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Autore: kateausten    16/05/2011    2 recensioni
Remus Lupin era un ragazzo strano.No,non nell'aspetto esteriore.Era alto,snello,con una capigliatura color miele e decisamente un bel sorriso.
No,Remus Lupin era strano per i seguenti motivi.Numero uno,era un mago,con bacchetta magica,calderone e gufo al seguito.Numero due
gli piaceva veramente studiare e frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.Ma la cosa più strana di tutte è il fatto
che Remus Lupin era un lupo mannaro.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Giugno era arrivato. Ebbene si. Il mese che temevo con tutto il mio cuore era arrivato, portandosi con se una bella ondata di caldo. I MAGO erano sempre più vicini e la paura aveva contagiato tutti: perfino James e Sirius andarono in biblioteca a studiare. Avrei voluto fotografarli. Lily era completamente immersa in tomi più alti di Peter, che leggeva senza sosta, mentre non era impegnata a ringhiare contro James, che cercava di calmarla e farla rilassare. L'unico che non era investito dall'ansia degli esami, ero io.

Tutte le volte che mi mettevo al tavolo per ripassare, mi veniva in mente che quello poteva essere l'ultimo momento che potevo passare con Emmeline. Per cui mollavo tutto e andavo da lei. Lo feci per tre volte, dopodichè lei si arrabbiò seriamente e mi disse che se proprio volevo stare con lei, mi dovevo portare i libri dietro.

"Se non prendi tutte E, giuro che ti perseguiterò a vita." prometteva minacciosa.

Così passavo le mie giornate in infermieria, mentre lei dormicchiava sempre più debole e pallida, io ripassavo e provavo incantesimi su incantesimi.

"Almeno una cosa positiva c'è. Non dovrai fare gli esami" disse un pomeriggio sul tardi Sirius con aria cupa, nel maldestro tentativo di alleggerire l'atmosfera. Era il quattro giugno del 1977 ed eravamo tutti in infermieria, aspettando che James tornasse dal suo ultimo allenamento di Quidditch.

Emmeline scoppiò a ridere, mentre Lily lo guardava malissimo. Tuttavia la risata si tramutò in colpi di tosse, e smise subito di ridere. Io e Lily ci guardammo impauriti. Stava sempre peggio e parlava sempre meno. Sirius si strinse nelle spalle e continuò a leggere. Era strano Sirius in quella situazione; era il genere di persona che si trovava a suo agio in qualsiasi occasione, ma in questa era veramente impacciato. Povero Sirius, con questa maledetta guerra che si prospettava all'orizzonte, sarebbe stato in continua ansia più per noi che per se stesso, terorrizzato di perdere l'unica famiglia che gli rimaneva.

In quel momento entrò James ancora vestito con la divisa della squadra e tutti notammo che aveva gli occhi lucidi. Fece un sospirone e sorrise.

"Sono stato il Cercatore più fico della storia di Hogwarts" disse serio. Noi alzammo gli occhi divertiti.

"Solo perchè non ci sono andato io" rispose Sirius.

"Ma se non sai nemmeno cavalcare una scopa!" obiettò James.

"Si, ma se avessi saputo fare un.." cominciò Sirius, ma un' occhiata di James lo fermò.

Mise una mano in tasca e tirò fuori il boccino d'oro. Alzai gli occhi al cielo un'altra volta, pensando che non era esattamente il momento migliore per ammirare le strabilianti doto di Cercatore di James. In particolare Lily sembrava pronta a cruciarlo. Ma James lasciò andare il boccino, che si diresse verso Emmeline. Le svolazzò un pò davanti e poi si aprì, rivelando all'interno un piccolo fiore bianco.

"Oh James..." mormorò Emmeline. Poi lo guardò "Grazie".

"Si figuri Miss Vance"" disse lui con un inchino. Lily lo guardò sorridendo dolcemente. Lui ricambiò il sorriso, facendole l'occhiolino. La cosa bella di James e Lily era che non avevano bisogno di parlare o di manifestare la loro complicità. Ce l'avevano. Punto.

