Capitolo 2.
Non appena fu fuori di
casa, Sana si concesse un grido di esultanza.
Sììììììì!
Non posso crederci! Vivo con Akito! Dio, quanto è bello! Non sono riuscita a
trattenermi dal saltargli addosso! Mi piace davvero troppo. Forse dovrei
dirglielo …
Mentre fantasticava su
come confessare il suo amore al ragazzo, Sana giunse ad un supermarket. Vi entrò
e iniziò a girare tra gli scaffali cercando il banco dei surgelati.
Improvvisamente sentì una voce chiamarla e quando si voltò vide Hisae e Fuka
che le andavano incontro sorridendo.
“Ragazze!” esclamò
Sana. Si abbracciarono e si salutarono.
“Come sono felice di
rivedervi! Ma abbassate la voce, non vorrei essere assaltata dai giornalisti …”
“Ah, sì, scusaci,
Sanachan! Ma dov’eri finita?! Non abbiamo più avuto tue notizie per mesi!”
esclamò Hisae. Sana sorrise loro imbarazzata: “Lo so, scusate, è che l’ultimo
periodo in Europa è stato davvero faticoso! Tra lo studio e il set di un film
non avevo più un momento libero … Sono tornata l’altro ieri, ma non ho potuto
chiamarvi perché sono stata impegnata anche in questi giorni. Sapete, ho deciso
di comprarmi un appartamento … Ma ditemi, come sono andate le cose qui a Tokyo?
So che Aya e Tsuyoshi si sono sposati e sono andati a vivere insieme …”
E iniziarono a parlare
degli ultimi avvenimenti, raccontando anche i minimi, insignificanti dettagli.
Molto tempo dopo,
quando ebbero finito la spesa, uscirono insieme dal supermarket.
“Ah, Sanachan. Hai
detto che volevi trasferirti. Hai già trovato una casa?” chiese Hisae.
“Sai, anche Akito
voleva andare a vivere da solo. Credo proprio che io e Hisaechan saremo le sole
rimaste a vivere ancora con i nostri genitori …” aggiunse Fuka.
“Ah sì? …” fece Sana, fingendo di non sapere nulla dell’amico, ma arrossendo
leggermente. Non voleva ancora dire alle amiche che viveva con Hayama. “Comunque
l’ho comprato oggi. Ho trovato una casetta in centro molto carina, con un bel
giardino!”
E così evitò l’argomento
Hayama raccontando delle peripezie che aveva vissuto per trovare quell’abitazione.
Infine si salutarono e Sana, carica di borse della spesa, corse a casa.
Pochi minuti dopo che
Sana era uscita di casa, Akito aveva ricevuto un sms sul cellulare. Era di
Tsuyoshi:
“Ciao. Cm è andato l’incontro cn il proprietario di quell’appartamento?
Tsuyoshi”
Akito digitò
velocemente la risposta e la inviò al suo migliore amico, ma non accennò al
fatto che ora viveva con Sana. Messaggiarono per un po’, poi Akito si sdraiò
sulla poltrona del salotto aspettando il ritorno della ragazza.
Ma
dove si è cacciata? si chiese tre quarti d’ora
dopo. Comincio a preoccuparmi. E se le fosse successo qualcosa? Forse dovrei
andare a cercarla. E si alzò, prese le chiavi e andò alla porta. Non appena
l’aprì e fece per uscire, si trovò a un soffio dal viso di Sana, che era
arrivata in quel momento. Si affrettò a indietreggiare, leggermente
imbarazzato, e la lasciò entrare.
“Possibile che arrivi
sempre tardi?!” disse, cercando di far finta di nulla.
“Scusa, ma ho
incontrato Hisae e Fuka al supermarket! Non ci sentiamo da mesi e sai com’è,
una cosa tira l’altra, e parlando il tempo è volato …”
“Già, lo so …” fece lui ricordandosi della lunga chiacchierata di prima con la
ragazza.
“Piuttosto, tu dove
stavi andando?” chiese Sana.
“Da nessuna parte” mentì
Akito, arrossendo leggermente “Mi sembrava di averti sentita arrivare …”
Sana non sembrava
convinta, ma per fortuna lo stomaco del ragazzo ricordò loro ancora una volta
che era ora di pranzo.
“Io vado in cucina a
preparare da mangiare. Tu vai pure a fare una doccia.” disse Akito.
