Questa storia ha partecipato
al contest “Perché Weasley è il nostro re!” indetto da Pallina sul
forum di EFP.
Ringrazio la giudice per la
simpaticissima idea che ha avuto (personalmente ADORO Ron) e per il giudizio
che ha dato alla storia, che troverete alla fine.
Il minimo che io possa fare
per ringraziarla è dedicarle questo capitolo!
Il contest consisteva nel
creare una storia in cui Ron fosse il protagonista, insieme ad un altro
personaggio collegato alla scelta di un numero.
La sorte ha voluto che il
personaggio nascosto nel numero che ho scelto io fosse Victor Krum.
Autore: TittiGranger
Titolo: The King
Personaggi principali: Ron Weasley, Victor Krum.
Genere: Commedia, Romantico.
Rating: Verde.
Avvertimenti: _
Introduzione: Si tratta di una sorta di excursus dei pensieri di Ron durante
gli anni in relazione alla figura di Krum.
Numero e prompt scelti: Mani, piedi, collera, gelosia, insensibilità.
Note dell'autore (non obbligatoria): Che dire? Mi sono divertita a scrivere
questa storia. Mi auguro che proverai la stessa cosa nel leggerla! Baci!
The King
Ron emise un sospiro scocciato, mentre con espressione scocciata,
ticchettava la piuma sul tavolo, con fare scocciato.
Guardò, sconsolato, il tavolo pieno di pergamene: alcune piegate, altre
ordinatamente impilate, certe accartocciate.
Per l’ennesima volta negli ultimi sessanta minuti, pensò di lasciar
perdere.
Lui era un Auror, miseriaccia! Un Auror!
Non erano adatti a lui quei lavori di bassa manovalanza!
Si passò una mano trai capelli, al limite della disperazione. Vagò con lo
sguardo nella cucina, cercando qualsiasi cosa potesse distrarlo, una qualsiasi
scusa che gli permettesse di porre fine a quella tortura fisica e psicologica.
Niente, niente di niente.
La Tana, che di solito era sempre allo stato massimo di caos, quel giorno
emanava un’aurea di pace e di… perfezione.
Non c’era nulla da mettere a posto.
Nulla da cucinare.
Nulla da riparare…
Ron afferrò una mela dal portafrutta, semisommerso anch’esso dalle
pergamene, dandogli un morso.
Il fatto che in casa non ci fosse niente da fare e che non ci fosse
nessuno, non significava certo che non ci fosse altro da fare.
Magari, poteva andare a Diagon Alley a salutare George.
O magari, a Grimmauld Place a fare quattro chiacchiere con Harry!
Ce n’erano tante di cose da fare, fuori.
Rinvigorito da un nuovo entusiasmo, si alzò dalla sedia e con grande agilità,
lanciò il torsolo della mela nella pattumiera. Guardò per l’ultima volta il
cumulo di pergamene sul tavolo e si convinse definitivamente che tagliare la
corda fosse la cosa migliore.
Si sporse leggermente per prendere la bacchetta e un pensiero gli balenò
nella mente, bloccandolo.
Il pensiero di lei.
Il pensiero di lei quando lui le avrebbe detto che non era riuscito a farle
uno dei pochi favori che lei gli avesse mai chiesto.
Cosa le avrebbe detto, vedendola tornare stravolta dal Ministero?
Come si sarebbe potuto giustificare?
Magari non ci sarebbe neanche stato bisogno di giustificarsi. Conosceva
Hermione da più di dieci anni ormai e sapeva che con lei, certe spiegazioni non
servono.
Lo avrebbe guardando, avrebbe sospirato, si sarebbe seduta e avrebbe detto “Lo
faccio io”, senza degnarlo neanche di uno sguardo.
Ron sospirò, crollando nuovamente sulla sedia di legno.
Come se stesse firmando la sua condanna a morte, Ron riprese la piuma in
mano e la intinse nell’inchiostro, pulendo la punta su un panno che Hermione
gli aveva raccomandato di usare “onde evitare antiestetiche sbafature“.
A Ron, in realtà, non importava nulla che le sbafature fossero
antiestetiche. D’altra parte l’inchiostro era liquido proprio per sbafare. Ma
fece comunque come gli aveva ordinato Hermione.
