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Autore: giuliacullen95    15/05/2011    5 recensioni
Giulia è una ragazza realista, spesso cinica con il mondo e con l'amore, ma che succederà quando incontrora Alec, il più affascinante, stronzo e misterioso vampiro di Volterra??
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Volturi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL'AUTRICE: Spero che vi piaccia e ora per festeggiare vado a fare merenda...hihihihi... VI PREGO COMMENTATE!!!!!!


POV Alec

 

 

 

 

 

 

 


Non volevo andare, ma qualcosa mi richiamò alla realtà.
- Chissà dov’è Alec? Io non ce l’ha faccio più…questo party è una noia!
- Che ne dite di un giapponese?
- È possibile, Felix, che tu pensi solo a mangiare?
- Devo andare.
- Ma di solito non è Cenerentola quella che scappa?
Giulia mi guardava con uno guardo dove il divertimento cercava invano di coprire la tristezza.
Posai le mie labbra sui suoi seni e dissi a fior di pelle: - Non vorrei andarmene per niente al mondo,  ma sono venuto con degli amici e mi staranno sicuramente cercando, anche se questa posizione mi elimina ogni forza.
Prima di rialzarmi da quella posizione le diedi un bacio e sentii il suo corpo tremare e la pelle riscaldarsi: era proprio una bella sensazione, di quelle che ti ci abitui subito.
Dopo averle accarezzato il volto e averla baciata con foga e desiderio, le presi la collana.
- Questa viene a casa con me così dovrai per forza venire a cercarmi.
La baciai ancora e sparii.
Velocemente mi accostai ai miei compagni.
- State parlando di me?!
- È possibile che sparisci e ricompari peggio di un coniglio nel cilindro?- Demetri era irritato.
Lo incenerii con lo sguardo: - Si dal caso che io faccia quello che voglio ed è certo che uno qualunque non possa mettersi a darmi ordini!
Demetri si era messo già in posizione d’attacco,  quando con un sorrisino strafottente gli dissi:- Sei sicuro di volerti mettere contro di me? Ti sei dimenticato cosa posso fare?
Il vampiro indietreggiò innervosito, non poteva lottare contro di me, era troppo debole e giovane, l’istinto gli diceva di combattere, ma non avrebbe sicuramente vinto.
- Ti risparmio solo perché Heidi non saprebbe più con cosa giocare.- e andai a piedi.
Alle mie spalle Felix tratteneva il vampirello offeso, mentre mia sorella in pochi secondi mi affiancò portando il mio braccio sulle sue spalle. Era fiera di me, lo sentivo, e soprattutto divertita dall’impotenza di Demetri.
 
Il giorno dopo quel party avevo una sete incontrollabile e, a pranzo, bevvi fino a scoppiare.
-Fame?- mi chiedeva divertito Felix- Cosa hai fatto ieri sera?
Risposi guardandolo negli occhi ed addentando un’altra ragazza.
Mentre il sangue mi scorreva in gola, riscaldando il mio animo dannato, Giulia si impadronì dei miei pensieri.
Le sue labbra, i suoi abbracci, il suo desiderio, scatenarono in me una sete ancora più indomabile  e forte: il desiderio di Lei. Avevo bisogno si toccarla, di baciarla, di averla.
Appena Aro ci congedò corsi in camera, aprii la cassaforte e presi la sua collana. La strinsi tra le mani e l’annusai.
Il suo odore mi invase la mente, quel dolce profumo di pane, cioccolato, di fuoco che risvegliava il mi defunto cuore.
 
