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Autore: JessL_    15/05/2011    24 recensioni
Ci sono persone che vorrebbero semplicemente voltare pagina, altre proprio buttare il libro della loro vita per iniziarne uno nuovo, Bella è così che ha fatto tanti anni prima ma si sa, il passato ritorna sempre... e anche i matrimoni. Dalla famiglia non si può scappare e se il destino ha deciso che devi intraprendere una certa strada e intrecciarla con quella di un bel ragazzo dagli occhi verdi... perché tirarsi indietro? Al diavolo la paura... la speranza è l'ultima a morire. Almeno così dicono... Bella che deciderà di fare?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Introduzione:
Sono qui molto prima di quanto mi aspettassi e quanto forse qualcuno di voi si aspettaste ma comunque spero vi faccia piacere ritrovarmi.
 
Non so se posterò ogni domenica, ma sappiate che ci sto pensando xD allora... siamo arrivati al capitolo due ma prima di lasciarvi alla lettura devo ringraziarvi perché... cavolo mi avete accolta come non mi sarei mai immaginata e mi ha fatto molto più che piacere. Grazie di cuore veramente a tutti, vi ho risposto uno per uno e spero vivamente di poterlo rifare, siete stati gentili e stramaledettamente entusiasti di questa mia follia. Grazie.
 
Non appare ancora Tanya ma i genitori di Bella sì e soprattutto si conoscono più cose su Edward. Ovviamente tutto condito da risate e sorrisi, almeno spero. Buona lettura.


 
~ Hopeful heart.
 
Capitolo due: Ciak, si gira!
 
Isabella pov:
<< No dai, è impossibile. Non è da mia madre dimenticarsi che la sua unica figlia viene in città. Non può non essere in casa! >> Continuo a battere le mani sulla porta sperando che qualcuno all’interno si renda conto che c’è una pazza fuori che vorrebbe entrare ma... non accade nulla, almeno non all’interno della casa, all’esterno ci sono tre bei ragazzi che non si sforzano minimamente di non farsi sentire mentre ridono. Sospirando e ringhiando, mi volto camminando per poi appoggiarmi all’auto con le braccia incrociate al petto e un diavolo per capello.
<< Se ti dicessi che forse so dove potrebbero essere i tuoi genitori... come reagiresti? >> Come se fossi un robot, il movimento del mio collo è lento e quando i miei occhi incontrano quelli di mio cugino, sono certa che veda solo collera.
<< Emmett... per favore... dimmi che non mi hai fatto urlare come un’ossessa solo per divertirti... >> Non molto turbato dallo scintillio omicida, che sono certa veda nei miei occhi, sorride e mi risponde in modo divertito.
<< Ok, non te lo dirò. >> Sbuffo ed entro in auto sbattendo la portiera; non sono sicura di sentire bene quello che dice Jake ma spero proprio di aver udito male.
<< Scusatela, ultimamente ci divertiamo poco. >> Sgrano gli occhi e quando mi volto verso il finestrino, rimango con la bocca aperta persa nell’ammirare il profilo di Edward che sta dicendo qualcosa a Jacob. È un bellissimo ragazzo, non so niente di lui ma posso essere certa di conoscere perfettamente i tratti del suo viso. Ossessionata? Pazza? Forse.
<< Mi piace Jacob. >> Mormora Emmett una volta che ha chiuso la sua portiera. Porto lo sguardo su di lui e mi avvicino, così da non farci sentire dai due omaccioni che ci sono ancora fuori dalla macchina.
<< In che senso? >> Oddio! Emmett è diventato gay? E Rosalie lo sa?
<< È simpatico, pieno di vita... al contrario di te. Siete perfetti. >> Duh!
<< Ah. In quel senso. >> Alza un sopracciglio.
<< Sì in quel senso. Comunque scusa ma mi ero dimenticato che i tuoi fossero a casa dei miei genitori, però quando mi è tornato in mente... beh era troppo divertente la scena per fermarti. >> Sbuffando torno seduta composta e abbasso il finestrino.
<< Mi scappa la pipì, potete salire in macchina? >> Jacob e Edward si bloccano e mi guardano, uno annuisce, l’altro ride. Ovviamente è Jacob che ride.
<< Devo dire che la tua schiettezza potrebbe traumatizzare qualcuno, Bellina cara. >> Scrollo le spalle. È inutile che Jake mi rimproveri, ho dei bisogni fisiologici e sono di certo più importanti di qualche brutta figura.
 
