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Autore: Lily_Luna    13/05/2011    10 recensioni
Lei ha un pessimo ricordo di lui. E odia gli uomini per questo.
Lui ha un segreto inconfessabile, oltre che una miriade di problemi. Aggiungeteci dei cugini/amici ficcanaso, del rancore che va avanti da ben dieci anni, un capo tremendamente all'antica, cioccolato e pastelli a cera...e capirete che, a volte, il destino sa essere veramente perfido!
ULTIMO CAPITOLO POSTATO
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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14 - Confessions

 

 

“I’m sorry, I did not mean
To hurt my little girl
It's beyond me, I cannot carry
The weight of a heavy world
So goodnight, goodnight, goodnight…”

                                                 

 

 

“Le Holyhead Arpies conducono la partita per settanta a trenta! Marine Logan riceve la pluffa da Wendy Roberts…si avvicina ai pali…ed è Goal!!! Ragazzi, che fantastica azio…” la radio, che fino a quel momento non aveva smesso per un istante di fare casino, si spense improvvisamente ed io mi costrinsi a sollevare la testa dal libro che stavo leggendo.

Ero alla Tana, nella vecchia stanza di papà, appollaiata sul davanzale della finestra. Mi ero lasciata alle spalle le urla e gli strilli tipici di tutto il clan Weasley e mi ero rifugiata lì, mettendo una semplice porta di legno tra me ed il mondo intero. Peccato che proprio lui, l’ex proprietario di quella camera, avesse deciso di venire a controllare quale fosse il problema.

- Non capisco come tu possa leggere e contemporaneamente ascoltare la partita, Rosie. Per il Quidditch ci vuole concentrazione! – commentò papà, scuotendo la testa. Mi strinsi nelle spalle – Non so, mi riesce. – replicai, senza sapere cosa dire.

Lui annuì e si mise ad osservare il vecchio poster dei Cannons, lanciandomi di tanto in tanto qualche occhiata preoccupata. Per sfuggire al suo sguardo, mi voltai verso la finestra, fissando il paesaggio oltre il vetro. Era pomeriggio, ma il cielo non prometteva nulla di buono; sarebbe arrivato un temporale coi fiocchi. L’aria era tetra e terribilmente triste…rispecchiava il mio umore.

Sospirai e sentii i passi di papà farsi più vicini - Lo so che forse ti sembra strano parlarne con me - cominciò, affiancandomi. Mi voltai un po’ preoccupata; davvero voleva…consolarmi? - …ma ultimamente ti vedo particolarmente giù…stai poco bene, Rose?

Io arrossii e scossi la testa vigorosamente – Non è nulla papà…sono solo molto stressata per via del lavoro. Solo lavoro, sai…- spiegai, cercando di sorridere.

 

Non provo nulla per te. Nulla che somigli all’amore. E non voglio stare con te.

 

Strinsi le labbra e i pugni. Non ci volevo pensare, non volevo ricordare. Che senso aveva amare qualcuno che non ti ricambiava? Stupida, stupida Rose.

Nel frattempo, papà continuava a parlare – Beh…non credi di stare esagerando, allora? Passi troppo tempo al San Mungo! Dovresti cercare di distrarti un po’, magari venire per qualche giorno a casa…sono sicuro che…- si interruppe, fissandomi attentamente – Rosie?

- Non…non è niente! – balbettai, spaventata di sentire il calore delle lacrime sul mio viso. Cercai di asciugarle in fretta, ma quelle continuavano a scendere, come un rubinetto chiuso male. - Anzi adesso devo proprio andare…alle tre comincia il turno…- continuai, chiudendo il libro di gran fretta. Scesi dal davanzale, ma la sua mano mi fermò. Fui costretta a guardarlo negli occhi e, solo allora, notai che erano pieni di ansia e preoccupazione. Mi sentii ancora peggio.

- Papà…lascia stare, davvero. Sono solo una stupida, piango per niente… - cercai di mentire, senza risultare affatto convincente.

Ci fu un attimo di silenzio, rotto solo dal rombo di un tuono lontano, poi papà mi fece un piccolo sorriso triste – So che parlare con me non è la stessa cosa…la mamma è molto più brava di me… Però…ti assicuro che non sono male, dopotutto sono un buon amico per lo zio Harry, no? – aggiunse, facendomi sorridere.

Scossi la testa - Non so se ti piacerebbe sentire quello che mi è successo, credimi. - borbottai, stringendomi nelle spalle. Lui allargò le braccia.

- Tu mettimi alla prova, Rosie.

