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Autore: kiku77    13/05/2011    14 recensioni
Yayoi, dopo la separazione dei suoi genitori, ha deciso di trasferirsi a Yokohama, con la madre.
Il fatto di non poter più vedere Jun ogni giorno, rende tutto un po' difficile.
E' spaesata, confusa e anche lui, abituato ad averla sempre accanto, non riesce a vivere questa nuova situazione serenamente...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quel lunedì, al suono della campanella, Yayoi cercò di fare in fretta.

Jun aveva giocato in trasferta e quindi lei non aveva trascorso il weekend a Tokyo, ma voleva prendere il treno delle tre e zero sette per andarci quel pomeriggio stesso.

Voleva stare con lui almeno qualche ora, perchè le mancava tremendamente e sapeva che non ce l’avrebbe fatta ad aspettare tutta la settimana.

Jun aveva lezione fino alle cinque, ma, pazienza, si era detta, almeno avrebbe trascorso un po’ di tempo con lui.

Uscì fuori e il freddo pungeva negli occhi e sulle guance.

L’aria tagliava il respiro, anche se si percepiva l’odore del mare; un’umidità mista a salsedine che non abbandonava nemmeno l’inverno.

Salutò in fretta Eriko, prima che questa si precipitasse al campo e poi fece qualche passo.

Si fermò subito.

Jun era a poca distanza da lei.

E non era solo. Teneva Pinker al guinzaglio e la cucciola, riconoscendo la sua padrona, aveva cominciato a scodinzolare e a muoversi, senza esagerare. Jun sapeva come controllarla.

Alcune ragazze e ragazzi gli si erano avvicinati per chiedergli un autografo o farsi una foto con lui.

Jun sorrideva ed era gentile con tutti, come sempre.

“Jun!” esclamò Yayoi, arrivando fino a lui.

“Ciao…”

“Stavo per prendere il treno delle tre e zero sette per venire da te.”

“Ma io non potevo aspettare…”

Lei arrossì e guardò a terra.

“Credevo avessi lezione fino alle cinque” sussurrò, mentre Pinker le aveva lavato una mano.

“Infatti… ma oggi non sono andato a lezione. Avevo qualcosa di più urgente da fare…”

Lei non sapeva se abbracciarlo o no. Se baciarlo o no. Le persone intorno se n’erano andate e quando si ritrovarono soli, lui le prese una mano e la sbilanciò per potersela trovare addosso.

“Mi manchi tanto…” disse lei, chiudendosi nel suo petto.

Lui le baciò più volte la testa e poi si nascose nell’angolo del collo.

“Anche tu… andiamo dai…” disse, staccandosi e spingendo Pinker verso di loro.

In macchina, Yayoi stava girata a metà, per guardare Jun e volgersi verso Pinker.

“Sembriamo una famiglia…” le venne da dire.

Lui si girò e sorrise.

“Lo siamo… lo siamo alla grande” disse.

Yayoi allora scoppiò a ridere divertita e cominciò a cercare una stazione radio che trasmettesse una canzone decente; poi prese a parlare, dicendo cose senza importanza.

Dopo un po’, osservando la strada, si accorse che Jun si stava allontanando da Yokohama.

“… dove andiamo?”

“A Tokyo…”

“Con Pinker?”

“Sì. Ti riporto io domani mattina.”

Lei guardò fuori.

“Cosa c’è? Non vuoi?” chiese lui, avvertendo un senso di malessere nello sguardo di Yayoi.

“No, è che non credo che tua madre sia contenta se andiamo a casa tua con Pinker… a lei i cani non piacciono molto.”

Jun sorrise ma non la guardò. Continuava a fissare la strada.

“Lo so.”

“Ah, ecco, allora forse sarebbe meglio lasciare Pinker a casa…”

“Siamo una famiglia, no? Pinker fa parte della famiglia. Pinker viene con noi…”

Lei lo fissò e poi si girò verso la cucciola, che, un po’ inquieta, sembrava cercare una via per scendere.

“Fai come ti pare… basta che ti prendi la colpa!” esclamò lei.

“Come sempre…” replicò Jun.

A quel punto Yayoi gli arrivò uno scappellotto in testa e si mise a ridere di nuovo.

Tutto si calmò per un bel pezzo, fino a che, ormai dentro la capitale, la ragazza vide che Jun stava guidando verso tutt’altra direzione, rispetto alla villa dei Misugi.

“Jun, ma dove stai andando?” chiese.

Lui non rispondeva e aveva assunto quell’espressione calma e sicura che gli si dipingeva sempre sul volto, quando le voleva far capire, che doveva solo fidarsi.

