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Autore: Silviettinax91    14/05/2011    2 recensioni
L'Oscuro Signore è tornato, presto la Guerra devaserà nuovamente il mondo magico. In Harry Potter l'unica speranza di salvezza, e se qualcosa andasse storto? Piton propone all'Ordine un'idea da tutti vista come folle, ma sostenuta da Silente, forse Harry potrebbe dare origine ad una nuova speranza che superi anche lui. Tra gli amori appena nati, una gran voglia di normalità e la preparazione per la guerra, i ragazzi dell'Esercito di Silente si troveranno a dover diventare adulti, forse troppo in fretta.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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DOBBIAMO ESSERE NOI

“Forse dovrei essere io a farlo” Hermione ci aveva pensato più di una volta, ma  non aveva  mai avuto il coraggio di dirlo ad Harry, forse non aveva avuto il coraggio di farlo sapere a Ginny, senza il forse. Harry era il suo migliore amico, avrebbe fatto tutto per lui, avrebbe fatto di tutto per il mondo magico, di certo non sarebbe stato difficile parlargliene se lui fosse stato ancora solo, single,e se anche lei fosse stata ancora sola. Ron e Ginny, pieni di difetti, certo, come tutti, ma meravigliosi, amati. Perché farli soffrire? Anche loro due avrebbero sofferto d’altra parte,lei ed Harry, quella soluzione faceva soffrire tutti, e poi, un figlio con il suo migliore amico, assurdo!  Hermione si immaginava mamma solo tra le braccia del suo Ron. 

Invece era stato lui a dirglielo, lui a farsi scappare la richiesta tanto inaspettata, mentre lei lo stringeva a sè e lo accarezzava come un bimbo, forse, cinto dalle sue braccia in quel modo, aveva sentito il calore materno della ragazza, o,forse, dopo una giornata tanto intensa, non riusciva più a ragionare con lucidità, forse, forse …  eppure lo propose, lo propose e rimase convinto di quel che diceva anche dopo averlo detto, dopo averci ragionato, lo propose e aspettò in ansia che lei accettasse; ed Hermione accettò.

“Lo farò Harry” gli disse sempre sussurrando.

“ sei sempre la migliore amica che io possa avere!” rispose lui e le baciò la fronte.

 

Sarebbe stata Hermione a dargli un figlio, Hermione era il minore dei mali, confidava ciecamente in lei, sapeva che sarebbe riuscita in tutto nonostante le difficoltà, nonostante il pericolo, sapeva che sarebbe riuscita a dominare le emozioni, com’era sempre riuscita a tenere per sé i sentimenti che provava per Ron.

Credeva in lei, per quanto strano fosse, si sentiva quasi sollevato per quella decisione.

Dirlo a Ginny sarebbe stato devastante, Harry lo immaginava, si sarebbe sentita tradita, umiliata, magari lo avrebbe perfino lasciato, ma doveva correre questo rischio per lei, doveva preservare il bocciolo prezioso che gli era capitato tra le mani sotto la pioggia scrosciante, anche se questo significava affidarlo a qualcun altro.

Hermione era scappata via subito dopo il bacio sulla fronte, scappando come scottata dalla situazione, come scottata dalle sue stesse parole, tremante, per rifugiarsi nel calore delle braccia di Ron,provando a rintanarsi in lui, almeno fino a quando ancora poteva averlo per sé. Prima che tutto accadesse.

 

***

 

“Potremmo lasciare che sia qualcuno dell’Ordine a dirlo loro, in fin dei conti si farà quello che Piton sperava, potremmo mascherare la decisione con le motivazioni di sangue, una piccola bugia, per farli soffrire meno, per farli sospettare meno, perché possano capire che non c’è null’altro che amicizia dietro questa decisione, nient’altro che quello che c’è sempre stato, fino ad oggi. “

Harry era stato taciturno e cupo per giorni, né lui, né Hermione avevano avuto il coraggio di parlarne più, né tra loro, né, tantomeno, coi loro compagni. Dal canto loro Ginny e Ron non avevano più toccato l’argomento con la paura di infierire su un Harry già abbastanza turbato.

