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Autore: Lils__L7    15/05/2011    9 recensioni
E se Lumacorno decidesse di far produrre ai suoi studenti del settimo anno una pozione che prevede un procedimento.. particolare? Dopotutto, nessun uomo sano di mente imporrebbe James Potter come compagno di pozioni di Lily Evans, no?!
E' la mia prima fic.. siate clementi! :D
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lui e lei che stanno insieme solo con la colla.'
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Sixth day.

«Ma io ti prometto che
fino a quando sarai con me
da ogni cosa ti proteggerò
e non permetterò mai a niente e nessuno
di portarti via da me..
»
[Modà - Mia]



«Potter, ma sei tutto scemo o cosa?! Non puoi giocare oggi!».
«Oh avanti Evans, non essere pesante! Io..».
«Non sono affatto pesante, Potter! Sono prudente!».
«E io sono il Capitano della squadra di Quidditch, quindi non posso non giocare!».
James Potter sollevò con forza il calderone calciando l'anta dell'armadietto da cui l'aveva preso con un piede per farla chiudere; contrasse il volto in una smorfia di dolore: dopotutto, neanche otto ore prima era ancora in infermeria a soffrire per tagli e contusioni varie.
Erano le due di pomeriggio, orario davvero pessimo per dedicarsi a una qualsiasi attività che non fosse il dormire, e James e Lily preparavano come al solito tutti gli ingredienti che avrebbero dovuto utilizzare per portare a termine quel maledetto compito assegnato loro da Lumacorno; la rossa Caposcuola sembrava parecchio irritata, a giudicare dal cipiglio e dal tono di voce con cui si rivolgeva al compagno.
«Potter, razza di imbecille, non ti reggi in piedi!» esclamò infatti. «Giocando stasera rischi non solo di tornare da Madama Chips, ma anche di far perdere la squadra!».
«Evans, la squadra non perderà mai con me in campo.» replicò lui, rivolgendole uno sguardo strafottente.
«Stupido vanitoso!».
«Ehi Caposcuola, vacci piano coi complimenti! Abbiamo una pozione dell'odio da preparare.».
«Simpatico!».
«Ok ok, basta così.» disse infine James alzando le mani e accostandosi alla ragazza. «Prometto che non farò l'incosciente come mio solito, eviterò spericolate acrobazie e quant'altro, ma giocherò Evans. E' l'ultima partita dell'anno!».
Lily si morse il labbro inferiore, esitando. «Non puoi evitare? I Corvonero sono delle schiappe rispetto a voi..».
«Ma se non gioco chi prenderà il boccino? Flinn è scoordinatissimo, neanche riuscirebbe a salire sulla scopa.».
La rossa alzò gli occhi al cielo di fronte all'ennesima manifestazione di vanitosa onnipotenza del Cercatore.
«Cos'è, Evans? Ti stai preoccupando per me?».
Lily arrossì all'istante di fronte al tenero sorriso di James; come al solito, era diverso da quelli che rivolgeva ai suoi amici e a tutti gli altri: era aperto, sincero, rassicurante, belliss..
«Chi, io?!» ribatté lei, riscuotendosi dagli stupidi pensieri che stava facendo. «Abbiamo perso abbastanza tempo con questa pozione, Potter, non vorrei dover finire il compito in infermeria.».
«Tutto qui?».
«Tutto qui, Potter. E adesso al lavoro, per recuperare dovremo lavorare anche sabato sera.».
«Cosa? Ma.. sabato c'è l'uscita ad Hogsmeade!» protestò James, cominciando a tirar fuori il solito coltello ed esaminando i semi che avrebbe dovuto bucherellare.
«Ho detto di sera.» rispose Lily, facendo spallucce. «Verremo qui dopo cena e.. smettila di fare quella faccia sofferta, se tu non ti fossi fatto attaccare dai Serpeverde..!».
«Se io non mi fossi fatto attaccare?! Sono stati loro a cominciare!».
«Beh, potevate semplicemente andarvene!».
«E che gli vado a dire poi al Cappello Parlante?! Sì, mi hai smistato tra i coraggiosi ma davanti ai nemici preferisco darmela a gambe!».
«Oh avanti, i nemici? Sono studenti del tuo stesso anno..».
«..Che fanno uso di incantesimi progettati per ferire e Maledizioni senza Perdono! Sirius ha evitato per poco qualche Cruciatus, e non lo stavano attaccando certo per vedere se riuscivano a metterle in pratica!».
Lily rabbrividì al nome della Maledizione e per un attimo fu davvero spaventata per quello che avrebbero potuto fare a Black. James aveva ragione, fuori da Hogwarts imperversava la guerra e gli studenti stavano cominciando a scegliere da che parte stare, e lei, che sarebbe diventata Auror, era sicura che avrebbe incontrato gran parte dei suoi compagni di scuola a combattere tra le prime file.. dei nemici, però.
«Va bene, hai ragione tu.» ammise. Gettò disordinatamente degli ingredienti all'interno del calderone, come per prendere tempo prima di parlare. «Spero vinciate.».
James sorrise lievemente, ora di nuovo sereno dopo il piccolo battibecco. «Verrai a vedere la partita?».
«Solo per assistere al momento in cui ti sfracellerai da quella mazza di legno, Potter.».