Quella sera andammo al suo bar, la sua collana era nella tasca interna della giacca di pelle.
Indossai la mia solita maschera di indifferenza e superiorità, ma il mio sguardo vagava qua e là per trovare la mia Giulia. Svogliatamente mi feci trascinare al nostro tavolo. Lì, finalmente, il mio desiderio venne esaurito.
- Desiderate il solito?- il suo sorriso era solo un cordiale saluto, non era lo stesso che avevo visto in quel giardino, quando era stretta dalle mie braccia.
- Sì, grazie.- rispose gentilmente Heidi.
Mentre si allontanava, vidi che Demetri le fissava di sottecchi il fondoschiena. Lo feci notare ad Heidi che gli diede uno schiaffo.
Il vampiro la guardò meravigliato, ma poi, comprendendo di essere stato beccato, abbassò lo sguardo con successive risate di tutti quanti.
- Andiamo a ballare? Daiiiii, daiiii, daiiii!! - Jane aveva iniziato la sua litania.
Heidi, ancora infastidita, accettò di slancio, così Demetri ed infine Felix.
- Tu non vieni?- mi chiese Jane con i suoi occhi da finta dolce fanciulla.
- No, non mi va, forse dopo…comunque voi andate pure.
Fui lasciato da solo al tavolo, subito una violenta gelosia invase la mia mente. Come osava, quel patetico vampiretto, quel insignificante cagnolino, a guardarla così lascivamente. Avrei voluto spezzettarlo in mille pezzi e bruciarlo lentamente nel camino.
Qualcosa, però, mi distolse dai miei pensieri omicidi.
Il profumo di Giulia mi diede alla testa. Sentii i suoi passi leggeri ed eleganti insieme al tintinnio dei bicchieri.
Mi misi nel punto più nascosto così da non essere visto, lei si avvicinò, appoggiò i drink e stava per andarsene. Mi avvicinai rapidamente, la presi e la trascinai con me sul divanetto nascosto.
Cominciò a dimenarsi.
- Sei proprio forte micetta!- alle mie parole Giulia si bloccò.

 

 

Pov Giulia

- Sei proprio forte micetta!- a quelle parole mi bloccai.
Non mi serviva una prova, ma girandomi lo vidi, bello e strafottente come sempre.
- Non mi fai nemmeno una festa?!?!- la sua voce era rauca e maliziosa.
Lo fulminai: - Non eseguo gli ordini come una bambolina!
Mi strinse a sé ed incominciò ad accarezzarmi la schiena. Mille brividi m’invasero, ma non volevo dargliela vinta subito, non poteva fare a suo piacimento.
- Sono forse un giocattolo per te?- dissi cercando di alzarmi.
Il suo sguardo diventò cupo e malinconico come un grigio pomeriggio estivo: - Perché sei così fredda? Perché dici queste cose?
Lo guardai negli occhi e non riuscii più a resistere.
- Chiedi, chiedi … e poi non mi hai neanche un bacio!
Le braccia strinsero di più la presa e mi baciò. Era una bacio bramoso, incendiario.
- Mi sei mancata…
- Davvero? Non ci credo…- non riuscii a dire altro perché le sue labbra mi avevano già imprigionato in un altro bacio infuocato: - Ora mi credi?
Si mise a sedere e mi portò sulle sue gambe. Continuava ad accarezzarmi la schiena con una mano mentre con l’altra accarezzava le mie calze a rete.
- Lo sai che questo non va proprio bene?-il suo sguardo era malizioso.
Gli sorrisi con l’aria da finta innocente: - E perché?
Con la mano strinse il margine della mia minigonna e, avvicinandosi al mio orecchio, mi sussurrò:- Perché… non mi piace che tutti ti guardino così!
- Così come?
- Come se potessero averti…-lo fissai negli occhi il suo sguardo color sangue m’infiammò: -ma non possono perché tu sei MIA!!
Quelle parole mi mandarono il cervello e il cuore in tilt.
Lui mi prese per i fianchi e mi sdraiò sul divanetto, le sue labbra erano a pochi millimetri dalle mie.
- Appartieni a me e…- e la sua voce diventò così calda da incendiarmi il viso:- …e io non posso fare a meno della mia droga personale…
   
 
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