Come sempre ormai, buona lettura!
CAPITOLO
13
SI COMINCIA!
La
mattina del primo giorno di lezione Meissa si svegliò di buon ora. Per un
attimo rimase immobile e con gli occhi chiusi a godersi quella straordinaria
sensazione di benessere. Poi li aprì. Era ancora buio nel dormitorio, e non
sentiva rumori provenire dal resto del castello, ma non riuscì a stare ferma un
minuto di più.
Si alzò
silenziosamente e si vestì. Si ammirò per un attimo nel grande specchio placcato
in argento che c’era nell’angolo. Era strano vedersi con quella divisa addosso,
ma in un certo senso era anche appagante. E quando riuscì a sistemare anche i
suoi capelli in una coda ordinata le sue compagne iniziarono a svegliarsi.
Non
voleva stare nella stessa stanza con loro, soprattutto non voleva assistere a
occhiate disgustate e quindi, dopo aver dato un po’ di cibo a Calypso uscì
dalla stanza e si incamminò lungo il corridoio illuminato dalle fiammelle
tremolanti delle torce.
Per un
attimo le tornarono in mente le parole che Draco le aveva detto il pomeriggio
precedente, sul treno. Una volta arrivata e smistata non sarebbe più riuscita a
nascondersi agli altri. E in effetti era così. Scoperta la sua vera identità
molti avevano storto il naso, e molti di più probabilmente stavano progettando
vendetta per verso di lei per quello che i suoi genitori (veri o presunti)
avevano fatto. Una vendetta dolorosa probabilmente.
Raggiunse
la sala comune e la superò in fretta, evitando gli sguardi dei pochi studenti
già in piedi. Poi, raggiunta la sala d’ingresso si fermò. Doveva darsi una
calmata prima di entrare a fare colazione. Dopotutto era inutile continuare ad
evitare sguardi. Anzi, forse era più deleterio che cercare di capire le persone
e magari fargli cambiare idea no?
Quindi
prese due respiri profondi e si diresse verso la sala grande. Si sentiva
addosso gli sguardi dei compagni ma cercò di rimanere impassibile e rilassata.
“Meissa!”
una voce la fece voltare.
Hermione
correva verso di lei.
“Ciao
Hermione!” la salutò Meissa, felice finalmente di avere qualcuno con cui
parlare.
“Com’è
andata la prima nottata?” chiese Hermione mentre insieme entravano nella sala
grande.
“Bene”,
Meissa ci pensò su, “poteva andare peggio sai? Almeno sono arrivata viva al tavolo
dei Serpeverde!”
Hermione
rise.
“E nei
dormitori?” chiese.
“A parte
una pazza furiosa convinta che io possa portarle via il suo Draco è tutto nella norma, mi guardano tutti come se fossi una
lumaca carnivora particolarmente grossa”.
Hermione
la guardò perplessa per qualche secondo.
“Pazza
furiosa? Draco? Vuoi dirmi che quella… va beh, che
Pansy Parkinson è tornata a scuola?”
Meissa
annuì.
“Già, e
ieri sera ha voluto marcare il suo
territorio. Ma non mi preoccupa..”
“Oh, non
deve preoccuparti, è tutto fumo e niente arrosto..” convenne Hermione, “ma le
altre ragazze?”
Meissa
si strinse nelle spalle.
“Credo
mi odino. Come ho detto non credo di piacere a nessuno…
per ora” lo aggiunse come un appiglio di speranza.
Hermione
sospirò.
“Anche
tra i Grifondoro molti sono convinti che tu li possa uccidere nel sonno. Ma
prima o poi le cose cambieranno.”
“Lo
spero. Non è che mi interessi molto alla fine, però mi dispiacerebbe non farmi
neanche un amico no?”
Hermione
sorrise.
“Beh,
sembra che Malfoy sia più che ben disposto ad essere tuo amico”.
“Malfoy?
Sì Draco è apposto, ma a volte si comporta in maniera davvero strana”.
“Fossi
in te non sprecherei il tempo a chiedermi il perché. È Malfoy, non hai bisogno
di altre spiegazioni!”
