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Autore: Akane    19/02/2006    1 recensioni
“Per il cameriere biondo che si chiama Marco:
‘Guarda, se avessi un colpo, un’opportunità per prendere qualcosa che hai sempre voluto, un momento, lo cattureresti o lo lasceresti scivolar via?’
…io vorrei catturare te…
Ciao Sherikel”
(di recente l'ho rivisitata un po' e questa è la versione migliorata...)
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PARTE QUARTA:
COME NEVE AL SOLE

Siamo al suo pub, ormai è diventato il pub di Marco. Sempre le solite, meno Cristian, siamo tutte su di giri, cioè di ottimo umore. L’unico neo è che è sabato sera e Marco ha molto da fare, mi ha salutato ed abbiamo scambiato due parole in fretta, poi è stato ultra impegnato tutta la sera e questo mi avrebbe demoralizzato se non avessi avuto un buon umore e le altre sclerate tutte al mio servizio a sparare scemenze tutto il tempo. Siccome abbiamo come sempre qualcosa contro Cris, dopo aver sparlato di lui tutta la sera eccoci commentare che se non ci diamo una regolata col casino che stiamo facendo ci tagliano le teste e le mettono al posto di quelle indiane che ci sono d’abbellimento in giro per il locale. Poi inventiamo i nomi: Giulia sarebbe stata Testa Ricciuta per via dei ricci finti, io invece Testa Arcobaleno per il colore multiplo che ho, Stefania Testa Vuota e al momento di dire quella di Irene, esce quella di Cristian: Testa di Cazzo!

Penso sia il culmine della serata, non dico le risate che scoppiano, Irene addirittura piange ed io, anche se capisco a scoppio ritardato, rido ugualmente.
Carino anche quando faccio la gaffe di commentare ad alta voce l’idea che secondo me uno dei ragazzi seduti al tavolo accanto al nostro, è gay: quando questi si alza per andarsene ci dice che non lo è!
Sono tutte shockate e gelate, io alzo le spalle e quando se ne va commento cinicamente:
- Embè? Era una mia impressione, chi se ne frega se non lo è… cioè, lo conoscete? Dovete sposarlo? Siete loro sorelle? No, e allora che ve ne importa di quello che ha detto, pensato e fatto? Al diavolo, no? Ho fatto figure peggiori, non shockatevi troppo per questa! -
Anche se però non sono molto convinte della mia filosofia, riesco a spostare il loro shock su di me e non su quel tipo.
Molti punti di divertimento li abbiamo quando ci buttiamo le bucce dei bagigi l’una contro l’altra in una lotta serrata che mi porta a rimanere in canottiera nera, facciamo così tante scemate che non sappiamo più per cosa ridere per prima. Era da molto che non passavamo una serata simile e quando sono convinta che ci stanno per buttare fuori vedo Marco sedersi al tavolo poco lontano dal nostro, con dei suoi colleghi e parlare di lavoro. Lì per lì mi chiedo perché non venga da me ma poi effettivamente ammetto che dopo una serata intera dove io ho riso come una cretina e lui ha faticato come uno che lavora, forse ha più da dire a gente come lui e i suoi colleghi piuttosto che a me… un po’ me ne dispiaccio ma basta che arrivi domani perché tutto torni come prima. A cambiare radicalmente l’umore è quando arriva una ragazza ondeggiante che al loro tavolo li saluta come li conoscesse e poi gracchiando un:
- Posso sedermi? -
Siccome non ci sono posti liberi si siede PROPRIO sull’unica persona più esterna: MARCO!
Il gelo cala in tutto il tavolo, i miei occhi si fanno sottili sottili, due lame verdi più tendenti al grigio, penso. Il mio volto di pietra e il silenzio regna sul mio tavolo, lo sguardo penetra e trapassa prima mia sorella accanto a me, poi Marco e quella ragazza dall’altra parte. Muovo solo le pupille lasciando dritta ed immobile la testa. Stringo le labbra e se mi trattengo è solo per un miracolo… del resto cosa dovrei fare?
