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Autore: Hagne    17/05/2011    1 recensioni
Un incontro inaspettato.
Un amore imprevisto .
Una commedia romantica con molti clichè e un pizzico di originalità .
Perchè l'amore è sempre l'amore , e il cattivo , a volte , si può innamorare anche della lettrice di libri o , come in questo caso , di un aspirante pittrice con la testa tra le nuvole .
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Drinking wine and thinking bliss,
is on the other side of this
I just need a compass
 and a willing accomplice
 

 
Bevo vino e penso che la felicità
sia dalla parte opposta
Ho solo bisogno di una bussola
e di un complice
                                            
                                                                                                   ( Pink – Crystal ball)
 
 
 
 
 
Bisogna essere seri almeno riguardo a qualcosa , se si vuole avere divertimenti nella vita
( Oscar Wilde )
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un forte profumo di cornetti appena sformati convinse Cèline , caduta addormentata sul divano nell’attesa del ritorno di Ermione , a schiudere le palpebre pesanti .
E quando lo fece , tutto si sarebbe aspettata  , anche che Jonny Depp in persona le stesse dichiarando il suo amore con un solitario tra le mani , tutto , eccetto quello .
Perché quando gli occhi chiari della donna incrociarono quelli neri di Damien Duval , qualcosa si mosse nello stomaco della giovane  , qualcosa che non aveva nulla a che fare con la piccola creatura che cresceva nel suo grembo .
Dal canto suo , il ragazzo si limitò a stendere le labbra in un sorriso tremulo , mentre le mani erano chiuse attorno ad una tazza di cioccolata calda e una buffa coperta con le mucche  gli copriva la schiena intirizzita dal freddo .
Fu proprio durante quello scambio di sguardi che Ermione sbucò da dietro la schiena dell’ospite  , gli occhi privi di occhiali che si stringevano nel vano tentativo di mettere a fuoco l’espressione dell’amica .
Ma a parte una certa confusione , nulla faceva presagire   alla padrona di casa  che da lì a poco si sarebbe scatenata una lotta per la sopravvivenza , anche perché , dopo aver passato un intera nottata a parlare con il futuro padre , Ermione si era convinta delle buone intenzioni del ragazzo .
Era per questo che ora Damien poteva finalmente muoversi e guardare con una certa tenerezza la piccola figura che gli aveva messo tra le mani una briosche alla marmellata .
Cèline accettò la propria con un mugugno di ringraziamento , non riuscendo in alcun modo a distogliere lo sguardo tagliente da quello timido del ragazzo .
Avevano la stessa età , eppure la donna aveva alle spalle un  bagaglio di delusioni che la rendeva particolarmente recettiva e diffidente nei confronti degli altri , specialmente nei confronti del sesso opposto .
Era sempre stato palese l’attrazione che il giovane Duval aveva provato per lei dal loro primo incontro al Burlesque , ed era stata forse  la gentilezza dei modi e l’assenza di derisione nei suoi occhi ad aver convinto Cèline a cedere al corteggiamento del ragazzo .
Ed era stata una sera , una soltanto .
Una sera che ora la vedeva incinta e con un padre multimilionario che sicuramente , venuto a sapere delle sue condizioni , avrebbe staccato un assegno e avrebbe levato le tende .
Come tutti gli uomini della sua vita avevano fatto .
Come lui però non fece .
 - Cosa ? – soffiò la giovane , incredula , quando le orecchie presero a fischiarle così forte da costringerla a storcere la bocca per il fastidio .
Ermione , che era seduta al fianco  dell’uomo lo pungolò con il gomito  per  farlo parlare   , continuando , nel frattempo , a bere la sua cioccolata .
Damien represse una smorfia a quel gesto , ma si ritrovò a ringraziarla quando la vide tendergli la mano che l’uomo afferrò con un certo impeto .
- Lo voglio tenere – ripeté con un tono un po’ meno solenne e da macho , ma con voce chiara e sicura .
L’identica espressione sbigottita continuò a rimanere impressa sul volto di Cèline , le mani congiunte in grembo che tremavano leggermente e uno sguardo di ghiaccio che avrebbe potuto raggelare l’inferno.
- Credi davvero che io possa credere a questa cazzata  ? Vuoi comprare il mio silenzio vero ? – scattò subito la bionda, l’indole violenta tornata a prevalere sull’iniziale sorpresa che l’aveva colta nel sentire quelle parole .
Come se lo avesse appena schiaffeggiato , Damien si ritrasse con sguardo ferito , le iridi scure leggermente assottigliatesi e le labbra tirate in una linea dura .
Nel mentre che entrambi si lanciavano occhiate di fuoco , Ermione sgusciò via dalla presa dell’uomo , afferrando il cellulare del ragazzo e facendolo scivolare lentamente nella sua tracolla di pelle nera.
- Ora io vado a lezione , prendo il tuo telefono .
Avete bisogno di parlare e di non essere disturbati – li avvisò pacata la studentessa , i grandi occhi chiari che saettavano da una parte all’altra della stanza.
I due annuirono senza minimamente scostare lo sguardo dal proprio interlocutore , e mentre Ermione si chiudeva la porta di casa alle spalle , udì distintamente il frantumarsi di qualcosa contro il pavimento ,dicendo addio al vaso di sua nonna Makoto con un sospiro sconfortato.
 