Sana annuì e andò in
bagno, mentre lui spariva nella cucina trascinandosi dietro la spesa e
lanciando occhiate fameliche alle confezioni di sushi che spuntavano dai
sacchetti.
Mezz’oretta più tardi,
nella casa si sentiva un buon odorino che raggiunse Sana mentre usciva dal
bagno.
Akito
dev’essere proprio bravo a cucinare, senti che profumino! Pensò. Quando entrò in cucina, il ragazzo si voltò e la fissò a bocca
aperta. Sana indossava soltanto una vestaglia azzurra di raso che le arrivava
un po’ sopra il ginocchio e che metteva in risalto le sue forme, e i capelli
ancora un po’ umidi erano sciolti. Allo sguardo di Akito Sana abbassò la testa
imbarazzata e si giustificò: “Non ho potuto cambiarmi, devo ancora andare a
prendere la mia roba a casa di mia mamma. Avevo portato solo questa …”
Lui si convinse a
richiudere la bocca, ma non riuscì a trattenere un “Sei bellissima” che Sana
apprezzò molto, poi si decise a servire il pranzo. Sana aveva indovinato: era
ottimo. Mangiò con gusto, mentre Akito assaporava il suo sushi soddisfatto.
Dopo pranzo, decisero
di andare a prendere la loro roba a casa dei genitori. Passarono prima dal
padre di Akito, che fu molto felice di rivedere Sana, poi da Misako. I bagagli
di Sana erano tantissimi e molto pesanti, tanto che la ragazza non sarebbe mai
riuscita a trasportarli tutti se Akito non si fosse offerto di darle una mano
prendendo i più pesanti.
Quando tornarono a
casa, Sana trascinò le sue valigie nella propria camera, preceduta da Akito che
senza sforzo portava gli altri bagagli, dopodichè iniziò a sistemare la sua
roba, mentre il ragazzo andava nella camera accanto a fare lo stesso.
Molto tempo dopo, la
stanza di Sana fu perfettamente in ordine. Lei si buttò sul letto, concedendosi
un attimo di riposo. Chiuse gli occhi, e senza volerlo nella sua mente si fece
strada l’immagine di Akito. Lo rivide mentre si offriva di aiutarla, sollevando
le sue valigie come se fossero piume, e il suo cuore innamorato non poté fare a
meno di esplodere di gioia. Poi ripensò ai suoi muscoli allenati, al suo corpo
perfetto … Ma a cosa sto pensando?! Si chiese aprendo improvvisamente
gli occhi e alzandosi dal letto. Scacciò quei pensieri e decise di andare a
vedere se Akito aveva finito di sistemare la sua stanza.
Bussò, e quando udì la
voce del ragazzo che le diceva di entrare aprì la porta e lo vide seduto sul
letto, con una valigia aperta e ancora da svuotare accanto e alcune ancora
chiuse sul pavimento.
“Ehi! Non hai ancora
messo a posto la tua roba?” gli chiese.
Lui alzò lo sguardo da
un soprammobile a forma di dinosauro che teneva in mano.
“Già, è che ho
ritrovato questo” disse, e porse il dinosauro a Sana. Lei lo prese e si sedette
accanto ad Akito.
“Quanti ricordi …”
esordì rigirandolo tra le mani. E in un attimo rivide quel giorno di molti anni
prima, quando glielo aveva regalato per il suo compleanno. Ricordò la festa, il
pupazzo di neve che lui le aveva regalato e di cui teneva ancora la fotografia …
e il bacio che si erano scambiati. Il loro secondo bacio. Lui le aveva posato
le mani sulle spalle e l’aveva fissata negli occhi, con il suo sguardo gelido e
profondo, prima di avvicinarsi. Lei aveva capito cosa voleva fare, ma non si
era spostata …
“Sana …” la voce di
Akito la riportò al presente. Si girò verso di lui. I loro visi erano
vicinissimi. Ancora una volta gli occhi del ragazzo la stavano catturando,
immobilizzandola. Lo vide avvicinarsi ancora di più, chiuse gli occhi, sentì le
sue labbra sfiorare le proprie, si abbandonò al bacio. Quando si divisero,
guardò di nuovo Akito negli occhi: la sua espressione non era più fredda e
impenetrabile, ma era diventata dolce, rassicurante. E lei si sentiva calma,
nonostante il suo cuore battesse forte, gonfio di amore e emozione. Stavano per
scambiarsi un secondo bacio, quando qualcuno suonò il campanello.