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Autore: artemide88    20/05/2011    11 recensioni
Isabella Swan ha iniziato a lavorare presso la sede newyorkese di una multinazionale. il suo capo? Edward Cullen, ovviamente. non si sopportano ma lei ha bisogno di un lavoro e lui di una segretaria. e poi c'è una promessa da mantenere...buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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cap5
Hello!! eccomi tornata!!
vi lascio al capitolo e come sempre vi aspetto alla note finali!!
BUONA LETTURA!!




CAPITOLO 5 – EMH?



L’alba era appena sorta e l’aria era frizzante.

Isabella si stava concedendo alcune ora di tranquillità immersa nella natura; le splendide montagne Catskills offrivano un meraviglioso panorama, sotto al porticato in legno della spa.

Lontana da tutti, lontana dal suo capo. Soprattutto.

Avrebbe giurato sulla Bibbia di averlo sentito russare quella notte, al di là della parete. Era rimasta sveglia per un po’, aveva sentito il suo capo entrare nella propria stanza, lo aveva sentito mettersi a letto.

Tutta colpa di quello stramaledetto pisolino in macchina, se non aveva trovato subito Morfeo. Cullata dal movimento placido dell’auto aveva finito per addormentarsi. Era proprio l’ultima cosa che voleva fare, cedere davvero al sonno stremata per la giornata intensa. Aveva solo chiuso gli occhi per un attimo, fingendo di essersi rilassata e addormentata solo per non dover affrontare quella conversazione che E. Cullen sembrava ricercare tanto. Era stato un errore da principiante. Errore più grave, si era fatta vedere senza difese dal suo capo.

Sospirò stanca, passando una mano sulla fronte. Ancora poche ore e sarebbe arrivata tutta la marmaglia dei dipendenti della Guns n’ Cullen e lei non era sicura di non avere delle occhiaie profonde che le segnassero il viso.

Fece muovere il dondolo su cui era seduta, cullandosi nel movimento ondulatorio. Come se non bastasse, aveva fatto il solito sogno, la donna con il volto sfumato che prendeva in braccio una bambina. Quella era l’immagine che si era sempre creata di sua...

“tutto bene?” sussultò quando sentì la voce femminile alle sue spalle.

La piccola donna dai capelli neri che li aveva accolti la notte prima, era splendida a quell’ora, come se avesse dormito dieci ore consecutive, non solo quattro, più o meno. Si sedette al suo fianco e stette in silenzio per alcuni minuti. La sua presenza infastidiva moltissimo Isabella, che avrebbe voluto alzarsi e congedarsi al più presto, il suo disagio era alle stelle. E poi, dannazione! Aveva scelto il posto più isolato per stare da sola...

Ma per cortesia annuì solo per non dire: si, prima che arrivasse lei a disturbarmi.

“mi ha sorpreso molto vederti ieri sera con il mio fratellino.” Alla faccia confusa di Bella, si affrettò a spiegare. “sono Alice Cullen, sorella maggiore di Edward e proprietaria di questo posto.” Chissà perché Alice Cullen era convinta che andassero a letto insieme...andare a chiacchierare con la ragazza rientrava nel piano per scoprire la verità.

“Un altro presuntuoso Cullen, questa volta in versione femminile...”

Avrebbe dovuto sfogare la sua acidità su qualcun altro, non potendo certo mancare di rispetto al suo datore di lavoro o alla famiglia. Magari avevano una sala con le freccette, avrebbe potuto lanciarne qualcuna nel bersaglio, immaginando il volto del suo capo. In caso contrario, avrebbe provveduto a scattare una foto del suo capo con il cellulare, e una volta tornata a NY, l’avrebbe stampata e appiccicarla al suo bersaglio  personale, quello attaccato dietro la porta del suo monolocale.

Si, decisamente una prospettiva allettante per riuscire passare quei due giorni.

Proprio mentre stava per alzarsi, comparve quella ragazza dall’aria svampita che c’era alla reception al loro arrivo, lei si che non aveva ancora visto un letto. Portò un vassoio di legno chiaro con delle tazze, una zuccheriera, un piattino di biscotti, lo posò sul tavolino davanti a loro e se ne andò.

“quanto zucchero?”

“Emh...?” Di sicuro quell’intruglio rosso chiaro non era caffè, non solo non ne aveva l’aspetto ma nemmeno il sublime profumo. La sua vicina prese un cucchiaino di zucchero e lo versò in una tazza, poi ripeté l’operazione con la tazza di Isabella.