In quel groviglio di carte, ripescò il foglio su cui l’ordinata calligrafia
di Hermione aveva scritto una serie di nomi.
Scorse l’elenco, cercando il punto a cui era arrivato.
Victor
Krum
Rilesse il nome una seconda volta.
E poi una terza.
Mentre una vena iniziava pericolosamente a pulsargli, si impose di
calmarsi.
Che ci faceva Victor Krum su quella lista?
Cosa?
Magari ci era finito per sbaglio.
Magari non era quel Victor Krum.
Magari Hermione ne conosceva due, e quello in questione non era altri che
un suo vecchio compagno delle scuole Babbane.
Magari brutto.
Magari sfigato.
Magari anche microdotato.
Ron ticchettò con la piuma sul tavolo, tentando di farsi convince dalla sua
stessa, assurda, improbabile teoria.
Sospirò, quando ammise a sé stesso che di Victor Krum ce n’era solo uno.
E lui lo conosceva bene…
- Non posso credere che si sia fatta fregare così,
Harry - brontolò Ron, seduto a braccia conserte nella Sala Grande addobbata a
festa, guardando con astio tutti gli studenti che, allegri e spensierati, si
godevano la serata - Eppure ha un’intelligenza superiore alla media. Che
spreco.
Harry sospirò, allargandosi con un dito il colletto
del suo abito da cerimonia. Scosse le spalle, badando poco alle lamentele dell’amico,
troppo impegnato, anche lui, a tener d’occhio un’altra coppia - A me sembra che
si stia divertendo.
Ron si voltò verso l’amico, in uno svolazzo di pizzi,
e lo guardò come se avesse appena rivelato di aver commesso un quadruplo
omicidio - Sveglia, Harry! E’ tutto parte del suo piano! La sta facendo
divertire, per poi estorcerle informazioni su di te! - spiegò - E mi stupisce
che Hermione non se ne renda conto.
Harry stavolta seguì lo sguardo di Ron.
A pochi metri da loro, Krum aveva portato Hermione a
ballare.
Lei sembrava a suo agio, rilassata.
Ron non ricordava di averla mai vista così.
Così luminosa, così elegante, così… donna.
Krum la faceva volteggiare con delicatezza,
sfiorandole la schiena con le mani…
Ron in quel momento si disse che, se quelle mani avessero
superato la linea di confine, lui sarebbe stato legittimato a rompergli quel
faccione squadrato.
- Guarda che piedoni. Sembrano due barche in confronto
a quelli di Hermione - sentenziò Ron - Non trovi?
- Ehm… sì.
- Lo dico solo perché se le pestasse i piedi con
quei transatlantici, potrebbe farle male - continuò concitato Ron, sbracandosi
un po’ di più sulla sedia.
- Certo, sì.
Ma non successe.
Non le pestò i piedi, non superò il confine.
Krum sembrava un perfetto gentleman: nonostante le
occhiate, le risatine, i cenni delle altre ragazze presenti alla festa, lui
sembrava avere occhi solo per Hermione.
La osservava estasiato, la sfiorava con dolcezza, la
seguiva con…devozione, quasi.
Tra sé e sé, Ron si ritrovò ad ammettere che se lui
fosse stato al posto di Krum, avrebbe fatto la stessa identica cosa.
Ron scoccò la lingua a quel ricordo. Lo considerava come uno degli episodi
più imbarazzanti della sua vita.
La prima volta che aveva avuto una seria e determinante batosta.
Perché se il vedere Hermione tra le braccia di Krum gli aveva fatto aprire
gli occhi, il sapere di essere in svantaggio rispetto al bulgaro lo faceva
inspiegabilmente, insopportabilmente, inesorabilmente soffrire.
Uno a zero per Krum.
- Chi ti scrive quel papiro? - chiese Ron con fare
innocente, infilandosi in bocca un paio di Caramelle Tuttigusti+ uno.
- Un amico - fu la risposta di Hermione, presa dalla
lettura nella poltrona accanto alla sua.
Ron annuì, fingendosi indifferente. Scosse la scatola
di caramelle, pescandoci dentro.
Cercando di non farsi accorgere, gettò un’occhiata ad
Hermione che, a gambe incrociate sulla poltrona poco distante dalla sua,
sembrava assorta nella lettura di una pergamena che una civetta rossiccia le
aveva portato poco prima.