<< Bella! Isabella! Bellina! Isabella! Oh quanto mi sei mancata!! >> Continuo a farmi stritolare da mia madre cercando di staccarmi ma sembra quasi impossibile. Ma diamine, è da cinque minuti che va avanti e mio padre ride sotto i baffi!
<< Sì mamma, anche tu mi sei mancata. >> Anche alle mie orecchie le mie parole risuonano false ma non posso farci nulla, per di più mia madre pare non farci caso.
Dopo un’estenuante lotta, riesco ad avere la meglio e finalmente posso salutare anche mio padre, che si fa bastare un lieve e velocissimo abbraccio: quanto lo adoro!
<< Hai tagliato i capelli... >> Nota sfiorandomeli; sorrido.
<< Beh sì, a New York fa caldo ed è... cool. >>
<< Cool. >> Ripete un po’ stranito Charlie. Io annuisco sorridendo.
<< L’hai fatta la pipì? >> Chiede Jake dietro di me, io ancora guardando mio padre sgrano gli occhi e mi volto verso il mio fidanzato mentre boccheggio. O cazzo... le presentazioni!
<< Uhm no. Papà, mamma... vi presento Jacob. Il mio... fidanzato. >> Penso di star sudando freddo, più che altro perché mamma ha preso papà sottobraccio ed entrambi si sono messi a far una radiografia al mio amico.
<< Oh Jacob, è davvero un piacere conoscerti. Sei un bel ragazzo. Sembri educato. Hai una bella dentatura... spero tu sia anche bravo a letto, se no mia figlia ha fatto un affare per metà! >> Mia madre inizia a ridere mentre Charlie non distoglie lo sguardo da Jake.
<< Oddio letto... cioè nel senso... non si preoccupi. >> Mi volto per trafiggere Jake con uno sguardo ma quando lo vedo abbastanza teso ma anche divertito, mi tranquillizzo e quasi mi dimentico che l’ultimo pezzo dalla frase l’ha detto con un tono piuttosto alto... e da... ragazza. 
<< Ti senti bene ragazzo? So che mia moglie potrebbe far venir voglia di scappare, ma ci farai l’abitudine. >> Mio padre da una pacca sulla spalla a Jake e quest’ultimo sorride.
<< Oh no signore, sto bene... sono abituato a Bella, non mi sarà difficile gestire la madre. >> Il sorriso che avevo sulle labbra scompare e questa volta un’occhiataccia non gliela risparmia nessuno ma mio padre non sembra farci caso, poiché scoppia a ridere.
<< È simpatico! >> Dice rivolto a me sventolando un dito di fronte al mio viso. << Andiamo a farci una birra, ragazzo! >> Rilassando le spalle, lascio andare gli uomini a bere, invece di raggiungere le donne e così anche mia madre nel salone di mia zia, raggiungo la cucina e quasi mi butto nel frigo.
<< Dio, perché tutte a me? >>
<< Non pensavo che Dio fosse un frigorifero. >> Sobbalzo sentendo qualcuno dietro di me ma quando mi volto sento il mio viso arrossarsi. Tutt’un tratto sento caldo. Molto caldo.
Che gran figura di merda.
<< Beh Dio è ovunque... perché non potrebbe essere un frigorifero? >> Ridacchio in modo isterico e Edward sorride divertito.
<< Il tuo ragionamento non fa una piega. >> Mi passo una mano tra i capelli in modo agitato.
<< Hai bisogno di qualcosa? >> Chiedo indicando il frigo. Non voglio pensare che non abbia seguito gli altri uomini solo per raggiungermi in cucina e farlo in modo strano sulla penisola di mia zia, sarebbe bello eh, ma non penso che sia questo il motivo.
<< Ti ho vista strana. Poco fa. >> Specifica mentre avanza aprendo poi l’anta del frigo e afferrando due birre, una subito dopo me la porge. Con mani tremanti la prendo dalla sua presa e me la rigiro in modo agitato. È da maleducati dire che non la bevo, vero? Cioè, adoro l’alcool, i cocktail ma la birra... oddio questa proprio non mi va giù.
<<< Strana? Come puoi dirlo? Non mi conosci. >>
<< Sì ma... sembravi agitata. Tutto qui. Magari hai ragione, vaneggio, d’altronde non ti conosco. >> Sorride per poi bere un sorso e io da squilibrata che cosa faccio? Osservo il suo pomo d’Adamo, sì.
<< Da quanto state insieme? >> Chiede subito dopo pulendosi la bocca con il dorso della mano.
O Dio santo, santissimo, quanto è figo!
<< Con chi? >> Chiedo senza rendermene conto. Sì, probabilmente vivo in un altro mondo. Magari senza che nessuno se ne accorgesse – sottoscritta inclusa – gli alieni mi hanno rapita, mi hanno fatto qualche esperimento, magari mi hanno iniettato qualcosa e alla fine capendo che ero una baracca, un caso disperato, mi hanno rispedita sulla Terra.