 
 
 
 
 
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L’accademia delle arti nella quale Ermione studiava oramai da un anno grazie ad una borsa di studio  era la più rinomata di Parigi .
Gemellata con il Louvre per l’esposizione dei lavori dei suoi studenti , *Le sèjour des Muses  era la torre d’avorio per chi , come lei , ambiva a farsi un nome nel mondo artistico .
I corsi di fotografia  , di  scultura e di pittura erano le facoltà più gettonate , e lei stessa , la prima volta che aveva varcato le arcate in stile rococò dell’immensa costruzione aveva proteso per la terza .
Ed ora , con un nuovo concorso alle porte , l’aspirante pittrice stava esaminando , per la terza volta in quella mattinata statica , il modello ideale per il dipinto che avrebbe portato alla mostra .
C’era un premio in denaro che avrebbe fatto gola a chiunque , specialmente a chi come lei  che , senza  genitori  che potessero pagarle la retta , con l’unica parente che le rimaneva alloggiata in una clinica privata e con l’arrivo di un'altra bocca  da sfamare doveva contare su delle entrate piuttosto cospicue .
E di certo , il lavoro di cameriera al Burlesque non avrebbe soddisfatto il suo bisogno di denaro .
L’unica soluzione possibile era dunque vincere quel concorso , obbiettivo che Ermione si era prefissa  già da tempo .
Solo che la fortuna non sembrava volerle concedere alcun aiuto .
Per nulla .  
- Grazie Alphonse  , ti farò sapere .
Congedò  così  l’uomo nudo che , da sopra il palchetto rialzato , le fece segno con il capo e un sorriso caloroso  prima di rivestirsi e uscire fuori dallo studio di pittura .
Rimasta sola , la studentessa cominciò a dondolarsi sullo sgabello con aria imbronciata , la salopette di jeans macchiata di colore che si tendeva ad ogni suo movimento .
Alphonse era bello , biondo , alto e ben proporzionato , ma Ermione voleva qualcosa di più sconvolgente , una bellezza che riusciva a bloccarti il cuore e a farti ribollire il sangue , perciò la bellezza stereotipata di Alphonse non poteva esserle di alcun utilizzo .
Allora che fare ?
Stava giusto per strappare la bozza   quando un respiro caldo e fin troppo vicino al suo orecchio  la portò  a voltare il capo .
E la prima cosa che i suoi occhi incrociarono furono due iridi di un tenue celeste slavato , ridenti e illuminate da quella  familiare luce meschina che Ermione aveva notato fin da loro primo incontro .
Felix Leroy , suo collega , secondo anno di fotografia , le sorrideva con quella punta di malizia che la studentessa non aveva mai apprezzato , così come continuava a non apprezzare l’eccesiva confidenza che il fotografo avanzava nei suoi confronti .
 - Allora ? Buone nuove mon petits ?  - domandò il ragazzo dal codino biondo  , la solita aria noncurante ad irrigidirgli  i bei lineamenti .
Ermione rispose con un cenno negativo della testa , raccattando i pennelli che ficcò con aria persa nella borsa senza far poi caso all’occhiata interessata che l’uomo le lanciò a tutta la sua figura .  
- Allora ? Intendi prendere in considerazione la mia proposta ? Se ti offrissi da modella per la mia foto avresti vita più facile invece di cercare il tuo uomo ideale – esclamò canzonatorio il fotografo , le braccia muscolose incrociate sulla camicia candida che evidenziava l’abbronzatura naturale , mentre gli occhi chiari cercavano una qualche conferma in quelli della studentessa .
Solo che la mente di Ermione era  persa tra troppi pensieri per dare una qualche rilevanza alle frasi del ragazzo .
Per questo lo oltrepassò con la mano destra alzata in un cenno di saluto e la sinistra affondata all’interno della tracolla  .
Poi , senza minimamente curarsi di ciò che la circondava , afferrò il romanzo che stava leggendo da qualche settimana  e  affondando il naso fra le pagine profumate del libro cominciò a camminare per le vie di Parigi , perdendosi nel proprio mondo di fantasia .
E riuscì anche a rilassarsi nonostante la situazione non fosse delle più rose , perché  Ermione aveva imparato a prendere il bello delle cose e mai il negativo .
Fin da bambina aveva preferito guardare al mondo con ottimismo , perché c’era fin troppa gente che , al contrario , si prendeva troppo seriamente e rischiava di far degenerare quella già di per sé  complicata esistenza  in un vero e proprio inferno .   
Perciò , perché affliggersi il cuore e l’anima nell’essere costantemente tristi e stressati quando si poteva sorridere e trovare un po’ di comicità nella propria vita ?
In fondo , Ermione era consapevole che la propria ingenuità la faceva apparire un po’ tonta , ma quello era un aspetto di se stessa che aveva imparato ad apprezzare .
Meglio tonta che depressa  , le diceva sempre sua nonna Makoto .
