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Autore: IoNonLoSo    20/05/2011    1 recensioni
“E vissero sempre felice e contenti..”
Era così che finivano tutte le storie che mia madre mi raccontava da bambina, ed ora, essendo una mediocre studentessa diciassettenne non desideravo altro che avere una fine simile insieme al mio principe azzurro con l’armatura sfavillante e i muscoli guizzanti. Purtroppo però, dopo circa cinque anni di storie fallite e pianti notturni mi ero rassegnata, non esisteva nessun principe azzurro muscoloso e sfavillante sulla Terra.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo dieci. Lungo viaggio.

 

- Sta’ attenta a dove metti i piedi, è molto instabile. – Mi disse Talan aiutandomi a salire in quello strano oggetto metallico. Misi il piede al centro del buco nero che lui aveva aperto e mi sentii risucchiare da qualcosa. L’unica cosa che riuscii a percepire prima del mio urlo fu la voce divertita di Talan urlare:

- Ci vediamo dentro, scema! –

Mi sembrò di fluttuare dentro il nulla per diversi secondi. Poi caddi rovinosamente su qualcosa di estremamente freddo e duro, probabilmente il pavimento dell’astronave.

Notai che tutto intorno a me era buio, la botta era stata così forte da impedirmi di alzarmi per l’indolenzimento delle gambe. Iniziai ad aver paura: erano passati più di dieci minuti e Talan non era ancora arrivato, non c’era nessun rumore, nessun odore e nessun tipo di luce. Temevo di esser capitata in un altro luogo, di aver sbagliato qualcosa ed essere finita in qualche strano posto senza via d’uscita. Poi, tutto ad un tratto, ancora assorta nei miei pensieri, sentii qualcosa cadermi pesantemente addosso.

- Ahi. – imprecò la voce di Talan – Ma dov’è finito il materasso? – domandò a se stesso - Che sbadato, non l’ho rimesso apposto. Ti sei fatta male? – Mi chiese, accarezzandomi alla cieca i capelli.

- Un po’.. Ma adesso passa, sta’ tranquillo. – Lo rassicurai, accarezzandolo a mia volta.

- Vieni  qui. – Dissi, e,  tirandolo verso di me, mi avvinghiai a lui, cominciando a dargli piccoli baci sulle guance e sul collo. – Ti amo. – Dissi poi, e lui lo ripeté subito dopo. Restammo accoccolati per qualche minuto, poi però, mentre lo accarezzavo, premetti qualcosa sul suo comunicatore. Si accesero tutte le luci dell’astronave rovinando ancora una volta uno dei rari momenti romantici che avevamo avuto sino ad allora. Mi alzai in fretta, un po’ delusa, guardandomi intorno. Non appena smisi di pensare a Talan e cominciai veramente a osservare l’astronave, rimasi sbigottita.

Era incredibile, da fuori sembrava una piccola palla capace di contenere a malapena tre uomini in posizione fetale.. mentre da dentro era tutta un'altra cosa. C’era un corridoio lungo almeno un centinaio di metri sul quale si aprivano una ventina di porte. La cabina di pilotaggio era proprio la stanza dov’ero caduta e accanto a me c’era una scala che portava a un piano inferiore dove si intravedeva uno strano macchinario. Lasciai Talan a terra, molto eccitato e mi incamminai senza nemmeno chiedere il suo permesso o la sua guida.

Arrivai correndo fino in fondo al corridoio rivestito di una strana carta blu luccicante, sembrava fatta di pezzi di cielo notturno. Aprii la prima porta che mi trovai davanti, la quale rivelò di essere un’enorme stanza da letto moderna e lussuosa. Notai il materasso circolare, la finestra che mostrava gli alberi della foresta, un grosso pianoforte bianco e dorato seguito da arpa e violino.

Sarei rimasta a osservare quella meraviglia di stanza per ore, ma passai oltre.

Aprii la porta adiacente e rimasi davvero sbigottita: probabilmente doveva essere una grossa cabina armadio, dal momento che conteneva almeno un migliaio di scarpe e vestiti femminili di alta moda. Faticai a chiudere la bocca, spalancata davanti a tutto quel ben di dio. L’entusiasmo, però, sparì quando lessi una scritta a caratteri cubitali e luminosa come un neon, incisa sul pilastro portante della stanza.