Hermione era particolarmente irrequieta, sbottava per un nonnulla, cercava di non restare mai inattiva, aiutava Molly in cucina, faceva i letti, cercava di pulire gli angoli trascurati della Tana, faceva cose che mai si sarebbe sognata in altre condizioni. Faceva la donna di casa, la sentiva quasi come una preparazione, anche se certo non si sarebbe ritrovata presto a fare pappe e pulire pavimenti.   

Harry aveva mandato un gufo riservato a Silente, gli aveva comunicato la decisione ormai da giorni, ma nessuno sembrava dare cenni di risposta. Alla Tana, da un po’ di tempo, non si vedeva nessun membro dell’Ordine e Molly ed Arthur erano troppo mortificati per parlare ai ragazzi con naturalità. Il clima  in quella casa si faceva sempre più teso. Le parole non pronunciate e tenute chiuse tra le pareti di cervelli confusi contribuivano ad alimentare sentimenti già esaltati dalla paura.

La quiete prima della tempesta? Solo la lontana ipotesi di poter perdere Ginny mandava Harry ai matti, non poteva e non voleva, però doveva rendersi conto che così la stava di certo deludendo.

- Meglio delusa che in pericolo-

C’era qualcosa di incomprensibile nella scelta di Harry, qualcosa di irrazionale sotto quella parete di motivazioni sensate che poteva addurle.

Vigliaccheria non volergliene parlare direttamente, ma lui era un Grifondoro, entrambi erano Grifondoro  dov’era la loro lealtà? 

 

“Dobbiamo essere noi”

Era mattina presto, Ron era già in cucina per la colazione ed Hermione e Ginny si erano nuovamente attardate nella preparazione. La rossa era entrata in bagno lanciando la solita occhiatina languida verso il suo ragazzo mentre Hermione ne usciva  con lo sguardo fisso a terra. Ginny chiuse la porta, per un attimo Harry ed Hermione si trovarono di nuovo soli nel corridoio dalle assi scricchiolanti, Harry le sussurò due volte : “dobbiamo essere noi, dobbiamo parlargliene noi!”

Hermione si limitò ad annuire, seria, silenziosa, quasi in lacrime, scese le scale.

 

***

 

L’assenza dei gemelli in quella casa si sentiva particolarmente nel silenzio che aleggiava in mezzo alle pareti scure, la tensione si poteva cogliere come fosse un banco di nebbia intrappolato tra quei quattro muri, se non ci fossero stati l’uno per l’altra, forse, i quattro amici, avrebbero ceduto già da tempo, ma il sentimento giovane che li legava aveva permesso loro di farsi forza, di superare la paura. La vigilia del tempo della maturità spaventa sempre, spaventano le responsabilità, spaventa la mancanza di una guida, la vita spaventa, a volte più della morte stessa. Harry, Ron, Hermione e Ginny erano uno davanti all’altro, sedicenni spaventati in un mondo al tracollo. Avevano smesso di incontrarsi la sera, ormai mancavano pochi giorni all’inizio della scuola, passavano la notte a fingere di dormire per non parlare coi compagni di stanza, col macigno di un segreto sullo stomaco, o col timore di toccare nervi scoperti, di squilibrare qualcosa di già fragile.  Dovevano farlo, dovevano essere sinceri, dovevano trovare quel coraggio, prima di salire su quel treno. Perché nessuno dell’ordine aveva reagito alla notizia, perché neppure una lettera? Forse avevano cambiato idea? Forse quella follia non si sarebbe compiuta, forse …

***

Il baule di Harry era appoggiato aperto sul suo letto, ogni volta che si ritrovava a rimestare nel suo contenuto per l’inizio di un nuovo anno i suoi pensieri vagavano oltre il treno, oltre la scuola, ad immaginare il suo destino; si era ripetuto tante volte di dover vivere ogni giorno senza pensare al futuro, lo aveva fatto pensando a Sirius e alla sua nuova vita con lui, e lui se n’era andato, aveva iniziato a farlo con Ginny e forse presto sarebbe finita. Magari prima o poi lui ed Hermione sarebbero finiti insieme, forse era questo che tutti si aspettavano, forse era questo lo aveva spinto a scegliere lei, scosse la testa, non lo credeva possibile.