- Un amico senza nome? - buttò lì Ron, sentendosi
arrossire.
Hermione stavolta alzò la testa per guardarlo - No,
Ron. Ce l’ha un nome - disse.
- Ed è un nome segreto? O si può dire? - insistette
lui.
In realtà sapeva benissimo di chi fosse quella
lettera.
Purtroppo, lo sapeva.
Ma se c’era occasione per prendersi gioco di lui,
perché non sfruttarla?
- Non ti è mai passato per la testa che io non voglia
dirtelo, Ron? - disse lei, con sorriso di sfida - Non ti ha mai sfiorato questa
eventualità?
Ron batté le palpebre un paio di volte, guardandosi
attorno in cerca di ispirazione.
Ma in quel momento, la desolazione della Sala Comune
di Grifondoro non fu di grande aiuto.
- Pensavo che non ci fossero segreti tra di noi -
disse lui, compiacendosi di sé stesso. Sapeva che fare la vittima era l’unico
modo per far capitolare Hermione. O almeno farle abbassare la guardia. Per
rincarare la dose, cercò anche di assumere un’espressione sufficientemente
ferita.
Hermione lo guardò. Ron la conosceva abbastanza bene
da sapere che stava valutando i rischi della cosa - Infatti, non ci sono
segreti.
- Beh, ma allora puoi dirmi chi ti scrive… - fece lui,
scuotendo le spalle - Voglio dire… che problema c’è?
Hermione si morse le labbra e corrugò la fronte - E’
Victor. Victor Krum.
Ron ingoiò il vuoto. Con non si sa quale forza di
volontà, riuscì ad annuire, sembrando anche vagamente tranquillo.
L’unico particolare che forse poteva fregarlo era il
rossore del collo, ma probabilmente Hermione non ci avrebbe neanche fatto caso.
- Bene. Benissimo - disse, continuando ad annuire -
Vedi? Nessun problema.
Hermione lo fissò per un altro paio di secondi,
sospettosa. Dopodiché, senza aggiungere altro, tornò alla lettura.
Per un paio di minuti, l’unico rumore fu quello delle
caramelle nel cartone, nonché quello dei pensieri di Ron nella sua testa. Ma
grazie al cielo, quelli poteva sentirli solo lui.
- E quindi… Krum ha imparato a scrivere, eh?
Ci aveva provato.
Aveva tentato di trattenersi, ma era stato più forte
di lui.
Per lo meno, riuscì a tirare indietro una risatina
sadica.
Dal canto suo, Hermione alzò gli occhi al cielo,
lasciandosi sfuggire un rassegnato “Lo sapevo”.
Senza degnarlo di uno sguardo, arrotolò malamente la
pergamena e fece per alzarsi.
- Che c’è? - disse Ron, sfoggiando la sua miglior
faccia tosta - Non ho detto niente di male! - aggiunse, fingendosi sorpreso -
Voglio dire, da una persona che non sa pronunciare il tuo nome correttamente,
non ti aspetti certo che sappia… scrivere!
Se avesse potuto, avrebbe esultato.
Si congratulò con se stesso perché quella frase era
davvero, davvero d’effetto… e poi non era certo facile battere Hermione a
parole, lei che aveva sempre la risposta pronta.
Doveva cercare di memorizzarla, così poi l’avrebbe
raccontato ad Harry.
Sì, sì… Ron lo sapeva. Sapeva che in quei momenti
dimostrava di essere “l’insensibilità fatta persona” che da sempre lo
accusavano, Hermione in primis, di essere. Ma Ron non poteva farne a meno.
Hermione raccolse le sue cose, ancora stizzita.
Per un attimo, Ron pensò di aver vinto.
Di aver avuto l’ultima parola in un a discussione con
Hermione.
- Eppure, Ronald, a me sembrava che sapesse scrivere,
quando tu, alla fine dello scorso anno, gli hai chiesto di firmarti l’autografo.
Anzi, perché non vai a controllare? Lo tieni nel comodino, no? - disse,
risalendo le scale del dormitorio.
Non era facile battere Hermione a parole.
Ecco, appunto.
E va bene.
Anche in quel caso Krum l’aveva spuntata, ma solo perché si era trattato di
una sorta di autogoal.
