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Autore: Umbreon    21/05/2011    1 recensioni
Il mio nome è Violetta.
Secondo le poche amiche che mi ritrovavo, il mio nome corrispondeva al mio essere: un fiore che doveva ancora sbocciare, doveva dimostrare agli altri che non è un fiore di contorno e che è capace di cambiare le cose, di rendere un insulso mazzolino di fiori in un bellissimo ricordo, un gradito regalo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando non ero ancora un fiore.

Prologo

Il mio nome è Violetta.
Secondo le poche amiche che mi ritrovavo, il mio nome corrispondeva al mio essere: un fiore che doveva ancora sbocciare, doveva dimostrare agli altri che non è un fiore di contorno e che è capace di cambiare le cose, di rendere un insulso mazzolino di fiori in un bellissimo ricordo, un gradito regalo.
- Saresti così bella, cara – mi ripetevano in continuazione amiche, parenti e fra un po’ anche gli sconosciuti per strada -, se solo ti decidessi a curare un po’ il tuo aspetto fisico! –
Quello che vedevo ogni volta che mi specchiavo, in effetti, non era un granchè: una ragazza non molto alta, non magra come le modelle della tv, dai capelli di un comunissimo castano raccolti sempre in una coda o in una treccia e dagli occhi neri ereditati da mio padre. Già, i miei occhi erano l’unica parte che mi piacesse di me: non avevano un taglio o una forma particolarmente bella, ma il colore dell’iride si confondeva così tanto con la pupilla da non far trapelare nessuna emozione dal mio sguardo.
Ed era così che mi descrivevano i miei compagni di classe, fin dalla prima superiore: “fredda, poco amichevole, non particolarmente simpatica, non si fa notare” e i più stronzi arrivavano addirittura a definirmi “frigida”.
Evidentemente perché io non davo molto peso alle relazioni sentimentali: vivevo benissimo sola soletta nel mio mondo, con i miei occhiali dalla montatura comune sul naso e con i miei libri di scuola. Già, dimenticavo. Anche “secchiona”, mi chiamavano; non che avessero tutti i torti, dato che i miei voti erano eccellenti e che passavo tutti i pomeriggi a studiare e a faticare. Il mio sogno era sempre stato iscrivermi ad una buona università, avere un lavoro dignitoso, sposare qualcuno con i soldi e trascorrere la mia vita in una villa al mare o in campagna, dove avrei potuto stare tranquilla.
Ah, se ripenso alla me stessa di quel tempo! Ora sono un'altra persona. Senza il sostegno delle mie due migliori (e uniche) amiche di quel tempo,  Bianca e Sara, ora non sarei qui dove sono.
Ed è proprio la mia storia che voglio raccontarvi: la storia dei miei cambiamenti, degli avvenimenti che mi hanno aperto il cuore e che soprattutto mi hanno fatto provare dei sentimenti puri.

  
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