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Autore: Rebychan    19/05/2011    10 recensioni
A volte un'esperienza considerata all'inizio una perdita di tempo, può cambiarti la vita.
Questo è quello che capiterà a Gokudera.
Atemporale - Pairing: YxG (8059)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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18 Ecco l'ultimo capitolo di questa storia. Non dico niente, spero solo che sia quello più indicato e che vi piaccia. Fatemi sapere.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo e soprattutto le quattordici persone che hanno ritenuto la storia degna di essere messa tra le preferite, le due persone che l'ha messa tra le ricordate e le diciotto che l'hanno messa tra le seguite.
Un ringraziamento speciale va alle tre persone che hanno commentato lo scorso capitolo. Grazie di cuore!
Un bacione va a Willow che ha letto in anteprima il capitolo, rassicurandomi sulla sua riuscita. SMACK!
Ringrazio in anticipo chiunque commenterà questo ultimo capitolo facendomi sapere quali saranno le sue considerazioni a caldo. Grazie di cuore! Prometto che risponderò a tutti tramite la funzione EFP.
Nell'angolo di Rebychan troverete ulteriori delucidazioni e ringraziamenti.
Ancora grazie a tutti.
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 18

Per qualche istante Gokudera quando sentì le labbra dell'altro sulle sue rimase rigido a causa della sorpresa, tra le braccia di Yamamoto.

Solo l'attimo successivo si ritrovò a chiudere gli occhi per lasciarsi andare.

Le mani che fino a quel momento  erano state appoggiate al petto del patito del baseball andarono a cingergli il collo per abbracciarlo a sua volta.

Fu solo un tenero tocco di labbra in quanto nessuno dei due aveva l'esperienza necessaria per approfondirlo, tuttavia durò diversi minuti e le sensazioni che provocò nei due ragazzi furono incredibili.

Fino a quando il contatto delle loro bocche non si ruppe fu come se il mondo intorno a loro sparisse. C'erano solo i loro corpi abbracciati, le loro labbra unite. I cuori battevano forti nel petto,  le farfalle ballavano felici nello stomaco, la pelle sotto i vestiti fremeva.

Era così bello sentirsi parte di un qualcosa di non ancora definito del tutto, ma che scatenava in colui che lo viveva emozioni nuove che lo appagavano come mai nessun altra cosa nella vita. Era meraviglioso.

E quel bacio ebbe il potere di far riappacificare Gokudera con se stesso, facendogli trovare un nuovo equilibrio.

Quando infatti si separarono, i due ragazzi si guardarono negli occhi sì imbarazzati, ma anche fiduciosi.

E fu allora che Yamamoto si decise a dire ciò che provava capendo che un solo bacio seppur corrisposto, non era abbastanza per chiarire cosa c'era tra lui ed il guardiano della tempesta.

Lui e Gokudera si erano rincorsi per troppo tempo, prima di trovarsi,  e quindi per essere sicuri al cento per cento che quel bacio significasse ciò che normalmente avrebbe dovuto essere ovvero affetto corrisposto, si necessitavano anche di parole.

In quell'ultimo periodo, troppe paranoie avevano affollato la mente di entrambi i ragazzi, e per disperderle del tutto, i due avevano bisogno di spiegarsi per capire quello che ci sarebbe stato tra loro d'ora in poi.

Takeshi continuando ad abbracciare Hayato che non lo stringeva più a sua volta avendo portato le mani lungo i fianchi, ma che non dava segni di volersi allontanare da lui, prese un profondo respiro e disse: "Ormai penso che tu l'abbia capito Gokudera-kun, ma te lo dico lo stesso. Tu mi piaci davvero."

Nell'udire quelle parole, il guardiano della tempesta arrossì ed altre lacrime cominciarono a rigargli il volto, stavolta di sollievo.

Il suo cuore infatti quando aveva sentito che lui a Yamamoto piaceva, aveva cominciato a battere ricolmo di speranza.

La paura dell'abbandono non lo lasciò del tutto, tuttavia di nuovo venne racchiusa in una parte recondita del suo animo.

L'angoscia di non essere corrisposto scomparve, lasciando spazio però ad un po' di ansia dovuta al non sapere quello che sarebbe successo da quel momento in poi. Ancora infatti si sentiva inadeguato a vivere una vera storia d'amore. Era impreparato a quello che comportava.