“QUESTO PICCOLO REGALO E’ PER TE AMORE MIO, SPERO CHE TI FACCIA PIACERE E CHE LO APPREZZERAI COME IO OGNI GIORNO APPREZZO IL MODO IN CUI FANTASTICAMENTE TI PRENDI CURA DI ME E DI NOSTRO FIGLIO. TI AMO, KYRIAKE, E LO FARO’ PER SEMPRE, LO GIURO SUL MIO ONORE. * TALAN”

Mi chiusi immediatamente la porta alle spalle e sentii due mani calde e vellutate cingermi i fianchi.

- Non avresti dovuto vederla, volevo cancellarla prima che tu entrassi qui dentro. Se vuoi, tutto questo è tuo, lei non lo ha nemmeno visto, doveva essere una sorpresa che non sono riuscito a farle, per fortuna. – Disse Talan tutto d’un fiato.

- Ho il mio borsone, basta e avanza, inoltre non mi piacciono i regali costosi. Cosa c’è nelle altre stanze? – Chiesi provando a sembrare ancora interessata e curiosa.

- Vieni, te le mostro. –

Visitai altre tre stanze da letto, due bagni e un doppio servizio, due salotti immensi, una sala piscina, una sala svago, una biblioteca con migliaia di libri, una sala da tennis, un piccolo bar fai-da-te, un terrazzino e molte altre cose.

Rimasi zitta per la maggior parte del tempo.

- Molto carina. – Dissi infine con poco entusiasmo, guardando l’enorme vasca idromassaggio nella sala sauna.

Mi accorsi che da quando avevo lasciato la stanza-armadio, non avevo fatto altro che pensare e ripensare al messaggio che avevo letto. “Ti amo Kyriake” forse Talan era solo un bugiardo, dal momento che mi aveva detto che era stato suo padre a costringerlo a sposare quel mostro, mentre ora venivo a sapere che l’aveva anche  amata.

“Ti amo per sempre, lo giuro sul mio onore.” Lo giurava addirittura sul suo onore.  Mi sentii profondamente tradita, e forse anche un po’ offesa dal fatto che lui avesse amato un’altra donna come adesso amava me.

Arrivammo nella sala pilotaggio e finalmente partimmo. Talan si sedette sulla poltroncina davanti ai tasti e alle manopole luccicanti, accendendo l’astronave con un rombo assordante. Sentii chiaramente il momento in cui ci staccammo da terra e cominciammo a volare: era simile alla sensazione che si prova volando molto in alto e molto veloce con le montagne russe. Vedevo gli oggetti tremolare e mi salì un conato di vomito, era una sensazione davvero brutta. Stavamo andando molto veloci e tutto si muoveva intorno a me come se ci fosse un terremoto; Talan premette altri tasti e infine mise il pilota automatico che ci avrebbe portati a Xenea.

- Tra quanto arriveremo? – Chiesi, rompendo il silenzio.

- Circa tre giorni se tutto va bene, forse prima o forse dopo. – Rispose lui, concentrato a guardare il cielo buio.

Senza fiatare, ancora arrabbiata e sconvolta per la scoperta fatta, decisi di andarmi a chiudere in una delle stanze che mi aveva mostrato. Optai per la stanza da letto con pianoforte e violino.

Mi sedetti sullo sgabello del pianoforte e cominciai a intonare una delle canzoni che suonavo sempre da bambina insieme a mia madre. Era “Comptine d’un autre ete” del grandioso “Yann Tiersen”. ascoltai il melodioso suono uscire fuori dalle corde, e tutto d’un tratto mi sentii incredibilmente triste. Ripensai ai momenti con mia madre, a tutte le violenze e i tradimenti subiti da quel bastardo che ero costretta a chiamare padre.

Mi tornarono alla mente le sue ultime parole prima di morire, divorata dal cancro ai polmoni.. “Dovrai pensare sempre al bene che ti ho voluto e non al male che ti ho causato, tu sarai sempre nei miei pensieri.. ma io non dovrò essere nei tuoi per sempre. Vivi la tua vita, sii felice.. e quando ti mancherò ricordati che sarò sempre accanto a te, sarò il tuo angelo custode finchè ne avrai bisogno.” Le lacrime iniziarono a scorrere veloci sulle mie guance, continuai a suonare il pianoforte, ma singhiozzavo talmente forte da coprire la musica. Sentii dei passi veloci dirigersi verso la stanza e cercai di ricompormi, ero stanca di farmi vedere sempre debole da Talan.