La fortuna sarebbe tornata a girare  , e forse , il suo angelo custode che sembrava aver preso le ferie sarebbe andato a farle una visitina .
La speranza , come molti dicevano  , era l’ultima a morire .
D’improvviso il trillo di un cellulare , sconosciuto ma sorprendentemente vicino la strappò dalle sue elucubrazioni , portandola a rovistare  in modo distratto nella propria borsa dalla quale estrasse , con una certa sorpresa , un costoso e sofisticato telefono che non ricordava di avere .
Il display lampeggiava in modo quasi isterico , mentre il Fratellone continuava a chiamare in modo insistente .
Facendo mente locale , la ragazza si fermò poco prima di attraversare un incrocio , gli occhi verdi fissi sul numero e la mente proiettata al giorno precedente  . nel tentativo di capire  a chi avesse potuto aver sequestrato quell’aggeggio rumoroso .
E solo quando il pensiero volò all’amica ,  Ermione ricordò con una smorfia contrita che quel cellulare era del futuro padre e che colui che la stava chiamando era , molto probabilmente ,  suo fratello Blaise Duval .
Non che lei ne fosse innamorata o cos’altro .
Non provava neanche la soggezione delle sue altre colleghe  nel trovarselo di fronte  , anche se lei stessa, lavorando nel retro del locale per scaricare e caricare le casse di alcol non aveva avuto modo di incontrarlo personalmente .
I pettegolezzi però erano un ottimo biglietto da visita ,e quelli che giravano sul conto del ragazzo non erano dei migliori .
Tuttavia , la buona fede della giovane e l’irrimediabile bontà d’animo la convinsero ad accettare la chiamata con animo tranquillo e sereno.
Tanto tranquilla non fu però la voce maschile proveniente  dall’altro capo del telefono , né tanto meno lo fu il linguaggio colorito che , con alcune bestemmie  delle quali Ermione ignorava anche l’esistenza la portò ad aggrottare le sopracciglia in una posa buffa .
- Dove cazzo sei finito ? Sono ore che ti cerco !
Se ti trovo a vomitare in qualche vicolo ti butto nel primo cassonetto lungo la via
  ,e  prega solo di non avermi sporcato la camicia , altrimenti ti ficcherò il  …- ma Ermione non stava più ad ascoltarlo , né tanto meno faceva caso alle persone a lei di fianco che per superarla erano costrette a scostarla poco gentilmente .
I suoi occhi , seppur privi di lenti e perciò dalla vista un po’ sfocata a causa della miopia , sembravano essersi bloccati , cristallizzati nella visione di un’alta figura maschile che stava attraversando la strada proprio in quel momento, nonostante il semaforo fosse rosso .
E quando quello le fu davanti , fermo nell’attesa che lei si scostasse  , con il cellulare incastrato tra l’orecchio e la spalla e un diavolo per capello , Ermione ebbe un illuminazione .
Fu un attimo .
Uno sguardo vacuo alla muscolatura tonica delle gambe, visibile anche attraverso i jeans .
Un occhiata alle spalle larghe e alla vita stretta , alle proporzioni perfette di quel fisico che avrebbe fatto impallidire anche la divinità del suo romanzo e , non meno importante , la vista di un viso così particolare da farle venire la pelle d’oca le diede ciò che ogni artista bramava .
L’ispirazione.
Quel ragazzo dai riccioli neri e dagli occhi blu sarebbe stato il modello del suo quadro .
Lo decise mentre gli occhi le si illuminavano di gioia e un sorriso estatico le ammorbidiva i lineamenti  del viso.
E nel mentre che la ragazza prendeva a calcolare mentalmente l’altezza e il peso dello sconosciuto , Blaise Duval , con un sopracciglio inarcato e il lato destro della bocca piegato verso il basso si ritrovò a sgranare gli occhi per la sorpresa .
- Tu ! – sbottò iroso il ragazzo , il rimbombo della propria voce riprodotto dal cellulare che Ermione continuava a tenere poggiato al proprio orecchio.
Lo sguardo rabbioso del ventitreenne saettò dal telefonino di suo fratello alla bizzarra ragazzina dalla salopette di jeans che lo fissava con aria trasognata , in piena crisi mistica , neanche avesse avuto davanti la Vergine Maria .
- Tu ! – ripetè lui , puntandole un dito contro la fronte e ricevendo , inaspettatamente , un sorriso così delicato che le viscere di Blaise si contorsero su se stesse senza un motivo apparente .
Sorvolando sullo sguardo allucinato dell’uomo , Ermione afferrò la mano che lui  le teneva puntata sulla fronte  e la strinse con calore , gli occhi tornati ad assottigliarsi per osservarlo meglio   .
Di tutta risposta  il ragazzo indurì la presa , facendo scattare la mascella che irrigidì con una smorfia contrariata mentre i suoi occhi scrutavano con attenzione la sconosciuta  
Piccola di statura , forse anche al di sotto della media , presentava però delle forme gentili ma sformate dall’orribile vestiario trasandato  .
Una treccia sorprendentemente lunga le oscillava al di sotto dei fianchi , ordinata e di un caldo castano scuro .