Dannazione!
Le mani mi prudono e l’ultima volta che è accaduto ho preso a pugni uno sconosciuto che mi stava antipatico!
Non credo a quel che vedo, tutte mi fissano preoccupate ed io asserisco tagliente e piatta:
- Sono fratello e sorella, ne sono certa! -
Chissà come faccio ad esserne certa, visto che so che lui ha una sorella maggiore ma è molto più grande di lui!
Seconda considerazione:
- I loro profili si somigliano! -
Terza:
- Sono solo amici! -
Quando stavo per fare la quarta, la divina provvidenza ha fatto si che si liberasse un posto a quel tavolino e che proprio mentre stavo notando che comunque Marco non la stava toccando con le braccia e lei era SOLO seduta sulle sue gambe, questa poi si è alzata per sedersi al posto vicino.
Ecco quindi la quarta considerazione più sollevata:
- Visto? Era una sorella o un’amica! -
Quinta:
- Comunque se erano fidanzati lo saprei, siamo sempre qua e non l’abbiamo mai vista, poi lui non me ne ha parlato! -
Sesta ed ultima sempre più convinta e rassicurata:
- Non la caga assolutamente come dovrebbe nel caso fossero fidanzati. Facendo un lavoro simile avrei visto la sua ragazza e capito che è tale. Non è così, quindi non ha la ragazza! Si, ho ragione io! -
Nessuno poi azzarda ad asserire altro e il mio umore torna alto, ridente e scherzoso, solo io so come ci riesco!
Non sono tipo da scenate di gelosia, grida, accuse e conclusioni affrettate, non lo farò mai e penso che lui me ne sarà grato quando semplicemente ascolterò quello che ha da dirmi a fine serata.
Con somma fatica arriva il momento di chiudere per loro e di andare via per noi, io mi lascio un po’ indietro per aspettare Marco, abbiamo parlato pochissimo e l’impressione è stata che lui ce l’avesse con me per qualcosa… o forse era solo veramente molto indaffarato.
Tuttavia se tutto fosse normale avremmo scambiato qualche parola durante il tragitto dal pub alle macchine, sicuramente… ed invece siamo stati lì in silenzio per tutto il tempo senza parlare, entrambi con arie più scure di sempre. Mi pesa questa cosa, non mi piace, è come se fossimo due estranei. Sospiro spazientita e spontaneamente dico:
- Non dici nulla? Sei stanco? -
Lui sospira a sua volta ma non proprio spazientito, è più stufo. Non ci guardiamo, risponde serio:
- Si, sono stanco… è stata una serata dura… -
Altro attimo di silenzio. Arriviamo alla macchina e sembra che dobbiamo salutarci così senza aver detto nulla di consistente. Sono molto delusa e la rabbia mi cresce dentro, rabbia che si sostituisce presto in tristezza ovvia che però dura poco, visto che mi sorprende.
Sento la sua mano sul braccio, lui che mi mormora un ciao basso e si tende verso di me per salutarmi con un bacio sulla guancia. Questo mi spiazza ancora di più e penso che sia la serata delle sorprese, il calore mi invade violento e col cervello di nuovo in confusione per il contatto inaspettato, lo fisso senza capire. Poi sussurra:
- Era un’amica che prima lavorava lì, poi se ne è andata e ogni tanto viene a salutarci. -
Silenzio da parte mia, sia mentale che a parole.
Lui credo aspetti qualcosa da parte mia ma sto elaborando, non è facile a questo punto della serata, la prima cosa che sento è incontaminata gioia, poi una veloce realtà mi schiaffeggia: mi sono sentita bene sapendo questo, ma non solo… lui si è sentito in dovere di dirmelo.
Non mi ci vuole molto.