Solo per quello.
Dopotutto gliela aveva messa su un piatto d’argento.
Ad ogni modo…
Due a zero per Krum.
- E’ infantile questo
comportamento, Ron.
Ron si tirò su a sedere, sfoggiando un’espressione
tradita. Erano nel Parco di Hogwarts a godersi un pomeriggio di raro sole
autunnale.
- Lei ha baciato Krum, Harry - disse il rosso, quasi a
voler sottolineare il concetto, la gravità della situazione.
- E con questo? - fece Harry, alzandosi a sua volta
per guardare in faccia l’amico.
Ron aprì e chiuse la bocca, senza dire nulla. Per la
prima volta, Harry sembrava non capirlo.
Sapeva che anche Hermione era la sua migliore amica,
ma… caspita! Possibile che Harry
non capisse? Possibile che non si rendesse conto del problema di Ron?
- Se lei può farlo, ne ho diritto anche io! - borbottò
lui, convinto.
Nel momento in cui quelle parole uscirono dalla sua
bocca, persino lui si rese conto di quanto suonassero infantili e stupide.
- Certo - disse Harry, mentre sul suo volto si
abbassava una maschera di delusione. Tornò a sdraiarsi sul prato - Ma tu lo
stai facendo per farle male, come il pensiero che Krum abbia baciato lei fa
male a te, Ron.
Ron arrossì, fino alla punta dei piedi - No! A me non
interessa affatto che lei… che loro… a me non importa proprio un bel niente! -
disse, gesticolando come un forsennato.
- Certo, amico. Come no…
Quel pensiero lo aveva perseguitato per anni.
Per anni si era sentito un mostro, perché lui stesso sapeva che, dopotutto,
quello che Harry aveva detto era vero, in parte.
Mettersi con Lavanda, era stata una ripicca. E per questo si sentiva un
verme.
Aveva ingenuamente pensato che facendola ingelosire, facendole provare la
stessa gelosia che provava lui ogni volta che la guardava, lo avrebbe
fatto sentire meglio.
Invece non era stato così; aveva fatto male i calcoli.
Perché non aveva messo in conto il suo sguardo deluso, ogni volta che
riusciva ad incontrare i suoi occhi, la sua espressione imbarazzata, tutte le
volte che era costretta a rivolgergli la parola.
Niente di tutto questo era stato calcolato.
Perché nonostante tutto, ogni volta che la guardava, Ron non poteva fare a
meno di ammettere che anche in quel caso Krum aveva vinto.
Aveva vinto e se lo era anche meritato.
Victor Krum era stato tutto ciò che Ron, in cinque anni che conosceva Hermione,
non aveva saputo essere. Era stato tutto ciò che Hermione meritava di avere da
un ragazzo e per questo, Krum era stato premiato.
Lui l’aveva baciata.
Ron no.
Tre a zero per Krum.
Ron si passò una mano tra i capelli, la penna ancora sospesa a mezz’aria,
cercando di trovare la forza di scrivere quel nome su quella dannatissima
busta, mentre un’altra ondata di ricordi lo travolgeva…
- Ron… devo… andare… la… Passaporta… Ron… - mugugnò
Hermione sulle labbra di Ron, mentre lui la costringeva giù, facendole
pressione sulla nuca. Lei ridacchiò, cedendo finalmente al bacio.
- Ma sei appena arrivata! - si lamentò lui,
lasciandola libera.
Hermione gli lanciò un’occhiata confusa, cercando la
borsa che conteneva la Passaporta - Ron siamo chiusi qui dentro da due ore! I
tuoi potrebbero anche pensare male.
Ron si stiracchiò, mentre i giocatori di Quiddicht dei
poster attaccati sulla parete di fronte si sbracciavano in gesti di vittoria.
Ron sorrise.
In realtà avevano passato tutto il tempo a parlare.
Lei gli aveva raccontato i vari aneddoti dell’ultimo anno ad Hogwarts, dei
Professori, dei nuovi studenti… e lui di
come era stato lavorare con George, delle persone che ormai erano diventati
clienti fissi del negozio e del corso per Auror appena iniziato.
E poi si erano baciati. Baciati e baciati ancora.
Ron si era accorto che, da quando una settimana prima
lei era tornata da Hogwarts, lui non riusciva a non baciarla, di tanto in
tanto.