Meissa
fece per risponderle ma in quel momento le ragazze furono raggiunte da Ginny.
“Hey ciao Meissa!”
“Ciao Ginny”.
Intanto
la sala grande comincia a riempirsi intorno a loro.
“Va bene
ragazze, ci si vede in giro!” si scusò Meissa che poi si allontanò verso il suo
tavolo. Il suo stomaco aveva cominciato a brontolare dalla fame. Raggiunse i
Serpeverde e si sedette.
Era alla
seconda fetta di pane tostato alla marmellata di fragole, quando Draco la
raggiunse.
“Hey
Lestrange, buongiorno!”
Meissa
si incupì.
“Meissa”
ringhiò sottovoce, “mi chiamo Meissa..”
“Come
siamo scorbutiche stamattina...”
“Non è
affar tuo come mi comporto la mattina..”
Draco
rise.
“Sì,
direi che stanotte hai dormito male..”
Meissa
prese un bel respiro per calmarsi.
“Non ho
dormito male”.
“Secondo
me sì”
Meissa
posò la fetta di pane tostato lasciata a metà e si voltò verso Draco.
“Ascolta,
sto tentando di fare colazione, va bene?” sibilò.
Draco
non si scompose.
“Sì,
l’avevo notato..”
Meissa
sospirò.
“Io
invece ho passato proprio una bella nottata sai?” continuò Draco.
“E quindi?”
“Nulla,
era solo per renderti partecipe no?”
Meissa
di costrinse a stare calma, non sarebbe servito a nulla lanciare una bella
maledizione a Draco la prima mattina di lezioni. Poi riprese a mangiare, ben
decisa ad ignorarlo.
La cosa
funzionò a meraviglia. O meglio, Draco aveva sempre quel sorrisetto insolente
sul viso, ma almeno aveva smesso di importunarla. Pochi minuti dopo entrambi
furono raggiunti dal professor Lumacorno, intento a distribuire gli orari del
settimo anno.
“Signorina
Lestrange!” disse, passandole il suo orario, “stamattina ha lezione con me,
appena prima di pranzo, è pronta?”
“Certo
professore” rispose Meissa prendendo il foglio, “non rinuncio mai alla
possibilità di una bella pozione!”
Draco le
lanciò un’occhiata esasperata. Lei, per tutta risposta gli lanciò
un’occhiataccia.
Quando
Lumacorno si fu allontanato Draco esplose.
“”Non rinuncio mai alla possibilità di una
bella pozione? Ma andiamo!”
“Perché?
Che ho detto di male?” commentò Meissa, posando il bicchiere vuoto sul tavolo.
“Cosa
c’è di male? Era lecchinaggio bello e buono quello!
Ti stavi lisciando il professore per caso?”
“Lisciarmelo?
E per cosa? Sono brava in pozioni, e mi piacciono. Che c’è di male?”
Draco
scosse la testa.
“Non c’è
nulla da fare.. vieni proprio da un altro pianeta..”
Un’ora e
mezza dopo Meissa si dirigeva vero l’aula di Lumacorno. Aveva passato il tempo
girovagando per il castello, riuscendo a perdersi per ben due volte. A quanto
pare la sua memoria fotografica funzionava solo per i testi scritti. Aveva incontrato
probabilmente tutti i fantasmi della scuola; era rimasta affascinata dalla dama
Grigia, ma il fantasma che più l’aveva colpita era stato quello di un uomo
dallo sguardo fisso e gli abiti macchiati di sangue argenteo. Era vagamente
inquietante, e quando Meissa incontrò il suo sguardo un brivido le corse lungo
la schiena. Il barone sanguinario, scoprì poi, faceva questo effetto a molte
persone. Pix invece era quello da evitare. Nel giro
di un’ora l’aveva: inseguita urlandole contro, mandata a sbattere contro due
porte sprangate, e cosa peggiore, le aveva tirato a dosso ben tre cestini della
carta straccia.
Insomma,
un mezzo incubo.
Quando
entrò nel sotterraneo dove si tenevano le lezioni di pozioni, Meissa si sentì
un po’ meglio, anche se la strana sensazione di nervosismo sembrava volerla
assalire di nuovo.