“un infuso calda ai frutti di bosco è salutare la mattina. Ha proprietà antiossidanti, privo di caffeina è un’ottima bevanda.” Disse portando alle labbra la sua tazza. Isabella per non essere scortese e per non mostrare il gigantesco punto interrogativo che aveva in testa, fece lo stesso. O meglio, annusò disgustata la bevanda. Di sicuro preferiva il caffè nero alla mattina, accompagnato da un gustoso muffin al cioccolato.

“i biscotti sono integrali. Dietetici e ottimi per le regolari funzioni intestinali.” Isabella spalancò gli occhi.

“ci sarebbe del caffè?” chiese titubante, sicura che la risposta sarebbe stata negativa.

“gestisco questa spa da cinque anni, è il mio capolavoro personale. Mai un chicco di caffè ha attraversato quella soglia. I miei clienti vengono qui per rilassarsi e purificarsi. E poi arriva la telefonata di mio fratello, mi chiede di cedergli per un week end tutti gli spazi, esigenze dell’azienda di famiglia.” la guardò negli occhi, penetrandola con il suo sguardo ceruleo. “ne sai qualcosa?”

“emh? Ho saputo di quella allegra e simpatica gita” scolastica, si morse la lingua per non dirlo, il tono era già pesantemente sarcastico “solo ieri. Mi dispiace non poterla aiutare.” Posò la tazza intatta e si alzò dal dondolo. “devo andare, signora Cullen, tra poco incomincia il raduno.” Del bestiame... “devo prepar-“

“mettiti qualcosa di elegante. Le dipendenti di Edward possono essere...diciamo, appariscenti.”

“sta insinuando che il mio modo di vestire non va bene?” Alice Cullen soffocò a mala pensa una risata nella tazza. No, il modo di vestire di Isabella non andava
 affatto bene. erano in una spa, lontano dalla città, vicino alle montagne, ma l’eleganza e la vanità cittadine erano dure a morire.

“buona giornata Isabella.” rispose prendendo un altro sorso di tisana, sempre con il sorriso sulle labbra.


***


Isabella era rimasta senza parole a quell’incontro.

Spezzerò una lancia in suo favore, se me lo permettete. Non pensiate che Isabella fosse una ragazza timida o sprovveduta. Anzi...aveva gli attributi più sviluppati di molti uomini di sua conoscenza. Tuttavia Alice Cullen era una di quelle persone che incuteva davvero un timore reverenziale e sapeva essere enigmatica a tal punto da scombussolati i pensieri.

Ma torniamo alla nostra protagonista...

Isabella spiò dalle candide tendine della sua stanza l’arrivo alla spicciolata dei suoi colleghi, tutti entusiasti come una folla di scolaretti in gita. Respirò a fondo quando mancarono solo cinque minuti alle otto. Avrebbe dovuto armarsi di coraggio e scendere quelle scale.

“ma il caffè...” si lagnò tra sé e sé, si sentiva derubata del suo caffè mattutino. Sperò solo che il pranzo prevedesse generose quantità di carne. Non avrebbe sopportato pasti vegetariani o così dietetici da essere invisibili.

Chiariamo subito un altro punto, Isabella Swan non era una fifona che scappa come un coniglio e nasconde la testa sotto la sabbia come uno struzzo. No, lei semplicemente si trovava a disagio con altre persone, non era per nulla espansiva e aveva enormi difficoltà a intrattenere rapporti d’amicizia.

Non aveva ascoltato il consiglio di Alice Cullen, non aveva indossato nulla di elegante o appariscente, una semplice maglietta sopra un semplice paio di jeans. Era a suo agio vestita così, non avrebbe cambiato, la tensione era già abbastanza alta. Con un incredibile coraggio scese nella sala principale, imbandita con molte leccornie, tante ma nessuna traccia di caffè. Avvilita prese un piattino e si servì quello che le parve più indicato per una sostanziosa colazione, preludio a una intensa giornata. Almeno avevano avuto la brillante idea di iniziare il raduno (di pecorelle smarrite) con una prima colazione.

Isabella si sedette il più possibile lontano dai colleghi, cercando un posto defilato e iniziò ad imburrare la sua focaccina. Sopra lo strato di burro, stese una generosa dose di marmellata di fragole.

Stava per prendere un sorso della sua tazza di latte al cacao (dietetico, ovviamente, ma sempre meglio che una tisana in sostituzione del caffè), quando una donna, giovane, sulla trentina, con grandi occhiali tondi, le chiese gentilmente se il posto era libero e di potersi sedere.