Aveva la pelle pallida , macchiata qua e là da quella che, ad occhio e croce, sembrava essere vernice colorata .
Il taglio della bocca era elegante , sottile e con il labbro inferiore leggermente pieno .
Aveva un nasino davvero piccolo e dei tratti orientali , sottolineati dai lunghi occhi a mandorla di un  verde brillante .
E fu proprio sugli occhi  che Blaise  si soffermò , intravedendo solo un’impressionante linea verde smeraldo per come la ragazza li stringeva  nel tentativo di metterlo a fuoco .
A quel punto , agendo più per istinto che per gentilezza , il ragazzo  tirò fuori dalla tasca  gli occhiali da vista che aveva trovato  in discoteca , sistemandoli velocemente sul viso delicato della giovane che si tirò indietro con un saltello  .
- Oh , grazie – trillò allora Ermione , le palpebre distese sulle sue iridi chiare – piacere di conoscerti , io sono Ermione Ogawa – e tese la mano con un sorriso talmente ampio da creare delle graziose fossette color pesca .
L’uomo le strinse la mano senza la minima convinzione , sorprendendosi più  di come la stretta della ragazza fosse forte e sicura , riuscendo anche a presentarsi a sua volta con un tono di voce che non fosse il solito mugugno annoiato .
Solo che qualcosa non andò come Blaise aveva previsto  .
Perché se lui aveva già ipotizzato risolini imbarazzati , sguardi ammiccanti e occhi sgranati per poterlo irretire , tutto ciò che egli ebbe dalla ragazzina giapponese fu uno sguardo concentrato e un sorriso divertito che sembrava non voler abbandonare il visetto di lei .
Non che il giovane non ne fosse rimasto quantomeno incuriosito , in fondo era abbastanza carina  , se si escludeva il suo sguardo che girovagava  nel vuoto , ma la cosa più di ogni altra cosa gli interessava  , al momento , era sapere come mai lei avesse il cellulare di suo fratello .
Dubitava che fosse una delle sue conquiste perché , per quanto graziosa fosse , era troppo strana per poter interessare a Damien .
L’unica opzione possibile , dunque , era quella di chiedere direttamente a lei , anche se Blaise cominciava a domandarsi che cosa avesse tanto da sorridere a quel modo .
- Ermione ?
- Si ? – cantilenò lei , gli occhi fattisi grandi quanto palline da baseball nel sentirsi chiamare per nome, intimidendo , per quanto possibile , il ragazzo a lei di fronte .
- Perché hai il cellulare di mio fratello ?
A quella domanda però  Ermione non rispose .
Tornò coi piedi per terra dopo essersi allungata per guardarlo meglio da vicino , spostando il peso da un piede all’altro e squadrandolo con aria un po’ persa .
Blaise si spazientì un poco per il comportamento bizzarro della ragazzina, ma quando stava per rimettersi in cammino si sentì strattonare per un braccio , e voltandosi , si trovò ad una spanna dal viso della giapponese .
- Facciamo così , se io ti porto da lui tu devi farmi una promessa – propose lei tutta elettrizzata , le mani piccole e bianche che affondavano nel giaccone dell’uomo .
Con un certo sconcerto , al giovane Duval parve di sentire il proprio cuore rimbalzare da una parte all’altra del petto come una pallina di flipper , costringendolo per un lungo istante a serrare le labbra per il fastidio .
Non era una sensazione piacevole , così come la presa di lei sul suo avambraccio e il suo strano profumo di fragola gli strinse lo stomaco così forte da portarlo , senza neanche accorgersene , ad annuire pur di allontanarla da sé .
Ermione si ritirò con un sorriso tenero , notando come il fratello di Damien avesse rilasciato un respiro lungo e profondo quando fu a qualche centimetro di distanza , riuscendo anche a cogliere il passo laterale con cui il ragazzo si era ulteriormente allontanato da lei .
Un atteggiamento che le pareva tanto quello di un gatto spaventato che si ritraeva da un possibile pericolo .
Solo che per quanto lei stessa ci ragionasse  sopra , non riusciva a capire cosa di lei potesse fargli paura .
- Allora – cominciò con aria trasognata , quasi la sua mente fosse proiettata in chissà quali pensieri – voglio che tu sia il modello per il mio capolavoro .
La vista di una mandria inferocita di donne al loro primo giorno di ciclo mestruale lo avrebbe spaventato di meno , pensò confusa Ermione quando vide Blaise Duval fare un passo indietro  come se lo avesse appena colpito in pieno viso .
Tuttavia , sebbene l’uomo avesse reagito in modo quasi isterico annuì alla sua richiesta , ritrovandosi così a seguirla per le via di Parigi con gli occhi di tutti puntati sulla sua schiena , sorpresi e decisamente severi .
In fondo , chi si era quasi abituato alla figura delicata e trotterellante di Ermione , non poteva di certo non aspettarsi qualcosa di terribile nel vedere il don giovanni per eccellenza seguire come un cane bastonato proprio lei .
 


