Capitolo
dieci. Lungo viaggio.
-
Sta’ attenta a dove metti i piedi, è molto instabile. – Mi disse Talan
aiutandomi a salire in quello strano oggetto metallico. Misi il piede al centro
del buco nero che lui aveva aperto e mi sentii risucchiare da qualcosa. L’unica
cosa che riuscii a percepire prima del mio urlo fu la voce divertita di Talan
urlare:
-
Ci vediamo dentro, scema! –
Mi
sembrò di fluttuare dentro il nulla per diversi secondi. Poi caddi rovinosamente
su qualcosa di estremamente freddo e duro, probabilmente il pavimento
dell’astronave.
Notai
che tutto intorno a me era buio, la botta era stata così forte da impedirmi di
alzarmi per l’indolenzimento delle gambe. Iniziai ad aver paura: erano passati
più di dieci minuti e Talan non era ancora arrivato, non c’era nessun rumore,
nessun odore e nessun tipo di luce. Temevo di esser capitata in un altro luogo,
di aver sbagliato qualcosa ed essere finita in qualche strano posto senza via
d’uscita. Poi, tutto ad un tratto, ancora assorta nei miei pensieri, sentii
qualcosa cadermi pesantemente addosso.
-
Ahi. – imprecò la voce di Talan – Ma dov’è finito il materasso? – domandò a se
stesso - Che sbadato, non l’ho rimesso apposto. Ti sei fatta male? – Mi chiese,
accarezzandomi alla cieca i capelli.
-
Un po’.. Ma adesso passa, sta’ tranquillo. – Lo rassicurai, accarezzandolo a mia
volta.
-
Vieni qui. – Dissi, e, tirandolo verso di me, mi avvinghiai a lui,
cominciando a dargli piccoli baci sulle guance e sul collo. – Ti amo. – Dissi
poi, e lui lo ripeté subito dopo. Restammo accoccolati per qualche minuto, poi
però, mentre lo accarezzavo, premetti qualcosa sul suo comunicatore. Si accesero
tutte le luci dell’astronave rovinando ancora una volta uno dei rari momenti
romantici che avevamo avuto sino ad allora. Mi alzai in fretta, un po’ delusa,
guardandomi intorno. Non appena smisi di pensare a Talan e cominciai veramente a
osservare l’astronave, rimasi sbigottita.
Era
incredibile, da fuori sembrava una piccola palla capace di contenere a malapena
tre uomini in posizione fetale.. mentre da dentro era tutta un'altra cosa. C’era
un corridoio lungo almeno un centinaio di metri sul quale si aprivano una
ventina di porte. La cabina di pilotaggio era proprio la stanza dov’ero caduta e
accanto a me c’era una scala che portava a un piano inferiore dove si
intravedeva uno strano macchinario. Lasciai Talan a terra, molto eccitato e mi
incamminai senza nemmeno chiedere il suo permesso o la sua
guida.
Arrivai
correndo fino in fondo al corridoio rivestito di una strana carta blu
luccicante, sembrava fatta di pezzi di cielo notturno. Aprii la prima porta che
mi trovai davanti, la quale rivelò di essere un’enorme stanza da letto moderna e
lussuosa. Notai il materasso circolare, la finestra che mostrava gli alberi
della foresta, un grosso pianoforte bianco e dorato seguito da arpa e
violino.
Sarei
rimasta a osservare quella meraviglia di stanza per ore, ma passai
oltre.
Aprii
la porta adiacente e rimasi davvero sbigottita: probabilmente doveva essere una
grossa cabina armadio, dal momento che conteneva almeno un migliaio di scarpe e
vestiti femminili di alta moda. Faticai a chiudere la bocca, spalancata davanti
a tutto quel ben di dio. L’entusiasmo, però, sparì quando lessi una scritta a
caratteri cubitali e luminosa come un neon, incisa sul pilastro portante della
stanza.
“QUESTO
PICCOLO REGALO E’ PER TE AMORE MIO, SPERO CHE TI FACCIA PIACERE E CHE LO
APPREZZERAI COME IO OGNI GIORNO APPREZZO IL MODO IN CUI FANTASTICAMENTE TI
PRENDI CURA DI ME E DI NOSTRO FIGLIO. TI AMO, KYRIAKE, E LO FARO’ PER SEMPRE, LO
GIURO SUL MIO ONORE. * TALAN”
Mi
chiusi immediatamente la porta alle spalle e sentii due mani calde e vellutate
cingermi i fianchi.
