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Autore: Leslie_burke    14/05/2011    4 recensioni
In questa ff ho immaginato che Pervinca si sia innamorata di uno degli alleati del Nemico... Chissà se allora la sua fedeltà al villaggio della quercia fatata sarebbe stata così certa!
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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FO02 Inizio con lo scusarmi per il ritardo: durante le vacanze di Pasqua (come tutti gli anni) mi dimentico sempre di quanto siano difficili le ultime settimane di scuola, un inferno... Spero comunque che vi piaccia questo secondo capitolo ^^

Guardai i fiocchi di neve cadere lenti, creare un'atmosfera assolutamente incantevole e adatta all'incontro che mi preparavo ad avere. Tick, tock. L'orologio della stanza scandiva lo scorrere del tempo. Mi passai una mano tra i capelli. Qualche ora, e i miei dubbi sarebbero spariti... però dovevo ammettere che era strano. Adesso, così vicina a quell'incontro che mi aveva tolto il sonno, ero più curiosa che agitata; mi sentivo pervasa da una strana calma, esattamente come prima della battaglia. Ovviamente, non che la cosa mi dispiacesse: era così mi piaceva essere, e non solo per lui. Quella era la mia vera me.

Mi girai verso l'armadio, l'aprii e cominciai a osservare i vestiti.
« Secondo me, quello migliore è il vestito lungo, nero, con sotto il corsetto. » Babù cominciò a frugare nel cassetto, e tirò fuori una collana. « Sì. Con questo è perfetto. Sarai bellissima, sorellina. » La guardai a bocca aperta, incredula. Di che diavolo stava parlando?! Sospirai. « Babù, grazie dei consigli, ma vorrei sapere per cosa sono... » lei scoppiò a ridere, poi mi prese per mano e mi mise davanti allo specchio. « Al tuo incontro romantico. Credi forse che io non abbia notato niente? Ti perdi nel tuo mondo, sei più scontrosa del solito, e sospiri estasiata guardando l'orologio. » Mi mise davanti il vestito e corrugò gli occhi. Rimasi ferma, senza sapere bene come reagire. In effetti, era impossibile ingannarla. In quegli ultimi giorni, mi ero chiesta parecchie volte che piega avrebbero preso gli eventi, e come si sarebbero sentite tutte le persone a cui ero legata. Mi osservai nello specchio, roteando su me stessa. Sì, la mia sorellina ci aveva azzeccato ancora una volta: quel vestito era perfetto, così come la collana. « Mi dici almeno con chi ti vedi? » mi chiese, curiosa. Io le sorrisi, se lo meritava. « Non lo conosci, ma è Mister Mago del Buio. » In fondo, era la verità, giusto? « Daaaaaai! Sei cattiva. Guarda che secondo me Grisam non ti ha ancora scordata; spero tu non voglia infrangere il cuore a qualcun'altra! » mi rimproverò per scherzo agitandomi un dito davanti al naso. Scoppiai a ridere, era semplicemente ridicolo. « Questa volta, è amore vero. » annunciai, più seria. Lei si mise a ballare. « Posso essere la damigella d'onore? O forse preferisco la testimone? Mmm... dici che posso essere entrambe? » Sì, sicuramente sì; anche ammesso che le regole attuali lo vietassero, lui era il tipo di re che i regolamenti le emanava. Ma forse non l'avrebbe cambiato comunque, adorava andare contro le regole. Che non fossero le sue, ovvio. « A che ora è? » ecco, questa domanda era meglio se non l'avesse posta. « A tavolaaaaa! » l'urlo di mamma mi risparmiò dal risponderle: mai mi ero precipitata così velocemente a mangiare.

Tick, Tock. I secondi scorrevano, e il mio cuore aveva ricominciato a battere. Sebbene a cena mi fossi saziata normalmente, non ero riuscita a chiudere occhio. 
Guardai fuori dalla finestra; aveva smesso di nevicare, e lo presi come il segnale che l'ora di andare era vicina. Felì dormiva nel suo barattolo, così come Babù. Quest'ultima aveva cercato di stare sveglia, ma senza molto successo, con mio grande sollievo. Mi cambiai quindi in silenzio, e, volando, uscii. Volai nel boschetto, in modo da non poter essere vista, e chiusi gli occhi. Tutto attorno a me era perfetto. Il paesaggio esatto per riprendere la mia favola. Bene, da lì mezz'ora di volo e sarei arrivata, in leggero anticipo. Mancavano ancora 45 minuti alle 3. Poi, senza il minimo preavviso, due braccia mi strinsero da dietro. « Mi sei mancata, piccola. »
  
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