                                                                                              §
 
 
 
Quando Ermione aprì la porta lo fece con cautela , facendo capolino con la testa e facendo cenno  all’uomo dietro di lei di attendere .
Non che fosse così schizzata da far finta di aver sbagliato casa , ma nel lasciare Cèline da sola con il giovane Duval , la pittrice sapeva che al suo ritorno  sarebbero volati oggetti e parole irrepetibili che la bella bocca dell’amica ruttava con nonchalance  .
Perciò , quando ad accoglierla fu un dolce profumo di cannella e il silenzio più assoluto , gli occhi le si assottigliarono così tanto che le iridi chiare sembrarono sparire sotto le folte ciglia nere .
Dietro di lei , Blaise si limitò a tendere il collo con sguardo scocciato , annusando l’aria e cercando con lo sguardo la chioma riccioluta di suo fratello .
- Mette i brividi non trovi ? Tutto questo silenzio non è normale – borbottò confusa la piccola giapponese , trotterellata dentro con al lato l’uomo che continuava a starle alla larga il più possibile .
Non solo perché Ermione scatenava in lui reazioni sconosciute  che lo irritavano , ma anche perché sembrava un po’ toccata e leggermente folle  anche per una psicopatica .
Di soppiatto e con le orecchie tese nella speranza di udire un qualche schiamazzo ,  entrambi gironzolarono per il salotto con aria attenta , oltrepassarono il lungo corridoio che portava alle scale per poi entrare nella colorata cucina dalle tende di pizzo .
Solo che il sorriso entusiasta di Ermione non sembrò minimamente influenzare l’espressione cupa che Blaise aveva assunto nel vedere suo fratello tenere  tra le proprie la mano di Cèline Roux .
Anche il rossore sulle guancie di lei e il sorriso timido di Damien contribuirono a far irrigidire l’uomo  , mentre la ragazza avvisava entrambi della loro venuta con lo scampanellio della sua risata divertita .
A quel punto , come strappata dalla bolla di sapone nella quale i due sembravano fluttuare , Cèline si ritrovò ad allentare la presa e arrossire in modo apparentemente innocente sotto lo sguardo tenero di Damien e quello gelido di Blaise .
- Preparo subito un po’ di thè , tu Blaise puoi sederti , ci metterò meno di un minuto – chiocciò Ermione  , tutta gongolante per la visione dei due tanto presi l’una dall’altra, affaccendandosi subito a prendere le tazze e lo zucchero .
L’uomo rimase però sordo al consiglio della ragazza , rimanendo sotto l’arco della porta con le braccia tese lungo i fianchi e lo sguardo duro puntato su suo fratello .
Damien , infatti , si rese conto della presenza di Blaise solo quando l’amica di Cèline lo chiamò per nome , voltandosi nella sua direzione con un sorriso estatico.
- Ehi , cosa ci fai …- le parole , purtroppo , morirono sulle labbra del giovane quando  al suo sguardo caldo e sereno , suo fratello inchiodò due occhi terribili , tanto gelidi e furiosi da fargli accapponare la pelle .
Ermione non sembrò accorgersi minimamente  della tensione calata tra i due ,  sistemando le tazzine sul vassoio che sollevò con un sorriso tenero , sorriso che però si ritrovò ad abbandonare quando lo sentì parlare .
- Cosa diavolo ci fai con lei ? Ti avevo detto di starle lontana o sbaglio? Le prostitute non hanno bisogno della tua stupida tenerezza – sputò furente Blaise  con la voce che a stento conteneva la violenza delle sue parole .
Come se le avesse appena dato un calcio alla sedia , Cèline si alzò di scatto con le iridi serrate , algida nella sua bellezza bionda che però sembrò intensificare l’odio negli occhi blu del giovane .