- Mi sono innamorata. – dichiarai, tutto d’un fiato, prima che il mio cervello potesse davvero rendersi conto di cosa avessi fatto. Il perché lo stessi realmente dicendo a mio padre era…beh, non ne avevo idea. Avrei potuto raccontarlo a mamma, a Domi, Lily, Roxie, Lucy, Molly…eccetera, eccetera…e invece, tra tutti i consiglieri che avrei potuto scegliere, avevo optato per lui. Il mio papà. Che si arrabbiava non appena si parlava di ragazzi e che mi considerava ancora una bambina.

La sua bambina.

- …ah? - azzardai uno sguardo verso l’alto; il suo viso stava cambiando rapidamente colore…prima bianco, poi rosso…ed infine violetto. Allungai una mano verso di lui, ma poi non me la sentii di aggiungere alcunché.

- Chi è…cioè…tu sei innam…come è successo? Cioè, quando? – balbettò, fissandomi come se mi vedesse per la prima volta. Io annuii, come una bambina scoperta a combinare qualche marachella, e strinsi le braccia attorno al corpo – Ti ho messo alla prova papà.  Se davvero vuoi consigliarmi, spiegami…spiegami come posso fare per cancellare tutto, dimenticare e ritornare a comportarmi come la Rose Weasley di poco tempo fa. Quella che aveva delle abitudini precise, dei ritmi frenetici e nessuna storia importante, perché odiava gli uomini. Credevo di essere abituata alle delusioni…e invece non avevo neppure idea di cosa fossero…Mi sento così stupida…- mormorai, scuotendo la testa. Avrei voluto sotterrarmi.

Mi aspettavo che papà cominciasse a sbraitare, urlando che ero solo una bambina e che non dovevo pensare a queste cose…e invece sentii una mano posarsi delicatamente sulla spalla. Quando mi voltai a guardarlo, notai che il suo viso si era aperto in un sorriso gentile. – Non devi. Tutti noi facciamo tante di quelle sciocchezze…per esempio, prova a chiedere a mamma, lei ti darà una conferma di tutte le cavolate che ho combinato quando volevo farmi notare da lei! In amore non si è mai abbastanza stupidi Rose; questa però è una cosa che impari col tempo.

- Davvero? - mormorai, stupita. Lui annuì – E solo dopo molti errori. E adesso, cambiando discorso, chi devo mandare ad uccidere? Conosco parecchi Auror addestrati, la metà dei quali ti conosce da quando sei nata…! Sarebbero felici di farti un favore! – esclamò, facendomi ridere. Arrossii  - E tu ti aspetti che ti dica di chi si tratta?!

- Beh, sono pur sempre tuo padre, mica Dominique, diamine!

- Lo sapevo, sei sempre il solito! – esclamai, asciugandomi del tutto le lacrime. Lui annuì, poi mi abbracciò  – Passerà presto! Sei troppo intelligente per non saperlo anche tu. – non ne ero del tutto sicura, ma mi limitai ad annuire.

- Sei arrabbiato? – chiesi, un po’ preoccupata di ciò che avevo appena fatto.

- Vorrei solo uccidere questo idiota con le mie mani…ma, a parte questo, no.

- Ti voglio bene papà.

- Anche io, Rosie. E grazie della fiducia.

 

 

*** 

 

 

Pioveva.

Le gocce di pioggia ticchettavano sul soffitto di casa, sulle finestre appannate. Rimasi a fissare il loro percorso sul vetro, la loro caduta verso il basso, per un tempo indefinito. Non riuscivo a muovere un muscolo, mentre il mio cuore ed il mio cervello lottavano. Chi avrebbe avuto la meglio? Probabilmente nessuno dei due; sarei rimasto in quello stato comatoso per ore…se qualcuno non avesse preso a suonare insistentemente il campanello.

Mi sollevai a fatica e mi diressi all’ingresso, spalancando la porta, senza neppure chiedere chi fosse. Difficilmente sarebbe stato un assassino e comunque avevo accompagnato i bambini all’asilo, per cui nell’eventualità sarei stato da solo.

In realtà, il fatto di ritrovarmi Jackie, Matt e Liam davanti, mi stupì non poco. Li fissai inespressivo, scostandomi per farli entrare – Non dovreste essere a lavoro?

- Io sono incinta! – mi fece notare Jackie, come se non ce ne fossimo mai accorti – E loro hanno capito che c’era bisogno di rinforzi. – aggiunse, indicando i due alle sue spalle.

- I bambini sono a scuola? – chiese Liam, un po’ troppo seriamente. Annuii.