Suvvia, certo che ne ho di fantasia!
<< Con... Jake. Con chi se no? >>
<< Eh già, con chi se no? Ehm... un paio d’anni tra tira e molla. >>
<< Solo due? >> Chiede incrociando le braccia al petto. >> Sembra piuttosto divertito, perché? Magari gli alieni mi hanno anche fatto qualcosa alla faccia?
Cercando di mostrarmi tranquilla, mi tocco il viso sperando di portare via qualsiasi cosa ci sia che mi faccia risultare più strana di quello che sono.
<< Ehm sì, perché? Due, poi, non sono pochi. >> Cerco di sorridere ma mi sento quasi messa in trappola e non è fatto divertente. Poveri criceti, ora capisco come si sentono... però loro, almeno, hanno una ruota su cui girare per tenersi in forma! Io posso solo sudare freddo... e sperare di non puzzare.
<< Mi era parso di capire che fosse più tempo, tipo tre o quattro anni. >> Ommmmerda santissima!
<< Davvero? No, avrai capito male. >> Stento a riconoscermi, sembro quasi entrata nei panni dell’avvocato senza sentimenti che sono solo quando mi trovo a lavoro. Beh se devo mentire, devo farlo bene, no?
<< Sì è probabile. >>
<< Che lavoro fai? >> Chiedo per non farlo andare via e per distogliere l’attenzione da me.
<< Veramente lavoro per un’agenzia di pubblicità. A Chelsea. >>
<< A Chelsea? >> Chiedo stupita iniziando a muovermi sul posto e abbandonando la stramaledetta birra sul bancone della cucina. Edward sorride divertito.
<< Sì perché? È così assurdo? Non è brutto come posto. >>
<< No che non è brutto è che... si trova a New York, vicino New York. >> A passarsi una mano tra i capelli questa volta è lui.
<< Sì lo so, so anche che vieni anche tu da lì. >> Annuisco. Non posso dirgli che da casa mia ad arrivare a Chelsea ci vuole un quarto d’ora in macchina senza traffico, vero? No, non è il caso.
<< Già... >>
<< Vi siete persi? >> Chiede Jake entrando in cucina.
<< No, stavamo bevendo una birra. >>
<< Una birra? Bella non la beve. >> Lo trucido nuovamente e Edward scoppia a ridere.
<< Lo avevo notato. >> Mi sorride e infine dando una pacca a Jake se ne esce in veranda.
<< Potevi anche non dirlo. >> Inveisco e lui ridacchia.
<< No Bellina cara, scordatelo. >> Sussurra avvicinandosi e sussurrandomelo a qualche centimetro dal viso, ovviamente si è abbassato alla mia altezza.
<< Cosa? Che diamine stai dicendo? >>
<< Di non mangiartelo con gli occhi, sei una donna fidanzata. E tanto per essere pignoli, hai appena portato il tuo stramaledetto finto fidanzato gay a conoscere i tuoi genitori. Tuoi genitori che sono sempre in agguato e che fanno domande imbarazzanti sui nostri rapporti sessuali. Rapporti sessuali che non esistono poiché... beh non sei il mio tipo. >>
<< Ah perché tu lo saresti? >> Chiedo piccata continuando a sussurrare. Certo, come se l’unica cosa sensata e importante che abbia detto sia stata proprio l’ultima. Jake alza gli occhi al soffitto e prende la mia birra.
<< No. >> Stringo le labbra per non rimproverarlo per aver effeminato troppo il monosillabo. << Ma qui, oltre a noi due, non lo sa nessuno e tu non puoi sgranocchiarti quello splendore. >>
<< Cos’è, sei geloso? >> Chiedo per istigarlo, come se poi fosse possibile!
<< Geloso? Va bene che è veramente bello, cazzo ha un culo da sogno e ha anche un bel viso ma poi... hai visto com’è ben messo davanti? >> Penso che la mia mascella stia toccando il pavimento.
<< Mi fai la paternale quando addirittura gli hai guardato il pacco? >>
Mi sento stupida, lo sto sgridando con dei sussurri quando l’unica cosa che vorrei fare è urlare e tirargli le orecchie!
<< Beh ma gli occhi sono fatti per guardare! >>
<< Non fare il bambino con me! Non esiste che tu puoi farlo e io no! Sono più... giustificata io a farlo visto che qui non sanno che sei gay! >>
<< Non possiamo litigare per un ragazzo – bello, Dio, molto bello – ma etero, e non è questo il punto! >> Dice portando il suo indice sulla punta del mio naso. << Bello o meno, siamo fidanzati e dobbiamo avere gli occhi solo l’uno per l’altro. >>
<< Ma tu ci credi alle cagate che dici? >>
<< In effetti no ma speravo di convincere almeno te. >> Scoppio a ridere spintonandolo e lui mi segue a ruota.
 