“Angela Weber, piacere.” Si presentò tendendo la mano a Isabella che con un timido sorriso le aveva fatto cenno al posto libero.

“sei nuova, vero?” continuò Angela, intenzionata a fare conversazione ad ogni costo.

“Emh?” Isabella, sperava di non dover parlare, avrebbe preferito di gran lunga restare in silenzio. No, non era per nulla brava a relazionarsi. E suo padre glielo diceva sempre...suo padre...il ricordo del suo vecchio le fece tendere la mano e con un accenno di sorriso, dire: “molto lieta, Isabella Swan. E si, sono nuo-”

“Swan?!” un signore sulla cinquantina, con i capelli brizzolati e un gran vassoio tra le mani, si sedette nell’altro posto libero, senza invito.

“Eleazar Owen, il nostro legale.” Lo presentò Angela. “non ti far impressionare, Isabella, non è scorbutico come sembra.”

L’avvocato ignorò la ragazza, tutta la sua attenzione era concentrata su Isabella che si sentì improvvisamente sotto esame.

“Swan...il nome non mi è nuovo. qualcuno della tua famiglia ha già lavorato per noi?”

Isabella rimase basita, che diavolo di domanda era? Si impose di non rispondere in modo acido come suo solito.

“mio padre Charlie è l’unico parente che ho e non ha mai lavorato per una fabbrica d’armi. Credo che lei si stia confondendo con qualche altro Swan...dopotutto credo che sia un nome abbastanza diffuso.” Notò con fare ovvio, ma un poco infastidita per la domanda personale. Addentò con gusto la sua focaccina, mettendo fine alle domande indiscrete del signor Owen.

“oh non farci caso.” Intervenne ancora una volta Angela. “lui ha il brutto vizio di cercare parentele ovunque.”

Eleazar rise. “deformazione professionale, belle fanciulle, i particolari fanno sempre la differenza!”

Tutto sommato Isabella non rimpianse quella colazione e quella compagnia. I due avvocati (infatti si scoprì che anche Angela lavorava nel settore legale, anzi era proprio l’assistente del signor Owen) erano alla mano, simpatici e si stuzzicavano a vicenda, facendola ridere. Più o meno come lei e il signor E. Cullen. Già...molto meno che più...

Alla domanda su dove lavorasse, in che settore, Isabella sospirò pesantemente ma prima che potesse rispondere alcunché, Edward Cullen si alzò richiamando l’attenzione di tutti. Con sommo disgusto la ragazza vide alcune donne vicino al suo capo guardarlo adorante, come se fossero in contemplazione di chissà che Dio. Un leggero applauso accolse addirittura il suo prossimo discorso e lui come un consumato divo di Hollywood, calmò la platea.

“oh, il grande capo!” borbottò Isabella facendo finta di entusiasmarsi, i suoi compagni di tavolo, che l’avevano sentita, trattennero una risata.

“grazie signori, e signore, per essere qui. Scopo di questi due giorni in questo incantevole posto, è rinsaldare i legami tra di noi, creando u gruppo affiatato e competitivo.

Questa giornata è libera, divertitevi con i trattamenti e le cure che la spa vi offre. Cercate di conoscervi meglio tra un bagno turco e un fango.” L’uditorio rise.

“come se fosse divertente sudare o inzaccherarsi tutti...” disse Isabella a denti stretti.

“domani invece, sarà dedicata alle dimostrazioni. Il nostro settore di ricerca e sviluppo ha approntato molti nuovi prodotti e migliorato altri.” Isabella fu improvvisamente curiosa, aveva proprio voglia di vedere che cosa erano riusciti a sviluppare. “tutti voi dovete sapere che cosa produciamo e come, vi renderà più consapevoli di quello che vendete, promuovete o altro...insomma, entrerete di più nella mentalità del gruppo Cullen.

Direi che per ora è tutto. Direi di ritrovarci nella hall tra un’ora” concluse Edward guardando l’orologio. “appuntamento alle dieci in punto. La signorina Swan, la mia nuova segretaria, vi aiuterà con la sistemazione delle camere e vi darà il programma completo per questi due giorni. Isabella, mi può portare i fogli?” E. Cullen la indicò e l’intera sala si girò verso di lei.



p.s. dell'autrice.: ih ih ih...ennesima figuraccia per Isabella....
passiamo oltre. =) la Guns n' Cullen si occupa di armamenti...armi da fuoco. tutto ha un suo perchè, fidatevi.
altro? credo di no... =) alla prossima Sara
   
 
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