Ci sono dentro con tutte le scarpe e se non sono presuntuosa, in questo sentimento, ora sono finalmente ricambiata…
- Io e te dobbiamo uscire come si deve, di sera… -
Lascia così in sospeso la frase mentre mi regala penso il primo sorriso dopo circa metà serata. Un sorriso dei suoi spontaneo e sincero, di quelli che contagiano e mi contorcono lo stomaco.
Invece di starmene ad arrossire o ponderare possibili risposte ricambio ebete e lo lascio salire in macchina.
Qualcosa è definitivamente cambiato… in meglio, immagino!


Siamo al solito pub, quello di Marco, con la differenza che sta volta lui non è a servire ma dalla parte del cliente, con me, seduto ad un tavolo tranquillo e rilassato.
È il suo giorno libero ed ha deciso di sfruttarlo per uscire insieme di sera, da soli… soli è un eufemismo visti i suoi amici che lavorando non ci mollano un secondo!
Anche se però potrebbero passare tutte le Miss e i Mr del mondo, che nulla mi deconcentrerebbe dal contemplare il mio unico amore della mi vita tutto per me.
Dopo una serata passata su parole, chiarimenti, chiacchierate più o meno serie e anche solite risa, arriva un momento importante, lo sento con molta sicurezza che sta per arrivare. Che sia al nostro locale mi rilassa e mi piace, un po’ meno che siamo guardati ma non posso aver tutto dalla vita. Non importa cosa è stata la serata fin qua, come siamo vestiti, cosa ci siamo detti e cosa è successo di particolare, né cosa ci diremo poi… importante è solo questo.
Mi guarda negli occhi ed io penso probabilmente che morirò per questo, è difficile rimanere normali quando il ragazzo dei tuoi sogni ti fissa in questo modo. Io e Marco si rideva, io finalmente mi ero rilassata constatando che effettivamente sarebbe perfetto per me, ma mi dovevo accorgere solo ora che quando è serio ha uno sguardo veramente da infarto? Mi sembra di essere penetrata da questi occhi, normalmente reggo lo sguardo, ora non riesco, mi imbarazzo terribilmente e abbasso il mio.
Sarebbe bello se facesse quello che ho sempre sognato… mi prendesse il mento fra le dita, mi alzasse il volto e poi mi baciasse romanticamente.
Sento che si avvicina col volto e aspetta, cosa non lo so, vorrei sapere che espressione ha ma non ho il coraggio di alzare lo sguardo, rimango così ferma a faccia bassa e proprio quando sono sicura che sta per fare qualcosa parla, ma quello che dice mi lascia un po’ di sasso:
- Vuoi ancora qualcosa da bere? Guarda, c’è il mio collega, se vuoi lo fermo… -
Non capisco cosa c’entri e che senso ha dire una cosa del genere ora, stupita ed incredula alzo la testa in fretta per vedere se lo sta fermando veramente, così mi giro verso il corridoio dei tavolini centrale e cerco il cameriere per dirgli che non serve nulla ed è lì, mentre non lo guardo ma ho la testa girata, mentre penso ad altro e non ho imbarazzo addosso, che le sue labbra chiudono le mie prima che possa dire qualunque cosa.
Si posano leggere e sta lì fermo un momento per vedere se lo accetto, io divampo immediatamente, non posso crederci. Solo questo realizzo in un secondo e poi nient’altro, sono occupata a pensare tecnicamente cosa devo fare, sono come un bacucco immobile. Mi giro verso di lui e mi ricordo di chiudere gli occhi (l‘unica volta che un ragazzo mi ha baciato ho scordato di chiudere gli occhi e li ho tenuti aperti, ma quello è stato per shock, non mi aspettavo di ricevere un bacio…), facendolo mi rilasso un po’ e finisco di farlo quando mi prende la mano appoggiata sul tavolino, il calore della sua mi fa respirare, ma trattengo di nuovo il fiato.
Cazzo, mi sta baciando!
