Capitolo
2 : Una strana coincidenza
-Wow
certo che è proprio uno stronzo-
-Si, mi ha fatto salire un nervoso, ti giuro-
Io e Maria eravamo sedute al bar del centro commerciale Roma Est, le
stavo
raccontando l’accaduto di qualche ora prima.
-Lo detesto, e se penso che lo dovrò vedere tutti i giorni a
scuola mi sale un
nervoso, inoltre lui e quei deficenti degli amici suoi non hanno fatto
altro
che disturbare tutte le lezioni, non credo che reggerò per
molto dentro quella
classe, perfortuna c’è Becky-
-Ti capisco, anche a scuola da me è così, ma tu
prova ad evitarli- Disse lei
bevendo un sorso di coca cola
-Gli altri li posso anche ignorare,ma lui……..lui
non posso evitarlo, mi fa
troppa rabbia, quello stupido pallone gonfiato, e come se non bastasse
gli abito
anche di fronte-
-Ecco, questo potrebbe rappresentare un problema- Disse lei alzandosi,
io la
seguii verso l’uscita del bar - non è che
potrebbe, è un enorme problema-
Risposi io - Ad ogni modo, cercherò di farmene una ragione-
continuai
-Guarda che carino questo-
Dissi poi fermandomi davanti una vetrina
-Già, entra e provatelo, secondo me ti sta benissimo- Mi
rispose sorridendo.
-Maria, sto uscendo- Dissi aprii la porta del camerino del negozio in
cui mi
stavo provando il vestito convinta che, ad aspettarmi lì
davanti ci fosse
Maria, ma come al solito, visto che io ero una perfetta idiota, mi
sbagliavo
-Secondo me ti sta una bomba, ti fa risaltare le tette, quindi apprezzo
e sono
sicuro che non sarò il solo- Mi disse Federico Marchetti
guardandomi da capo a
piedi
-Brutto maniaco, non parlavo con te- Dissi coprendomi con la tenda del
camerino
-A si, e allora con chi parlavi- Mi chiese lui poggiandosi a braccia
incorciate
al muro
-Non sono affari tuoi- Risposi imbarazzata
-A sì, e chi lo dice?- Con uno scatto mi spinse indietro,
entrò anche lui nel
camerino richiudendosi la tenda alle spalle, dopodiche mi si
parò davanti
circondandomi la vita con le sue braccia
-Toglimi le mani di dosso- Dissi io cercando di divincolarmi
-Andiamo, non mi vorrai far cerdere che ti sei messa questo vestito
senza voler
essere toccata- Continuò lui facendosi particolarmente
vicino al mio viso.
D’istinto lo colpii e mi sentii subito meglio
-Ma che cazzo fai? sei impazzita?- Mi gridò lui portandosi
una mano sulla
guancia in cui lo avevo colpito
-Idiota, così impari a toccare cose che non ti appartengono-
Dissi uscendo dal
camerino ed entrando in quello accanto, mi rivestii in fretta ed uscii
dal
negozio lasciando il vestito sulla poltroncina all’interno
del camerino
-Maria, si può sapere dove diavolo ti eri cacciata?- Dissi
non appena la
ritrovai fuori dal negozio –Scusami Ale, hai ragione, sono
uscita un secondo
dal negozio perché mi stava squillando il cellulare, ma
cos’hai perché sei così
agitata?- Mi chiese lei preoccupata
-Quando ho aperto la tenda del camerino, mi sono ritrovata davanti
Federico
Marchetti, mi ha spinta addosso al muro così, io
l’ho schiaffeggiato e sono
venuta a cercarti- Dissi tutto d’un fiato
-Cosa? Quel Federico Marchetti?....l’idiota?- Mi chiese lei
sorridendo, io
annuii
- Dai fammelo vedere-
-Cosa? Ma sei del tutto impazzita?-
-Dai, indicami solo qual’ è dalla vetrina- .Prima
o poi la ucciderò.
-E’ quello con la maglietta bianca- Dissi indicandoglielo
-Cazzo Ale, ma sei impazzita, e tu lo hai anche schiaffeggiato,
è un figo da
paura- Mi rispose lei a bocca aperta
-Bè si, sarà anche passabile, ma è uno
perfetto idiota- Risposi ripendendo a
camminare verso l’uscita del centro commerciale
-Ok, ma per fare quello a cui mi riferivo io non serve che sia bravo e
intelligente- Disse in modo malizioso
-O Maria, perfavore, possibile che non pensi ad altro, e poi io e
Claudio ci
siamo lasciati appena tre mesi fa- Risposi io
-Ma dai Ale, ancora pensi a Claudio, ho capito che ci sei stata male
quando ti
ha mollata ma è ora di superarla-
-Non è così semplice, lui è stato il
mio primo fidanzato, siamo stati insieme
per tre anni, senza contare il fatto che è l’unico
ragazzo con cui ho fatto
l’amore- Dissi con una nota malinconica nella voce. Claudio
mi aveva lasciata
tre mesi prima dopo che eravamo stati insieme per tre anni, ci eravamo
incontrati per la prima volta a quattordici anni alla festa di un amico
in
comune, lui mi aveva invitato a ballare, una settimana dopo uscimmo
insieme ed
entrambi passammo una giornata fantastica così lui mi chiese
di diventare la
sua ragazza e cinque mesi prima che mi lasciasse decisi di fare
l’amore con
lui, ma poi inziarono le incomprensioni così lui mi
lasciò dicendo di aver
bisogno dei suoi spazi.