Il campo di Quidditch era stracolmo di studenti vestiti di blu, dato che tutti i Serpeverde tifavano spudoratamente per i Corvonero; la parte di campo occupata dai tifosi Tassorosso era gialla e nera, perfettamente neutra, e dall'altro lato del campo spiccava la tifoseria Grifondoro, rossa e scalmanata. Madama Bumb ripeté per forse la millesima volta nella sua vita che voleva una partita onesta, poi si allontanò dal campo pronta a liberare le palle da gioco.
Lily Evans, seduta tra Alice e Mary, passò in rassegna con lo sguardo tutti i giocatori della sua squadra, augurando mentalmente buona fortuna ad ognuno di loro; aveva accettato controvoglia di farsi dipingere la faccia di rosso e oro, ma esibiva soddisfatta la sua sciarpa di lana di quei colori, aggrovigliata attorno al collo.
Sirius, Remus e Peter Minus sedevano dietro di lei, dipinti e gasati come non mai.
«Black, attento a quei popcorn, accidenti!» lo rimbeccò, togliendosi dai capelli quelli che gli erano caduti per un saltello euforico da fischio d'inizio.
«Scusa Caposcuola! Niente Caccabombe nel mio letto stanotte, ok?» rispose lui, sogghignando.
Lily alzò gli occhi al cielo, nascondendo a stento una risatina e concentrandosi sulla partita. I giocatori avevano cominciato a svolazzare per il campo contendendosi la Pluffa, e sembrava proprio che i Grifoni sarebbero passati presto in vantaggio. James si aggirava aggraziato da un punto all'altro senza una meta precisa, cercando con lo sguardo il Boccino d'Oro.
Il pubblico intonava cori indefiniti per incitare i giocatori; i Corvonero erano già sotto di qualche decina di punti dopo solo venti minuti dall'inizio della partita.
Davvero delle schiappe, pensò Lily cercando James con lo sguardo. Il Cercatore continuava ad esultare ad ogni tiro della sua squadra e si esibiva in capriole di gioia quando venivano assegnati loro i punti. Il solito egocentrico vanesio! Pensasse ad afferrare al più presto quello stupido Boccino!
All'improvviso il Cercatore dei Corvonero, un occhialuto bradipo secchione, si gettò in picchiata verso la parte del campo in cui sedevano i Serpeverde; l'intero stadio perse completamente d'occhio gli altri giocatori per seguire lui, incitandolo a gran voce. Solo una persona continuò a comportarsi esattamente come prima: James Potter.
«POTTER! Che stai guardando, le farfalle?!» sbraitò un'infuriata Minerva McGranitt dagli spalti, agitando il pugno contro di lui.
«James, va tutto bene?» urlarono i suoi amici, non capendo cosa stesse facendo.
Il Cercatore dei Corvonero era sempre più vicino agli studenti solitamente verde-argento, un esaltato luccichio negli occhi; gli altri giocatori Grifondoro ripresero velocemente possesso della Pluffa e intrapresero un'altra azione vittoriosa, cercando di fare abbastanza punti per supplire all'idiozia del loro Cercatore che in quel momento sorrideva alla professoressa di Trasfigurazione salutandola con la mano.
Mentre i Corvonero strillavano entusiasti a vedere il loro Cercatore così determinato - e così maledettamente vicino - , James scattò in avanti verso un punto piuttosto imprecisato, quasi diametralmente opposto a quello in cui si stava dirigendo il suo rivale.
Lily osservava la scena ad occhi spalancati, incredula; ma dove accidenti stava andando?! Oh, lo aveva detto lei che non era in condizioni di giocar..
«Aaaaaah!» strillò la rossa, quando il suo Cercatore le passò a neanche un metro di distanza, guidando la sua scopa verso l'alto. «Potter, ma che ca..».
L'attenzione degli spettatori si spostò immediatamente dal Corvonero (che aveva frenato improvvisamente la sua corsa, accortosi di star inseguendo il bagliore di un orologio) a James, e i cori si zittirono in meno di due secondi: il Cercatore impennò verticalmente, virò con forza all'indietro fino a compiere una paurosa rovesciata e infine indirizzò nuovamente la scopa verso Lily Evans.
Le frenò davanti esibendo il sorriso che riservava solo a lei, divertito dall'espressione sconcertata che stava ricevendo di rimando.
«Pott..» tentò lei.
James si portò un indice alla bocca mimandole di fare silenzio; l'intero stadio pendeva ormai dal suo dito. Che stesse per farle una dichiarazione d'amore, in barba alla partita di Quidditch?!
Lentamente, stese il braccio verso di lei, a pugno chiuso; poi, notando che nessuno ancora cominciava ad esultare, ridacchiò e portò la mano in alto, sopra la testa, dopo averle fatto l'occhiolino.
Schiuse un poco il pugno.
Lo stadio esplose in un boato di gioia.
James Potter aveva preso il Boccino.

