta a Kingsley.
- Sta bene, Dora, è con Madama Chips -  la rassicurò l’uomo con un sorriso.
- Ma cos’è successo? Voldemort? -  continuò a chiedere Tonks, sollevata ma ansiosa.
- Sedetevi - . La McGranitt raccontò loro dello svolgimento dell’ultima parte della battaglia e del duello vittorioso di Harry contro Voldemort.
Ma Jacqueline non aveva voglia di esultare, - Quanti morti ci sono statati complessivamente? -  chiese.
Kingsley fece l’elenco  - …e Piton. Il suo corpo è ancora nella Stamberga Strillante -  concluse.
- Piton era innocente, faceva il doppiogioco per Silente -  spiegò la McGranitt affranta.
- Lo so -  rispose secca Jacqueline, incassando quelle parole come un pugno nello stomaco.
- Lo sai? -  chiese la professoressa, sorpresa.
- Sono stata con lui.. nella Stamberga. Non potevo non salutarlo per l’ultima volta -
- Sapevi che era innocente? -  chiese sempre più esterrefatta la McGranitt.
- Dopo la nascita del nostro bambino venne da me e mi chiese di fidarmi di lui. E io l’ho fatto. Voleva sposarmi a guerra finita. Siamo stati insieme per tre mesi, nella Stanza delle Necessità.. fino a questa sera -  spiegò con gli occhi che bruciavano nello sforzo di trattenere le lacrime.
- Jacqueline mi dispiace tanto.. -  Ginny piangeva, in piedi davanti a lei.
 
Ma Jacqueline non ha più la forza di parlare.
Silenziosamente, esce dalla stanza.
E adesso?
Come potrebbe esserci un lieto fine?
Perché fosse possibile, Piton dovrebbe essere vivo.
O Jacqueline e Toby dovrebbero essere morti.
E allora ecco Jacqueline che si incammina piano per la Foresta, una seconda volta.
Cammina in trans, con il bimbo tra le braccia.
Sale i gradini della Stamberga ed entra nella stanza.
Compre gli occhi a Toby e si accuccia al fianco del corpo dell’amato, la testa appoggiata sul suo petto ormai freddo.
Ma ecco.
Di nuovo la luce blu torna a illuminare la stanza.
E’ una voce profonda.
- Jacqueline -
 
Someday we'll all be gone                    [Un giorno ci separeremo]
But lullabyes go on and on...                [Ma le ninnananne continueranno ancora]
They never die                                   [Esse non muoiono mai]
That's how you And I Will be                [Proprio come me e te]

 
 
 
Ecco.
Odiatemi pure, ma io amo i finali aperti.
E questo, modestamente, è un finale aperto in piena regola!
Non potevo cambiare un evento della saga tanto importante, ma adesso c’è la possibilità di superarlo con l’immaginazione.
Piton è tornato indietro, resterà con Jacqueline e con il figlio come aveva promesso?
Accetterà di essere richiamato dall’eternità dal loro amore e di non lasciarli più?
Per fare una citazione: ‘ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta’.
(‘La Storia Infinita’ Michael Ende)
 
Spero vi sia piaciuta,
(Vi avevo avvisato che era drammatica!)
Anche perché dopotutto non è un finale del tutto negativo no? : )
Grazie a tutti quelli che mi hanno pazientemente sopportato fino a qui, in particolare alle più che affezionate Iurin, BiancaLupin e AmeliaWitch, e a BabyDany e Frenci.
Au revoir :)
  
ps. La canzone di conclusione è sempre ‘Lullabye’, quella inserita anche nella prima parte della storia e nel capitolo 11 (anche se non l’ho ancora recuperato!).
  
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