-Lo so che non è semplice, ma sono sicura che quel Federico
sia la giusta
distrazione- Continuò lei
- Neanche morta- Fu la mia unica risposta
- Eddai Ale, sarà anche uno stronzo ma non puoi negare che
sia molto bello- Ci pensai
su per un attimo, quando la mattina lo avevo visto con quella camicia
sbottonata la voglia di saltargli addosso si era fatta viva, ma poi
quandò
aveva aperto la bocca comportandosi così scortesemente anche
l’idea di mandarlo
all’ospedale maturò in me
-Be, sì, è carino, ma ora andiamo, è
tardi e devo finire di studiare- Conclusi
io tirando Maria per un braccio.
Federico
P.O.V
Incredibile,
quella stronza mi aveva schiaffeggiato,
prima d’ora non ero mai stato rifiutato, men che meno da una
ragazza qualunque
come lei.
Uscii da quel negozio incazzato nero, ma senza sapere perché
avevo comprato il
vestito che stava provando, per un secondo pensai di essere pazzo ma
poi mi
resi contodi averlo comprato per rabbia, si per rabbia, non
c’era altra
spiegazione.
Quando arrivai sotto casa mi guardai intorno per vedere se ci fosse
traccia di
quella stupida ragazzina viziata, ma niente, perfortuna.
- Ciao fratellino, c’è un tuo amico di la in
camera tua- Disse mia sorella non
appena varcai la soglia di casa.
Senza neanche salutarla mi diressi in camera mia
-Fede, finalmente- Disse Valerio appena mi vide entrare in camera
-Allora racconta, come è andata con la biondina di
stamattina, com’è che si
chiama? A si, Vanessa?- Mi chiese sedendosi sul mio letto
-Era un’ oca, non la smetteva di parlare, così
l’ho scaricata e me ne sono
andato- Risposi gettando la busta contenete il vestito
nell’armadio
-E allora? Che cazzo te ne frega se era un’oca, è
proprio vero, chi c’ha il
pane non c’ha i denti- Disse lui guardandomi
-Senti non rompere, a proposito, com’è che stai
qui?- Gli chiesi sdraiandomi
sul letto
-Perché volevo sapere com’era andata con quella-
Mi rispose lui
-Bè ora che lo hai saputo, ti saluto- Dissi indicandogli la
porta
-Aspetta, prima che me ne vado…….che facciamo con
quelli del Leopardi? Ora ci
hanno sfidato ad una partita di calcetto-
-Accettiamo chiaramente, domani mattina prima di entrare a scuola ci
andiamo a
parlare- Dissi chiudendo gli occhi
-Va bè…..allora vado, a domani- Mi disse lui
uscendo.
Avevo mal di testa, tutta colpa di quella stronza, non riuscivo a
capacitarmi
di come gli fosse venuto in mente di rifiutarmi, senza contare il fatto
che
quando l’avevo vista con quel vestito, mi era salita
un’irrefrenabile voglia di
baciarla, di…….meglio non entrare nei dettagli.
Ma cosa mi stava succedendo,
perché continuavo a pensare a quella stupida- Ehi
fratellino, io esco con
Ginevra, andiamo al Marilin con un gruppo di amici, tu che fai vieni
con noi?-
Mi chiese mia sorella piombando in camera mia
-No, non mi va, ho mal di testa- Risposi massaggiandomi le tempie
-Ma dai, che fai a casa da solo?- Continuò lei cercando di
convicermi
-No, Roberta ti ho detto di no- Risposi scocciato
-Va bene, certo che sei insopportabile quando ti ci metti, allora ci
vediamo dopo,
non so a che ora torno, tanto ho le chiavi- Concluse lei uscendo dalla
mia
stanza. Finalmente solo. Per modo di dire visto che avevo Quella
stupida
ragazzina in testa.