Lumacorno,
che stava ancora scrivendo alla lavagna gli ingredienti della pozione del
giorno, la vide e le si avvicinò. Sembrava avesse le molle sotto i piedi.
“Signorina
Lestrange!”
“Buongiorno
professore” rispose Meissa, sedendosi vicino a Hermione e ringraziando il cielo
per la sua presenza.
Rivolgendole
un ultimo sorriso Lumacorno si mise dietro alla cattedra.
“Ben
tornati a tutti!” cominciò con entusiasmo, “sapete tutti che questo è l’anno
dei M.A.G.O. e mi sembra inutile ricordarvi tutto l’impegno necessario affinché
siate in grado, a giugno, di superarli. Ricordo anche che il settimo anno
questa volta sarà un po’ più affollato del solito con il ritorno di qualche
studente e con anche una faccia nuova. Dico male signorina Lestrange?”
Meissa
si sentì arrossire mentre tutti si voltavano a guardarla. Fortunatamente in
mezzo a tutti quegli sguardi ostili ne riconobbe alcuni, anche se pochi, che la
aiutarono a calmarsi.
Hermione
le sorrideva anche se ogni tanto lanciava a Lumacorno un’occhiata esasperata.
Poco lontano c’era anche Ginny che sorrideva, insieme ad un gruppetto di
Grifondoro dagli sguardi ostili e poi certo, c’era Draco.
“Mi
scusi professore..” intervenne Pansy, rompendo il silenzio, “ma come mai Meissa
segue le lezioni del settimo anno e non del primo? Come fa ad avere le
conoscenze per superare i M.A.G.O?”
Molti
studenti annuirono scettici. Lumacorno rimase un po’ interdetto.
“Non ve
l’ha raccontato lei?” chiese. Meissa scosse la testa. “Beh” continuò il
professore, “non so se sono io la persona più adatta per parlarne. Signorina
Lestrange?”
Meissa
alzò gli occhi e sospirò.
“E va
bene” disse, “ho superato gli esami dei G.U.F.O. studiando più di cinque anni
di istruzione magica in circa due mesi, e visto che li ho superati, eccomi
qui”.
Pansy
rimase con la bocca spalancata, una posizione assai poco lusinghiera. Draco
ridacchiò.
“Bene”
disse Lumacorno per interrompere il silenzio, “ora, se volete, torniamo alla
nostra lezione”.
L’attenzione
della classe tornò a focalizzarsi sul professore e Meissa poté tornare a
respirare normalmente.
“Sta
tranquilla” le sussurrò Hermione, “prima o poi ci faranno l’abitudine”
L’ora di
pozioni sembrava non voler finire mai, ma alla fine tutti gli studenti uscirono
dai sotterranei, anche se in lieve stato confusionale. Infatti qualcuno, un
Serpeverde dall’aria da pesce lesso, era riuscito a far esplodere il suo
calderone aggiungendo troppe milze di gatto, e i fumi avevano causato vari
effetti collaterali. Il ragazzo era finito in infermeria con la faccia
seriamente ustionata, mentre gli altri se l’erano cavata con una bella tosse
convulsa che era durata non meno di quindici minuti.
Meissa
salutò Hermione e Ginny e si sedette al tavolo di Serpeverde per il pranzo.
Aveva una gran fame e ripensava alla lezione appena finita. Le era sempre
piaciuto preparare pozioni e aveva appreso con felicità che a scuola le sue
emozioni non erano cambiate. Non fosse stato per lo spiacevole incidente col calderone
esploso sarebbe stata una lezione perfetta, con la sua Pozione MenteSveglia del perfetto color Zafferano indicato dal
libro. Ma non si poteva aver tutto dalla vita no? Anche se comunque Lumacorno
stava per scoppiare dalla felicità..
Draco e
Pansy la raggiunsero poco dopo, ed avevano tutti e due la ridarella per
l’esplosione e le sue conseguenze. Meissa intanto aveva iniziato a mangiare, la
mente ora alla lezione di Incantesimi di quel pomeriggio.