 - Bene... – Matt si girò verso la porta – Non ci sono minori, Al! Vieni avanti! – gridò e, non appena vidi comparire il volto livido del mio migliore amico, pensai che sarebbe stato meglio se alla porta ci fosse stato un serial killer. Molto meglio.

Non ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi, ma sentii il suo sguardo su di me. Mi urtò con una spallata e senza dire nulla entrò in salotto. Lo seguimmo.

 

- Sei uno stronzo. – disse Al con voce secca, arrabbiata, non appena entrai nella stanza. Mi venne in mente Rose, col volto arrossato e gli occhi lucidi, e non potei fare a meno di stringermi nelle spalle. Per proteggermi. Annuii senza vigore – Non sei il primo che me lo dice. - commentai piano.

Aveva ragione, maledettamente ragione.

- Ma che diavolo ti passa per la testa?! Mia cugina…Scorpius, Rose è mia cugina! – sbottò quello, cominciando a camminare avanti e indietro come un pazzo, ignorando completamente le mie parole – Per quanto mi riguarda può anche fartela con tutte le ragazze del mondo, ma lei…lo sai benissimo quanto male le hai fatto!

Mi morsi la lingua, impedendomi di chiedergli come stesse lei, e continuai ad annuire, come un completo idiota - Infatti, lo so. Ma vorrei che ricordassi che non posso…non posso impegnarmi in una storia seria…- cercai di dire, prima che lui mi interrompesse.

- Perché? Per i bambini?! - ribatté sorridendo sarcastico. Mi sentii offeso dal suo tono irridente, ma non ebbi il tempo di reagire, perché riprese a parlare – Ma andiamo! La verità è una sola…tu hai paura! Sono anni che ti rifugi dietro questa cazzata! Cresci, Scorpius! Ti ho perdonato una volta, quando avevamo solo tredici anni…ma adesso sei un po’ troppo cresciuto per aspettarti la mia comprensione!

- Al ha ragione, Scorp…e poi siete così belli insieme! E tu…beh…- Jackie cercò supporto in Matt e Liam. Li fissai interrogativamente – Io cosa?

Matt sorrise – Fino a qualche mese fa sembravi un completo svitato, uscivi con tante ragazze e non te ne piaceva realmente neanche una…e adesso che ti sei veramente innamorato…butti tutto via?

- Rose è una brava ragazza, potresti provarci davvero. – aggiunse Liam.

Sbuffai nervosamente - Lo so benissimo che Rose è una brava ragazza. – tagliai corto. In realtà dire semplicemente “brava ragazza” era un po’ riduttivo. Come spiegare, come razionalizzare le emozioni che il suo sorriso mi donava? Non era una questione di “bravura”…non c’entrava niente. Rose era brava, certo, ma anche appassionata, dolce, incredibile, piena d’ardore e di vita…

- Ti sei addormentato? – il sibilo acido di Al mi costrinse a ritornare alla realtà. Scossi la testa con decisione e sospirai – Magari hai ragione tu, Al. Sì sono un codardo. Ma puoi giudicarmi davvero così? Non…- mi passai una mano tra i capelli e, infine, crollai sul divano.

- Non..?

Aprii gli occhi e li fissai uno per uno. I miei amici. A loro dovevo tutto; mi avevano salvato, in un momento in cui avevo smesso di lottare. Con loro non potevo mentire, né impuntarmi, perché avrei perso - Io…non voglio farmi ancora del male. Non voglio illudermi che sia tutto perfetto, non voglio innamorarmi di lei così profondamente da perderci la testa, perché se poi va male…se poi non funziona… - lasciai cadere le spalle.

All’improvviso, l’ira negli occhi di Al si spense. Si avvicinò e mi si sedette accanto.

- Ah Scorpius…basta. Nel tuo cuore hai già deciso da un pezzo…non lottare, non stare a pensarci troppo. Lei ti ama sinceramente…e tu la ricambi. – commentò, battendomi una mano sulla schiena. Jackie sorrise – Sei stato solo abbastanza a lungo, direi! Devi prenderti cura di te, non solo dei bambini. Loro sono felici se lo sei tu!

- Io…- io cosa? Potevo davvero continuare così? Fingere che non me ne importava nulla?

- Ha detto che…voleva stare con me…ma che includeva i bambini, nel nostro rapporto. Che…non vorrebbe mai sostituirsi a loro…sa che per me sono importantissimi. – borbottai piano. Al sospirò – Lo sapevo, hai visto? Dai Scorpius, non…lasciare che le cose passate rovinino anche il tuo presente!