Vedendo che non sono affatto contraria ha un leggero sorriso perfino in questo momento, glielo ruberò io il suo sorriso, lo giuro, e lo terrò solo per me per sempre.
Finalmente mi apre le labbra e comincia a giocare con la mia lingua, io lo assecondo, in vita mia ho dato un solo bacio e non sono sicura di stare facendo giusto… spero di si, spero di non essere troppo impacciata, spero che gli piaccia così come sta piacendo a me, da matti.
Non so se ci guardano e se questi battiti di mani sono solo nella mia testa o sono veramente i suoi colleghi che hanno vinto qualche scommessa, non so nemmeno se la musica che si sente è veramente Lose Yourself di Eminem, che dice all’inizio: Look, If you had one shot, one opportunity… e poi non ricordo altro… non so proprio ma quello che sento è così grande che lo ricorderò e realizzerò solo dopo, per ora non riesco a fare altro che continuare a baciarlo e stringere la sua mano istintiva, senza respirare ancora.
Non me lo aspettavo così e nemmeno me l’ero immaginata… eppure non poteva essere in altro modo.
Vedete, devo dire ai miei amici dopo, faccio bene a basare la mia esistenza su Eminem, vedete cosa mi ha portato?
Ho vinto!
Ci stacchiamo con mio sommo rammarico, nonostante il caos iniziale e il panico su cosa fare con la bocca, come muovere la mia lingua e tutte queste cose qua, poi mi sono solo lasciata andare e ho fatto come faceva lui. Sicuramente si è accorto della mia totale inesperienza, avrò fatto l’ennesima figura.
Riprendo a respirare e sento di essere color fuoco sulle guance, spero che la luce più bassa del locale mascheri il mio colorito acceso, abbasso gli occhi evasiva, non ci penso su minimamente che potrei provare a scrutare la sua espressione, nemmeno se mi pagano, lo farei!
Anche se un pagamento migliore dei soldi l’ho ottenuto e potrei fare lo sforzo di essere come tutte le persone normali e guardarlo negli occhi anche dopo.
Ecco, lo sto facendo di nuovo, penso troppo!
Ma al diavolo, è così bello e devo perdermelo?
Alzo lo sguardo timida come forse non si immaginava io potessi esserlo, con un sorrisino d’imbarazzo catapulto la mia attenzione su di lui e sospiro subito, d’istinto, come se mi fossi subito ricordata che è Marco e che finché è lui va tutto bene. Cavolo, effettivamente è MARCO!
Oddio, no, non devo andare ora nel pallone, perché sono così strana?
Lo fisso inebetita, mi sembra più bello ed ho il classico cuore che non sta fermo. I suoi occhi chiari luminosi dopo un primo momento in cui si mantiene serio, distendono la sua espressione e mi regala uno dei suoi radiosi e rilassanti sorrisi che sembrano ringraziare il mondo intero, anche se dovrei essere io a ringraziarlo… fortuna che sorride.
Il mio imbarazzo e il mio shock scemano immediatamente e mi ricordo del perché sono sempre stata catturata da questo ragazzo che è sì bello, ma non eccessivamente. Mi ha catturato il suo carisma, la sua spigliatezza, la sua simpatia e il suo eterno buon umore. Ha sempre la battuta pronta e sono sicura che ce l’ho anche ora:
- Te l’ho fatta… -
La mia tensione si allenta del tutto e rilassata sorrido a mia volta, sapevo che era così, ormai posso dirlo di conoscerlo abbastanza da affermare senza ombra di dubbio che mi piace super ufficialmente!
- Scemo… chi ti dice che non sono stata io a fartela? -
Come mi viene questa risposta non lo so ma se ci pensavo forse non mi sarebbe mai uscita meglio!
