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Autore: Cleppy_Ds    15/05/2011    5 recensioni
Roma, Italia. Alessia, diciassettenne come tante, con un bell' aspetto e un carattere deciso e forte all'apparenza ma in fondo fragile.Federico è il classico ragazzo desiderato in tutta la scuola con un carattere da don giovanni che non si preoccupa altro che per se stesso. Caratteri diversi che si scontreranno....perchè come dice quel detto "gli opposti si attraggono"
Dal prologo: "Il dolore ha cambiato forma….. è finito tutto, lottare ormai non ha più senso,ho perso,ho perso in partenza, ormai mi sono resa conto di quanto in tutto questo tempo io sia stata una perfetta idiota"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 : Una strana coincidenza

 

 

-Wow certo che è proprio uno stronzo-
-Si, mi ha fatto salire un nervoso, ti giuro-
Io e Maria eravamo sedute al bar del centro commerciale Roma Est, le stavo raccontando l’accaduto di qualche ora prima.
-Lo detesto, e se penso che lo dovrò vedere tutti i giorni a scuola mi sale un nervoso, inoltre lui e quei deficenti degli amici suoi non hanno fatto altro che disturbare tutte le lezioni, non credo che reggerò per molto dentro quella classe, perfortuna c’è Becky-
-Ti capisco, anche a scuola da me è così, ma tu prova ad evitarli- Disse lei bevendo un sorso di coca cola
-Gli altri li posso anche ignorare,ma lui……..lui non posso evitarlo, mi fa troppa rabbia, quello stupido pallone gonfiato, e come se non bastasse gli abito anche di fronte-
-Ecco, questo potrebbe rappresentare un problema- Disse lei alzandosi, io la seguii verso l’uscita del bar - non è che potrebbe, è un enorme problema- Risposi io - Ad ogni modo, cercherò di farmene una ragione- continuai
-Guarda che carino
questo- Dissi poi fermandomi davanti una vetrina
-Già, entra e provatelo, secondo me ti sta benissimo- Mi rispose sorridendo.
-Maria, sto uscendo- Dissi aprii la porta del camerino del negozio in cui mi stavo provando il vestito convinta che, ad aspettarmi lì davanti ci fosse Maria, ma come al solito, visto che io ero una perfetta idiota, mi sbagliavo
-Secondo me ti sta una bomba, ti fa risaltare le tette, quindi apprezzo e sono sicuro che non sarò il solo- Mi disse Federico Marchetti guardandomi da capo a piedi
-Brutto maniaco, non parlavo con te- Dissi coprendomi con la tenda del camerino
-A si, e allora con chi parlavi- Mi chiese lui poggiandosi a braccia incorciate al muro
-Non sono affari tuoi- Risposi imbarazzata
-A sì, e chi lo dice?- Con uno scatto mi spinse indietro, entrò anche lui nel camerino richiudendosi la tenda alle spalle, dopodiche mi si parò davanti circondandomi la vita con le sue braccia
-Toglimi le mani di dosso- Dissi io cercando di divincolarmi
-Andiamo, non mi vorrai far cerdere che ti sei messa questo vestito senza voler essere toccata- Continuò lui facendosi particolarmente vicino al mio viso. D’istinto lo colpii e mi sentii subito meglio
-Ma che cazzo fai? sei impazzita?- Mi gridò lui portandosi una mano sulla guancia in cui lo avevo colpito
-Idiota, così impari a toccare cose che non ti appartengono- Dissi uscendo dal camerino ed entrando in quello accanto, mi rivestii in fretta ed uscii dal negozio lasciando il vestito sulla poltroncina all’interno del camerino
-Maria, si può sapere dove diavolo ti eri cacciata?- Dissi non appena la ritrovai fuori dal negozio –Scusami Ale, hai ragione, sono uscita un secondo dal negozio perché mi stava squillando il cellulare, ma cos’hai perché sei così agitata?- Mi chiese lei preoccupata
-Quando ho aperto la tenda del camerino, mi sono ritrovata davanti Federico Marchetti, mi ha spinta addosso al muro così, io l’ho schiaffeggiato e sono venuta a cercarti- Dissi tutto d’un fiato
-Cosa? Quel Federico Marchetti?....l’idiota?- Mi chiese lei sorridendo, io annuii
- Dai fammelo vedere-
-Cosa? Ma sei del tutto impazzita?-
-Dai, indicami solo qual’ è dalla vetrina- .Prima o poi la ucciderò.
-E’ quello con la maglietta bianca- Dissi indicandoglielo
-Cazzo Ale, ma sei impazzita, e tu lo hai anche schiaffeggiato, è un figo da paura- Mi rispose lei a bocca aperta
-Bè si, sarà anche passabile, ma è uno perfetto idiota- Risposi ripendendo a camminare verso l’uscita del centro commerciale
-Ok, ma per fare quello a cui mi riferivo io non serve che sia bravo e intelligente- Disse in modo malizioso
-O Maria, perfavore, possibile che non pensi ad altro, e poi io e Claudio ci siamo lasciati appena tre mesi fa- Risposi io
-Ma dai Ale, ancora pensi a Claudio, ho capito che ci sei stata male quando ti ha mollata ma è ora di superarla-
-Non è così semplice, lui è stato il mio primo fidanzato, siamo stati insieme per tre anni, senza contare il fatto che è l’unico ragazzo con cui ho fatto l’amore- Dissi con una nota malinconica nella voce. Claudio mi aveva lasciata tre mesi prima dopo che eravamo stati insieme per tre anni, ci eravamo incontrati per la prima volta a quattordici anni alla festa di un amico in comune, lui mi aveva invitato a ballare, una settimana dopo uscimmo insieme ed entrambi passammo una giornata fantastica così lui mi chiese di diventare la sua ragazza e cinque mesi prima che mi lasciasse decisi di fare l’amore con lui, ma poi inziarono le incomprensioni così lui mi lasciò dicendo di aver bisogno dei suoi spazi.
-Lo so che non è semplice, ma sono sicura che quel Federico sia la giusta distrazione- Continuò lei
- Neanche morta- Fu la mia unica risposta
- Eddai Ale, sarà anche uno stronzo ma non puoi negare che sia molto bello- Ci pensai su per un attimo, quando la mattina lo avevo visto con quella camicia sbottonata la voglia di saltargli addosso si era fatta viva, ma poi quandò aveva aperto la bocca comportandosi così scortesemente anche l’idea di mandarlo all’ospedale maturò in me
-Be, sì, è carino, ma ora andiamo, è tardi e devo finire di studiare- Conclusi io tirando Maria per un braccio.