Damien , amareggiato dal comportamento del fratello e altrettanto spaventato dalla reazione della donna al suo fianco scattò in piedi a sua volta , un braccio levato verso il fratello e l’altro corso a serrarsi attorno alla vita di Roux .
Se possibile , gli occhi di Blaise divennero ancor più minacciosi , accompagnati dalle parole che sputava con sdegno in faccia alla cameriera del Burlesque .
- Cos’è quello sguardo ? Ti credi tanto intelligente ?  Puoi prendere in giro mio fratello con le tue moine , ma non me , so a cosa punti , so cosa vuoi , ma non toccherai un soldo del suo patrimonio .
Scommetto che proveresti anche a farti  mettere incinta se …- e si interruppe , raggelato , quando vide l’occhiata spaventata che Damien lanciò alla donna mentre questa , in un gesto istintivo , si portava una mano al ventre quasi a protezione .
Poi fu un tutto fluire di parole e offese che se fecero  sbiancare Damien  , causarono  in Cèline un ritrarsi incerto e con occhi lucidi da quelle bestemmie ,   per quanto ella stessa tentasse di trattenersi .
Parole , parole , parole che Blaise si ritrovò ad ingoiare quando un grido acuto  , doloroso come una stilettata in pieno petto attirò la sua attenzione e quella dei due amanti .
Il rumore di porcellana infranta accompagnò l’urlo di Ermione , le mani ancora piegate in artigli e gli occhi verdi scuritisi appena .
Gli stessi occhi che sembravano voler colpire il maggiore dei Duval , colpirlo e colpirlo fino a farlo cadere , fino a farlo fuggire via con la coda tra le gambe .
- Vattene . Ora . – sibilò lei , le mani tornate lungo i fianchi che tremavano in modo nervoso mentre i suoi occhi continuavano a tenerlo inchiodato lì , con una tale forza che Blaise si riscoprì impossibilitato a muoversi .
Fu allora che Cèline intervenne , catapultandosi dall’amica e cingendola in un abbraccio caldo e talmente stretto da fermare il tremore del suo piccolo corpicino .
Cominciò anche a chiamarla , a chiamare il suo nome più e più volte fino a quando  non bisbigliò una parola nella madre lingua della pittrice che la portò a sbattere le palpebre lentamente , quasi come se si stesse risvegliando da un lungo sonno .
- Oh .
Quello fu l’unico suono emesso dalla padrona di casa , gli occhi che confusi fissavano il sorriso delicato dell’amica e le espressioni sconvolte dei due uomini a lei di fronte .
Ermione si soffermò qualche secondo in più su Blaise prima di sorridere a Damien .
- Credo sia il caso che andiate .
Puoi venire a casa quando vuoi , la porta è sempre aperta per te .
Cèline annuì con il capo in direzione del minore dei Duval , sorridendo appena prima di gelare Blaise con un occhiata talmente feroce da essere poco credibile su un volto femminile .
- Bene , allora noi andiamo . A domani – sussurrò ancora un po’ turbato Damien , tirando per la manica il fratello che continuava , insistente , a fissare la piccola giapponese dagli occhi verdi .
E continuò a farlo anche quando si trovò fuori dalla villa .
Anche quando salì nella macchina del fratello minore .
Ed anche quando , tornato a casa , mandò a quel paese suo padre prima di chiudersi in camera propria . La sognò persino .
Sognò i suoi occhi verdi .
Il suo sorriso candido .
La sua espressione un po’ tonta .
E poi lo rivide .
Quello sguardo che aveva avuto il potere di stritolargli in una morsa il cuore .
Lo stesso sguardo per il quale , nel sonno , si trovò a chiedere scusa .
 