--
<< Quindi Jacob, che lavoro fai? >> Stiamo cenando a casa di mia zia, e la domanda l’ha fatta mia madre. Jacob quasi si soffoca con i tagliolini alle vongole.
Nella mia mente inizio  a pregare che non dica veramente che fa il modello di biancheria intima per pagare l’affitto e per viziarsi con tutte le sue creme di bellezza.
<< Uhm... lavoro d’ufficio. >> Tiro un lieve sospiro di sollievo.
<< Di che genere? >>
<< Genere... beh su... >> Si volta verso di me in cerca di aiuto. Mi gratto una guancia in modo ansioso. Siamo nei guai. E il bello è che ce la siamo andata a cercare.
<< Lavora per un grande concessionario ma lui sta dietro... non tratta proprio con i clienti. >> Lo sguardo di Jake se potesse mi avrebbe già ucciso ma non importa, cioè... un lavoro vale l’altro no? Che importanza ha che io gli abbia affibbiato il lavoro che faceva un ragazzo che è uscito con me tempo fa e che poi è scappato a gambe levato quando ha capito che sono pazza?
<< Quindi ti occupi proprio di scartoffie. >> Jacob annuisce alle parole di mio padre e la conversazione si sposta su altri argomenti e per fortuna che non c’entrano con noi.
 
