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Autore: crazyhorse    16/05/2011    0 recensioni
Credete che l'amicizia si possa trasformare in amore? No? E se in fondo in fondo a un'amicizia ci fosse sempre stato qualcos'altro? Quanto deve essere forte un'amore per resistere al tempo e alla distanza? Ma sopratutto può un'amicizia sopravvivere ad un amore finito? Questa storia racconta di questi due sentimenti che, quando sono DAVVERO sinceri, rendono una persona DAVVERO fortunata.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TEKE ME TO THE PLACE I LOVE 2 TAKE ME TO THE PLACE I LOVE(1)

CATTOLICA - Agosto 1996

Siete mai stati DAVVERO FELICI? Vi auguro di sì, ma io intendo quella felicità pura, che vi rende leggeri, che vi fa viaggiare con la mente in posti sconosciuti e fantastici dove la sofferenza, se mai l'avete provata, è una cosa lontanissima, dove tutto vi sembra possibile, dove il domani sarà un giorno ancora più meraviglioso di oggi e dal quale non vorreste mai venire via, ma nel quale vi rifugiate quando siete tristi. Allora, siete mai stati COSI' FELICI?
Rachele lo fu per due settimane nell'agosto del 1996, quando a diciotto anni ancora da compiere si ritrovò con i suoi amici di nuovo a Cattolica. Ovviamente nessuno di loro era più il bambino di quando si erano conosciuti ormai dodici anni prima, e non lo era neanche il sentimento che legava tutti e tre, nel bene e nel male. Se dodici anni prima insieme giocavano a biglie e facevano il bagno in mare, ora, nel 1996 loro tre insieme  continuavano a divertirsi come dei bambini, ma avevano anche scoperto quanto profonda può essere un'amicizia e quanto importante sia avere qualcuno accanto che ascolta tutti i deliri giovanili senza giudicare, ma anzi avendo la straordinaria capacità di capire quello che si prova da un solo sfuggente sguardo. In pratica loro tre insieme si sentivano invincibili. 
Di quelle due settimane Rachele immaginava che ci fossero state le solite partite a beach-volley e bagni in mare come tutti gli anni; già lo immaginava perchè in effetti non se lo ricordava con esattezza. Le uniche cose che ricordava chiaramente erano le interminabili passeggiate che loro tre facevano sulla spiaggia, la sera...la sera...la notte più che altro. Dopo un veloce giro in centro per prendere un gelato o per bere qualcosa, raggiungevano la spiaggia e si sdraiavano su tre lettini, guardando le stelle e parlando di qualunque cosa venisse loro in mente; che fosse stupida o esistenziale, non importava. Stavano lì sdraiati per ore e ore, fino a notte fonda, senza che a nessuno dei tre venisse sonno, perchè parlare di tutto così sinceramente era talmente liberatorio da essere quasi esaltante.
Quell'estate Rachele prese la sua prima (e unica) sbonza...sbronza...più che altro si era trattato di una quasi-sbronza. Era stata sufficiente una tequila bum-bum per farle girare leggermente la testa. A quel punto non aveva più bevuto niente, perchè perdere le ore di chiacchiere insieme ai suoi amici sulla spiaggia per colpa di uno stupido stordimento post-alcool sarebbe stato da idioti. Tuttavia la tequila, quella sera, le aprì una serie di riflessioni interiori, le uniche che non comunicò ai suoi amici, nè in quell'occasione, nè mai in futuro. Come al solito erano sdraiati su tre lettini di qualche bagno fra Rimini e Gabicce Mare, senza sapere esattamente a che altezza fossero, e stavano parlando di cosa avrebbe potuto succedere nelle loro vite una volta fatta la maturità:
-Cosa sarà di noi...dopo...?- chiese Rachele, la cui logica nei concetti era stata parzialmente spazzata via dai fumi della tequila bum-bum, guardando le stelle sopra di loro.