-
Non avresti dovuto vederla, volevo cancellarla prima che tu entrassi qui dentro.
Se vuoi, tutto questo è tuo, lei non lo ha nemmeno visto, doveva essere una
sorpresa che non sono riuscito a farle, per fortuna. – Disse Talan tutto d’un
fiato.
-
Ho il mio borsone, basta e avanza, inoltre non mi piacciono i regali costosi.
Cosa c’è nelle altre stanze? – Chiesi provando a sembrare ancora interessata e
curiosa.
-
Vieni, te le mostro. –
Visitai
altre tre stanze da letto, due bagni e un doppio servizio, due salotti immensi,
una sala piscina, una sala svago, una biblioteca con migliaia di libri, una sala
da tennis, un piccolo bar fai-da-te, un terrazzino e molte altre cose.
Rimasi
zitta per la maggior parte del tempo.
-
Molto carina. – Dissi infine con poco entusiasmo, guardando l’enorme vasca
idromassaggio nella sala sauna.
Mi
accorsi che da quando avevo lasciato la stanza-armadio, non avevo fatto altro
che pensare e ripensare al messaggio che avevo letto. “Ti amo Kyriake” forse
Talan era solo un bugiardo, dal momento che mi aveva detto che era stato suo
padre a costringerlo a sposare quel mostro, mentre ora venivo a sapere che
l’aveva anche amata.
“Ti
amo per sempre, lo giuro sul mio onore.” Lo giurava addirittura sul suo
onore. Mi sentii profondamente tradita, e forse anche un po’ offesa
dal fatto che lui avesse amato un’altra donna come adesso amava
me.
Arrivammo
nella sala pilotaggio e finalmente partimmo. Talan si sedette sulla poltroncina
davanti ai tasti e alle manopole luccicanti, accendendo l’astronave con un rombo
assordante. Sentii chiaramente il momento in cui ci staccammo da terra e
cominciammo a volare: era simile alla sensazione che si prova volando molto in
alto e molto veloce con le montagne russe. Vedevo gli oggetti tremolare e mi
salì un conato di vomito, era una sensazione davvero brutta. Stavamo andando
molto veloci e tutto si muoveva intorno a me come se ci fosse un terremoto;
Talan premette altri tasti e infine mise il pilota automatico che ci avrebbe
portati a Xenea.
-
Tra quanto arriveremo? – Chiesi, rompendo il silenzio.
-
Circa tre giorni se tutto va bene, forse prima o forse dopo. – Rispose lui,
concentrato a guardare il cielo buio.
Senza
fiatare, ancora arrabbiata e sconvolta per la scoperta fatta, decisi di andarmi
a chiudere in una delle stanze che mi aveva mostrato. Optai per la stanza da
letto con pianoforte e violino.
Mi
sedetti sullo sgabello del pianoforte e cominciai a intonare una delle canzoni
che suonavo sempre da bambina insieme a mia madre. Era “Comptine d’un autre ete”
del grandioso “Yann Tiersen”. ascoltai il melodioso suono uscire fuori dalle
corde, e tutto d’un tratto mi sentii incredibilmente triste. Ripensai ai momenti
con mia madre, a tutte le violenze e i tradimenti subiti da quel bastardo che
ero costretta a chiamare padre.
Mi
tornarono alla mente le sue ultime parole prima di morire, divorata dal cancro
ai polmoni.. “Dovrai pensare sempre al bene che ti ho voluto e non al male che
ti ho causato, tu sarai sempre nei miei pensieri.. ma io non dovrò essere nei
tuoi per sempre. Vivi la tua vita, sii felice.. e quando ti mancherò ricordati
che sarò sempre accanto a te, sarò il tuo angelo custode finchè ne avrai
bisogno.” Le lacrime iniziarono a scorrere veloci sulle mie guance, continuai a
suonare il pianoforte, ma singhiozzavo talmente forte da coprire la musica.
Sentii dei passi veloci dirigersi verso la stanza e cercai di ricompormi, ero
stanca di farmi vedere sempre debole da Talan.