Fino al mio primo incontro con lui avevo sempre finto di essere forte, impassibile con tutti, ma da quando stavamo insieme ogni occasione era buona per gettare qualche lacrima o qualche parola auto commiserevole: mi ero rotta le palle.

Mi asciugai per bene gli occhi e le guance bagnate di lacrime nel preciso momento in cui Talan aprì la porta.

- Ely, che succede? – Chiese apprensivo e visibilmente preoccupato.

- Niente. – Risposi alzandomi dallo sgabello e abbracciandolo in cerca di conforto.

Mi accucciai sul suo petto, nascondendo il viso e inspirando forte il suo ottimo profumo, lui mi accarezzò lentamente i capelli e mi baciò la testa, poi mi prese il viso tra le mani e mi guardò negli occhi.

- Io amo te adesso, lo sai, non è così? – Mi chiese, e io non seppi cosa rispondere. La verità era che non avevo certezze di alcun tipo quando si parlava di lui o dei suoi sentimenti per me.

- Si. – Mentii ad occhi chiusi, ricacciando indietro l’immensa voglia di urlare che non ne sapevo proprio un cazzo di quello che provava per me.

Poi, d’un tratto, mi baciò con slancio e quasi subito la sua lingua si fece largo nella mia bocca, mi cinse la vita, facendomi sbattere contro l’asse della porta. Istintivamente alzai la coscia, avvolgendo il suo bacino e Talan ne approfittò per toccarla e stringerla con passione.

- Che.. che stiamo facendo? – Chiesi accaldata.

- Voglio dimostrarti quanto ti amo, quanto ti desidero.. e voglio dimostrartelo così. -

Improvvisamente mi alzò anche l’altra coscia, prendendomi in braccio e depositando le mani sul mio fondoschiena, sorprendendomi molto,dal momento che Talan non era il tipo da gesti così impulsivi e crudi. Mi godetti il momento appieno, aggrappandomi alle sue immense spalle con quel poco di unghie che avevo. Lui, improvvisamente spostò una delle mani più in basso, facendomi trasalire: mi stava quasi per toccare.. lì.

Iniziai a respirare a fatica, e lui si accorse di quanto eccitante era quella situazione. Non sentivo nemmeno più il brutto effetto che provocava l’astronave.

Ci misi poco a realizzare che quella sarebbe certamente stata la nostra prima volta. Tutti i cattivi pensieri di prima scomparvero improvvisamente: addio Kyriake e rimpianti. L’unica cosa a cui pensavo era la passione che volevo trasmettere al mio bell’alieno. Mi baciò così a lungo che quando si staccò per respirare avevo dimenticato perfino chi fossi. Continuammo ad amoreggiare e ci sdraiammo sul letto, Talan sopra di me, sovrastandomi completamente.

- Ti amo.. – Disse sospirando. Io lo baciai subito, passionalmente.

Mi spostò i capelli dal viso e ansimò quando per sistemarmi, sbattei accidentalmente contro la sua erezione, trasalii e ricominciammo a baciarci con passione.

Lentamente mi spostai dalla bocca all’orecchio, cominciando a mordicchiarglielo e a baciarglielo con lussuria, lui invece si gettò a capofitto sul mio collo torturandolo con piccoli morsi e qualche dolce bacio voluttuoso.

- Oddio Tal.. – Dissi, aggrappandomi con forza ai suoi capelli.

- Shh piccola.. penso io a te.. – Mi disse con una voce talmente eccitante che mi fece bagnare. Mi sentii stranamente tranquilla, non ero ansiosa o nervosa, era come se, con quelle parole, Talan avesse rimosso tutti i pensieri insicuri e negativi. Pensava lui a me, e io mi sarei presa cura di lui, sia in quel momento sia in tutti quelli futuri.