 
 
 
                                                                                                §
 
 
Un gruppo di ragazzine del primo anno lo sorpassò con risolini imbarazzati prima di svoltare l’angolo , mentre alle sue spalle Blaise sentiva il mormorio concitato degli studenti dell’accademia d’arte di cui suo padre era il comproprietario .
Erano settimane che si intrufolava lì dentro , vagava un po’ per le diverse facoltà prima di appostarsi poco più in là dell’entrata di uno studio d’arte , lo studio d’arte della Tonta .
La chiamavano così molti degli studenti , la maggior parte della quali studentesse invidiose del suo talento .
Infatti , nonostante il suo stesso comportamento lo irritasse , Blaise si era informato sulla piccola giapponese che da notti non lo faceva dormire .
Ed era brava , incredibilmente dotata  .
Una vera promessa della pittura .
Certo , ne era rimasto quantomeno sorpreso , d’altronde  , come poteva sapere che quella ragazzina era forse una delle più talentuose pittrici del loro secolo ?
E lei , tra i tanti modelli che in quei giorni aveva visto uscire dal suo studio, aveva scelto proprio lui .
Era un qualcosa che lo lusingava , ma che lo infastidiva .
Se davvero lo aveva voluto con tanto ardore da strappargli una promessa, perché ogni dannato giorno  lo stesso biondo lasciava lo studio a metà giornata ?
Aveva trovato così presto un sostituto ?
Blaise non sapeva perché quel fatto lo indisponesse , così come il ritrovarsi a nascondersi  ogni giorno , pedinandola e seguendola con lo sguardo era un atteggiamento che più volte aveva catalogato come  quello di un dannato tredicenne alla sua prima cotta .
Non che lui si fosse invaghito di lei , ma lo aveva colpito , quello si .
Quello però non giustificava la sua costante presenza lì , davanti a quello studio che ancora non si apriva .
Il biondastro non era ancora arrivato e per qualche insano motivo Blaise ne era stupidamente contento . Perché poi ?
Non era mica il…
- Ehi
Nell’esatta imitazione di un film horror , Blaise si ritrovò a voltare il capo lentamente , tanto lentamente che i suoi occhi scocciati impiegarono un paio di secondi in più per riconoscere il modello che Ermione Ogawa aveva deciso di ritrarre .
Lo stesso biondo che il ragazzo aveva visto entrare nello studio una marea di volte e che ora lo fissava con sguardo tronfio .
- Sai che potrei denunciarti per stalking ? Non crederai davvero che non ti abbia notato ?
La sicurezza di quel bastardo costrinse Duval a tendere le labbra in un ghigno minaccioso mentre le braccia muscolose correvano a incrociarsi sul suo petto in una posa guardinga .
- Ma davvero ? E perché mai dovresti ?
Alphonse gli rifilò un sorriso ironico.
- Perché guardi la piccola Ermione come se fosse roba da mangiare , perciò se gironzoli attorno alla *ma princesse   , è mio dovere metterti i bastoni tra le ruote .
Quell’aggettivo possessivo lo indispettì particolarmente , tanto da farlo avanzare di un passo e assottigliare le iridi blu in modo brusco  .
- E si può sapere tu chi diavolo sei ? Il suo fidanzato ?
Nell’udire la voce del ragazzo venire meno sull’ultima parola , il modello si concesse un sospiro di sconforto prima di dare una pacca sulla spalla di Blaise Duval  , lanciandogli una lunga occhiata ammirata che però il diretto interessato non colse .
- Io sono colui che ti eviterà di invecchiare qua dietro – rispose con acidità il biondo , scoccando un occhiata gongolante alle sue spalle che portò Blaise a voltarsi a sua volta .
Ed eccola lì , la causa delle sue notti insonni .
Una cosina piccola piccola , vestita di un orrendo abito verde pistacchio a fiori gialli che la faceva apparire più piccola di quanto già  non fosse , mentre i capelli , tenuti alti da una coda le oscillavano dolcemente attorto alla vita stretta .