- Ehi, forte questa! Dove l’hai presa? – esclamò Matt, sedendosi sul tavolo. Al gli lanciò un cuscino - Zitto, idiota!

- Perché non scrivi una serie di aforismi?

- Potresti fare Galeoni! Palate di Galeoni!

- La volete smettere? Mi fate scoppiare la testa, io sono incinta, non dimenticatelo!

- Non credo sia possibile dimenticare, tesoro, ormai siamo stati costretti ad allargare le porte per farti pass...ahi!!!

- Ben ti sta, cretino! Oh, ho davvero deciso di fare un figlio con te? Ma che geni avrà?!

- Ragazzi! – sbottai, alzandomi di scatto – Dove…- mi guardai intorno, confuso.

- Alla Tana, ma devi muovere il culo…perché deve andare a lavorare. – borbottò Al, mentre io afferravo contemporaneamente scarpe e chiavi di casa. I quattro mi vennero dietro, mentre caracollavo verso il bagno – Okay, okay. Ci vado. Io…devo…parlarle giusto un attimo.

- Giusto un attimo? – ignorai gli sguardi allusivi di quei cretini di Liam e Matt, mentre Al sorrideva. Jackie batté le mani, deliziata – Oh! Andiamo tutti alla…dove hai detto scusa?

- Alla Tana. Dai miei nonni, Jacqueline.

- Non.pronunciare.mai.più.quello.schifosissimo.nome!

- Ma è il tuo…ahia! Ma sei diventata scema?

Mi fermai di scatto – Ora basta! – tuonai, col cuore in gola – Sto cercando di concentrarmi e voi non fate altro che starnazzare! Al, fai strada tu!

 

Ci materializzammo appena fuori una casa dall’aria veramente strana, anche per gli standard di noi maghi. Rimasi a fissare la struttura traballante per un bel pezzo, finché Al non mi trascinò fino alla porta. Sentii qualcosa contrarsi all’altezza del petto, come se avessi ingoiato un porcospino vivo, ma non opposi resistenza. Al bussò con forza ed io pensai seriamente di Smaterializzarmi.

Adesso cosa le avrei detto?

- Che forza…- bisbigliò Jackie, pochi istanti prima che una donna bruna spalancasse l’uscio. I suoi occhi castani scivolarono su tutti noi, prima di soffermarsi su di me. Cercai di sorridere, ma sentivo i muscoli del volto contratti.

- Ciao zia! Dov’è Rose? – Al ruppe il silenzio e costrinse la donna a distogliere lo sguardo dal mio - Ciao Al…non mi ero accorta fossi andato via! Entrate…Rose è appena andata vi…

- Tu! Che cosa ci fai qui? – una voce parecchio incazzata ci fece saltare in aria. Tutti e cinque ci voltammo verso le scale, sulle quali si stagliava un uomo dai capelli rossi.

Mi sentii morire; io lo conoscevo.

Lanciai un’ulteriore occhiata alla zia di Al e improvvisamente ricordai; erano i genitori di Rose. Li avevo visti dieci anni prima, quando erano venuti a prendere lei e Dominique.

Non avevo mai dimenticato lo sguardo furente di Ron Weasley, lo stesso che mi stava riservando in quel momento.

- Oh merda…- borbottò Liam, facendo un passo indietro. Non avrei saputo trovare espressione migliore.



Ebbene sì...sono proprio io! Sono tornata!!! E vi chiedo immensamente perdono :( ho avuto un sacco di casini, a cominciare dal fatto che ho traslocato e che non ho avuto la linea adsl per parecchio tempo! In più lo studio, lo stress,  e tanti altri fattori hanno contribuito a farmi sparire da EPF...ma non temete...SONO TORNATAAAAAAAAAAAA! E, come regalo (cioè, spero sia gradito xD) ho deciso di spezzettare l'ultimo capitolo (che cominciava con questo ) in due! Quindi l'ultimo capitolo sarà il prossimo!!!!!!!! Spero di essermi fatta perdonare almeno un pochino..! :)
Per quanto riguarda il capitolo...allur...innanzi tutto spero di non aver reso Ron troppo OOC, ma ci tenevo a sottolineare questo legame "speciale" con Rose...ditemi un po' voi cosa ve ne pare xD E Scorpius...beh, come se la caverà ad affrontare non solo tutta la famiglia Weasley (eh, sì, son tutti alla Tana!), ma soprattutto Ron?! Eheheheh....
Vi chiedo ancora scusa per la lunga assenza...spero davvero che il capitolo vi piaccia!
Un bacione!

                                                                                                 Lily_Luna
  
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