Alessia
P.O.V
Rientrai
a casa sollevata dal fatto di non aver
rincontrato quell’idiota di Federico
-Ciao tesoro- Disse mio padre quando entrai in soggiorno,
all’improvviso mi
invase un’ondata di sensi di colpa per come lo avevo trattato
il pomeriggio
-Ciao papà, scusami per oggi ma, il primo giorno di scuola
mi mette sempre un
certo nervosismo-
-Tranquilla, allora dove sei stata?- mi chiese leggendo il giornale
-Sono stata in un centro commerciale con Maria-
-E non hai comprato niente- Disse
sorpreso notando l’assenza di buste tra le mie mani
-Già, non c’era nulla che mi piaceva- Ripensai a
ciò che era successo in
camerino e, cosa che mi sorprese, pensai che mi sarebbe piaciuto
baciarlo, ma
in fondo era solo attrazione, niente di più, e comunque
restava sempre
un’idiota
-Ale, finalmente, tua cugina Ginevra ti ha chiamata circa venti minuti
fa, ha
detto che era urgente- Disse mia madre interrompendo i miei pensieri
-Si, la richiamo subito- Risposi, dopodiche entrai in camera mia.
Richiamai ginevra mia cugina, che mi invitò ad una serata
con le sue amiche in
un locale in centro, così dopo cena mi preparai per la
serata indossando un
bellissimo vestito e un paio di scarpe con i tacchi (qui)
e truccandomi leggermente. (qui)
-Ciao Alex- Disse mia cugina quando le aprii la porta
-Ciao Gin- Le risposi abbracciandola
-Sei pronta?-
-Si andiamo……mamma, papà noi andiamo-
dissi uscendo dalla porta seguita da
Ginevra.
-Sali in macchina, dobbiamo aspettare una mia amica, pensa che abita
nel tuo
stesso cortile- Disse sedendosi al posto di guida della sua macchina
-A si?, che coincidenza- Risposi sorridendo
-Eccola-
-Buona sera- Disse la ragazza salendo in macchina
- Ciao Roby, che bella che sei-
-Grazie, anche tu stai benissimo-
-Ale, lei è Roberta, la mia amica, Roby lei è
Alessia, mia cugina-
- Ciao, mia cugina ha ragione stai benissimo- Le dissi sorridendo
-Wow, non c’è che dire, anche tu, sei una
bellissima ragazza- Mi rispose
guardandomi da cima a fondo
-Quanti anni hai?- mi chiese
-Diciassette, ne compio diciotto a maggio- Risposi
-Anche mio fratello ne ha diciassette, lui però ne festeggia
diciotto a
Febbraio- Disse
La guardai attentamente e notai che aveva qualcosa nel viso che mi
ricordava
Federico, prima che potessi fargli qualche domanda le
squillò il cellulare
-Pronto. Fratellino, noi siamo già partite, ho
un’idea, ora chiamo Cri e ti
faccio passare a prendere- Disse lei
-Problemi- le chiesi io quandò attaccò
-No, mio fratello è il solito rompiscatole, prima dice una
cosa e poi cambia
idea, ha detto che ci raggiunge al locale- Mi rispose lei
Non sapevo perché ma avevo una bruttissima sensazione.
Arrivammo al locale verso le 23:00, ci sedemmo al tavolo raggiungendo
altre
amiche di Ginevra e Roberta
-Mio fratello è arrivato, mi ha detto che stanno
parcheggiano- Disse Roberta
un’ora dopo
-Io vado un secondo in bagno- dissi alzandomi e dirigendomi verso la
toilette.
Quando uscii dal bagno andai a sbattere contro qualcuno. Quel qualcuno.
-Non è possibile, questo è stalking- Dissi io
quando mi accorsi di chi avevo
davanti
-Non ci contare proprio, tesoro- mi rispose Federico
-Mi spieghi che ci fai qui?-
-Questo vale anche per te, e poi è possibile che sei
così distratta, prima la
pallonata in testa e ora mi sei praticamente piombata addosso, anche
se, devo
dire che la cosa non mi ha infastidito particolarmente, sai, ti sta
molto bene
questo vestito, anche se quello di oggi pomeriggio lo preferivo senza
dubbio-
Disse lui avvicinandosi al mio orecchio e annusando i miei capelli
profumati di
shampoo alla vaniglia
-Devo tornare al mio tavolo- Dissi arrossendo
-Fede, allora sei arrivato, ehi, ma voi due vi conoscete- Disse Roberta
vedendo
suo fratello particolarmente vicino ai miei capelli
-Bè, si, siamo in classe insieme- Rispose lui incamminandosi
verso il tavolo
-Che coincidenza, vero Alessia? Vai a scuola con mio fratello-
-Già, che strana coincidenza- Risposi io imbarazzata al
massimo, dopodiche
seguii Roberta al tavolo, consapevole dell’orribile serata
che mi avrebbe
aspettato.
*Note
dell’autrice*
Grazie
per aver letto anche questo capitolo, spero
vi sia piaciuto…..
Ho aggiornato così presto perché domani non so se
ne avrò tempo, spero di si…..
Ho provato ad inserire i collegamenti ipertestuali ma non so se si
vedono.
Grazie ancora a tutti per averlo letto e grazie a chiunque abbia
inserito la
mia storia tra le preferite
Cleppy