- Ciao – lo salutò incolore lei , lo sguardo perso come sempre in chissà quale mondo parallelo mentre , avendola così vicino , Blaise riusciva a riconoscere delle macchie di colore sui palmi delle sue mani e sullo zigomo destro .  
- Ciao – ricambiò svogliato lui , riuscendo a nascondere il lieve sorriso che gli aveva inspiegabilmente fatto tremolare le labbra nel vederla così tranquilla di fianco a sé .
- Hai visto Alphonse ? è un biondo alto e bello .
Blaise serrò la mascella così forte che sentì i suoi denti scricchiolare .
Era bello ? Quell’albino pelle e ossa ?
Si voltò giusto per fulminarlo con lo sguardo ma non c’era più nessuno alle sue spalle .
Era come sparito .
- Lo hai visto ? – tornò alla carica Ermione , le iridi verdi ancorate ora alla sua figura .
Un sottile sogghigno gli smosse la costante espressione annoiata nel mentre che un idea malsana gli attraversava la mente .
- Si , ha detto che doveva correre in bagno . Un attacco di diarrea acuta .
Ermione sgranò gli occhi a quelle parole , la bocca leggermente dischiusa e gli occhialini un po’ sbilenchi sul suo nasino , mentre Blaise gongolava per  vendetta sul modello .
- Oh- esclamò con tono avvilito lei – vorrà dire che disegnerò qualcos’altro . Grazie –e così dicendo gli diede le spalle , trotterellando verso lo studio con una canzoncina d’amore a sciogliersi sulla sua lingua .
Fu allora che uno spasmo allo stomaco convinse Blaise ad affrettare il passo , a raggiungerla e a voltarla di nuovo nella sua direzione .
Lei si lasciò girare , inerme , gli occhi verdi sempre persi nel vuoto e un po’ di curiosità sui lineamenti delicati del viso .
Era bella , si ritrovò a pensare con sgomento Blaise , tremendamente bella .
Ora che l’aveva vicino poteva correggere il suo primo pensiero .
Non era abbastanza carina  , era indubbiamente bella .
Un aggettivo che era affiorato nella mente del giovane solo nel pensare a sua madre .
- Si ?
Cosa poteva dirle ora ?
Che l’aveva pedinata perché era curioso ?
Che aveva rischiato di malmenare il suo fidanzato perché ne era infastidito ?
La guardò negli occhi senza sapere cosa dire , cosa fare , ma avvenne tutto in modo naturale , quasi quelle iridi lo spingessero a confessare i suoi segreti più oscuri .
E gli uscì solo quello , uno scusa appena udibile dopo il quale si morse la lingua .
Ed ora ?
Lei avrebbe girato i tacchi ?
O lo avrebbe semplicemente schiaffeggiato ?
Blaise rimase in ansia per quella che gli parve un eternità prima di vederlo dopo tanto .
Il suo sorriso .
Il sorriso del loro primo incontro .
Tenero , ingenuo e sorprendentemente perfetto .
Ermione lo fissò con aria trasognata , afferrandolo per un braccio e trascinandolo verso il suo studio.
Cinguettò la sua volontà di abbozzare subito il modello del suo capolavoro , non cogliendo il flebile sorriso sul volto del ragazzo che si lasciava strattonare senza opporre resistenza .
Mentre alle loro spalle , con un braccio maschile stretto attorno alla sua vita  , Alphonse Dumont lanciava un ultima rammaricata occhiata al ragazzo che la sua migliore amica aveva rinchiuso nel suo studio .
E sospirò il primo pensiero che lo aveva colto nel vedere Blaise Duval pedinare la piccola Ermione .
- Bel culo però .
 
 
 
 
 
 
Continua…
* La residenza delle Muse
* mia principessa

Ogni capitolo avrà stralci di una canzone di Pink che scriverò all'inizio di ogni capitolo , mentre inserirò anche un aforisma di Oscar Wilde che mi sembrerà inerente al capitolo .
Ringrazio chi ha letto , chi leggerà e chi , forse , commenterà .
Al prossimo mercoledì Au revoir .

 
  
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