Gokudera era felice a causa dei gesti e delle parole di Yamamoto, si rese conto e per la prima volta nella sua vita, infatti, stava piangendo per la felicità.

A Yamamoto lui piaceva. Lui piaceva!, non faceva che ripetersi.

Ad un tratto istintivamente si ritrovò a pensare che doveva andare da Takeshi per dargli la notizia, di sicuro l'animale ne sarebbe stato contento dato che l’aveva sostenuto in quel periodo, ma poi si ricordò che se n'era andato ed allora i suoi occhi si oscurarono leggermente. Il cane gli mancava ancora tantissimo. Era stato un vero amico.

Ora però doveva pensare al Takeshi umano che lo guardava teso. Si disse ritornando al presente. Probabilmente si aspettava che anche lui rispondesse alla sua dichiarazione a parole, ma per Gokudera non era facile.

Lui non era mai stato in grado di rapportarsi agli altri con la facilità con cui ci riusciva Yamamoto. Lui era un tipo scontroso e chiuso. Per lui esprimersi a parole era sempre stato un problema.

All'apparenza sarebbe stato facile visto che l'altro si era già dichiarato, dirgli un semplice: 'Anche tu mi piaci.', ma la sua bocca sembrava incapace di aprirsi per far uscire la voce.

Ed a peggiorare la situazione c'erano le lacrime che gli rigavano il volto  che sebbene fossero di felicità lo confondevano.

Da quando infatti era diventato così rammollito da piangere come una fontana per ogni cosa?

Prima per la perdita del cane, ora perché Yamamoto si era dichiarato.

Quel giorno non faceva che piangere, probabilmente Yamamoto si sarebbe fatto una brutta impressione su di lui, considerandolo una femminuccia.

Sapeva di dover fare qualcosa per sbloccare la situazione. Era conscio che la cosa più giusta da fare sarebbe stata parlare a sua volta, o per lo meno fare qualcosa che avrebbe rassicurato Takeshi, ma la sua mente era come svuotata.

Era felice della dichiarazione, ma non sapeva come comportarsi per farlo capire all'altro.

Probabilmente anche se la paura e l'angoscia se n'erano andate, quel po' di ansia per quello che sarebbe stato poi, riusciva ancora a frenarlo.

Tutti provavano quell'ansia in quei momenti, ma se la maggior parte delle persone la vivevano serenamente, chiudendosi in un aspettativa gioiosa, la scarsa esperienza nei rapporti umani di Gokudera, invece gliela facevano vivere con rammarico.

Se avesse detto a Yamamoto che anche a lui piaceva, di sicuro si sarebbero messi insieme, ed allora l'altro cosa avrebbe preteso da lui?

Di uscire insieme come delle coppiette normali? E lui sarebbe stato capace di farlo?

Non aveva paura del contatto fisico, quello no, il bacio che si erano scambiati solo pochi attimi prima infatti gli aveva fatto capire che se l'altro l'avesse toccato per lui sarebbe stato facile lasciarsi andare, la sua ansia proveniva proprio dal resto delle cose che comportava lo stare insieme.

Le uscite, ma anche le confidenze.

Era davvero disposto a rendere Yamamoto una delle persone, se non la persona,  più importante della sua vita?

Una vocina nella sua testa, gli disse che lo era, ma lui aveva ancora dei dubbi.

Per il momento, infatti, poteva ancora trattare l’altro come  un "amico", se si fosse scoperto ed avesse ammesso l'affetto che provava non sarebbe stato, invece, più possibile. E l'altro sarebbe diventato probabilmente insieme al Decimo, ma per due motivi diversi, la persona che più di ogni altra avrebbe potuto fargli del male se avesse voluto.

Per il Decimo era l'onore e l'amicizia a legarlo.

Per Yamamoto sarebbe stato l'amore. E se un giorno quest'ultimo si sarebbe stufato di lui, come avrebbe resistito al dolore della perdita?

Se già solo la scomparsa di Takeshi l'aveva così distrutto, cosa sarebbe successo se fosse stato Yamamoto ad abbandonarlo?

Probabilmente non si sarebbe più ripreso.

Ed era disposto a mettere nelle mani dell'altro il suo futuro nonostante fossero ancora così giovani e quindi nemmeno sapevano cosa sarebbe potuto accadere? Era disposto a rischiare?