"Vado a fare una doccia e poi a cena. Felpato, Codaliscia, venite con me?"

"Nella doccia?" chiese inorridito Peter.

James roteò gli occhi.

"Certo Peter, ho sempre sognato di vederti nudo"

"Ramoso, se volevi farmi avere gli incubi stanotte, ti avverto che ci sei riuscito" annunciò Sirius con un brivido alzandosi. Tutti e tre diedero un bacio sulla guancia a Emmeline e se ne andarono. Avevano capito che in quel momento ci dovevamo essere solo io e Lily.

Dopo un pò tuttavia, mi alzai anch'io, annunciando che sarei andato a prendere una boccata d'aria. Dovevo lasciarle sole.

Per sette anni erano state l'una la colonna portante della'ltra. Dovevano dirsi addio. Mentre camminavo per il corridoio, ringraziai Merlino di aver fatto entrare James nella vita di Lily. Solo lui poteva aiutarla a riempire il vuoto che ci sarebbe stato. Aveva altre amiche, certo, aveva noi, sicuro, ma perdere la sua migliore amica sarebbe stato un trauma per Lily. Perderà la persona che più le è stata accanto quando nessun altro c'era, l'amica che l'ha aiutata nei momenti più cupi e gioito con lei in quelli più belli. La persona che Lily ha considerato una vera sorella.

E' come se io perdessi uno dei Malandrini: sopravviverei fisicamente, ma una parte di me, dentro, morirebbe per sempre.

"Signor Lupin"

Ero appoggiato contro un muro, perso nei miei pensieri,ormai da un bel pò di tempo, quando vidi Albus Silente avanzare verso di me.

"Buonasera Preside"

"Buonasera mio caro ragazzo. Perchè non è a cena con i suoi malandrineschi amici in Sala Grande? Posso assicurarle che i nostri Elfi domestici si sono superati stasera" disse strizzandomi l'occhio azzurro, sempre così vivo al di là degli occhiali a mezzaluna.

Sorrisi.

"In realtà sto andando a trovare la Signorina Vance" dissi.

"Oh"

Lo sguardo di Silente mi scrutò a fondo; lo scintillio divertito nei suoi occhi era sparito.

"Mi dispiace tanto. Sono molto affezionato alla signorina Vance. E' una strega di enorme talento e gran bontà d'animo" disse.

"Distolsi lo sguardo da quegli occhi azzurri.

"Già" riuscì a dire.

Silente mi guardò un pò in silenzio e poi parlò con voce dolce.

"Quello che le sto per dire è una cosa molto scontata, signor Lupin, ma l'esperienza e l'età mi hanno fatto constatare che è vera. Le persone che amiamo non ci lasciano mai del tutto. Se le abbiamo amate veramente, continueranno a vivere" mi posò una mano sul petto "Qui dentro".

Cercai di sorridere, con un grosso groppo alla gola. Oddio, non potevo scoppiare a piangere davanti ad Albus Silente.

In quel momento arrivò Lily, con gli occhi rossi e gonfi.

"Remus.. oh! Buonasera Preside, scusate, non volevo.."

"Signorina Evans, non si preoccupi. Io.. me ne stavo andando. Porgete i miei più cari saluti alla signorina Vance".

Lily ed io lo guardammo andare via.

"Emmeline ha detto se vai subito da lei" bisbigliò Lily.

"Stai bene?" chiesi avvicinandomi.

Lei scosse la testa e mi strinse la mano. Anch'io gliela strinsi forte.

"Ti voglio bene Lily" dissi di getto. Ero un pò sorpreso di me stesso. Solitamente non ero molto espansivo o così propenso a dire questo genere di frasi. Non l'ho mai detto ai Malandrini, anche se è più che scontato ovviamente. Ma in quel momento sentivo di doverlo dire e mi sentì bene. Forse lo dovevo dire più spesso.