<< Domani sera vi va di venire a bere qualcosa? >> Ci chiede Edward quando oramai stiamo andando via. Mi basta scambiarmi una velocissima occhiata con Jake per poi annuire con un sorriso che va da orecchio a orecchio.
In macchina le chiacchiere non si fanno pregare ed è assurdo come mia madre sembra adorare Jake, non che la cosa mi dispiaccia ma... prima o poi dovrò dire che qualcosa è andato storto e che ci siamo lasciati, no? Non voglio che ci stia male ma non desidero nemmeno sposarmi con il mio migliore amico per farla felice!
In piedi, di fronte alla scala che porta alle camera della casa dei miei genitori, si sta svolgendo una delicata conversazione.
<< Pensi che sia il caso? >> Chiede mio padre senza tanti giri di parole.
<< Beh sì, oramai non è più una bambina, ci ha appena presentato il suo fidanzato, non possiamo di certo dirle “no, lui dorme sul divano!” >>
<< Perché no? A me sembra una buona idea. >>
<< E allora cosa l’ho comprato a fare un letto matrimoniale? >> Alzo un sopracciglio; mia madre che cos’ha fatto? Ma è impazzita? Cosa pensa, che la farò diventare nonna al più presto? Può continuare a sognare.
<< Non ero d’accordo nemmeno su quello! >>
Bisogno per forza specificare chi ha avuto la meglio? No, non credo.
<< Parte destra o sinistra? >> Mi chiede Jacob con i suoi mini boxer a fargli da pigiama.
<< Mi è indifferente, però non penso che ci staremo in questo letto. >> Dico osservando quello che mia madre ha definito un letto matrimoniale, a me sembra più un letto a una piazza e mezza.
<< Ma sì, ci stringiamo. >> Sbuffo e infine m’infilo dalla parte sinistra e osservo il paesaggio fuori dalla finestra.
Da qualche anno i miei genitori hanno preso una casetta poco fuori dalla città, è un posto carino, tranquillo e c’è aria pulita. È veramente un bel posto.
<< Perché mi hai affibbiato quel lavoro? >> Mi chiede il mio adorato fidanzato osservando il soffitto. Non è alterato e questo mi tranquillizza.
<< Non lo so, è il primo lavoro che mi è venuto in mente. Senza contare che hai detto tu che ti occupi di scartoffie. Io ti ho solo... parato il tuo culo sfondato. >>
<< Ehi. >> Un piccolo scappellotto mi fa ridacchiare. << Grazie ma non c’è bisogno di parlare così male del mio sederino alto e sodo.  A proposito di culi alti e sodi... domani sera andremo a bere con Edward. >>
<< Non solo con lui. >> Specifico più a me stessa che a lui.
<< Dettagli. Resta il punto che ci ha invitato. >>
<< Per fare l’educato. >>
<< Smettila di voler a tutti i costi cercare una motivazione. L’ha fatto, il perché? Poco importa. Comunque non l’ho tirato in ballo per questo, volevo semplicemente dirti che dobbiamo bere il meno possibile, da brilli ancora ancora riusciamo a ridere, a capirci e a scherzare ma da ubriachi... parliamo senza rendercene conto. >>
<< E tu inizi a provarci con qualsiasi essere vivente. >> Dico sorridendo.
<< Appunto! Quindi dobbiamo trattenerci. >> Mi volto verso di lui rimanendo di lato.
<< Vuoi veramente che io non mi ubriachi? >>
<< Beh sì, so di chiederti tanto, adori ubriacarti ma... non è il caso. Lo dico per la nostra copertura. >> Sbuffando annuisco.
<< Questa farsa fa schifo. >> Scoppia a ridere.
<< Tu ringrazia che non ci hanno chiesto di baciarci! >>
<< Oddio, grazie al cielo! >> Ridendo, continuiamo a scherzare finché non mi addormento abbracciata a lui.

__
Note dell’autrice  oddio che parolone!
Emmett è il solito burlone, presto verrà spiegata tutta la parentela, appariranno Alice e Jasper ma soprattutto i due sposini. E soprattutto capiremo che cosa c’entra Edward nel matrimonio... perché se è lì a Firenze, di certo, non è per una semplice vacanza poiché anche lui non abita lì ma bensì in America.
Jake non nega di essere attratto da Edward, questo di certo non lo nega nemmeno Bella.
La madre di Bella è una pazza, il padre sembra più normale. Gli zii li ho tenuti fuori a posta, se no sarebbero usciti troppi nomi inutili. Spero di avervi fatto sorridere, spero tante cose ma me le tengo per me... ovviamente con tutto l’incrociabile incrociato :P
Grazie ancora di tutto a tutti, spero di risentirvi presto. Ah un'ultima cosa: il gruppo degli gli spoiler, se volete aggiungetevi, siete i benvenuti.
Al prossimo aggiornamento, Jess.
   
 
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