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Autore: Mattimeus    16/05/2011    1 recensioni
Il suono di sette campanelle colorate e le loro sette storie. Chi è amato e chi non lo è?
[Traduzione dall'inglese di un racconto apparso nel videogioco FRAGILE Dreams (2010, wii)]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Anrì dalla campana rossa

Couch! Couch couch couch!

Da dietro la graziosa finestra di una graziosa casetta, si sentì un rauco tossire. C'era un grazioso letto nella stanza, dove stava riposando il grazioso corpicino di un cucciolo d'uomo.

Tesoro, sai che dovresti riposare”.

Il rimprovero era giunto da un'alta donna appena entrata nella stanza. Era venuta per spegnere la lampada quando aveva sentito il bambino.

No” rispose lui, scuotendo la testa. “Non posso dormire. Anrì potrebbe tornare da un momento all'altro.”

Oh, tesoro...”.

Il viso della madre era affranto. Era facile notare che sapeva qualcosa. Sapeva che l'Anrì che il bambino aspettava non sarebbe tornata.

Anrì tornerà, so che lo farà! Lei ritorna sempre. Le ho dato una campanella rossa. Lei è la mia sorellina!”

Ah! quindi Anrì era la sorella del ragazzino. Continuai a guardarli in silenzio. Pensando al bambino, mi venne in mente Anrì, ancora più gracile del suo povero, malaticcio fratellino. Lui era così pieno e traboccante di amore per lei che le aveva dato una campanella rossa. Riuscivo benissimo ad immaginarmi la scena.

Bene, quando tornerà Anrì, stai sicuro che ti sveglierò”.

Io conosco il suono della campanella di Anrì meglio di chiunque altro!”.

La campanella di Anrì era piccola e rossa, e forse il bambino conosceva alla perfezione il suo suono. Ma Anrì non c'era più. La sua campanella rossa era qui solo perché era stata strappata dal suo cadavere.

Quando guardai la luna, pensando ai miei peccati. Stavo per profanare i defunti, stavo per sputare negli occhi di un morto. Ecco ciò che stavo per fare. Avevo già abbandonato il suo cadavere come spazzatura. Stavo solo aggiungendo un altro peccato alla mia lista.

Ma questa era la mia rivincita. Era la cosa perfetta da fare. Era la mia vendetta per essere stata definita “squallida”. Chiamai il bambino con voce soave.

Suonai la campana, il segno della sua piccola sorellina che diceva di conoscere tanto bene.

La finestra si aprì. “Anrì?” Chiamò il ragazzo.

Sì! Sono io! Sono io, Anrì!

Allungò le mani per abbracciarmi.

Che ti è successo? Sei tutta sporca!” chiese lui. Non assomigliavo per niente la meravigliosa bambina che conosceva lui e non sembravo per nulla un suo sosia. Ma la campanella rossa rimaneva la stessa, dunque la mia vendetta era assicurata.



Io sono Anrì.

Anrì, con la sua campanella rossa.

La piccola sorella minore abbracciata dalle piccole braccia del suo piccolo fratello.

   
 
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