Guardò negli occhi Yamamoto che lo stava ancora guardando con apprensione in attesa di una sua risposta e la solita vocina della coscienza nella sua testa gli rispose di sì, che voleva buttarsi, che quello che provava valeva davvero la pena di essere vissuto, ed a quel punto aprì le labbra per dire qualcosa, ma ancora una volta non ci riuscì.

Era così patetico.

Avrebbe voluto rischiare, ma aveva paura di farlo. Era davvero uno smidollato.

Si prese le labbra tra i denti e di nuovo fu Yamamoto a sciogliere come neve al sole le sue remore.

Di nuovo il patito del baseball portò il suo viso vicino al suo.

Gokudera socchiuse le labbra pensando che volesse ribaciarlo e gliel'avrebbe lasciato fare, ma invece Yamamoto non lo baciò. Dalla sua bocca uscì la lingua e cominciò a leccargli le lacrime.

Poi tentando di apparire allegro e sorridente come al solito, quando in verità si vedeva che era teso, disse: "Non sarò bravo a leccare come Takeshi, ma non penso di fare proprio schifo. Io ti voglio bene davvero Gokudera-kun. E vorrei restare con te. Sono disposto anche a comportarmi come il cane Takeshi se per te fosse più facile. Fammi provare ad essere il tuo ragazzo. So anche giocare con la pallina di baseball molto bene, sai? I miei compagni di squadra potrebbero garantire. Vedrai non ti deluderò."

Per comprovare le sue ultime parole, Yamamoto si staccò da Gokudera ed estratta una pallina da baseball dalla casacca della divisa che indossava la mostrò all'altro ragazzo tutto speranzoso.

Quelle parole e quei gesti ebbero il potere di far sorridere interiormente Gokudera.

Yamamoto era proprio un idiota. Come faceva a sparare certe cavolate? Si rese però conto che in fin dei conti era proprio per quello che gli piaceva. Per quella sua capacità di lanciare battute sceme in tutta serietà, proprio nel momento esatto in cui chi le ascoltava aveva più bisogno di sentirle.

Quelle sue parole all'apparenza idiote infatti molto spesso anche quando la situazione era disperata riuscivano a farla apparire più serena.

Con una facilità incredibile, bastava una sua parola, e tutto diventava più facile. Il suo modo "facile" di vedere la vita riusciva a rischiarare anche quella degli altri.

Se lui diceva che una cosa non andava, molto spesso era così.

Se lui confidava ancora in qualcuno che gli aveva fatto addirittura del male come uno scemo, di solito questi rispondeva al suo comportamento diventando migliore.

Se lui diceva bianco, anche quando la situazione era "nera" molto spesso si concretizzava nel giro di poco una schiarita.

Nonostante non rientrasse nella schiera degli intelligenti a scuola, Yamamoto in verità aveva il dono di saper facilitare la vita degli altri, con la sua sola presenza, con le sue sole parole.

E probabilmente nemmeno lui ancora si era reso conto di quanto fantastica fosse quell'abilità.

Essere di aiuto concreto nella realtà agli altri usando semplici frasi all'apparenza idiote che in verità racchiudevano concetti fondamentali per la riuscita di un'impresa, era un dono eccezionale.


Le sue parole imbecilli incredibilmente infatti riuscivano sempre a toccare un punto scoperto, districando una situazione tesa, facendola diventare più facile.

Ed anche in quel momento per Gokudera fu così.

Grazie alle parole di Yamamoto, infatti, finalmente riuscì a capire cosa fare.

Afferrò con un cipiglio la pallina che l'altro gli tendeva. Poi gli diede le spalle e si allontanò di qualche passo.

Tutto sommato se i suoi appuntamenti con Yamamoto sarebbero stati come quelli con Takeshi, uscire con l'altro non lo metteva più in ansia.

In fin dei conti, era inutile temere qualcosa che ancora doveva capitare. Era meglio concentrarsi sul presente e su quello che provava. Era inutile pensare a cosa sarebbe successo se l'altro lo avesse lasciato.

Yamamoto aveva dimostrato di tenere veramente a lui, arrivando pure al punto di dirgli che si sarebbe comportato come un cane pur di starci insieme.