Dopo un po’ s’immise in una strada solitaria ed ampia: si ritrovarono su un bel viale indipendente e residenziale con delle belle case ad entrambi i lati.

“Siamo arrivati. Forza, scendi Pinker!”esclamò, quasi ignorando Yayoi.

La ragazza seguì Jun e la cucciola.

Lui tirò fuori un mazzo di chiavi e aprì un cancello verniciato di fresco: il giardino era grande e il prato ben curato.

Avanzò fino alla porta e l’aprì.

Yayoi entrò e, dopo aver attraversato il corridoio, arrivò in una sala vuota.

“… non ho avuto tempo per arredarla. Poi ho pensato che volessi farlo tu…”

Lei lo fissò.

“Ma che significa?”

“Ho comprato una casa. Una casa per noi. So che devi finire il liceo, ma quando ti sentirai pronta, io… io ci sono… non voglio che stiamo a casa dei miei. Voglio che abbiamo un posto tutto nostro.”

Yayoi, mentre Jun parlava, girava per le stanze vuote.

“… una casa enorme…”

“Sì, perché voglio che ci prendiamo anche un gatto.”

Lei si volse.

“Un gatto?”

“Sì. Hai qualcosa contro i gatti?”

“…no, no… ma resta sempre enorme.”

“Sì, perché voglio fare tanti bambini.”

“Tanti bambini?”

“Sì, perché, hai qualcosa contro i bambini?”

Yayoi si avvicinò alla finestra e pensò al suo amico Yuchan e a tutte le sue teorie sulle donne.

Donne che cucinano e si tengono ben strette un marito.

Che non sanno amare, ma raccontano storie.

Ragazze che s’innamorano e scappano, che si comprano un vestito e si spogliano.

Donne che cadono e passano da un uomo all’altro. Dipingono e piangono.

Ragazze che incontrano la vita negli occhi di chi ha il cuore spaccato, ma ancora buono.

Pensò al bel volto di Eriko e capì che nella squadra di calcio, lei aveva trovato qualcuno da amare.

Immaginò Sanae, finalmente felice.

Guardò Pinker.

“Hai sentito Pinka? Jun vuole fare tanti bambini… cosa dici, l’accontentiamo?”

Si sedette per terra e la cucciola si stese accanto, sperando che qualcuno le lanciasse una pallina da andare a prendere, forse.

Jun prese posto lì vicino.

“Non voglio fare l’infermiera…” disse, accarezzando il cane.

“Non m’importa.”

“Non lo so quando sarò pronta e lascerò mia madre…”

“Non m’importa. Tu hai aspettato tanto di quel tempo, là, fuori dal campo, o dentro un corridoio d’ospedale. Non mi sciupo, se ti aspetto un po’… anzi…”

“Anzi cosa?”

“Ogni minuto che passa, m’innamoro ancora di più.”

“Sul serio?”

“Sul serio.”

“Potremmo cominciare proprio da Pinker, allora…”

“A fare cosa?”

“A farle fare dei piccoli!” esclamò Yayoi, divertita.

“E’ ancora troppo giovane. Ci vuole del tempo. Comunque quando sarà diventata adulta, se ti fa piacere, possiamo farla accoppiare. E’ un bene anche per lei. Si dice che le femmine debbano partire almeno una volta nella vita. Ma sai, a riguardo ci sono mille teorie…”

“Sì, immagino. E tu più o meno le conoscerai tutte…”

“Ma che dici! No so molto sugli animali… però mi piacciono.”

“Pinker è il regalo più bello che tu mi abbia mai fatto. Più bello di tutte le altre cose.”

“… cose inutili, stupide… solo per sentirmi meno in colpa. Ti facevo un regalo ed ero in pace con me stesso. Mi dicevo saprà quanto è importante per me, non c’è bisogno che glielo dica o che passi più tempo con lei… e così mi convincevo e andavo avanti per la mia strada, senza rendermi conto della realtà. Sono proprio un idiota…”

Yayoi si alzò e andò ad abbracciarlo.

“Adesso però, ti sei fermato e hai capito. E’ questo che conta.”

“Sì, ma c’ho messo un’eternità. Ho rischiato di perderti. Nel tempo in cui io mi sono gingillato a pensare, avresti potuto incontrare il principe azzurro.”

“Già… avrei potuto, ma non è successo.”

“La fortuna mi è venuta a cercare una seconda volta. Mi sa che d’ora in poi non avrò più sconti. E dovrò stare molto attento… vigile e attento.”