(Ok, non parlavano sempre di concetti esistenziali come quello. Due minuti prima Marco aveva chiesto: "Cosa fa un gatto nell'acqua?" e Rachele aveva risposto immediatamente: "Galleggia!". Dopo una buone dose di risate tutti e tre insieme era stato Christian a porre una domanda: "Cosa fanno due galli nello stesso pollaio?". Marco aveva risposto senza neanche pensarci un secondo: "Litigano per la gallina migliore...". Ecco, in quel caso prima che tutti e tre ridessero passarono un paio di secondi di tensione; Rachele, beata innocenza, non fu neanche sfiorata dall'idea che la "gallina" in questione potesse essere lei.)
In ogni caso la domanda di Rachele fu seguita da un denso silenzio durante il quale i suoi amici rifletterono su quello che avrebbero voluto fare della propria vita. Siccome il loro silenzio si protrasse per diverso tempo, Rachele si era voltata prima verso l'uno poi verso l'altro e solo in quel momento mise realmente e coscientemente a fuoco le Persone che aveva al proprio fianco. Marco era decisamente il più esuberante e pazzo di loro tre. Spigliato e con la battuta sempre pronta, non si tirava mai indietro quando era il prorpio turno in una conversazione. Ok, non era particolarmente attraente, i lineamenti del suo viso erano un po' spigolosi e le orecchie a sventola non portavano di sicuro armonia in essi, ma la sua spontaneità aveva fregato anche Rachele, due estati prima. Christian, invece, era decisamente più riservato; non che si facesse mancare la battuta giusta al momento giusto, ma quando doveva comunicare qualcosa di sè a qualcun'altro ci pensava sempre due volte. Era il più riflessivo di loro ed aveva un tocco di ombrosità che aveva sempre attratto Rachele un filo più di quanto un semplice amico avrebbe dovuto. E poi, fisicamente parlando, era decisamente in forma...molto in forma. Guardandolo, mentre lui era concentrato su qualche stella nel cielo, Rachele ripensò a tutte le estati passate insieme e realizzò che era sempre stata affascinata da lui in modo particolare...insomma per farla breve, da piccola si era presa una cotta colossale che si rinnovava tutte le estati e che, crescendo si era trasformata in...in...cosa? Cosa provava esattamente Rachele per Christian in quel momento, mentre erano sdraiati sulla spiaggia a parlare del futuro? Beh, la ragazza non seppe definire quel sentimento, però sapeva anche fin troppo bene che esso si traduceva fisicamente in un fastidiosissimo e costante formicolio allo stomaco e in un impulso al contatto fisico che lei doveva continuamente reprimere con disumana fatica.
Tuttavia due estati prima, l'uragano Marco l'aveva travolta con tutta la sua follia e Rachele aveva dato il suo primo bacio. Sì, avete ragione, non si fanno cose tipo trasformare il tuo migliore amico nel tuo ragazzo, ma lì per lì e, soprattutto per mancanza di esperienza, Rachele non ci aveva  trovato niente di male. Finite le vacanze, lei e Marco si erano tenuti in contatto per un po', poi era risultato fin troppo evidente che mantenere seriamente una relazione a distanza, che già in età adulta è una cosa di per sè complicata, a sedici anni era un'impresa improba, per cui avevano deciso di "rimanere amici"....o meglio lei era rimasta sua amica, ma Rachele aveva sempre avuto la sensazione che, dopo quell'estate, lui si sentisse in imbarazzo quando intorno c'era anche lei.
Quell'estate Christian non c'era....sarà stato significativo questo fatto per determinare il corso degli eventi?
L'estate del 1996 fu l'ultima che i tre amici passarono insieme. Negli anni successivi, si persero fra fidanzati e fidanzate, parenti in Perù, vacanze-studio all'estero, esami universitari che da soli non si sarebbero dati, lavoro e libri che dovevano andare in stampa possibilmente includendo nel volume anche l'ultimo capitolo. Risultato? Qualche contatto per e-mail (ripensando ai quali Rachele si sentiva una perfetta stronza) auguri di Natale e basta.