Non aveva bisogno di altre prove per sapere quanto gli volesse bene. E lui era già stato abbastanza idiota in tutto quel tempo da non rendersene conto, e sì che dei segnali c'erano stati in proposito. Tipo i baci dell'ultimo periodo, ma anche gli sguardi dolci che a volte l'altro gli rivolgeva. E quindi era giunto il momento di comportarsi finalmente da persona intelligente.

Anche a lui l'altro piaceva ed allora era inutile continuare a far soffrire entrambi stando lontani, quando in verità la soluzione migliore era provare a far funzionare un nuovo rapporto tra loro e vedere come sarebbe andata.
 
A parole, però, Gokudera non riusciva a dire tutto quello, poteva tuttavia tentare di farlo capire all’altro con altri mezzi.

Ad un tratto, quando fu distante qualche metro si girò di nuovo verso Yamamoto che era rimasto fermo nello stesso posto di dove era prima, guardandolo confuso non capendo cosa gli stesse passando per la testa. Probabilmente si stava chiedendo se stava andando via, e quindi lo stesse rifiutando senza nemmeno usare parole.

Si sbagliava.

Gokudera infatti dopo essersi girato, lanciò la pallina verso Yamamoto dicendo semplicemente: "Takeshi! Qui!"

Yamamoto afferrò la palla con precisione e sorrise, cancellando l'espressione tesa e preoccupata di qualche istante prima.

Poi con quattro veloci falcate raggiunse Gokudera che si era voltato di nuovo per ricominciare a camminare verso l'uscita del parco per fargli capire che era giunto il momento di andare. Lui la sua risposta all'idiota l'aveva data, ora spettava all'altro capirla.

Ed infatti la capì.

Subito gli fu appresso e con un braccio gli circondò le spalle per portargli la testa verso il suo petto. Gli scompigliò i capelli e disse: "Allora anch’io ti piaccio ed adesso stiamo insieme. Sono felice."

Sì, si poteva dire che stavano insieme. Pensò Gokudera. Ed anche lui era felice, anche perché Yamamoto lo aveva capito senza che lui dovesse dirglielo chiaramente.

Dopo averlo lasciato Yamamoto chiese: "Posso chiamarti anche io Hayato d'ora in poi?"

"Hn.", rispose Gokudera, rendendosi conto che sul serio solo pochi istanti prima aveva chiamato per nome Yamamoto facendogli intuire che probabilmente d'ora in poi l’avrebbe chiamato sempre in quel modo.

'Takeshi.', sussurrò dentro la sua testa ed all'immagine del cane la cui assenza ancora gli faceva un po' male, si sostituì quella di Yamamoto facendogli capire che grazie al ragazzo, probabilmente sul serio come aveva detto Ruriko presto avrebbe pensato all'animale solo come ad un caro ricordo.

Un caro ricordo a cui però doveva molto perché se ora era insieme a Yamamoto era soprattutto per merito suo e dell'esperienza al canile. E non l’avrebbe mai dimenticato.

Sì, tutto sommato chiamare Yamamoto Takeshi sarebbe stato più facile del previsto, si disse, avendo fatto pratica nell’uso del nome con il cane.

E poi tanto lui per chiamarlo usava ben poco anche il cognome di Yamamoto, preferendo usare i suoi nomignoli: 'Scemo, patito del baseball, l'unione dei due'.

E visto che lui aveva chiamato per nome l'altro a quel punto sì, Yamamoto poteva chiamare anche lui con il suo, tanto essendo vissuto in Italia per un periodo di tempo, lì l'uso del nome era primario in confronto al cognome per cui non gli avrebbe sconvolto la vita poi più di tanto.

Mentre si perdeva in quei pensieri, Yamamoto esclamò, sorprendendolo di nuovo e dimostrando che si era abituato facilmente all'uso del nome, anche se a dirla tutta mentre lo chiamava si notava che era un po' imbarazzato: "Hayato, non ti dispiace se qualche volta oltre a leccarti ti bacio anche, vero? Mi piace farlo."

La fronte di Gokudera schizzò verso l'alto incredula a quelle parole.

Sul serio Yamamoto aveva pensato che quando aveva accettato di mettersi con lui,  era solo perché per Gokudera sarebbe stato un sostituto del cane?

