NO
LOVE
Marshall
camminava tranquillo. I-Pod negli
orecchi e via. Tornava verso casa.
Mentre si avvicinava all’appartamento, il ragazzo
sentì un senso di gelo.
Quella
sensazione che si prova quando sei
obbligato ad andare in un posto dove non vuoi proprio mettere piede.
Quella strana sensazione chiamata paura.
Marshall
aveva solo una paura: quella di
diventare come suo padre.
Di fisico, tutti dicevano che era uguale, ma per lui non era
così. Suo padre
era altissimo, muscoloso e ingombrante. Marshall, invece, era
magrissimo e
altissimo. Ma non era ingombrante, anzi, era sottopeso.
Inoltre,
lui aveva il viso della madre: occhi
grigi e riccioli castano chiaro, con al centro un naso leggermente
aquilino.
No,
non era
brutto. Anzi, molte ragazze lo consideravano bellissimo.
Lui però non si piaceva, perché aveva paura che
(per stregoneria, forse)
potesse improvvisamente diventare uguale al padre.
Si,
la sua paura era un fatto che per un altro
bambino poteva considerare normalissimo.
Arrivò
a casa. Suonò e sua madre gli aprì.
Strano, pensò Marshall. Di solito, a quell’ora era
all’ambulatorio.
Appena
entrato nell’appartamento, sentì un
passo pesante in cucina.
Sua madre gli venne incontro nel corridoio, con un occhio pesto che
lacrimava.
Marshall
si irrigidì
-C’è quello, vero?- chiese con voce gelida. La
donna annuì.
Marshall
marciò verso la cucina e lo trovò. Era
seduto a capotavola, i capelli neri in faccia, gli occhi da bestia
selvaggia.
-Ciao
ragazzo. Ti trovo bene-. Accoglienza che
irritò Marshall, che inspirò con stentato
autocontrollo.
-Vorresti
passare subito alle mani, vedo-.
L’uomo rise malvagiamente.
-Eh già. Dovevo dare il benvenuto, no?-
Lui
si alzò, diretto verso la donna. Marshall
si mise davanti.
-Provaci
e sei morto- sussurrò minacciosamente
il padre.
Marshall
lo fissò –Lascia perdere, è meglio per
tutti. Non ci vediamo da 3 anni ed è questa la prima cosa
che devo rivedere di
mio padre?-
Per
dire quella frase, soprattutto la parola ‘padre’,
Marshall aveva impiegato tantissima esperienza di attore. E per
fortuna,
funzionò. L’uomo si rimise al suo posto e
trascinò il figlio davanti a lui.
-Parla
ragazzo, voglio sentire di te-. La
madre, intanto, andò via dalla stanza.
Marshall
cominciò a parlare della scuola, dei
voti, di pallavolo ... tutte cose banali e ripetitive. Sapeva che suo
padre non
era stupido e che aveva già sentito quei discorsi.
-Ok.
Credo di aver detto tutto-. Marshall si
alzò.
L’uomo
si alzò bruscamente e andò in camera da
letto dalla moglie.
Marshall
gli andò subito dietro, i pugni
serrati.
Poi, sentendo la madre piangere, spaccò la porta con una
spallata e si avventò
sul padre.
Tutta
la rabbia provata in tantissimi anni, che
a lui sembravano secoli, esplose in circa 3 minuti.
Risultato:
Marshall si trovò la mascella
dolorante e un taglio sulla schiena.
L’uomo, invece, aveva il naso spaccato e il labbro
sanguinante. Sputò tre
parole.
-Figlio
di puttana-.
Errore
tragico.
Marshall
gli fu addosso di nuovo. Lo sollevò di
peso (con molta fatica) e chiamò la polizia.
Gli
agenti arrivarono dopo poco. Trovando l’uomo
svenuto e sanguinante e la donna in lacrime, arrestarono Marshall.
-Io
l’ho fatto per autodifesa, voleva stuprare
mia madre, non capite?- esclamò Marshall con dolore
improvviso alla mascella,
dove il padre l’aveva menato nella lotta.
La
madre urlava –Che state facendo, idioti? Lui
non ha fatto nulla!!! Quell’uomo voleva davvero violentarmi!
Perché non lo
capite? MIO FIGLIO è INNOCENTE, CAZZO!!!!!!-.
I
giudici lo giudicarono colpevole e lo
condannarono Marshall a tre mesi in un carcere minorile.
Un
mese dopo
Ora
delle visite al carcere. Marshall aspettava
la madre, impaziente.
Invece, arrivò lui.
Si
mise a sedere davanti al ragazzo.
-è Strano, vero, quando stai dall’altra parte,
vero?-.
Marshall
alzò i tacchi e se ne andò.
Tornò nella cella e si mise a prendere a pugni il muro,
finché non gli
sanguinarono le nocche.
Non
lo meritava. Non era colpa sua.
Sapeva
che suo padre aveva certamente pagato i
giudici. Ne era CERTO. Facendo così gli aveva rovinato la
vita.
-Bastardo- disse Marshall ad alta voce.
Doveva
sopportare solo altri due mesi. Solo due fottuti mesi.
Note
Di HG
Ciao
a tutti! Questa è la mia prima fic .... probabilmente
è una schifezza ma io la
volevo pubblicare ... aspetto recensioni e commenti , anche solo una
parola o
un insulto....
Ciaooooooooooooooooooooo