Mentre, durante la passeggiata a cavallo, l'odore della primavera arrivava dritto e prepotente nel cervello di Rachele, lei ripensò a quella sera, quella della sua prima e unica quasi-sbronza, quando, forse per la prima volta, aveva fatto capolino dentro di lei il concreto pensiero di Christian, un ragazzo e non di Christian, il suo amico; quella sera sulla spiaggia lei aveva percepito qualcosa di invincibile e potente che li legava tutti e tre. Che fine aveva fatto? Scomparso? Sciolto come neve al sole? Che amarezza...certo non è che lei si fosse comportata granchè bene con i suoi amici.  Chiaramente i messaggi che si era scambiata con Marco e Christian era totalmente diversi. Con Marco scherzava e faceva battute stupide e piccanti sulle sue avventure irlandesi (finita la scuola si era trasferito in Irlanda per trovare lavoro), mentre con Christian no. Con lui sviscerava i suoi problemi, si liberava e si sfogava di tutto il caos che aveva in testa riguardo a tutto. Per esempio sul fatto che non sapeva cosa fare della propria vita dopo la maturità. Non aveva mai detto a nessuno dei due che a Bologna c'era un editore abbastanza fuori di testa per accettare di pubblicare quello che lei scriveva. Chissà perchè?
Ricordava perfettamente di essersi confidata con Christian, tramite e-mail, quando si era innamorata del suo istruttore di equitazione. Gli aveva raccontato quanto le piacesse e quanto quello la facesse stare male. Ricordava perfettamente di averlo praticamente sepolto sotto tonnellate di parole di angoscia e disperazione.  E poi? Poi la storia con l'istruttore si era concretizzata e lei e Christian non si erano più sentiti...sì, Rachele si era comportata come una stronza, e tutte le volte che ripensava a come stupidamente era finita un'amicizia così profonda si sentiva un verme! Ripensandoci le venne spontaneo insultarsi abbondantemente. Perchè lei doveva essere stata dosì stupida? Improvvisamente un pensiero orrendo le squarciò la mente come un coltello affilato: a parte sua madre, Christian era la persona che la conosceva meglio sulla faccia della terra, e lei come si era comportata con lui? Ma cosa diavolo aveva nella testa? Sabbia? Segatura? Probabilmente una miscela di entrambe le cose!
Rientrando al maneggio, due ore dopo essere uscita, Rachele non era più tanto sicura che una bella passeggiata a cavallo fosse la soluzione migliore per liberare la mente. Ora aveva la sensazione che, oltre ad essere una scrittrice finita già a venticinque anni, era anche un'idiota.
Per la cronaca, la storia con l'istruttore era andata avanti per sei anni, poi, dopo due anni di convivenza, era finita miseramente con lui a letto con un'altra.

(1) Da "Under The Bridge" - Red Hot Chili Peppers

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Gli eventi raccontati in questo capitolo ed in quello precedente saranno più o meno gli unici realmente accaduti di tutti quelli che costituiranno questa storia. Rachele esiste davvero, ovviamente non si chiama Rachele e, ahimè, non fa la scrittrice (...e provate a indovinare chi è); anche Marco e Christian esistono davvero. E' ovvia anche un'altra cosa, e cioè che la "vera Rachele" non è stata così fortunata come lo sarà quella della storia, per questo ci terrebbe a dire un paio di cose. Primo vorrebbe porgere delle scuse gigantesche ai suoi amici; purtroppo è troppo orgogliosa per implorare perdono in modo esplicito, ma questa storia è il suo modo per farlo; secondo vorrebbe far sapere loro che lei ha un suo "Posto Felice", nel quale ritorna tutte le volte che è triste, ed è lo stesso della Rachele della storia: l'estate del '96 quando tutti e tre passavano le ore di notte sulla spiaggia a parlare di qualunque cosa. Quello è stato l'unico momento in cui la vera Rachele si sia mai sentita davvero libera di essere sè stessa e davvero parte di qualcosa. Per questo vorrebbe ringraziare "Marco e Christian".
Lo so, non è molto e loro non leggeranno mai queste righe, ma la "vera Rachele", nonostante si stia imponendo con tutte le sue forze di smettere di sperare, probabilmente non riuscirà mai a farlo.
  
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