"Ti voglio bene anch'io Remus" rispose lei con un sorriso lacrimoso.

********************

Entrai un pò timoroso in infermieria e raggiunsi il letto di Emmeline. Era passata solo un'oretta da quando ero andato via lasciandola sola con Lily eppure mi sembrava fosse peggiorata. Mi si strinse il cuore, ed ebbi una vaga consapevolezza che mi fece contrarre le viscere: era il momento. Era arrivato e dovevo lasciarla andare.

Mi sedetti sullo sgabello accanto a lei ed Emmeline sorrise. Anch'io le sorrisi e per quanto assurdo potesse essere, non sentì alcun rimpianto. L'avevo amata con tutto il cuore, le avevo affidato tutto di me e non avevo sprecato un solo istante. L'unico pensiero che avevo era il fatto che non avessimo avuto più tempo da passare insieme.

"Ciao" disse con un sussurro.

"Ciao" dissi accarezzandole i capelli biondi.

"Sono uno schifo, vero?" chiese con una smorfia.

"Sei bellissima" risposi.

"E tu un bravissimo bugiardo" disse Emmeline con un mezzo sorriso.

Poi prese un respiro profondo e aprì la bocca per dire qualcosa, ma la precedetti.

"Aspetta. Non devi dire niente ok? Adesso tocca a me." dissi. Lei mi guardò un pò confusa e annuì.

"In quest'anno la mia vita è cambiata, ed è cambiata in meglio. Tutto grazie a te. Tu mi hai fatto sentire una persona migliore, un ragazzo fortunato e una... brava persona. Senza di te la mia vita avrebbe continuato ad essere tranquilla, come una di quelle palline babbane piene d'acqua che raffigurano paesaggi idilliaci. Ma quando la rigiri scopri che un sacco di brillantini e di neve la riempe, e vorticano nell'acqua interrompendo la tranquillità e rendendola più interessante. Tu sei stata la neve per me, Emmeline, sei stata quei brillantini che mi hanno illuminato la vita e che me l'hanno ribaltata. Sei stata la magia più grande di tutte" cominciai. Le asciugai le lacrime che le cadevano sulle guancie per posarsi sul cuscino, mentre mi ascoltava silenziosamente.

"Vorrei dirti che ti amo, ma lo sai. Vorrei dirti che ti ringrazio per tutto, ma lo sai. Vorrei dirti che sei stata importante da sempre, da quando abbiamo parlato la prima volta ai Tre Manici di Scopa, ma sai anche questo. Vorrei dirti che avrei voluto passare molto, molto più tempo con te, ma lo sai. Vorrei dirti... un sacco di cose Emmeline, ma credo proprio che tu le sappia già tutte."

La voce aveva comiciato a incrinarsi, quindi smisi di parlare.

Lei annuì.

"Io le so" disse. "Tu le sai?"

"Le so. Non preoccuparti" dissi cercando di tenere ferma la voce.

"Siamo stati fortunati noi due Remus" disse con un lieve sorriso. "Ci sono persone che in tutta la loro vita non proveranno mai un amore del genere. E invece noi.. noi ci siamo trovati."

Annuì, prendendole la mano.

"Abbi una bella vita, Remus, promettimelo. Non permettere che questo schifo di guerra ti cambi". disse stringendo la presa alla mia mano.

"Te lo prometto Emmeline"

"E promettimi anche un' altra cosa... non scordarti mai di me"

La guardai e le strinsi la mano quasi rabbiosamente.

"Io, scordarmi di te? Mai. Mai mai mai mai" dissi, ricordando anche le parole di Silente. Forse aveva ragione.

Lei sorrise.

"Mi ritengo soddisfatta"

"Direi"

Lei sospirò.

"Ti amo Remus".

Mi chinai e la baciai a fior di labbra.

"Idem".

  
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