«Sei stato grande, James!».
«Che spettacolo, Potter! Credevamo fossi impazzito!».
«Come hai fatto a capire che Patil non stava inseguendo il vero Boccino?».
«Che idea, porgere il Boccino a Lily Evans!».
«Fino a che ora si festeggia, Jam?».
La Sala Comune dei Grifondoro risuonava di voci festanti; la stanza era stata addobbata con gli striscioni che ormai venivano appesi tutti gli anni, qualcuno aveva trasfigurato i tavolini in grossi banchi su cui appoggiare il cibo preso nelle cucine e qualcun altro aveva stregato le candele appese alle pareti in modo che cantassero in continuazione. La Casata era nel pieno dei festeggiamenti, e dopo due ore ancora non erano finiti gli elogi a James; il Cercatore sedeva su una poltroncina accanto alle finestre con i suoi Malandrini e continuava a ricevere pacche sulle spalle da tutti quelli che passavano di lì per congratularsi con lui.
Nemmeno lui sapeva come aveva fatto a distinguere il bagliore di quell'orologio da quello di un vero Boccino, e soprattutto non sapeva come aveva fatto a scorgere quello vero. Sapeva solo che era riuscito, nel contempo, a vincere la Coppa di Quidditch anche per quell'anno e a stupire e zittire insieme Lily Evans. Sentiva che quella vittoria poteva essere solo dedicata a lei, e sperò di non averla messa in imbarazzo; in effetti, in Sala Comune ancora non si era vista.
Addentò qualche popcorn e cominciò per quella che doveva essere la ventesima volta a raccontare il flusso di pensieri che aveva accompagnato le sue azioni tanto impreviste all'ennesimo gruppetto di ragazzine sognanti, divertito. «Così, quando ho visto il Boccino che svolazzava proprio sopra la testa della Evans, ho pensato: deve essere proprio un segno! Fortunatamente non si è allontanato molto da lì, quindi ho potuto acchiapparlo e..».
«E porgermelo, Potter. Veramente tenero da parte tua.».
Le ragazzine ai piedi del Cercatore fulminarono con gli occhi la figura della ragazza che era comparsa alle loro spalle e che aveva interrotto il racconto di James, ottenendo tutta la sua attenzione in men che non si dica.
«Sono contento che tu abbia apprezzato il gesto, Evans.» commentò James, dimentico di fan e popcorn.
«Non l'ho apprezzato, Potter.» replicò Lily, le mani sui fianchi e lo sguardo tra il serio e il divertito.
«Lo so.» rispose lui. Le sorrise.
Se non la smette con questa faccia da ebete lo Schianto qui, nel pieno della festa, pensò la Caposcuola.
«Avresti potuto farti male.».
«Hai ragione, la prossima volta ti darò questa soddisfazione.».
La ragazza non potè fare a meno di sorridere. Non era poi così ebete in effetti.
E' anche carino, infatti.
Che?!?
Non puoi negarlo!
«Beh, complimenti allora. Sei.. sei stato bravo a prendere il Boccino.» disse.
«Oh, tutto regolare. I Boccini sono sempre così, con me.» rispose lui, senza smettere di sorridere.
«Così come?».
James ridusse il suo sorriso, senza perdere però l'aria serena. «Sono i Boccini a venire da me.».
«Oh, li attrai come una calamita? Devo pensare che ci sia qualcosa di illegale sotto?» scherzò Lily, spiazzata dalla serietà con cui aveva detto quella frase.
«Non esattamente Evans.» puntualizzò il Cercatore. «Prendere il Boccino d'Oro è tutto quello che voglio, durante le partite. Lui lo sa, è per questo che si lascia sempre prendere da me.».
Lily non rispose, preoccupata per la sanità mentale del ragazzo.
«E non solo nelle partite di Quidditch. Presto anche il Boccino che inseguo da anni si lascerà afferrare da me.. e stanne certa, non permetterò a nessuno portarmelo via.» continuò James.
Lily boccheggiò. Lui riprese a sorridere divertito, come se non fosse successo niente.
«Popcorn, Evans?».


Ooh, ecco andato anche il sesto giorno!
Questa povera pozione ci manderà al manicomio, adesso anche di sabato sera!
Mi scuso per il ritardo (solo altri 22 giorni di scuola! FORZA!) e ringrazio ancora una volta chi ha recensito lo scorso capitolo, davvero, siete meravigliose ragazze *______*, grazie!
A presto spero! Bacioni,
L7!
  
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