Lasciai i capelli; con una mano mi aggrappai al suo avambraccio, mentre con l’altra cominciai a scendere verso il basso. Con lentezza studiata passai dai pettorali, toccandoli con ansia, agli addominali. Infine arrivai al bordo dei boxer. La maglia mi impediva un contatto reale con i pantaloni, quindi spinsi Talan dolcemente facendolo sedere sulle ginocchia. Mi misi nella stessa posizione sfilandogli la maglia rosso porpora, lui nel frattempo tolse la leggera maglia verde limone che indossavo.

Per un momento mi sentii imbarazzata, quando lui, con occhi avidi, squadrò il mio seno fasciato dalla stoffa bianca del reggiseno, ma poi mi strinse a sè, come per nascondermi, cancellando quella brutta sensazione.

- Non sai quanto io ti desideri.. – Mi disse, tra un piccolo gemito e l’altro.

Mi limitai a leccargli il collo e a mugolare contenta, mi sentivo completamente in pace con me stessa per la prima volta da anni.

Improvvisamente sentii la sua mano premermi la schiena, e vidi Talan ancora più vicino. Infatti incastrammo le gambe e sentii chiaramente la sua erezione sulla mia coscia, un brivido d’eccitazione mi percosse completamente.

Si abbassò di colpo sul mio seno, baciandolo e stringendolo con una mano. Misi le mani dietro la schiena e mi liberai del reggiseno, buttandolo dall’altra parte della stanza.

Sorrise malizioso al mio gesto, guardandomi come se volesse mangiarmi.

Baciò e leccò ogni minima parte del mio collo e del mio seno facendomi eccitare all’inverosimile, nel frattempo gli tolsi i pantaloni lasciandolo solo in boxer neri.

- Ti voglio.. ti voglio.. ahh.. – cominciai ad ansimare, quando lui infilò la mano sotto la gonna. Le sue dita erano veloci, esperte e molto soddisfacenti. Senza pensarci due volte sfilai anche i boxer, continuando a gemere e baciargli l’orecchio, presi in mano il suo sesso, massaggiandolo e toccandolo a lungo, e sentendo Talan ansimare, sorrisi soddisfatta.

- Voglio.. fare una cosa. – Disse in evidente difficoltà, non riusciva quasi a parlare.

- Fai tutto quello che vuoi.. tutto. – Dissi impaziente, muovendomi sulle sue dita ormai fradice a causa mia.

Mi prese piano per le spalle, spingendomi appena per farmi adagiare sul letto. Mi sfilò la gonna e il tanga insieme, e si abbassò a baciarmi l’interno coscia.

Sapevo cosa aveva in mente e non riuscivo a trattenermi, cominciai ad ansimare prima che lui cominciasse a fare qualcosa di concreto. Appena leccò le mie parti più sensibili mi trattenni appena dall’emettere un urlo vero e proprio.

- Oddio sì.. sì.. – Sussurrai, mentre lui continuava a lavorare sul mio corpo, esperto e sicuro di sé.

Strinsi forte le lenzuola e morsi il cuscino per evitare di urlare in maniera sconsiderata, Talan alzò gli occhi facendoli incontrare con i miei, sapevo che se avesse continuato così sarei venuta in breve tempo, lo lasciai fare e mi lasciai guardare.

Gemetti forte quando finalmente scariche di piacere puro si impossessarono di ogni cellula del mio corpo, “questo sì, che è un orgasmo assurdo” pensai in estasi.

- Sono stato bravo? – Mi chiese Talan leccandosi le labbra in maniera incredibilmente sensuale.

- Vieni qui. – Risposi, divagando e tirandolo verso le mie labbra. – Baciami. – Gli dissi ancora e lui obbedì senza rispondere. Sentii il mio sapore mischiarsi col suo e fu bellissimo vivere quei momenti così intimi e dolci insieme all’amore della mia vita.

- Ti amo. – Gli dissi interrompendo il bacio.

- Ti amo. – Rispose lui, con una dolcezza infinita.

Continuammo a baciarci e lo sentii trafficare con i suoi boxer.

- Fermo. – Lo bloccai. – Faccio io, sdraiati. – Dissi con voce tremante.