Fino
al mio primo incontro con lui avevo sempre finto di essere forte, impassibile
con tutti, ma da quando stavamo insieme ogni occasione era buona per gettare
qualche lacrima o qualche parola auto commiserevole: mi ero rotta le
palle.
Mi
asciugai per bene gli occhi e le guance bagnate di lacrime nel preciso momento
in cui Talan aprì la porta.
-
Ely, che succede? – Chiese apprensivo e visibilmente
preoccupato.
-
Niente. – Risposi alzandomi dallo sgabello e abbracciandolo in cerca di
conforto.
Mi
accucciai sul suo petto, nascondendo il viso e inspirando forte il suo ottimo
profumo, lui mi accarezzò lentamente i capelli e mi baciò la testa, poi mi prese
il viso tra le mani e mi guardò negli occhi.
-
Io amo te adesso, lo sai, non è così? – Mi chiese, e io non seppi cosa
rispondere. La verità era che non avevo certezze di alcun tipo quando si parlava
di lui o dei suoi sentimenti per me.
-
Si. – Mentii ad occhi chiusi, ricacciando indietro l’immensa voglia di urlare
che non ne sapevo proprio un cazzo di quello che provava per
me.
Poi,
d’un tratto, mi baciò con slancio e quasi subito la sua lingua si fece largo
nella mia bocca, mi cinse la vita, facendomi sbattere contro l’asse della porta.
Istintivamente alzai la coscia, avvolgendo il suo bacino e Talan ne approfittò
per toccarla e stringerla con passione.
-
Che.. che stiamo facendo? – Chiesi accaldata.
-
Voglio dimostrarti quanto ti amo, quanto ti desidero.. e voglio dimostrartelo
così. -
Improvvisamente
mi alzò anche l’altra coscia, prendendomi in braccio e depositando le mani sul
mio fondoschiena, sorprendendomi molto,dal momento che Talan non era il tipo da
gesti così impulsivi e crudi. Mi godetti il momento appieno, aggrappandomi alle
sue immense spalle con quel poco di unghie che avevo. Lui, improvvisamente
spostò una delle mani più in basso, facendomi trasalire: mi stava quasi per
toccare.. lì.
Iniziai
a respirare a fatica, e lui si accorse di quanto eccitante era quella
situazione. Non sentivo nemmeno più il brutto effetto che provocava
l’astronave.
Ci
misi poco a realizzare che quella sarebbe certamente stata la nostra prima
volta. Tutti i cattivi pensieri di prima scomparvero improvvisamente: addio
Kyriake e rimpianti. L’unica cosa a cui pensavo era la passione che volevo
trasmettere al mio bell’alieno. Mi baciò così a lungo che quando si staccò per
respirare avevo dimenticato perfino chi fossi. Continuammo ad amoreggiare e ci
sdraiammo sul letto, Talan sopra di me, sovrastandomi
completamente.
-
Ti amo.. – Disse sospirando. Io lo baciai subito,
passionalmente.
Mi
spostò i capelli dal viso e ansimò quando per sistemarmi, sbattei
accidentalmente contro la sua erezione, trasalii e ricominciammo a baciarci con
passione.
Lentamente
mi spostai dalla bocca all’orecchio, cominciando a mordicchiarglielo e a
baciarglielo con lussuria, lui invece si gettò a capofitto sul mio collo
torturandolo con piccoli morsi e qualche dolce bacio
voluttuoso.
-
Oddio Tal.. – Dissi, aggrappandomi con forza ai suoi
capelli.
-
Shh piccola.. penso io a te.. – Mi disse con una voce talmente eccitante che mi
fece bagnare. Mi sentii stranamente tranquilla, non ero ansiosa o nervosa, era
come se, con quelle parole, Talan avesse rimosso tutti i pensieri insicuri e
negativi. Pensava lui a me, e io mi sarei presa cura di lui, sia in quel momento
sia in tutti quelli futuri.
Lasciai
i capelli; con una mano mi aggrappai al suo avambraccio, mentre con l’altra
cominciai a scendere verso il basso. Con lentezza studiata passai dai pettorali,
toccandoli con ansia, agli addominali. Infine arrivai al bordo dei boxer. La
maglia mi impediva un contatto reale con i pantaloni, quindi spinsi Talan
dolcemente facendolo sedere sulle ginocchia. Mi misi nella stessa posizione
sfilandogli la maglia rosso porpora, lui nel frattempo tolse la leggera maglia
verde limone che indossavo.