Lo vedo rifletterci un secondo e poi stringersi nelle spalle, infine sentenzia con la sua aria furba e sveglia:
- Mi sa che sono stati quegli idioti a farcela, invece! -
Alzo un sopracciglio e guardo nella direzione da lui indicata, nella sala accanto ci sono tutti i suoi colleghi che ridono commentando animatamente felici dell’accaduto, seguito, immagino, meglio di come si segue un reality show!
Fortuna che non c’erano quelle ‘arpie’ di Irene e compagnia!
Mi sciolgo totalmente immaginando se fossero state qui anche loro e rido contagiata da Marco. Che coppia, penso che ci siamo proprio trovati.

Dopo un attimo di discorsi di cui onestamente non riesco a focalizzare bene un senso compiuto (da parte mia, poiché immagino lui ne stia seguendo uno suo pensando che io capisca ed abbia la testa per sostenere una conversazione…), durante la quale abbiamo giocato un po’ l’uno con la mano dell’altra senza stringercela più come avevamo fatto prima (siamo entrambi tipi poco sdolcinati e romantici), sia io che lui ci sentiamo fin troppo osservati e notiamo che i suoi amici da prima non ci hanno staccato gli occhi di dosso e finché si trattava della scena clou va bene, ma poi basta, non arrivo a scacciare l’agitazione che ogni tanto si affaccia, dannazione!
Forse lo nota quanto me questa fatica verso la naturalezza con tutti questi sguardi, così lancia un ultimo sguardo divertito e con aria comprensiva nei miei confronti dice:
- Che ne dici se ce ne andiamo in un altro posto meno spiato, ora? Credo abbiano vinto le scommesse, ormai! -
Io me ne sollevo molto, speravo me lo dicesse, anche se spero pure che questo posto non sia il suo appartamento altrimenti penso che morirei di doppio imbarazzo, ma non penso. Se ho capito com’è, farà esattamente quello che non mi aspetto ma che mi piacerà e mi farà star bene, quindi sono tranquilla.
Ci alziamo e prendiamo le nostre cose avviandoci verso l’uscita, guardo la sua mano e ci penso indecisa. Il panico mi prende di nuovo. Ho sempre pensato di non essere una tipa romantica, odio le coppiette che vanno in giro mano nella mano a dimostrare al mondo intero che stanno insieme eppure ora mi sembra di capirle improvvisamente. Il desiderio che cresce in me prepotente e insistente, incomprensibile per me, mi dà un gran fastidio poiché mi provoca non pochi problemi con me stessa. Cosa significa il mio assoluto desiderio immenso di prendergli la mano e sentirla nella mia?
Da quando sono così mielosa e femminuccia?
Mi mordo il labbro corrugando la fronte incerta, non so che fare ma non credo di avere la forza di prendere io l’iniziativa… proprio quando mi sto per rassegnare ecco che la questione si risolve in un attimo.
Marco mi dà ulteriormente prova che ho ragione, mi legge nel pensiero e riesce per questo ad adottare il modo migliore per accontentarmi e farmi stare da Dio.
Da che era davanti a me a che si ferma per affiancarmi, una volta che gli sono accanto mi tocca con il braccio e la spalla, guarda avanti e procediamo con passo calmo, il tocco del suo dorso sul mio mi fa trattenere il fiato ed ecco che diventa sempre più chiaro, la sua mano è più calda e mentre prende la mia capisco che è la classica mano che io adoro, grande, forte, liscia dalle dita lunghe e curate. Avvolge la mia con naturalezza disarmante.
Ecco, lo sapevo, questo ragazzo sarà la mia rovina… mi farà sciogliere come neve al sole…
Ma del resto io ho sempre amato l’estate proprio per il sole, ora ne approfitterò spudoratamente per crogiolarmici accanto!
Cavolo, ci penso ogni tanto per rendermene conto… chi l’avrebbe mai detto? Io e il ragazzo dei miei sogni… io e Marco… si tratta veramente di saper cogliere l’occasione adatta… a questo punto allora, evviva Eminem!


FINE
   
 
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