 

 

 

Federico P.O.V

Incredibile, quella stronza mi aveva schiaffeggiato, prima d’ora non ero mai stato rifiutato, men che meno da una ragazza qualunque come lei.
Uscii da quel negozio incazzato nero, ma senza sapere perché avevo comprato il vestito che stava provando, per un secondo pensai di essere pazzo ma poi mi resi contodi averlo comprato per rabbia, si per rabbia, non c’era altra spiegazione.
Quando arrivai sotto casa mi guardai intorno per vedere se ci fosse traccia di quella stupida ragazzina viziata, ma niente, perfortuna.
- Ciao fratellino, c’è un tuo amico di la in camera tua- Disse mia sorella non appena varcai la soglia di casa.
Senza neanche salutarla mi diressi in camera mia
-Fede, finalmente- Disse Valerio appena mi vide entrare in camera
-Allora racconta, come è andata con la biondina di stamattina, com’è che si chiama? A si, Vanessa?- Mi chiese sedendosi sul mio letto
-Era un’ oca, non la smetteva di parlare, così l’ho scaricata e me ne sono andato- Risposi gettando la busta contenete il vestito nell’armadio
-E allora? Che cazzo te ne frega se era un’oca, è proprio vero, chi c’ha il pane non c’ha i denti- Disse lui guardandomi
-Senti non rompere, a proposito, com’è che stai qui?- Gli chiesi sdraiandomi sul letto
-Perché volevo sapere com’era andata con quella- Mi rispose lui
-Bè ora che lo hai saputo, ti saluto- Dissi indicandogli la porta
-Aspetta, prima che me ne vado…….che facciamo con quelli del Leopardi? Ora ci hanno sfidato ad una partita di calcetto-
-Accettiamo chiaramente, domani mattina prima di entrare a scuola ci andiamo a parlare- Dissi chiudendo gli occhi
-Va bè…..allora vado, a domani- Mi disse lui uscendo.
Avevo mal di testa, tutta colpa di quella stronza, non riuscivo a capacitarmi di come gli fosse venuto in mente di rifiutarmi, senza contare il fatto che quando l’avevo vista con quel vestito, mi era salita un’irrefrenabile voglia di baciarla, di…….meglio non entrare nei dettagli. Ma cosa mi stava succedendo, perché continuavo a pensare a quella stupida- Ehi fratellino, io esco con Ginevra, andiamo al Marilin con un gruppo di amici, tu che fai vieni con noi?- Mi chiese mia sorella piombando in camera mia
-No, non mi va, ho mal di testa- Risposi massaggiandomi le tempie
-Ma dai, che fai a casa da solo?- Continuò lei cercando di convicermi
-No, Roberta ti ho detto di no- Risposi scocciato
-Va bene, certo che sei insopportabile quando ti ci metti, allora ci vediamo dopo, non so a che ora torno, tanto ho le chiavi- Concluse lei uscendo dalla mia stanza. Finalmente solo. Per modo di dire visto che avevo Quella stupida ragazzina in testa.