Per
un momento mi sentii imbarazzata, quando lui, con occhi avidi, squadrò il mio
seno fasciato dalla stoffa bianca del reggiseno, ma poi mi strinse a sè, come
per nascondermi, cancellando quella brutta sensazione.
-
Non sai quanto io ti desideri.. – Mi disse, tra un piccolo gemito e
l’altro.
Mi
limitai a leccargli il collo e a mugolare contenta, mi sentivo completamente in
pace con me stessa per la prima volta da anni.
Improvvisamente
sentii la sua mano premermi la schiena, e vidi Talan ancora più vicino. Infatti
incastrammo le gambe e sentii chiaramente la sua erezione sulla mia coscia, un
brivido d’eccitazione mi percosse completamente.
Si
abbassò di colpo sul mio seno, baciandolo e stringendolo con una mano. Misi le
mani dietro la schiena e mi liberai del reggiseno, buttandolo dall’altra parte
della stanza.
Sorrise
malizioso al mio gesto, guardandomi come se volesse
mangiarmi.
Baciò
e leccò ogni minima parte del mio collo e del mio seno facendomi eccitare
all’inverosimile, nel frattempo gli tolsi i pantaloni lasciandolo solo in boxer
neri.
-
Ti voglio.. ti voglio.. ahh.. – cominciai ad ansimare, quando lui infilò la mano
sotto la gonna. Le sue dita erano veloci, esperte e molto soddisfacenti. Senza
pensarci due volte sfilai anche i boxer, continuando a gemere e baciargli
l’orecchio, presi in mano il suo sesso, massaggiandolo e toccandolo a lungo, e
sentendo Talan ansimare, sorrisi soddisfatta.
-
Voglio.. fare una cosa. – Disse in evidente difficoltà, non riusciva quasi a
parlare.
-
Fai tutto quello che vuoi.. tutto. – Dissi impaziente, muovendomi sulle sue dita
ormai fradice a causa mia.
Mi
prese piano per le spalle, spingendomi appena per farmi adagiare sul letto. Mi
sfilò la gonna e il tanga insieme, e si abbassò a baciarmi l’interno
coscia.
Sapevo
cosa aveva in mente e non riuscivo a trattenermi, cominciai ad ansimare prima
che lui cominciasse a fare qualcosa di concreto. Appena leccò le mie parti più
sensibili mi trattenni appena dall’emettere un urlo vero e
proprio.
-
Oddio sì.. sì.. – Sussurrai, mentre lui continuava a lavorare sul mio corpo,
esperto e sicuro di sé.
Strinsi
forte le lenzuola e morsi il cuscino per evitare di urlare in maniera
sconsiderata, Talan alzò gli occhi facendoli incontrare con i miei, sapevo che
se avesse continuato così sarei venuta in breve tempo, lo lasciai fare e mi
lasciai guardare.
Gemetti
forte quando finalmente scariche di piacere puro si impossessarono di ogni
cellula del mio corpo, “questo sì, che è un orgasmo assurdo” pensai in
estasi.
-
Sono stato bravo? – Mi chiese Talan leccandosi le labbra in maniera
incredibilmente sensuale.
-
Vieni qui. – Risposi, divagando e tirandolo verso le mie labbra. – Baciami. –
Gli dissi ancora e lui obbedì senza rispondere. Sentii il mio sapore mischiarsi
col suo e fu bellissimo vivere quei momenti così intimi e dolci insieme
all’amore della mia vita.
-
Ti amo. – Gli dissi interrompendo il bacio.
-
Ti amo. – Rispose lui, con una dolcezza infinita.
Continuammo
a baciarci e lo sentii trafficare con i suoi boxer.
-
Fermo. – Lo bloccai. – Faccio io, sdraiati. – Dissi con voce
tremante.
Si
girò e si stese sul letto, in pochi attimi gli fui sopra, baciando
voluttuosamente il suo petto. Scesi lentamente verso la sua erezione già
scoperta, e mi soffermai per un attimo a guardarla. Era
perfetta.