Non riusciva a guardarla senza baciarla. Non poteva
vedere le labbra di lei muoversi senza farlo.
“Ma non sei stato il primo ad accarezzare quella bocca, Ron”.
Poi c’era lei, la vocetta malefica che ogni tanto si
insinuava nei suoi pensieri, facendogli stringere lo stomaco.
E la cosa più dolorosa era quella: la voce aveva
ragione.
La rabbia, la collera, il nervoso che quel
ricordo causava in lui non erano sufficienti a farla sparire.
Per quanto la baciasse, non era stato lui a regalarle
l’emozione del primo bacio.
Era stato Krum.
Di nuovo lui, sempre lui.
Quattro a zero, cinque a zero… sei, sette… a zero per
Krum.
Ron prese un ultimo respiro.
Inutile stare a rimuginarci sopra.
Di errori ne aveva fatti, certo. Ma il futuro serve a riparare agli errori
del passato, no?
E Ron non vedeva l’ora di toccarlo questo futuro.
Di viverlo.
Con lei, per lei, in lei.
Non vedeva l’ora di viverlo, perché sapeva che, nonostante tutto, non lo
avrebbe fatto da solo.
Con decisione, intinse la piuma nel calamaio e si decise, finalmente, a
scrivere quel nome sulla pergamena, gettando un’occhiata al contenuto del
messaggio.
Ronald Bilius Weasley ed Hermione Jane Granger
sono lieti di invitarLa al loro matrimonio…
Che si terrà il giorno… alle ore…
Finì di scrivere e… sorrise.
Vittoria per Weasley.
Weasley, the King.
Dunque, dunque… mi rendo conto che questa storia
abbia toni decisamente più rilassati rispetto ai capitoli precedenti.
Ma ogni tanto ci vuole… così non potete di certo
accusarmi di essere una totale melodrammatica! Mi auguro comunque, che vi sia
piaciuto ugualmente J
Colgo l’occasione per scusarmi di una svista nel
capitolo precedente.
Ricorderete che il missing moment scorso parte
dal ritrovamento di un libro, “La rivolta degli elfi, volume otto”.
Ecco, mi è stato fatto giustamente notare che
dopotutto è alquanto improbabile che gli elfi, data la devozione che
continuamente dimostrano verso i loro padroni, possano essersi ribellati agli
umani. Avete perfettamente ragione! Mea culpa!
E’ stato un particolare su cui proprio non avevo
riflettuto!
Questo però dimostra che ho dei lettori molto
attenti… e la cosa mi piace da pazzi! ;-)
Per il prossimo capitolo… non so quando arriverà.
Per il momento non ho un’idea precisa, ma di
solito mi vengono d’improvviso, per cui questa momentanea mancanza di idee non
mi preoccupa poi molto!
Certo se volete accelerare il processo e se
avete qualche idea da suggerire… sono qui!
Un abbraccio!
Titti
PRIMA CLASSIFICATA: “The King” di
TittiGranger
Grammatica e sintassi: 9,2/10
Stile: 10/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione Ron: 10/10
Caratterizzazione Altro Personaggio: 10/10
Gradimento personale: 10/10
Utilizzo Prompt: 10/10
TOT: 69,2/70
Parto con il dirti che ho letteralmente adorato questa tua OneShot.
I punti che ti sono stati tolti nella grammatica derivano da dei piccoli
errori, infatti ad Hermione si scrive a Hermione, risulta essere
meno pensante nella lettura e più piacevole e se stesso si scrive senza
accento. In verità questi non sono dei veri e propri errori perché la
grammatica italiana non li condanna del tutto.
Ad un certo punto della storia scrivi “Aveva tentato di mantenersi,
ma era stato più forte di lui.”, penso che la parola trattenersi ci
sarebbe stata meglio.
Per quanto riguarda lo stile, questa storia è perfetta, il tuo stile è fluido,
armonioso e studiato, l’ho apprezzato molto.
È incredibile come tu riesci a rendere Ron così Ron poichè in ogni frase, in
ogni parola è lui, proprio lui e trovo stupefacente che tu riesca così
semplicemente in questa impresa.
Detto questo torno a dirti che la tua storia è bellissima, fantastica e va
assolutamente letta. Complimenti!