“In fondo, a me, il principe azzurro non serve.”

“Ah no?”

“No… io sono innamorata di Jun. Jun Misugi. Quello che regala un cane alla sua ragazza e si vergogna di baciarla in pubblico. Quello che trema se le foglie cadono, se il vento respira e cambia le prospettive. Quello che non sa aspettare perchè sono gli altri a farlo per lui. Quello che ci mette un po’ a capire l’amore, ma una volta che lo sente dentro, non ha più paura e non fa più passi indietro…”

Lui la strinse.

Pinker si accovacciò ai loro piedi, come per scortarli, proteggerli e sentirli tutti e due vicini.

“Jun Misugi…” ripeté il ragazzo, a voce alta.

“Sì, proprio lui.”

“Un passo indietro… mai più.”

“Nient’altro che questo, ti chiedo” disse infine Yayoi, senza guardarlo.

--

Ciao a tutti^^

Eccoci di nuovo arrivati alla fine…

Prima di tutto vorrei scusarmi con i lettori per non aver postato con la mia solita frequenza. Purtroppo il lavoro e lo studio non mi lasciano molto tempo libero^^ Grazie per la vostra pazienza^^

Vorrei ringraziare di cuore tutte le persone che hanno letto e/o leggono le mie ff. Un ringraziamento speciale a tutti coloro che, silenziosamente, hanno scelto le mie storie e le hanno inserite fra le loro preferite, seguite, da ricordare e anche a chi mi ha messa fra gli autori preferiti.

 

Un grazie particolare va a tutti coloro che hanno recensito, dedicando tempo, pazienza ed energie a scrivere un commento a questo lavoro. Il dialogo con i lettori è sempre fonte di grande arricchimento e riflessione per me ed è qualcosa di prezioso, perciò grazie davvero.

 

Ringrazio tutti gli amici e colleghi che mi sopportano, che con pazienza mi ascoltano, mi aiutano a vivere il mio quotidiano, fatto di quel milione d’impulsi che a volte mi travolge, altre mi getta a terra.

Grazie a Delfino Blu, la persona che, senza stare a fare tanti giri di parole, da un bel po’ di tempo è il mio faro nel buio.

Grazie a Paola per la pazienza con cui sa sopportare i miei lunghi silenzi e le mie assenze.

 

Spero di ritrovarvi, alla prossima storia…

 

Miki87: grazie per la rece e per le tue bellissime parole. Hai un dono davvero grande: riuscire a trasmettere tanto, sintetizzando al massimo^^ Grazie per aver colto tanti aspetti di questa ff, fra cui il significato del rapporto fra Yayoi e Yoko: due persone diversissime, lontanissime, eppure capaci di fondersi, di comunicare così profondamente e, alla fine, talmente in sintonia da somigliarsi un po’^^ Grazie per aver amato anche questa ff e per tutti i tuoi commenti e la tua costanza.

Krys: grazie per aver recensito sia il cap 27 che il 28 e non devi scusarti, figurati! Uno legge e commenta se e quando può/vuole^^ Mi ha fatto piacere leggere le tue riflessioni e sono felice che tu abbia apprezzato il comportamento della mamma di Yayoi  e che la relazione tra Yoko e Yayoi ti abbia incuriosita^^  Erano due capitoli di transizione, ma per me era importante dar voce a questi pg secondari, così da renderli un po’ più vivi, ai fini della storia^^ Grazie mille per aver letto e commentato questa ff^^

Benji79: grazie per la rece^^ Sono felice che quella frase sul tempo ti abbia colpita, visto che il tempo era uno dei temi di questa ff e ha attraversato il percorso di diversi pg^^ Hai detto bene: Yoko e Yayoi sono cambiate e in meglio; hanno vissuto un’evoluzione, hanno affrontato la vita capendo che la fase di “accettazione di sé” è qualcosa a cui prima o poi bisogna sottoporsi^^ Vorrei ringraziarti per avermi seguita anche durante questa storia, pur non essendo presente il tuo pg preferito: grazie per il tempo che hai dedicato alla lettura e alle recensioni e per tutte le volte in cui, citando le frasi che ti piacevano di più, mi hai fatto riflettere sulla scrittura^^

