Il Sesto Nordico
Cap 1: L'inizio di tutto
Non
sapeva cosa l’avesse spinto quella mattina a
lasciare Nuuk per andare a Copenaghen, ma la prima cosa che aveva fatto
era
andarsene dalla Danimarca: non riusciva a sopportare la vista di
Mathias, la sola
presenza del danese bastava per mandarlo in bestia, non sopportava la
cosa di
dover dipendere da lui, per cui alla prima occasione era andato in
Finlandia. Con
Tino riusciva tranquillamente a parlare, era l’unico dei
Nordici con cui andava
d’accordo: sarà stato per il suo sorriso sempre
gentile e la sua indole
benevola, ma fatto sta che era l’unico con cui stesse bene.
Arrivò
a casa del finlandese nel giro di poche ore,
e quest’ultimo, quando suonò, l’accolse
alla porta con il suo immancabile sorriso.
“Ciao
Erik! A cosa devo la tua visita?”
“Ero
venuto a salutarti, tutto qui: è da un po’ che
non ci vediamo” gli rispose il groenlandese, sorridendo
appena: per quanto si
sforzasse, Erik non riusciva mai a sorridere, o meglio, non era capace.
Era
passato tanto tempo dall’ultima volta in cui aveva sorriso
sul serio …
Groenlandia
entrò nella casa, venendo subito accolto
da uno scodinzolante ed eccitato Hanatamago, che si mise a fargli
subito le
feste. Il ragazzo si limitò ad accarezzarlo con fare
affettuoso, per poi
sistemarsi in salotto, venendo raggiunto poco dopo da Finlandia che gli
porse
una tazza di tè fumante.
Le mani
pallide del ragazzo parvero assorbire il calore della bevanda, e questo
fece
piacere al groenlandese.
“Ma
non ti
sei tagliato ancora i capelli? L’ultima volta mi avevi detto
che lo facevi”
“Eh?
Ah, i capelli … beh, alla fine non l’ho fatto,
sono troppo abituato a tenerli lunghi” spiegò Erik
portando dietro all’orecchio
una ciocca di capelli ribelli che gli era finita davanti agli occhi. La
vera
ragione per cui Groenlandia non li tagliava era perché amava
tenere i capelli,
bianchi come la neve, lunghi fino alle spalle: portava la riga sul lato
destro,
e se si faceva attenzione, si notava una piccola treccia, appena prima
dell’orecchio
sinistro. I suoi occhi erano azzurro ghiaccio, freddi e calcolatori,
che non
lasciavano trapelare nessuna emozione, ed era così pallido
che sembrava un
morto vivente, ma queste erano cose che ad Erik non importavano,
così come non
gli importava dei commenti poco graditi di Danimarca che continuava a
lamentarsi del suo pessimo carattere e della sua poca pazienza, un
carattere
che spesso aveva procurato al danese un sacco di ferite.
“Senti
Erik … nonostante siamo amici, non so nulla
sulla tua storia, tu stesso eviti di raccontare quello che ti
è successo, così
come Norvegia e Danimarca”
“Quindi
… vorresti che ti raccontasi la mia storia?”
Il
finlandese annuì. Erik non rispose, rimase a
fissare il suo tè, con aria falsamente interessata.
Sospirò amaramente, bevendo
un sorso del liquido, ormai tiepido, per poi appoggiare la tazza sul
tavolino
che aveva davanti, fissando fuori dalla finestra, notando che si era
messo a
nevicare.
“Nevica
fuori … nevicava anche quel giorno …”
cominciò, senza smettere di fissare i fiocchi di neve
candida che scendevano
leggiadri dal cielo, in eleganti turbinii che disegnavano ghirigori
nella
fredda aria pomeridiana.
“Cosa
intendi?” gli chiese Tino
“Nevica
il giorno in cui … conobbi Islanda”
“Quindi
… mi racconterai la tua storia?”
“Sì,
ma bisogna tornare indietro di tanto tempo …
nel lontano 980 Dopo Cristo …”
Nevicava,
come ti ho già detto. Ero sulla riva del
mare, quella mattina. Nonostante fosse inverno, la temperatura era
sopportabile
rispetto a quella che c’è oggi, non a torto il mio
nome significa Terra Verde,
ma ora sto divagando.
Ricordo
che fissavano l’orizzonte, immobile come una
statua, mentre le acque grigie del mare si infrangevano placide sulla
riva,
portando con sé i detriti della scorsa tempesta. Gli unici
suoni che sentivo erano
quelli del mare e del vento, che trasportava i fiocchi di neve che si
adagiavano dolcemente a terra, coprendo la sabbia con un sottile strato
bianco,
confondendosi con i miei capelli. A me non importava, avevo la
sensazione che
qualcosa sarebbe accaduto, ma non sapevo dirmi se sarebbe stata
positiva oppure
no, fatto sta che, dopo quelle che mi parvero ore, in lontananza vidi
qualcosa
di scuro avvicinarsi alla costa, e ben presto ne apparvero altre. Si
facevano
sempre più vicine, e mi spaventai. Fu solo quando vidi che
quelle strane cose
si avvicinavano che mi alzai per correre via, ma non me ne andai molto
lontano,
mi nascosi tra dei cespugli, e osservai quelle cose che, avrei scoperto
più
tardi, si chiamavano navi, fermarsi sulla riva. Quello che vidi dopo mi
scioccò: erano degli essere come me, anche se più
grandi. Parlavano una lingua
che non capivo, e uno di loro, forse il capo, urlavano ordini agli
altri, che
si affrettavano ad ubbidire. Li osservai per parecchio tempo, studiando
ogni
singolo movimento, senza essere notato, quando,
all’improvviso, uno di loro si
girà dalla mia parte: un ragazzo all’apparenza
gracile, completamente diverso
dagli altri, grossi il doppio. Aveva i capelli bianchi, come i miei, e
i suoi
occhi violetti mi fissavano, sembrava che mi vedesse, e la cosa mi
allarmò di
più quando, dicendo una cosa a uno dei compagni, si
allontanò per avvicinarsi
al mio nascondiglio. Corsi via, senza osare guardarmi indietro,
saltando
tronchi e rocce, cercando di seminarlo, e quando mi fermai, stanco per
la
corsa, lo vidi davanti a me, che mi fissava. Ero spaventato, ma il suo
sguardo
non faceva trapelare cattive intenzioni. Si chinò abbastanza
per permettergli
di fissarmi. Restammo in silenzio per un tempo che parve interminabile,
poi lui
sorrise, parlando in un modo completamente diverso da quello che avevo
sentito
prima:
“Io
sono Islanda, tu come ti chiami?”
Angolo Autrice:
Era da un po’ di tempo che volevo scrivere una fic dove apparissero i Nordici, e da brava fan quale sono, ho deciso di scrivere della vita di Groenlandia: dalla sua scoperta da parte di Islanda fino ai giorni nostri dov’è ancora sotto il dominio di Danimarca, anche se si autogoverna. Le informazioni su Erik (mio OC, ovvero Groenlandia) le cerco su Wikipedia, quindi abbiate pietà di me: se ci sono delle incoerenze fatemelo sapere, ok?
Beh,
questo era il primo
capitolo, spero di essere stata abbastanza brava a descrivere.
Detto
ciò, ci vediamo al prossimo capitolo! ^__^
Farvel!