“Non pensare troppo” gli disse Ron, intuendo il suo stato d’animo e lanciandogli un cuscino. L’amico sorrideva, poco convinto ma sorrideva; quanto gli voleva bene Harry, non glielo aveva mai detto, tra ragazzi queste cose non si dicono, vedendolo così, con quegli occhi, sapendo cosa stava per fargli,sentì una stretta allo stomaco, però sorrise anche lui, di rimando :

“ Questo non lo porti?”

Harry prese uno dei famosi maglioni di natale di Molly che da mesi se ne stava penzolante sulla testata del letto di Ron,e dopo averlo appallottolato, glielo rilanciò.

“Potter! Lancio indebito di maglioni! Cinque punti in meno a Grifondoro!!”

Ron si era esibito in una pessima imitazione della McGrannith.

“ Ah sì?”

Rispose Harry, raccogliendo il cuscino da terra, si gettò contro Ron, ridendo,  iniziò a colpirlo.

Attirata dal rumore delle risate Hermione aveva deciso di andare a rimproverare i suoi due amici, quello non era il momento di scherzare, non era il momento di ridere, non sapeva nemmeno più se ci sarebbe stato ancora un momento per scherzare e per ridere. Aprì la porta e vi infilò dentro la testa, stava per parlare, ma non ci riuscì, il suo Ron ed Harry ridevano di gusto, insieme,giocavano e non come due ragazzini sciocchi ma come ragazzi con il bisogno di non essere adulti per un po’; comunque il suo rimprovero non avrebbe nemmeno fatto in tempo ad essere proferito, come si accorsero di lei le scagliarono contro un cuscino, che Hermione schivò facendosi scudo con la porta. Anche lei riuscì di nuovo a ridere quella mattina, Ron le corse subito incontro, la prese in braccio e la trascinò verso Harry, che nel frattempo si era armato di nuovo del cuscino,una volta a tiro, iniziò a colpire anche lei. Ginny li raggiunse curiosa di lì a poco, per finire anche lei in quella infantile ma salutare lotta di cuscini, tra piume che volavano e risate sincere i suoi occhi incontrarono quelli di Harry, che non riuscendo a trattenersi, baciò la sua ragazza con dolcezza, dilaniato dai sensi di colpa, mentre con le braccia attorno alla sua vita la proteggeva dalle cuscinate della sua migliore amica.

La voce di Molly mise fine a quella favola :

“Harry … c’è qualcuno per te! Scendete tutti, così la smettete di  fare la confusione che avete fatto fino ad adesso! Merlino! Che sconsiderati! Domani tornate a scuola!!”

“ Oh Molly, sono ragazzi”

Era la voce flebile di Ninfadora.

“ Ciao Harry” disse al ragazzo non appena lo intravide dalle scale, lesse subito l’espressione di disappunto nei suoi occhi :

“Lo so, speravi ci fosse Silente!”

“ Io volevo una risposta!”

“ e l’avrai! Da me …”

“ Tonks io non …”

“ capisco Harry, capisco!”

Ginny corse fuori dalla stanza, arrivando vicino ad Harry e prendendogli la mano :

“ quale risposta?”

Chiese spaventata, passando lo sguardo da Harry a Ninfadora, a sua madre, a Hermione.

“ c’è qualcosa di cui dovrete discutere, ma prima io devo parlare con Harry”

Tonks era imbarazzata, temeva che i ragazzi non avessero ancora parlato tra loro, del resto,doveva essere lì, doveva parlare, l’indomani sarebbe partito l’Hogwarts Express e a scuola quell’anno tutto sarebbe successo.  

 

E' passato un po' di tempo eh? Però alla fine mi sono decisa a tornare su EFP e a continuare questa long, nonostante i mesi che ci ho messo questo capitolo non mi soddisfa granchè, però mi ha dato l'imput per continuare, l'importante è questo! 

Grazie della lettura :D

 

   
 
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