La
baciai e percorsi tutta la sua lunghezza con la lingua, facendolo
sussultare.
Mi
fermai sul glande leccandolo e succhiandolo, poi andai più in profondità, Talan
gemette per tutto il tempo, infine capii che era quasi sul punto di avere un
orgasmo quindi mi fermai. Sfilai i boxer dalle caviglie e cambiai lato del
letto.
-
Vieni. – Gli dissi sdraiandomi e aprendo le gambe, un sorriso
pericoloso spuntò all’improvviso sulle sue labbra.
-
Fai piano, è un po’ che non lo faccio. – Dissi,
vergognandomi.
Lui
annuì baciandomi il collo, introdussi la mano tra i nostri corpi tremanti e
presi l’erezione dirigendola verso di me. Non appena entrò, sentii un forte
bruciore, che passò quasi subito grazie ai suoi movimenti lenti e
cauti.
Istintivamente
posai le mie mani sul suo sedere, stringendolo e spingendolo più verso di me. La
sua erezione era dura nonché grossa e pulsante, provai molto dolore ma decisi di
continuare perché il piacere era molto più forte.
Iniziai
a muovermi insieme a lui, scontrando il mio bacino col suo e facilitando i suoi
movimenti che diventarono secchi e profondi.
Iniziai
a gemere sentendo i suoi mugolii vicino alle mie orecchie, mi eccitai ancora di
più quando mi sollevò una gamba e la mise sulla sua spalla.. La penetrazione fu
molto più intima e mi sentii quasi mancare, non riuscivo a respirare bene e
iniziò perfino a girarmi la testa. Un leggero formicolio mi partì dal basso
ventre, trasformandosi in poco tempo in un orgasmo inconcepibile. Mi aggrappai
alle sue spalle affondando le unghie con forza. Brividi e vampate di calore mi
percorsero come scariche elettriche, irrigidii tutti i muscoli del mio corpo
liberando un urlo trattenuto da troppo tempo.
-
Brava piccola.. così.. – Mi disse sfacciato e io arrossii abbassando lo
sguardo.
Lui
ricominciò a muoversi sempre più forte, ma mai violento e io cominciai a
rilassarmi, continuando a provare piacere incessantemente.
Mi
avventai sulla sua clavicola dopo un breve momento d’estasi, mordicchiandola e
baciandola.
Lui
cominciò a respirare affannosamente e aumentò il ritmo di molto, facendomi
gemere.
-
Si amore.. si.. – Dissi tra un urlo e l’altro.. – Bravo.. – Dissi ancora,
spingendolo verso di me. Rincominciai ad andargli incontro, accogliendo tutta la
sua erezione dentro di me.
-
Vieni con me amore.. – Dissi, sentendo nuovamente quel formicolio al basso
ventre.
Il
piacere scoppiò in entrambi nello stesso momento, lui uscì immediatamente
schizzando le lenzuola immacolate, io invece cominciai a tremare come una
foglia, rabbrividendo ad ogni scarica di piacere. Misi istintivamente una mano
in mezzo alle gambe, e Talan rimase accanto a me a guardarmi gemere e
contorcermi. Mi lasciò stare finché non mi calmai e infine mi abbracciò
stretta.
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Dio.. è.. è stato.. fantastico. – Disse ancora con il fiatone, baciandomi la
spalla scoperta.
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Sì, è stato perfetto. Ti amo. – Dissi io, tremando ancora lievemente. Lo baciai
piano.
-
Anche io ti amo, amore. – Ricambiò il mio bacio approfondendolo, infine mi portò
in un'altra camera da letto, pulita e molto accogliente. Era azzurra, con un
grande letto a baldacchino e un enorme scrivania piena di strani
aggeggi.
-
Cosa sono? – Domandai, ancora nuda tra le sue braccia.
-
Diciamo che sono dei computer moderni. – Rispose lui. – Hai ancora molto da
imparare, ma abbiamo tutta la vita davanti. – Disse subito dopo cercando
conferma.
- Eh già.. tutta una vita insieme. – Dissi felice più a me stessa che a lui, poi mi addormentai.
Grazie a tutti, continuate a farvi sentire e a commentare, per favore.. un bacione a Giada, la mia beta! :*