 

 

 

Alessia P.O.V

 

Rientrai a casa sollevata dal fatto di non aver rincontrato quell’idiota di Federico
-Ciao tesoro- Disse mio padre quando entrai in soggiorno, all’improvviso mi invase un’ondata di sensi di colpa per come lo avevo trattato il pomeriggio -Ciao papà, scusami per oggi ma, il primo giorno di scuola mi mette sempre un certo nervosismo-
-Tranquilla, allora dove sei stata?- mi chiese leggendo il giornale
-Sono stata in un centro commerciale con Maria-
-E non hai comprato niente-  Disse sorpreso notando l’assenza di buste tra le mie mani
-Già, non c’era nulla che mi piaceva- Ripensai a ciò che era successo in camerino e, cosa che mi sorprese, pensai che mi sarebbe piaciuto baciarlo, ma in fondo era solo attrazione, niente di più, e comunque restava sempre un’idiota
-Ale, finalmente, tua cugina Ginevra ti ha chiamata circa venti minuti fa, ha detto che era urgente- Disse mia madre interrompendo i miei pensieri
-Si, la richiamo subito- Risposi, dopodiche entrai in camera mia.
Richiamai ginevra mia cugina, che mi invitò ad una serata con le sue amiche in un locale in centro, così dopo cena mi preparai per la serata indossando un bellissimo vestito e un paio di scarpe con i tacchi (
qui) e truccandomi leggermente. (qui)
-Ciao Alex- Disse mia cugina quando le aprii la porta
-Ciao Gin- Le risposi abbracciandola
-Sei pronta?-
-Si andiamo……mamma, papà noi andiamo- dissi uscendo dalla porta seguita da Ginevra.
-Sali in macchina, dobbiamo aspettare una mia amica, pensa che abita nel tuo stesso cortile- Disse sedendosi al posto di guida della sua macchina
-A si?, che coincidenza- Risposi sorridendo
-Eccola-
-Buona sera- Disse la ragazza salendo in macchina
- Ciao Roby, che bella che sei-
-Grazie, anche tu stai benissimo-
-Ale, lei è Roberta, la mia amica, Roby lei è Alessia, mia cugina-
- Ciao, mia cugina ha ragione stai benissimo- Le dissi sorridendo
-Wow, non c’è che dire, anche tu, sei una bellissima ragazza- Mi rispose guardandomi da cima a fondo
-Quanti anni hai?- mi chiese
-Diciassette, ne compio diciotto a maggio- Risposi
-Anche mio fratello ne ha diciassette, lui però ne festeggia diciotto a Febbraio- Disse
La guardai attentamente e notai che aveva qualcosa nel viso che mi ricordava Federico, prima che potessi fargli qualche domanda le squillò il cellulare
-Pronto. Fratellino, noi siamo già partite, ho un’idea, ora chiamo Cri e ti faccio passare a prendere- Disse lei
-Problemi- le chiesi io quandò attaccò
-No, mio fratello è il solito rompiscatole, prima dice una cosa e poi cambia idea, ha detto che ci raggiunge al locale- Mi rispose lei
Non sapevo perché ma avevo una bruttissima sensazione.
Arrivammo al locale verso le 23:00, ci sedemmo al tavolo raggiungendo altre amiche di Ginevra e Roberta
-Mio fratello è arrivato, mi ha detto che stanno parcheggiano- Disse Roberta un’ora dopo
-Io vado un secondo in bagno- dissi alzandomi e dirigendomi verso la toilette.
Quando uscii dal bagno andai a sbattere contro qualcuno. Quel qualcuno.
-Non è possibile, questo è stalking- Dissi io quando mi accorsi di chi avevo davanti
-Non ci contare proprio, tesoro- mi rispose Federico
-Mi spieghi che ci fai qui?-
-Questo vale anche per te, e poi è possibile che sei così distratta, prima la pallonata in testa e ora mi sei praticamente piombata addosso, anche se, devo dire che la cosa non mi ha infastidito particolarmente, sai, ti sta molto bene questo vestito, anche se quello di oggi pomeriggio lo preferivo senza dubbio- Disse lui avvicinandosi al mio orecchio e annusando i miei capelli profumati di shampoo alla vaniglia
-Devo tornare al mio tavolo- Dissi arrossendo
-Fede, allora sei arrivato, ehi, ma voi due vi conoscete- Disse Roberta vedendo suo fratello particolarmente vicino ai miei capelli
-Bè, si, siamo in classe insieme- Rispose lui incamminandosi verso il tavolo
-Che coincidenza, vero Alessia? Vai a scuola con mio fratello-
-Già, che strana coincidenza- Risposi io imbarazzata al massimo, dopodiche seguii Roberta al tavolo, consapevole dell’orribile serata che mi avrebbe aspettato.

 

 

 

*Note dell’autrice* 

 

 

Grazie per aver letto anche questo capitolo, spero vi sia piaciuto…..
Ho aggiornato così presto perché domani non so se ne avrò tempo, spero di si…..
Ho provato ad inserire i collegamenti ipertestuali ma non so se si vedono.
Grazie ancora a tutti per averlo letto e grazie a chiunque abbia inserito la mia storia tra le preferite

 

Cleppy

 


 

 

 

 

  
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