Si girò e si stese sul letto, in pochi attimi gli fui sopra, baciando voluttuosamente il suo petto. Scesi lentamente verso la sua erezione già scoperta, e mi soffermai per un attimo a guardarla. Era perfetta.

La baciai e percorsi tutta la sua lunghezza con la lingua, facendolo sussultare.

Mi fermai sul glande leccandolo e succhiandolo, poi andai più in profondità, Talan gemette per tutto il tempo, infine capii che era quasi sul punto di avere un orgasmo quindi mi fermai. Sfilai i boxer dalle caviglie e cambiai lato del letto.

- Vieni. – Gli dissi sdraiandomi e aprendo le gambe, un sorriso pericoloso spuntò all’improvviso sulle sue labbra.

- Fai piano, è un po’ che non lo faccio. – Dissi, vergognandomi.

Lui annuì baciandomi il collo, introdussi la mano tra i nostri corpi tremanti e presi l’erezione dirigendola verso di me. Non appena entrò, sentii un forte bruciore, che passò quasi subito grazie ai suoi movimenti lenti e cauti.

Istintivamente posai le mie mani sul suo sedere, stringendolo e spingendolo più verso di me. La sua erezione era dura nonché grossa e pulsante, provai molto dolore ma decisi di continuare perché il piacere era molto più forte.

Iniziai a muovermi insieme a lui, scontrando il mio bacino col suo e facilitando i suoi movimenti che diventarono secchi e profondi.

Iniziai a gemere sentendo i suoi mugolii vicino alle mie orecchie, mi eccitai ancora di più quando mi sollevò una gamba e la mise sulla sua spalla.. La penetrazione fu molto più intima e mi sentii quasi mancare, non riuscivo a respirare bene e iniziò perfino a girarmi la testa. Un leggero formicolio mi partì dal basso ventre, trasformandosi in poco tempo in un orgasmo inconcepibile. Mi aggrappai alle sue spalle affondando le unghie con forza. Brividi e vampate di calore mi percorsero come scariche elettriche, irrigidii tutti i muscoli del mio corpo liberando un urlo trattenuto da troppo tempo.

- Brava piccola.. così.. – Mi disse sfacciato e io arrossii abbassando lo sguardo.

Lui ricominciò a muoversi sempre più forte, ma mai violento e io cominciai a rilassarmi, continuando a provare piacere incessantemente.

Mi avventai sulla sua clavicola dopo un breve momento d’estasi, mordicchiandola e baciandola.

Lui cominciò a respirare affannosamente e aumentò il ritmo di molto, facendomi gemere.

- Si amore.. si.. – Dissi tra un urlo e l’altro.. – Bravo.. – Dissi ancora, spingendolo verso di me. Rincominciai ad andargli incontro, accogliendo tutta la sua erezione dentro di me.

- Vieni con me amore.. – Dissi, sentendo nuovamente quel formicolio al basso ventre.

Il piacere scoppiò in entrambi nello stesso momento, lui uscì immediatamente schizzando le lenzuola immacolate, io invece cominciai a tremare come una foglia, rabbrividendo ad ogni scarica di piacere. Misi istintivamente una mano in mezzo alle gambe, e Talan rimase accanto a me a guardarmi gemere e contorcermi. Mi lasciò stare finché non mi calmai e infine mi abbracciò stretta.

- Dio.. è.. è stato.. fantastico. – Disse ancora con il fiatone, baciandomi la spalla scoperta.

- Sì, è stato perfetto. Ti amo. – Dissi io, tremando ancora lievemente. Lo baciai piano.

- Anche io ti amo, amore. – Ricambiò il mio bacio approfondendolo, infine mi portò in un'altra camera da letto, pulita e molto accogliente. Era azzurra, con un grande letto a baldacchino e un enorme scrivania piena di strani aggeggi.

- Cosa sono? – Domandai, ancora nuda tra le sue braccia.

- Diciamo che sono dei computer moderni. – Rispose lui. – Hai ancora molto da imparare, ma abbiamo tutta la vita davanti. – Disse subito dopo cercando conferma.

- Eh già.. tutta una vita insieme. – Dissi felice più a me stessa che a lui, poi mi addormentai.

 

Grazie a tutti, continuate a farvi sentire e a commentare, per favore.. un bacione a Giada, la mia beta! :*

 

  
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