Dopo
qualche minuto, in cui rimasero tutti in silenzio, vicino a loro si sedettero
due ragazzi del quinto anno, entrambi con un aria vagamente stravolta.
“Giuro
che non avrei resistito un minuto di più..” sospirò uno dei due.
L’altro
annuì con aria stanca.
“Se
continua così, con quello non ci arrivo ai G.U.F.O…”
“Di chi
state parlando?” si intromise Pansy, che aveva finalmente smesso di
ridacchiare.
“Di O’Shea!” rispose il ragazzo, servendosi di pollo e patate.
“È
davvero assurdo!” aggiunse l’altro, “ha voluto che gli mostrassimo tutto quello
che abbiamo imparato negli ultimi cinque anni, tutti sincronizzati e in
sequenza. Sono sfinito!”
Draco
sghignazzò, ma Pansy cominciò a riflettere.
“Beh,
non è niente male.. non ci metterei molto a convincerlo.. con le buone.. a non darci troppi compiti” disse con aria
maliziosa.
Meissa
sbuffò.
Pansy si
voltò verso di lei, stizzita.
“Scusa?”
“Pensi
che si lascerà convincere con questi mezzucci?”
Stavolta
fu Pansy a sbuffare.
“Come se
tu ne sapessi qualcosa delle mie tecniche di convincimento..” sibilò.
“Oh, me
le immagino..” mormorò Meissa, lasciando cadere il discorso.
In
realtà però, poteva immaginare bene poco. Naturalmente aveva capito benissimo a
quali tecniche si stesse riferendo
Pansy ma, su quell’argomento, Meissa era completamente ignorante. Non si parla
delle classiche domande tipo da dove vengono
i bambini? o cose del genere. La teoria non le mancava.
Era la
pratica il problema. E visto che era cresciuta da sola, non c’era da
stupirsene. Eppure Sole era stata efficiente anche in questo; oltre ai libri di
magia non aveva mancato di procurarle libri sulla realtà che la circondava, il
che andava dalla letteratura babbana, alla
matematica, all’anatomia. Perciò la dinamica
dei fatti non era un problema, in teoria. Ma i baci? Il sesso? Tutte cose
imparate a memoria sui libri, ma mai sperimentati. Anche perché il cuscino
sarebbe stato il suo unico partner.
Ma
Meissa non aveva alcuna intenzione di far sapere a Pansy questa sua incredibile
lacuna. E lasciò cadere il discorso anche se Pansy non sembrava volersi
arrendere.
“Sì, te
lo immagini.. e con chi avresti provato? Con il tuo cuscino?”
Appunto.
Meissa
stava per rispondere a tono ma Draco la anticipò.
“Comunque”
disse, ponendo finalmente fine alla conversazione, “fino a mercoledì non
abbiamo di che preoccuparcene”
Angolo personale:
Beh su, stavolta non vi potete lamentare della
lunghezza del capitolo no? XD
Comunque mi scuso in anticipo per il fatto che in
questo periodo posterò più lentamente, a causa degli esami universitari che
inizieranno la settimana prossima, perciò scusate! Ma comunque tranquilli, non
mi fermerò!
Ora i ringraziamenti, come sempre..
Eclipsenow: che dirti? Grazie come sempre delle tue critiche, mi
fa sempre piacere!
Sea_Black_91_lol: *w* grazie mille cara, aspetto sempre le tue
recensioni! Alla prossima! E spero questo capitolo abbia risposto alle tue
domande XD
Chibiusa_9: No, mi dispiace, per ora nessuna lotta tra Meissa e
Pansy XD Comunque, Ian… beh, l’ho sempre adorato XD E
dai, fidati un po’ di Meissa, poverina!
Satine_Faye: Sono felice che il capitolo, anche se corto ti sia
piaciuto, e spero che questo nuovo riuscirà ancora nel suo intento. Comunque sì,
certo che era Pansy quella che usciva dalla stanza XD Per Draco che chiede
scusa, forse avrei dovuto aggiungere qualcosa tipo: “con noncuranza” ma va beh
dai! Alla prossima!
E grazie come sempre a chi segue e legge!
SereILU