Sanae78: grazie per la recensione^^ Grazie per aver apprezzato il cap e le scelte narrative che ho fatto^^ Il finale di questa ff è, se vogliamo, aperto: sappiamo cosa non vuole fare Yayoi, ma non ci dice altro. E’ concentrata sull’attimo presente e penso che non sia ancora pronta (lo dice lei stessa) ad indagare sul futuro. La sua unica certezza è Jun e l’amore che prova per lui. Mi sembrava poco credibile “chiudere” e rispondere a tutti i dubbi, le domande che il percorso di questa ff ha provocato nei pg. Credo sia in parte per questo, che sento ancora un substrato di amarezza, un’ombra… Grazie infinite per le tue rece e per aver seguito anche questo mio lavoro^^

Sissi149: grazie per aver recensito^^ Mi fa piacere che il cap precedente ti sia sembrato funzionale rispetto alla storia e di “preparazione” per il finale^^ Come dici tu, sia Eriko che Yoko sono state molto importanti, anche se in misura diversa, per Yayoi: era giusto dar loro un altro po’ di spazio^^ Per quanto riguarda Atsuko, ti confesso che nella fase di correzione, mi era venuta l’idea di inserire un accenno anche a lei, ma ho lasciato perdere perché, per come la vedo io, non avrebbe funzionato bene come elemento narrativo (troppo scontato, troppo tradizionale). Inoltre volevo lasciare anche diverse cose sospese, per non dare stabilità alla chiusura della storia^^Mi ha fatto molto piacere confrontarmi con te e ti ringrazio per tutte le tue analisi, le riflessioni, gli spunti che mi hai dato per poter pensare e ripensare alla scrittura^^ Grazie di cuore^^

Ligi: grazie per aver recensito^^Grazie a te per l’entusiasmo che riservi sempre alle mie ff! Spero che il sequel di “falene” non ti deluda^^ La frase che hai citato “in fondo sono sempre io…” doveva essere anche il movente per il titolo, perché forse è una delle più importanti di tutto il testo. Ecco, prendere coscienza di se stessi, l’accettazione di sé (mi verrebbe da dire “del sé”) è così importante… è ciò che dà forza a Yayoi, nel suo profondo. Alla fine ho optato per un altro titolo (dare i titoli questa volta è stato un problema, per me^^), ma sono felice che tu abbia sottolineato quell’aspetto del cap^^ Grazie mille per le tue recensioni, per i tuoi commenti e per tutto il tempo che hai dedicato a questa ff^^

Eldarion: grazie per aver recensito^^ grazie per il tuo commento, molto profondo ed articolato; grazie per esserti soffermata sulla questione del tempo e per aver apprezzato le ultime scelte narrative^^ Io la penso come te, nel senso che scrivendo la ff, ero pervasa dall’idea che nulla fosse definitivo, che ci fosse sempre un po’ di malinconia, una zona d’ombra. Lo sento anche nel finale. Proprio per questo, ho scelto di non far ricomparire Tsubasa e Sanae: sarebbe stato come “voler mettere a posto ogni cosa”, mentre l’intento era lasciare dei punti in sospeso. Sappiamo che si sposeranno, ma non leggiamo del matrimonio, così come molte altre cose legate a quest’ultimo cap. E’ una scelta narrativa, del tutto personale, e capisco che a molti non possa piacere^^ Inoltre, relativamente a Sanae e Tsubasa, io ho già scritto del loro matrimonio in un’altra ff e il rischio di cadere in un doppione, era a portata di mano… Se dovessi scrivere un’altra Sanae-Tsubasa, dovrei partire da un’altra angolazione, credo^^ Grazie per avermi seguita e per aver scritto ciò che, di volta in volta, sentivi e provavi: grazie per il tuo tempo e per tutte le tue riflessioni^^

Reggina: grazie per la rece^^ Grazie mille pr aver sottolineato il rapporto tra Yayoi ed Eriko perché è proprio quella sfumatura a cui fai riferimento, che volevo far emergere. L’amicizia fra le due è forte ma ancora non troppo sviluppata per potersi abbracciare… Ti ringrazio anche per aver accennato al titolo, commentando il rapporto Yayoi- Yoko^^ Anch’io mi sento un po’ giù: mi sento sempre così quando finisce una storia… Grazie di cuore per averla letta e per le tue recensioni^^

DolceBarbara: grazie per aver recensito^^ Sono felice che i pg originali ti siano piaciuti e che tu ne abbia compreso il valore per l’evoluzione di Yayoi: grazie a Yoko e ad Eriko, è riuscita a superare davvero un momento difficile. Adesso è più forte: più forte perché non deve più nascondere le sue fragilità^^ Spero che ti piacerà questo finale… Grazie mille per aver letto e per tutte le tue rece^^

 

Grazie di cuore a tutti^^

A presto…

 

 

 

 

   
 
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