Il ragazzo dai capelli argentati capiva che nel dargli una risposta sullo stare insieme era stato ambiguo ma insomma gli sembrava che quando prima l'aveva baciato non si era dimostrato disgustato, ma anzi avesse felicemente partecipato.

Forse era il caso di essere più diretti per far capire allo scemo una volta per tutte cosa volesse da lui. Pensò Hayato.

Fu per quello che afferrato per la stoffa della casacca Yamamoto, lo spinse a chinarsi e quando il suo viso fu all'altezza del suo lo baciò.

Anche quello fu solo un tocco di labbra ma servì a far capire che no, non gli sarebbe dispiaciuto che l'altro l'avesse baciato.

E quando si separarono infatti Gokudera disse: "Non sei un cane per cui con me comportati da uomo."

Yamamoto allora gli sorrise felice capendo finalmente quello che intendeva ovvero che lui non era un sostituto di Takeshi, ma che gli voleva bene in quanto lui.

Ed anche Gokudera si ritrovò a sorridere di rimando.

E per qualche istante rimasero a fissarsi negli occhi sorridenti, contenti finalmente di essere riusciti a chiarirsi in modo così da poter stare insieme.

FINE CAPITOLO 18

FINE "TAKESHI"

L'ANGOLO DI REBYCHAN
E così finisce questa fic che mi ha regalato tutto sommato grandi soddisfazioni.
All'inizio non avrei mai creduto che sarei arrivata fino a questo punto ovvero 18 capitoli più un prologo e che come storia (essendo molto leggera) avrebbe ricevuto quasi un centinaio di commenti.
Per non parlare poi delle quattordici persone che l'hanno messa tra le preferite, le due che l'hanno messa tra le ricordate, e le 18 che l'hanno messa tra le seguite.
Siete stati tutti gentilissimi con me.
Sinceramente non andando molto d'accordo con i finali, non so se quello per questa storia sia riuscito o meno, per cui aspetto con ansia vostre considerazioni a caldo per sapere cosa ne pensate.
Per il resto, volevo ringraziare ancora una volta tutte quelle persone che hanno sostenuto questa fic, facendola arrivare fino a questo punto. E' grazie alle vostre parole gentili ed ai commenti che infatti non mi sono lasciata andare, demoralizzandomi del tutto, e se ho continuato a scrivere questa fic giovedì, dopo giovedì, stringendo i denti anche quando non era facile, per portarla alla sua naturale (spero) conclusione.
Ed ora cosa succederà? Il sondaggio che avevo istituto nel mio forum, ha decretato come vincitore per la fic del Giovedì, Futuri incerti (grigio) - Ritrovarsi, per cui d'ora in poi trasferirò quella storia in questo giorno della settimana, e la scriverò con più costanza. Forse addirittura se tutto va bene, può darsi che riesca a postare il nuovo capitolo di questa storia già entro stasera, altrimenti verrà rimandato tutto a giovedì prossimo.
Per ora quindi non inizierò nuove storie su questo manga.
E chi vorrà continuare a sostenermi anche su quella "nuova" storia iniziata da qualche capitolo, gliene sarò fin d'ora grata, perché è la vostra presenza "non silenziosa" che mi spinge a proseguire le mie fic con continuità, senza perdermi.
Grazie di tutto cuore a tutti per avermi seguito fin qui.
Non vi tedio oltre.
Con questo, anche stavolta mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima
Rebychan

L'ANGOLO DELLE RISPOSTE AI COMMENTI:

Un ringraziamento speciale va a:

Hibari Kyoite: Già! Il tempo vola davvero! Sono già quattro mesi e mezzo che ho iniziato questa storia, e mi sembra ieri. Eppure invece eccomi qui giunta all'ultimo capitolo. Anche a me 'Takeshi' mancherà, dopotutto è stata la mia prima storia su questo fandom per cui avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
Spero con l'ultimo capitolo di non aver rovinato tutto, e che la storia ti possa piacere ora nella sua totale interezza. Fammi sapere.  
Mi fa piacere sapere che hai trovato lo scorso capitolo dolcissimo.
E sì, Gokudera riesce sempre ad essere contorto. Picchia chi lo vuole consolare, si fa mille remore anche dopo che ha ricevuto la notizia più bella della sua vita, ovvero quello di essere ricambiato, ci mette tre ore a decidersi a lasciarsi andare, tenendo sulle spine chi ama, per assurde paranoie. E' decisamente un personaggio complicato.
In effetti il tempismo di Yamamoto nello scorso capitolo è stato incredibile. Ha pronunciato il nome di Gokudera tre volte, ma poi ha nominato Kamio e all'altro sono saltati i nervi.
Ma credo che in fin dei conti sia stato salutare, almeno ora non hanno più ombre nel loro rapporto.
E sì, io credo che Gokudera sia sì, un personaggio forte, ma che racchiuda dentro di sé anche molta debolezza. E proprio perché all'apparenza vuole apparire in gamba sempre e comunque, dentro di sé a volte non può che lasciarsi andare a pensieri altamente distruttivi, che di solito riesce a tenere sotto freno, ma quando qualcosa non va come vorrebbe, soprattutto nella sfera emotiva, allora finisce con finire in una spirale che lo divora come dicevi bene tu, quasi fino all'osso.
Ma è lo stesso anche per Yamamoto, anche se quella probabilmente sarà un'altra storia. Eh eh eh!
Sì, incredibilmente sono riuscita a far combaciare al prologo, lo sviluppo della storia che era andato un po' in maniera diversa da come l'avevo preventivato all'inizio. In effetti la fic doveva essere più corta e quindi avrebbero dovuto esserci meno paranoie di Gokudera. Anche se a dirla tutta forse è meglio che le cose siano andate così. Se non altro ho potuto seguire tutta la crescita emotiva di Hayato fino alla fine, senza lasciare niente al caso.
Sì! Concordo! Le lacrime sono salutari e fanno bene. E poi se vogliamo rimanere in tema Giappone, per i Giapponesi la donna forte è quella che piange non per se stessa, ma per gli altri. Al contrario di noi, che troviamo un po' irritante i piagnistei, per i Giapponesi non hanno tutta quella valenza negativa.
Solo che Gokudera vuole darsi un tono per cui non capisce. Ovviamente non intendo che lui sia una donna, ma solo che sfogarsi sia per lei, sia per lui fa comunque bene, indipendentemente dal sesso.
Sì, era ora che Yamamoto prendesse in mano la situazione e baciasse Gokudera mettendo in chiaro quali erano i suoi sentimenti. Povero caro era così frustrato!
Spero che questo ultimo capitolo sia stato di tuo gradimento. Incrocio le dita!
Ti ringrazio tantissimo per tutto il sostegno che mi hai dato seguendo con costanza questa storia.
Grazie per il commento.

lampadina: Già! E sono riuscita ad aggiornare anche questo giovedì con l'ultimo capitolo. Contenta?
Sono felice di sapere che hai trovato il penultimo capitolo bello, tanto che per tutta la lettura hai avuto il batticuore per poi scioglierti nel bacio finale.
Grazie! Mi rassicura sapere che ti piace come rendo Hayato e Takeshi. Sono davvero meravigliosi ed anch'io li amo.
Purtroppo prima o poi ogni fic deve giungere alla fine, spero solo che la conclusione sia stata all'altezza della storia e che ti sia piaciuta. E' così?
Non so se hai votato per la nuova fic del giovedì, ma grazie comunque per il pensiero.
Nemmeno io sono poi così tanto ferrata sul web, anzi della maggior parte delle cose che lo spopolano non ci capisco proprio niente. Siamo in due ad essere assolutamente ignoranti.
Concordo! Avere idee diverse e pacificamente confrontarle è un vero piacere. Rende più viva la vita. Eh eh eh!
Grazie per tutto il sostegno che mi hai dato in questa storia e per la fiducia che mi accordi nel futuro.
Spero davvero che continuerai a seguire le mie fic e che ti piaceranno.
Grazie per il bacio e grazie anche per il commento.

kury: Grazie! Sono felice di sapere che hai trovato lo scorso capitolo bellissimo, tanto che ti ha commosso.
Credo che Gokudera abbia scampato una morte lunga e dolorosa, visto che alla fine ha deciso di lasciarsi andare al sentimento che provava e ha dato una possibilità al suo rapporto con Yamamoto. Contenta?
Spero che l'ultimo capitolo di questa storia ti sia piaciuto. Fammi sapere.
Grazie per il commento.

Un bacione.

Rebychan
   
 
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