track 08 ♪ I Just
Can’t Stop Loving You
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26 gennaio 2013, ore 03:40
Bridge {reprise} ~ this is my life and I want to see
you for always
La pioggia scrosciante in volto era una benedizione.
Abbassò lo sguardo sulle pozzanghere ai suoi piedi: si erano prese un
po’ del sangue che gli era rimasto all’angolo della bocca. Peccato
che non potessero portargli via anche il male che gli avevano fatto le parole.
« Stronzo. »
Mello lo mordeva spesso: ogni volta che le carezze della sua
lingua non gli bastavano, ogni volta che la rabbia prendeva il sopravvento,
ricercava la foga violenta di sentirlo suo. Mai, però, mai prima di
quella notte aveva avuto la chiara intenzione di fargli così male.
Con ancora addosso il significato dei loro jeans aperti lo
aveva sovrastato sul pavimento, tenuto costretto al suolo, divorato con quegli occhi che erano sempre rimasti così
chiari, anche sotto quella terrificante abrasione.
« Dimmi di non
aver appena sputato una stronzata, Matt. Dimmi che ho capito male. Dimmi che non l’hai fatto. »
Non gli aveva risposto. Era uno di quei casi in cui parlare
può risultare inutile.
Si era preso senza una protesta i suoi denti sulla pelle e
la sua stretta ai polsi che era diventata troppo
forte per essere quella di sempre, e lo aveva ascoltato urlargli
l’enormità assurda del suo errore – di errore, di errore si
trattava – e non si era concesso neppure il lusso di un’ultima
lacrima, che aveva speso tutte sul ricordo dolceamaro della mano di Misa che gli scendeva sul petto, più delicata di
quella di Mello, più sbagliata di quella di Mello.
E alla fine non era rimasto che il silenzio, mentre il
ragazzo che un tempo era stato Mihael Kheel, l’unica
cosa che Mail sentisse sua e vera, si alzava e gli voltava le
spalle, nascondendogli la vista di ciò che gli faceva vibrare la voce.
« Se adesso
esci da quella porta, non potrai permetterti di tornare indietro. »
Nei quartieri alti la pioggia sembrava più violenta.
Matt sollevò il volto scoperto, privo di lenti sugli occhi o di cicche
tra le labbra, il volto che aveva quando ancora poteva ritenere di essere solo Mail.
Attese che l’acqua lavasse via i suoi ultimi rimpianti insanguinati.
Poi alzò una mano e si portò il cellulare all’orecchio.
Misa rispose al sesto squillo, con voce assonnata e languida,
tanto da fargli avvampare lo stomaco.
« Pronto. »
« Sono io. »
Un silenzio inaspettatamente lungo, durante il quale il suo
cuore gonfio di una volontà nuova poté pompare almeno cento
battiti.
« Sono le quattro del mattino. Cosa c’è?
»
Non era più la Misa che
aveva conosciuto lui, si rese conto. Misa-Misa si
sarebbe preoccupata, avrebbe chiesto se gli fosse successo qualcosa,
l’avrebbe chiamato ‘Matt-kun’ e probabilmente si sarebbe pure allarmata
del fatto che le telefonasse a quell’ora, con Yagami
nel letto accanto a lei. La sua voce sarebbe stata viva, come sempre.
Decise che forse era così perché in lei era
prevalso il senso di colpa, e non vi badò.
« Ho bisogno di parlarti. Adesso, subito. Scendi in
strada. »
« Matt, vuoi spiegarmi cosa...? »
« Voglio spiegarti tutto, Misa.
Scendi in strada. »
Chiuse la comunicazione.
Uno, due, tre respiri profondi. Aveva fatto la sua scelta.
Ora doveva portarla fino in fondo.
Addio Matt, bentornato
Mail. Game over, Start again.
Forse non sarebbe venuta. Di certo il suo tono di voce non
lasciava speranze. Non gli sarebbe
corsa incontro gridandogli che Light Yagami non
significava più nulla per lei, che voleva lui lui lui
e nient’altro. Ma, forse, quel
senso di colpa alla fine non si sarebbe rivelato abbastanza forte.
Forse anche Misa-Misa avrebbe scelto di restare Misa.
Forse, tra loro era più inevitabile che sbagliato.
Forse.
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Capitolo mini, lo so, ma
fondamentale per spiegare che Matt ha detto tutto a Mello
e che ora intende parlare anche con Misa.
Ringrazio, come sempre,
chiunque passi di qui. Siete sempre speciali. ♥
Aya
~
Credits: I
just can’t stop loving you, © Michael Jackson feat. Siedah Garrett